Legambiente ai consiglieri regionali:
meglio cancellare la legge “ammazzasuolo”.
E come non dargli retta!
4 maggio 2017. A giorni scadranno i 30 mesi che la legge regionale 31/14 (Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato) concedeva ai costruttori per edificare tutto ciò che è ricompreso nelle carte dei Piani di Governo del Territorio (PGT) dei Comuni lombardi: una licenza terribile, visti gli ipertrofici programmi comunali. L’unico pregio (si fa per dire) di questa legge era proprio il limite temporale: ma oggi nella Commissione Territorio della Regione si discuterà di cancellare la scadenza.
Mentre i costruttori avevano carta bianca per farsi approvare i progetti -se il comune tardava, arrivava un commissario regionale a dare gli agognati permessi- in questi due anni e mezzo, la Regione avrebbe dovuto stabilire i limiti di consumo del suolo e di conseguenza adeguare le norme regionali, provinciali e comunali. La Regione non ha fatto neanche la finta e ora, con la presentazione della proposta di legge “Provvedimenti propedeutici alla riformulazione della normativa regionale in materia di contenimento del consumo di suolo”, dalla padella si casca nella brace…
Legambiente ai consiglieri regionali:
meglio cancellare la legge “ammazzasuolo”.
E come non dargli retta!
4 maggio 2017. A giorni scadranno i 30 mesi che la legge regionale 31/14 (Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato) concedeva ai costruttori per edificare tutto ciò che è ricompreso nelle carte dei Piani di Governo del Territorio (PGT) dei Comuni lombardi: una licenza terribile, visti gli ipertrofici programmi comunali. L’unico pregio (si fa per dire) di questa legge era proprio il limite temporale: ma oggi nella Commissione Territorio della Regione si discuterà di cancellare la scadenza.
Mentre i costruttori avevano carta bianca per farsi approvare i progetti -se il comune tardava, arrivava un commissario regionale a dare gli agognati permessi- in questi due anni e mezzo, la Regione avrebbe dovuto stabilire i limiti di consumo del suolo e di conseguenza adeguare le norme regionali, provinciali e comunali. La Regione non ha fatto neanche la finta e ora, con la presentazione della proposta di legge “Provvedimenti propedeutici alla riformulazione della normativa regionale in materia di contenimento del consumo di suolo”, dalla padella si casca nella brace.
Come si peggiora una legge “ammazzasuolo”
Oggi, come già detto, va in Commissione regionale la succitata proposta di legge peggiorativa della legge 31. Ma non è farina del sacco della Regione, bensì di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani): ovvero, i Comuni vogliono mano libera e la Regione acconsente! Per comprendere appieno il danno, consigliamo la lettura attenta della lettera di Legambiente ai consiglieri regionali, che il 16 maggio saranno chiamati a votare tale legge.
In estrema sintesi, ecco di cosa si tratta:
– Province e Comuni non avranno più scadenze per adeguarsi a eventuali limiti di consumo del suolo, ovvero non succederà nulla se, semplicemente, non si adegueranno;
– ai Comuni viene ridata la possibilità di pianificare modifiche, in riduzione del consumo di suolo ma anche in incremento, ad esempio con accordi di programma;
– e, ciliegina sulla torta, viene soppressa la maggiorazione del costo di costruzione per gli interventi che consumano suolo.
E se questa non è una regalia ulteriore ai cementificatori…
Per Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia: “L’unico merito di questa proposta di legge è quello di ripristinare un diritto che era stato sospeso per i comuni: quello di modificare il proprio piano urbanistico, nel bene talvolta e nel male quasi sempre. Per il resto, è una norma che se approvata e attuata peggiorerà ulteriormente il profilo del testo della legge 31, che dovrebbe puntare, come dice il titolo, al contenimento del consumo di suolo”.
Legge, ricordiamolo, sulla cui legittimità costituzionale è aperto in questo momento un importante contenzioso, ovvero il ricorso del comune di Brescia -con il supporto di Legambiente e ANCI- al Consiglio di Stato, dopo la sfavorevole sentenza del TAR Lombardia che dava ragione ai costruttori “colpiti” dalla riduzione di aree della variante al PGT. Lo scorso 21 aprile il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza sospensiva della sentenza del TAR ritenendo accettabili le motivazioni del ricorso che considerano la legge incostituzionale in quanto va a ledere i poteri pianificatori dei Comuni. Il pronunciamento definitivo è atteso per l’autunno.
Una proposta provocatoria… ma neanche tanto
La lettera di Legambiente si conclude con la proposta di emendare la nuova legge, sostituendo al testo in discussione questo unico articolo:
Art. 1.
La legge regionale 31/2014 è abrogata.
Oggi vedremo in Commissione cosa ne viene fuori, ma intanto, visti i chiari di luna, vi chiediamo di rafforzare l’impegno della raccolta firme per la petizione di Salviamo il Suolo. Con pochi click potete esprimere la vostra sensibilità e puntare ad avere qualcosa di meglio di queste leggi beffa. Vi aggiorneremo…