Corte Suprema Usa manda KO Bayer per il glifosato

Per il glifosato (Roundup)

Bayer, proprietaria dell’erbicida, paga pegno

per la prima causa persa in Usa.

E ci sono altri 30mila risarcimenti in arrivo

10 luglio 2022. Del glifosato (principio attivo dell’erbicida Roundup prodotto da Bayer) ne abbiamo parlato spesso, sia a livello generale, per la pericolosità sulla salute e sull’ambiente, sia a livello locale, per gli abbandoni dei contenitori nelle rogge da parte di agricoltori sconsiderati (nella foto, una tanica lasciata nei campi di Basiglio).
La notizia è di fine giugno. la Corte suprema Usa ha respinto il ricorso di Bayer, rifiutandosi di riesaminare una sentenza che collega l’erbicida Roundup al cancro ed esponendo il colosso chimico a potenziali danni multimiliardari legati alle ondate di cause contro lo storico e diffuso diserbante, portato in tribunale per i suoi effetti cancerogeni. Gli alti magistrati hanno respinto la richiesta del gruppo tedesco di intervenire nella prima delle migliaia di cause intentate nei suoi confronti: ha lasciato intatta una sentenza da 25 milioni di dollari a favore di Edwin Hardeman, cittadino californiano ammalatosi di linfoma non Hodgkin (tumore maligno del sistema linfatico). L’agricoltore  era riuscito a far valere il nesso di causalità tra cancro e Roundup anche in Corte d’appello nel maggio 2021.
La decisione della Corte Suprema mette nei guai Bayer, che sperava di bloccare gli oltre 30.000 ricorsi in sospeso. E per comprenderne meglio le implicazioni, ci si può affidare alla finanza: nello stesso giorno, la multinazionale chimica ha perso in borsa il 7,3%.
Ultima bella notizia: Bayer ha annunciato che nel 2023 ritirerà i diserbanti a base di glifosato dal mercato al dettaglio negli Usa. Speriamo che le  pressioni siano altrettanto forti in Europa e in Italia. Perché da noi abbiamo agricoltori stolti, inconsapevoli della salute dei colleghi americani, che gettano ancora le taniche nelle rogge.

Ambiente di città: luci ed ombre dal rapporto Ispra SNPA

Città in transizione verso la sostenibilità ambientale:

cresce la mobilità dolce, ma anche il consumo di suolo

Il rapporto Ispra SNPA mostra la fragilità del territorio

5 luglio 2022. Vivibilità È in generale un percorso di miglioramento verso la vivibilità quello intrapreso dai capoluoghi italiani negli ultimi cinque anni. La mobilità sostenibile, in particolare sul fronte della mobilità dolce, è il settore in cui i passi avanti risultano più evidenti: aumentano le piste ciclabili in quasi tutti i comuni con valori record a Torino, che nel 2019 mette a disposizione dei cittadini 166 km di piste ciclabili su 100 kmquadri di superficie, Milano e Bolzano entrambe con più di 100 km di piste ciclabili su 100 km quadri di superficie nello stesso anno. Significativi i progressi anche di Genova, Cagliari, Bari, Firenze, Catanzaro e Palermo. Ancora priva di piste ciclabili, invece, Potenza e valori in diminuzione fino all’azzeramento a Campobasso.

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Rapporto Censis testimonia grave inefficienza degli acquedotti (e degli amministratori)

Reti idriche nazionali colabrodo:
nel 2014 perso oltre il 37% di acqua. Ora si supera il 40!

I nostri politici ne sono i responsabili

A livello mondiale è in crescita scarsità delle risorse idriche. Entro il 2025 si prevede che metà della popolazione del pianeta vivrà in condizioni di “stress idrico”. L’Italia, che si può considerare un Paese ricco d’acqua, intanto ne spreca enormi quantità a causa di infrastrutture carenti, obsolete e inadeguate: tra il 2008 e il 2012, dalle reti acquedottistiche, andava perso il 37,4% di questo bene prezioso, ormai definito “oro blu”.  A rilevarlo era il 48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2014, che evidenziava come, rispetto all’ultimo rilevamento, le perdite si fossero incrementate del 5,3%. In pratica, rispetto alla totalità dell’acqua che viene immessa in rete, più di un terzo sparisce. Il dato del 2014 sulle perdite di rete ci caratterizza come una vera e propria anomalia tra i grandi Paesi europei: queste erano infatti pari al 6,5% in Germania, al 15,5% in Inghilterra e Galles, al 20,9% in Francia. Nella pubblicazione, il Centro Studi Investimenti Sociali spiega come ciò costringa ad “aumentare il prelievo di acqua alla fonte, impoverendo la risorsa ed esponendo alcuni territori a cronici disservizi”.
Inoltre, il 20% delle acque reflue, viene smaltito senza essere depurato, portando inquinamento nei mari, fiumi e laghi: per la mancata depurazione delle acque reflue – ricorda il Censis – l’Italia già avuto due condanne in sede europea, in quanto una quota consistente di popolazione (il 15%, con punte del 22% nel Mezzogiorno) non è allacciata ad alcuna rete fognaria e il 30% non è collegato a un impianto di depurazione. Anche nei Comuni capoluogo il 10% della popolazione non è servito da depuratore. “Rischiamo di pagare multe salate per il mancato adeguamento degli scarichi dei nostri agglomerati urbani, ma soprattutto sono a rischio la salute dei cittadini, l’ambiente e l’economia turistica”, rileva il Centro Studi.

