La legge ammazzaforeste rinviata alla Commissione. Tornerà dopo le elezioni?

 

La legge “ammazzaforeste”
rinviata alla Commissione.
Tornerà dopo le elezioni?

Oggi, 8 aprile, era il giorno tanto atteso per sapere che fine avrebbero fatto le foreste lombarde, messe a rischio dalla proposta di legge n. 124, che ingloba due prorompenti negatività: attenuare e perfino annullare le tutele dei boschi portare su sentieri e mulattiere traffico motorizzato. Per il momento il pericolo è scongiurato, poiché si è pensato bene di rinviarlo in Commissione. Forse perché prima delle elezioni, gli elettori non digerirebbero un simile testo!
In un comunicato del gruppo regionale, il Pd si fa bello dichiarando che la legge ammazzaforeste è stata rimandata in commissione, su loro precisa richiesta. Dimenticandosi, però, che proprio un loro consigliere, certo Corrado Tomasi, membro dell’VIII commissione Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi, aveva proposto i peggiori emendamenti

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Se anche i presidenti dei Parchi sposano le logiche dell’asfalto

 

Se anche i presidenti dei Parchi
sposano le logiche dell’asfalto

“Questo progetto della superstrada Vigevano-Malpensa non è male, gli abbiatensi saranno contenti”. Ad affermare ciò non è un amministratore tra i tanti, ma Gian Pietro Beltrami, presidente del Parco del Ticino, grande area protetta lombarda che, insieme al Parco Agricolo Sud Milano, verrebbe attraversata dalla mega-striscia d’asfalto.
Da dove arriva costui? Per consentirgli di accomodarsi sulla sua attuale poltrona, nel 2012 la Regione Lombardia ha dovuto modificare lo Statuto del Parco (peraltro appena approvato) in due punti: eliminare la prescrizione secondo cui presidente e membri del Consiglio di Gestione dovevano possedere “comprovata competenza tecnica e amministrativa dell’Ente Parco” e cancellare la regola secondo la quale il membro del Consiglio di Gestione proposto dalla Regione non poteva essere eletto presidente. Probabilmente perché poco fiduciosi nei confronti si questa figura imposta dall’alto, i 47 sindaci dei comuni del Parco, prima di approvare la sua nomina, hanno voluto fosse votato un documento programmatico che “blinda” il Consiglio di gestione (presidente e 4 consiglieri) su 5 punti: no alla terza pista di Malpensa, no all’autostrada Broni-Mortara, attenzione alla qualità delle acque del Ticino, impegno preciso a migliorare la qualità dell’aria, creazione di un piano energetico del Parco. Si era nel marzo del 2012 e, finalmente, superati i vari ostacoli, Gian Pietro Beltrami, ragioniere ed ex dirigente della Banca popolare di Abbiategrasso, poi promotore finanziario della Banca Mediolanum e nel contempo consigliere Pdl del comune di Besate, ha potuto sedersi sulla poltrona di presidente per decidere il futuro del prezioso Parco del Ticino lombardo (superficie di 91.410 ettari, di cui 22.249 a Parco Naturale e 69.161 a Parco Regionale che comprende l’intero territorio amministrativo dei 47 Comuni lombardi collocati lungo il tratto del fiume Ticino compreso tra il lago Maggiore e il fiume Po, nelle province di Varese, Milano e Pavia).

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Maroni vuole amazzare le foreste: minori tutele dei boschi e traffico motorizzato nei sentieri di montagna

 

Maroni vuole amazzare le foreste:
minori tutele dei boschi
e traffico motorizzato
nei sentieri di montagna

