Via d’acqua Expo, le mobilitazioni bloccano i cantieri. Ma il 7 e l’8 gennaio si ricomincia

 

Via d’acqua Expo, le mobilitazioni
bloccano i cantieri.
Ma il 7 e l’8 gennaio si ricomincia

“Giù le mani dai parchi Trenno, delle Cave e Pertini”. È questo appello lanciato dal comitato No Canal per fermare il progetto della Via d’Acqua, “il mini Naviglio”, largo otto metri e profondo uno e mezzo: non sarà navigabile, ma servirà da scolo per le acque del sito espositivo di Expo e alterano e danneggiano irreversibilmente i parchi di Trenno, delle Cave e Pertini. Un appello che è stato raccolto da migliaia di cittadini mobilitatisi per difendere il loro territorio in quanto la Via d’acqua è inutile, costosa, devastante per il territorio e i parchi, nociva perché attraversa aree da bonificare.
I risultati sono stati concreti: Expo spa e il Comune hanno accettato di discutere con il Comitato No Canal del progetto Via d’acqua e delle sue problematiche, con l’accordo che fino all’8 gennaio il cantiere della Via d’acqua sarà fermo.

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L’alacre De Cesaris “sposta il Cerba”

 

L’alacre De Cesaris
“sposta il Cerba”

Non l’abbiamo incontrata. Più semplicemente riprendiamo dal Corriere della Sera di oggi 4 gennaio alcune dichiarazioni di un’intervista alla vicesindaco De Cesaris rilasciata al giornalista Maurizio Giannattasio, il quale sottolinea perché il grande progetto del Centro biomedico sia stato bocciato proprio dall’amministrazione di Milano. “Sono certa che nel giro di un anno, insieme alla Regione, possiamo chiudere un nuovo accordo, buttandoci alle spalle tutte le ombre” dichiara De Cesaris, che aggiunge: “Dobbiamo distinguere il progetto Cerba così come è nato, in tempi ormai remoti, sulla scia di una proprietà che evidentemente non è stata capace di dare alcunché alla città, per giunta invischiato nella vicenda del fallimento. Noi chiediamo di uscire da questa situazione e di fare un progetto che abbia le gambe per camminare”.

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Incredibile: e ora anche Assago chiede di entrare nella biosfera del Parco Sud

 

Incredibile: e ora anche Assago
chiede di entrare
nella biosfera del Parco Sud

Per chi conosce Assago, cittadella con poco più di 8mila abitanti, ma che ogni giorno ospita 30mila pendolari e visitatori grazie ai grandi insediamenti terziari e commerciali, abbinare questo luogo così fortemente trafficato e ambientalmente dequalificato alla Riserva della Biosfera (qualifica internazionale assegnata dall’Unesco per la conservazione e la protezione dell’ambiente all’interno del programma sull’Uomo e la biosfera MAB -Man and Biosphere) può sembrare un paradosso.
Eppure, tutto questo è reso possibile dal fatto che Assago è estesa su un’area di 822 ettari, di cui 363 ancora verdi-agricoli, ricompresi nel Parco agricolo Sud Milano. E, per entrare a far parte del progetto promosso da 13 Comuni del Parco Sud di creazione di una Riserva della Biosfera (vedi articolo) occorre che almeno il 5% del territorio sia costituito da riserva integrale, circondata da un’area con funzione di “cuscinetto” e da un’area esterna di transizione verso il resto del territorio, dedicata prevalentemente all’agricoltura. Così è: effettivamente Assago può concorrere al progetto.

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Cerba, rischi documentati per la sanità lombarda. E gli ambientalisti rivogliono le aree sottratte al Parco Sud

 

Cerba, rischi documentati
per la sanità lombarda.
E gli ambientalisti rivogliono
le aree sottratte al Parco Sud

Cerba, un incubo degli ambientali per il consumo di suolo agricolo, ma anche potenziale rischio per le finanze pubbliche e per l’equilibrio della ricerca sanitaria in Lombardia.  Così, mentre Associazione per il Parco Sud Milano, Italia Nostra Sud Est Milano, Legambiente Lombardia e Wwf Lombardia lanciano un appello agli Enti interessati (vedi testo), tecnici, consiglieri e assessori della giunta Pisapia hanno redatto un illuminante documento sulle problematiche insite nel progetto di Veronesi, qui riportato integralmente.

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I nostri auguri a voi per far vivere il Parco Sud

 

I nostri auguri a voi
per far vivere il Parco Sud

Cari amici,
nell’augurare a tutti voi le migliori feste, pensando a un sereno anno nuovo il mio pensiero va inevitabilmente al nostro Parco. Anche quest’anno non è stata un’annata propriamente felice. I colpi inferti alla bellezza e all’integrità del Parco Agricolo Sud Milano sono stati diversi, tra cui la ratifica del progetto di un mega outlet di campagna a Locate, vicino al bene monumentale del santuario di Santa Maria ad Fontem, tagli sciagurati di boschi, l’avanzata dell’inutile e devastante TEEM, i numerosi Piani di governo dei comuni che, quando non stralciano migliaia di mq di aree Parco, distruggono comunque e irresponsabilmente centinaia di ettari di verde senza alcuna reale necessità.
A tutto ciò si aggiunge l’approvazione del Piano di Coordinamento della Provincia che, invece di essere reale salvaguardia dell’agricoltura, consegna ai cementificatori il 20% delle nostre terre.

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Una goccia di bellezza per il quartiere Quarto Oggiaro: il Comune restaura la settecentesca villa Caimi

 

Una goccia di bellezza
per il quartiere Quarto Oggiaro
il Comune restaura
la settecentesca villa Caimi

Villa Caimi fu costruita nel ‘700 con una grande parco attorno. Di proprietà del Comune dal 1996, da allora non è mai stato fatto nulla di concreto per la sua riqualificazione. Ora il Comune intende investire circa 1 milione 700 mila euro che, unita a contributi privati, consentirà il recupero di questo luogo da troppo tempo abbandonato.
Non siamo nel Parco sud, ma le immagini di questa villa rimandano alle case padronali delle antiche cascine: una similitudine che ce la rende vicina. Siamo a Quarto Oggiaro, quartiere che un tempo faceva parte del comune di Musocco ed era costituito da un gruppo di case e cascine intorno a Villa Caimi, una villa patrizia collegata alla più grande Villa Scheibler e alla chiesa dei Santi Nazaro e Celso, costruita alla fine del Settecento. Negli anni cinquanta furono realizzate le prime case popolari, e in breve tempo questa zona divenne uno dei più grandi quartieri di edilizia popolare di Milano.

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