Milano “riscopre “i Navigli
mentre ad Assago
si vogliono intubare le rogge
Se la qualità delle acque nel Parco Sud sembra mostrare timidi cenni di miglioramento, ciò non può fare abbassare la guardia su quei casi limitati di rogge, usate per irrigazione, la cui qualità delle acque è messa in crisi da allacci e sversamenti abusivi.
Riparliamo perciò della Roggia Corio, che dalla periferia di Milano passa per Corsico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Pieve Emanuele, arrivando fino a Locate Triulzi e quindi nel Lambro Meridionale. Lo scorso anno avevamo allertato i Comuni che la roggia aveva con le sua acque cosparso di rifiuti alcuni campi agricoli di Pieve Emanuele e, quest’inverno, i miasmi hanno più volte ammorbato anche l’Humanitas, per il tratto in cui il corso d’acqua passa rasente la struttura ospedaliera. Per fortuna, la costante pressione del Comitato Occhi Aperti di Rozzano e dell’Associazione per il Parco Sud Milano sta finalmente dando i risultati sperati: l’Amministrazione di Pieve Emanuele si è dimostrata sensibile e attenta nel verificare la qualità delle proprie acque, come pure il comune di Buccinasco. In contemporanea Cap Holding (gestore pubblico del ciclo delle acque nella maggior parte dei comuni del milanese) -il cui depuratore di Assago riversa le proprie acque trattate nella roggia Corio- sta effettuando notevoli migliorie all’impianto. Altro elemento positivo è che sono stati finalmente individuati i problemi nell’abitato di Assago e sempre Cap Holding sta effettuando i lavori per risolvere i problemi idrici che causavano sversamenti nella roggia in questione delle acque inquinate del Cavo Pobbiera, un corso d’acqua declassato a fogna e che, in teoria, dovrebbe portare le sua acque esclusivamente al depuratore.
Ma tutte queste notizie positive sono macchiate da una grave pecca: il comune di Assago vuole ricoprire il tratto di Roggia Corio nel proprio centro abitato per “motivi di sicurezza e di igiene del territorio”.
Motivi validi?
Milano “riscopre “i Navigli
mentre ad Assago
si vogliono intubare le rogge
Se la qualità delle acque nel Parco Sud sembra mostrare timidi cenni di miglioramento, ciò non può fare abbassare la guardia su quei casi limitati di rogge, usate per irrigazione, la cui qualità delle acque è messa in crisi da allacci e sversamenti abusivi.
Riparliamo perciò della Roggia Corio, che dalla periferia di Milano passa per Corsico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Pieve Emanuele, arrivando fino a Locate Triulzi e quindi nel Lambro Meridionale. Lo scorso anno avevamo allertato i Comuni che la roggia aveva con le sua acque cosparso di rifiuti alcuni campi agricoli di Pieve Emanuele e, quest’inverno, i miasmi hanno più volte ammorbato anche l’Humanitas, per il tratto in cui il corso d’acqua passa rasente la struttura ospedaliera. Per fortuna, la costante pressione del Comitato Occhi Aperti di Rozzano e dell’Associazione per il Parco Sud Milano sta finalmente dando i risultati sperati: l’Amministrazione di Pieve Emanuele si è dimostrata sensibile e attenta nel verificare la qualità delle proprie acque, come pure il comune di Buccinasco. In contemporanea Cap Holding (gestore pubblico del ciclo delle acque nella maggior parte dei comuni del milanese) -il cui depuratore di Assago riversa le proprie acque trattate nella roggia Corio- sta effettuando notevoli migliorie all’impianto. Altro elemento positivo è che sono stati finalmente individuati i problemi nell’abitato di Assago e sempre Cap Holding sta effettuando i lavori per risolvere i problemi idrici che causavano sversamenti nella roggia in questione delle acque inquinate del Cavo Pobbiera, un corso d’acqua declassato a fogna e che, in teoria, dovrebbe portare le sua acque esclusivamente al depuratore.
Ma tutte queste notizie positive sono macchiate da una grave pecca: il comune di Assago vuole ricoprire il tratto di Roggia Corio nel proprio centro abitato per “motivi di sicurezza e di igiene del territorio”.
Decisione insensata e controproducente
La notizia, fornitaci dall’assessore all’ambiente Mario Burgazzi, ci lascia stupefatti e decisamente contrariati. Sì perché sono stati proprio questi tratti scoperti della Roggia Corio che hanno permesso di individuare velocemente il problema e di mettere mano alle soluzioni. Se fossero stati già tombinati, l’utilizzo di sonde e sensori su lunghi tratti di Assago, Buccinasco e Corsico avrebbe preso chi sa quali tempi, con costi ben più onerosi (forse insostenibili) ed esiti incerti.
Le ragioni addotte dal Comune sono, come detto, per motivi di sicurezza e di igiene del territorio, ma a noi risultano oscuri. Il tratto in questione, di circa 200 metri e già provvisto di transennamenti, non vi sono vicino scuole, palazzi o negozi, e il traffico pedonale è molto limitato. Per l’igiene ambientale poi la tombinatura ha -come scritto sopra- un effetto controproducente, più o meno come nascondere la polvere sotto il tappeto. Tanto poi i problemi se li beccano le campagne dei comuni vicini.
Abbiamo quindi motivato la nostra contrarietà all’Amministrazione di Assago e scritto ai diversi Enti interessati (Regione Lombardia, Città metropolitana, Parco Agricolo Sud Milano, Comuni percorsi dalla roggia e Humanitas).
Ma soprattuto ci siamo rivolti al Consorzio Bonifica Est Ticino Villoresi, gestore della rete idraulica e irrigua che, a quanto ci risulta, è il solo soggetto che può prendere questa decisione. Infatti, nelle norme di polizia idraulica riservate ai consorzi, al comma 2 dell’art. 4 si legge “La tombinatura può essere consentita, con provvedimento di assenso, solo qualora sia imposta da ragioni di pubblica incolumità o dalla realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti, previa espressa richiesta comunale”.
Ragioni, come detto, insussistenti per una copertura che andrebbe contro gli scopi del Consorzio, tra i quali fornire il servizio a pagamento di convogliare acqua alle campagne di qualità accettabile.
Per concludere, sembra paradossale che un comune dell’hinterland promuova la copertura di una roggia quando, a qualche chilometro di distanza, si discute con calore sulle modalità di scopertura dei Navigli milanesi. Un po’ di buon senso, per favore.
(10 maggio 2016)