Un deficit infrastrutturale che richiederebbe ingenti investimenti, come, nel 2017, ha stimato Utilitialia, la confederazione che riunisce i gestori dell’acqua. “Il fabbisogno totale di investimenti, per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale, è di circa 5 miliardi all’anno. Troppo alto con le attuali tariffe: attualmente per l’Italia ci si attesta in media a circa 32-34 euro per abitante all’anno, mentre sarebbe necessario arrivare al livello minimo europeo, cioè almeno 80 euro per abitante all’anno; in Francia sono a 88, nel Regno Unito a 102 e in Danimarca a 129 euro”. (altro…)

No emergenza idrica a Boscoincittà

Crisi dell’acqua, l’isola felice del Boscoincittà

gestito dall’associazione Italia Nostra

29 giugno 2022. È ufficiale -conferma Enrico Fedrighini, ambientalista e consigliere comunale della Lista Sala- se non esistono sprechi, non esiste emergenza idrica. La soluzione è non sprecare acqua. Sembra banale ma non è sempre così scontato che accada. Naturalmente fatti salvi tutti i discorsi riguardanti il cambiamento climatico e, in generale, le raccomandazioni per non trovarsi ad affrontare un’emergenza mentre è in corso. Proprio mercoledì 29 giugno, per esempio, l’autorità di bacino del Po lamenta che, nonostante gli studi, le ricerche, perfino le decisioni sulla limitazione del prelievo di acqua, questo era in realtà aumentato nelle ultime settimane.
Ma a Milano c’è un esempio di zero spreco di acqua che, in questi giorni, produce risultati. È il Boscoincittà, uno dei più affascinanti parchi del capoluogo lombardo, all’interno del Parco agricolo Sud Milano, situato all’estrema periferia ovest, lungo via Novara. A segnalare questa ‘oasi’, nel senso letterale del termine, dato che si parla di crisi idrica, è Enrico Fedrighini. La particolarità è che il Boscoincittà è integrato nel sistema agricolo circostante, è ricco di corsi d’acqua (che nutrono la terra) e ha anche un lago.
“La condizione del Bosco – commenta Fedrighini – non è cambiata. Mentre il colore dominante dei parchi urbani è il giallo tendente al bianco, qui la tonalità verde, grazie all’acqua, primeggia ovunque. Perché? Perché l’acqua pulita di falda, utilizzata per raffreddare l’impianto di Silla 2, anziché essere scaricata in fogna insieme alle acque nere, con conseguenti problemi di depurazione, previa analisi viene riversata nella rete idrica di superficie del Bosco”.
Il risultato? “Zero sprechi, zero penuria d’acqua, zero emergenza idrica. Terra ed ecosistema ringraziano”, conclude il consigliere: “Uscire dalla logica dell’emergenza per usare in modo razionale ogni risorsa è possibile. Prima smettiamo di parlarne ed iniziamo ad agire, meglio è”. (da Milanotoday)

Il verde assorbe CO2 ma Regione blocca Parco Naturale

Oasi WWF: da Vanzago alla Sardegna
assorbite 600mila tonnellate di CO2
La Regione blocca il Parco Naturale nel Parco Sud

1 giugno 2016. Grazie al bosco del WWF, al Parco Agricolo Sud Milano e al PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Basso Olona,  il comune di Vanzago conserva aree a verde protette per un totale di 3.565.925 m² corrispondenti a circa il 58% del territorio. Intanto, in Regione Lombardia, da oltre un anno, è bloccato il progetto di istituzione di oltre 8mila ettari di parco naturale all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, voluto dai Comuni e approvato da Città Metropolitana milanese. Cacciatori e agricoltori strumentalizzati ringraziano. 
I dati arrivano da uno studio del Wwf, che con la campagna nazionale «ReNature» sta favorendo il risanamento su vasta scala degli habitat degradati, con un focus anche sull’oasi milanese di Vanzago, tra le cento più belle insieme a quelle di Valtrigona (Trento), Macchiagrande (Roma) e Monte Arcosu (Cagliari). (altro…)