La passione per i motori di Maroni ha del patetico, forse da piccolo ha giocato troppo poco con le macchinine. Oltre alla sua smania di autostrade in tutta la pianura, ora punta anche sul territorio montano, quello ricco di foreste e di boschi. E lì, su sentieri e mulattiere, ci vuole portare il traffico motorizzato. Ma non solo -e questo su tutti i boschi della nostra Regione- intende attenuare e perfino annullare le tutele contro il diboscamento con il “trucco” della distorsione della definizione di bosco: ovvero, se non lo chiamo bosco, lo posso tagliare! Di fatto si prevede che la distruzione del bosco sia liberalizzata al solo fine di mutare la destinazione per la realizzazione di opere di “pubblica utilità” con consumo irreversibile di suolo e senza alcuna compensazione ambientale.
Tutto ciò è, in sintesi, quanto propone il progetto di legge 124, in discussione l’8 aprile nella riunione del Consiglio regionale lombardo, che andrebbe a modificare alcuni articoli della Legge regionale 31/2008 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale).

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Mobilitazione nazionale per un’Italia senza Ogm Referendum di Legambiente

 

Mobilitazione nazionale
per un’Italia senza Ogm
Referendum di Legambiente

 Insieme a 38 organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e dei consumatori, Legambiente si mobilita contro gli Ogm. La task force per un’Italia Libera da Ogm, lancia la mobilitazione Italia No Ogm. Primo appuntamento il 2 aprile a Milano (Castello sforzesco – ore 10,30) per l’incontro pubblico Verso Expo 2015 – Nutrire il pianeta senza Ogm dove le 38 associazioni che compongono la coalizione ribadiranno le ragioni del no al cibo transgenico. Poi tutti in piazza il 5 aprile lungo la Penisola, per informare i cittadini sul rischio che corrono in questi giorni le produzioni agricole e il cibo made in Italy.
La task force lancia un appello al Governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine Ogm e si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.

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Assurdità: a Melegnano nel fossato del castello un bel parcheggio auto!

 

Assurdità: a Melegnano
nel fossato del castello
un bel parcheggio auto!

L’insana propensione di favorire le automobili a tutti i costi. Anche lasciandole parcheggiare nel fossato che circonda un castello mediceo, ma le cui prime fondamenta risalirebbero all’anno mille: è vero, oggi non c’è più acqua nel fossato, ma solo verde che ingentilisce l’insieme del magnifico monumento storico. E questo sarebbe sufficiente per l’amministrazione di Melegnano per prevedere un parcheggio delle auto proprio nel fossato. Ovvio che non tutti siano d’accordo, tanto che da Sinistra Ecologia e Libertà è partita una raccolta di firme, unitamente a un appello alla soprintendenza ai beni architettonici e a un’interrogazione parlamentare.

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L’acqua serve ai campi! Gli agricoltori della provincia chiedono un lascito post-Expo

 

L’acqua serve ai campi!
Gli agricoltori della provincia
chiedono un lascito post-Expo

La via d’acqua e, nell’insieme, tutto il riassetto delle acque superficiali milanesi, interessano molto da vicino gli agricoltori che, nel Parco Sud e in tutta la provincia milanese, sono fortunatamente assai numerosi. Pare però che, nell’attivazione del progetto via d’acqua per Expo, non si sia tenuto conto di come quest’opera avrebbe dovuto essere congruente alle “finalità paesistiche ed ambientali ed essere efficace rispetto alle esigenze di riassetto e di corretto uso delle acque nel sistema milanese”.   
Ed ecco perché CIA, Confederazione Italiana Agricoltori di Milano, Lodi e Monza Brianza, i distretti agricoli Riso e Rane, Valle Olona DAVO, Neorurale delle Tre Acque DINAMO, insieme a Italia Nostra Milano Nord cintura metropolitana e Legambiente Lombardia hanno ritenuto opportuno -tramite una lettera aperta-chiedere a Comune di Milano, Regione ed Expo di tener conto delle loro competenze, dando la loro disponibilità a contribuire a soluzioni per rendere il progetto della via d’acqua coerente e funzionale. Ma “come presupposto chiediamo una disponibilità all’ascolto e al confronto che fino ad oggi non abbiamo riscontrato nello svolgimento del progetto”.

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