Peschiera B. svende l’identità rurale,
spariscono anche le ultime 10 cascine
Una petizione per salvarle
Li chiamano piani di recupero, in realtà sono piani di dissolvenza dell’identità rurale di un intero paese. Siamo a Peschiera Borromeo dove fino a qualche anno fa, passeggiando per la campagna, si “incontravano” una trentina di cascine: con la variante decisa dal sindaco di centro destra Antonio Salvatore Falletta, spariranno anche le ultime 10, tutte interessate da piani di recupero che porteranno tanto denaro nelle casse comunali, tanto cemento sul paese, assoluto snaturamento della realtà agricola locale. Cosa ancor più grave se pensiamo che Falletta è anche nel consiglio direttivo dell’Ente Parco Sud e presidente del Comitato tecnico agricolo, sempre dell’ente Parco.
Peschiera svende l’identità rurale,
spariscono anche le ultime 10 cascine
Una petizione per salvarle
Li chiamano piani di recupero, in realtà sono piani di dissolvenza dell’identità rurale di un intero paese. Siamo a Peschiera Borromeo dove fino a qualche anno fa, passeggiando per la campagna, si “incontravano” una trentina di cascine: con la variante decisa dal sindaco di centro destra Antonio Salvatore Falletta, spariranno anche le ultime 10, tutte interessate da piani di recupero che porteranno tanto denaro nelle casse comunali, tanto cemento sul paese, assoluto snaturamento della realtà agricola locale. Cosa ancor più grave se pensiamo che Falletta è anche nel consiglio direttivo dell’Ente Parco Sud e presidente del Comitato tecnico agricolo, sempre dell’ente Parco.
Cambiano le regole: a favore dei costruttori
“Martedì 18 marzo – ci informa Edoardo Musci, che da tempo di batte per la difesa del patrimonio agri-culturale di Peschiera Borromeo ed è attivista M5S- si è svolto il Consiglio comunale in seduta straordinaria. Tra i 15 punti all’ordine del giorno ce ne era uno nel mezzo, al numero 9, così intitolato: Variante al Piano delle Regole art.15 Norme Tecniche Attuazione – Adozione. Questo fondamentale punto, questo semplice punto ha in realtà un immenso potere, tale da poter cambiare per sempre il volto del territorio di Peschiera Borromeo. Rendendo infatti ancora più facile e conveniente per il costruttore edificare palazzi, palazzine, villette e box al posto delle cascine di Peschiera Borromeo, diventerà impossibile ogni possibilità futura di utilizzare quelle aree per attività agricole o per una gestione sostenibile del territorio. Non sto parlando di una sola cascina, ma di tutte le cascine rimaste, sparse un po’ in tutto il territorio: Pestazza, Giberta, Sargenti, San Bovio, Deserta, Carolina, Boscana, Brusada, Nucleo di Mirazzano e Castello, Titta. Il Consiglio comunale ha addirittura già deciso e votato i primi definitivi accordi per costruire 60/70 appartamenti su Cascina Deserta a San Bovio. Tutti d’accordo: in Consiglio comunale tutti, ma proprio tutti i consiglieri, hanno dato voto favorevole all’unanimità.” Ma abbiamo già visto, fino alla nausea, come funzioni bene il tandem destra-sinistra.
E leggete come si congratulava con se stessa la Lega Nord di Peschiera Borromeo (in giunta con il centrodestra) nel gennaio 2013, cioè prima della variante, nella sua pagina facebook: “Abbiamo fortemente voluto un PGT innovativo, basato sul rispetto del territorio e delle tradizioni agricole. Le cifre: circa 30.000 metri cubi di nuove costruzioni residenziali, contro i 230.000 previsti dal PGT della precedente amministrazione, che abbiamo azzerato. Una scelta difficile, coraggiosa. Sarebbe stato facile cedere alla tentazione di sopperire ai tagli del governo con gli oneri di urbanizzazione, ma abbiamo tenuto la barra dritta rispettando i nostri principi e i nostri valori. “Non abbiamo ricevuto la terra in eredità dai nostri padri, ma l’abbiamo in prestito dai nostri figli”. Questa è la Lega, questi sono i nostri valori”. E ora come spiegano questa scelta di far fuori le ultime cascine.
Una firma per fermare la perdita del patrimonio agroculturale
“D’altronde -aggiunge Musci- nessuna Giunta ha mai voluto fare qualcosa per l’agricoltura locale, mai nessun progetto per tutelare la funzione delle aziende agricole e cascine: si è solo pensato a cementificare e ad incassare; ad oggi infatti nessuna delle oltre 30 cascine presenti fino a pochi anni è rimasta di proprietà comunale e nemmeno un terreno. Oggi ancora si continua a costruire, nonostante sia chiaro che dovremmo attuare un cambiamento profondo nella gestione del territorio e ritornare a prenderci cura della nostra terra e della nostra salute. C’è bisogno che le persone capiscano l’importanza di cosa ci si sta giocando e che si faccia qualcosa velocemente”.
Edoardo Musci ha messo a punto una petizione e raccolto oltre 250 firme in soli dieci giorni. Tutte persone contrarie alla variante adottata dal Consiglio, persone che non vogliono perdere per sempre la possibilità di vivere il territorio, mantenendo la sua identità agricola.
L’Associazione per il Parco Sud Milano invita a firmare la petizione e a inviarla all’indirizzo mail edm7@libero.it
Per capire il valore di questa battaglia, vi invitiamo a entrare nel sito viverepeschiera.it dove il docente di Lettere e storico del territorio Sergio Leondi racconta le bellezze di quanto andrà a sparire, a breve…