Maroni continua a spingere
su autostrade nei Parchi e nel verde
e i treni rimangono cenerentola

 

maroni devasta“Se consideriamo che, da quando io sono governatore, per esempio, è partita la Pedemontana, che si aspettava da 50 anni, è stata fatta la Brebemi, è stata messa in esercizio la Teem, devo dire che stiamo recuperando la lentezza degli anni e dei decenni passati. Non dobbiamo fermarci dobbiamo anzi accelerare, occorrono risorse e la forte collaborazione tra Regione Lombardia e Governo è quello che serve per provare a realizzare le infrastrutture necessarie”. Così ammoniva il gov Maroni lo scorso 7 marzo, nel consegnare a Delrio l’aggiornamento del Piano di mobilità della Regione Lombardia. Tre esempi di autostrade inutili, che si sono mangiate migliaia di ettari di agricoltura (ci sono agricoltori che attendono ancora oggi i soldi per l’esproprio) e che pesano sui contribuenti, visto che – pur essendo costruite da privati, cui sono state conferite concessioni fino a 50 anni!- lo Stato e la Regione Lombardia hanno elargito centinaia di milioni…

Maroni continua a spingere
su autostrade nei Parchi e nel verde
e i treni rimangono cenerentola

 

maroni devasta“Se consideriamo che, da quando io sono governatore, per esempio, è partita la Pedemontana, che si aspettava da 50 anni, è stata fatta la Brebemi, è stata messa in esercizio la Teem, devo dire che stiamo recuperando la lentezza degli anni e dei decenni passati. Non dobbiamo fermarci dobbiamo anzi accelerare, occorrono risorse e la forte collaborazione tra Regione Lombardia e Governo è quello che serve per provare a realizzare le infrastrutture necessarie”. Così ammoniva il gov Maroni lo scorso 7 marzo, nel consegnare a Delrio l’aggiornamento del Piano di mobilità della Regione Lombardia. Tre esempi di autostrade inutili, che si sono mangiate migliaia di ettari di agricoltura (ci sono agricoltori che attendono ancora oggi i soldi per l’esproprio) e che pesano sui contribuenti, visto che – pur essendo costruite da privati, cui sono state conferite concessioni fino a 50 anni!- lo Stato e la Regione Lombardia hanno elargito centinaia di milioni: : 350 milioni alla vuota Tangenziale est esterna, più defiscalizzazione; 320 milioni alla deserta Brebemi; 1,2 miliardi su un totale di 4,15 più 800 milioni di defiscalizzazione a Pedemontana! E nel nuovo Piano regionale dei trasporti lombardi sono previsti ingenti finanziamenti per ulteriori infrastrutture autostradali, mentre per il trasporto pubblico locale rimangono le solite briciole.
Ecco perché condividiamo e riportiamo il comunicato dei Comitati No Tangenziale: anche nella Città Metropolitana più evoluta e interconnessa d’Italia, si continua a viaggiare ancora su un solo binario ferroviario. 

 

I treni dei pendolari ancora all’ultimo posto

Abbiamo da sempre sostenuto che un trasporto pubblico efficiente è la base di partenza per una mobilità sostenibile. Non si può non rilevare il fatto che chi abita all’interno di una città come Milano abbia la possibilità di muoversi al suo interno con costi ragionevoli e senza la necessità di usare il mezzo privato. Non è  lo stesso per chi invece non abita all’interno del confine comunale di una grande città, dove spostarsi da un paese all’altro verso il capoluogo può diventare una vera impresa poiché, per ragioni antiche, l’investimento sulle ferrovie è stato sempre considerato come un costo senza contropartita, da erogare con il contagocce (e mai considerando che il sistema di mobilità ferroviaria è quello più efficiente e sostenibile per muoversi all’interno di un’area metropolitana).
Le tasse –  per chi le paga –  sono più o meno le stesse tra gli abitanti del capoluogo e gli altri, ma il servizio a disposizione e i costi in termini di funzionalità e efficienza sono ben diversi.

Le segnalazioni degli ultimi giorni sui disservizi della nostra ferrovia Milano – Mortara  dovuti alla vetustà del materiale rotabile e della linea a binario unico nonché, purtroppo, il gravissimo incidente sulla Bari – Barletta dovuto alla mancanza di investimenti sulla sicurezza, ci impongono alcune considerazioni. Innanzitutto l’indifferenza, lunga decenni,  rivolta alla soluzione dei problemi (nel nostro caso  raddoppio dei binari e treni più decenti) praticata dalle varie istituzioni predisposte – RFI, Regione Lombardia, Comuni interessati –  punteggiata ogni tanto da interventi “spot” tipo la recente lettera del sindaco di Abbiategrasso al Prefetto,  che ogni tanto si susseguono come uno stanco e dovuto rituale destinato ad essere dimenticato in breve tempo.

Noi non sappiamo se i Comuni del nostro territorio abbiano fatto le loro osservazioni al PRMT – Piano Regionale Mobilità Trasporti – e  quali iniziative abbiano intrapreso in merito.  Noi  però che queste osservazioni le abbiamo fatte e le abbiamo discusse in Regione (insieme a Legambiente,  alle associazioni ambientaliste e degli agricoltori) , abbiamo osservato quanto riportato nel documento regionale stesso ossia che, pur a fronte di un consistente aumento degli utenti del trasporto ferroviario locale nell’ultima decina di anni, gli investimenti per la rete ferroviaria risultano pietosamente bassi soprattutto se paragonati a quelli faraonici per le infrastrutture stradali e per l’alta velocità.

E per calarci nei nostri problemi locali non riusciamo a capacitarci come possa essere possibile ancora pensare a tenere in vita un progetto ANAS di superstrada Vigevano/Magenta dal costo preventivato di 220 milioni di Euro – ma sappiamo che l’eventuale realizzazione porterà come minimo a raddoppiare l’importo – quando l’obiettivo di snellire il traffico su gomma si può ugualmente raggiungere tramite  una serie di accorgimenti quali la riqualificazione e la messa in sicurezza delle strade esistenti a cui aggiungere la realizzazione di rotonde al posto dei semafori. Il tutto con un costo notevolmente inferiore.     

Il denaro pubblico risparmiato potrebbe andare benissimo a beneficio del miglioramento del servizio ferroviario locale dando ai pendolari un servizio più efficiente e, non ultimo, più sicuro. Questo lo stiamo affermando da ormai 15 anni e viene confermato ancora dai recenti gravi  disservizi ed episodi che coinvolgono le linee ferroviarie locali dove i pendolari sono vittime di un sistema che predilige le grandi infrastrutture stradali anziché il miglioramento dei treni pendolari.

Risparmiare risorse sulle grandi infrastrutture stradali  non significa restare immobili bensì  cambiare prospettiva ammettendo finalmente che una mobilità sostenibile non si realizza moltiplicando le  strade ma rendendo quelle esistenti più sicure e efficienti, realizzando piccoli interventi volti a snellire il traffico e soprattutto rendendo appetibile e efficiente il servizio pubblico che toglierebbe notevole quantità di traffico su gomma.   
Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano

 

 

Maroni continua a spingere su autostrade nei Parchi e nel verde e i treni rimangono cenerentola

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