La smania edificatrice di Segrate
genera mostri
il caso del quartiere S. Monica
Molti, troppi comuni del Parco Sud hanno approvato Piani di Governo del Territorio (Pgt) con sviluppi edilizi faraonici. Tra questi, Segrate è arrivata certamente sul podio, tanto che si è meritata il premio Attila del Wwf: 1,5 milioni di mq di aree agricole distrutte (con il suolo edificato che arriverà all’80%, contro una media del 42% della provincia di Milano). L’agricoltura è il passato. Avanti tutta con il progresso.
Ma di tutti i progetti faraonici di Segrate, c’è n’è almeno uno che sta creando gravi problemi alla giunta locale: il nuovo quartiere battezzato S. Monica, esteso su 290mila mq e con una previsione di 3.271 abitanti. In sostanza, chi doveva realizzare il nuovo quartiere non ha fatto quasi nulla di quanto previsto nella convenzione tranne costruire quattro palazzi così malfatti che le famiglie residenti sono travolte dagli insostenibili costi delle spese condominiali conseguenti ad errori di costruzione o di gestione.
Il Sindaco e la sua Giunta, pertanto, dopo aver tentato di salvare il progetto prorogando per due volte la scadenza della convenzione e persa per strada una fideiussione da 27 milioni di euro che il Comune non può più incassare, hanno deciso di mettere una pietra sopra a questa fallimentare iniziativa e chiedono al Consiglio comunale di dichiarare decaduta la convenzione.