La smania edificatrice di Segrate genera mostri, il caso del quartiere S. Monica

 

La smania edificatrice di Segrate
genera mostri
il caso del quartiere S. Monica

Molti, troppi comuni del Parco Sud hanno approvato Piani di Governo del Territorio (Pgt) con sviluppi edilizi faraonici. Tra questi, Segrate è arrivata certamente sul podio, tanto che si è meritata il premio Attila del Wwf: 1,5 milioni di mq di aree agricole distrutte (con il suolo edificato che arriverà all’80%, contro una media del 42% della provincia di Milano). L’agricoltura è il passato. Avanti tutta con il progresso.
Ma di tutti i progetti faraonici di Segrate, c’è n’è almeno uno che sta creando gravi problemi alla giunta locale: il nuovo quartiere battezzato S. Monica, esteso su 290mila mq e con una previsione di 3.271 abitanti. In sostanza, chi doveva realizzare il nuovo quartiere non ha fatto quasi nulla di quanto previsto nella convenzione tranne costruire quattro palazzi così malfatti che le famiglie residenti sono travolte dagli insostenibili costi delle spese condominiali conseguenti ad errori di costruzione o di gestione.
Il Sindaco e la sua Giunta, pertanto, dopo aver tentato di salvare il progetto prorogando per due volte la scadenza della convenzione e persa per strada una fideiussione da 27 milioni di euro che il Comune non può più incassare, hanno deciso di mettere una pietra sopra a questa fallimentare iniziativa e chiedono al Consiglio comunale di dichiarare decaduta la convenzione.

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Consumo di suolo, il rapporto 2014: i Pgt dei comuni lombardi prevedono la copertura di 41mila mq di terre libere

 

Consumo di suolo, il rapporto 2014:
i Pgt dei comuni lombardi prevedono
la copertura di 41mila mq di terre libere

Poche, ma inquietanti, le cifre presentate ieri, 5 giugno, nell’ambito del convegno sul IV rapporto del Centro Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), realizzato da Legambiente, Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e DaSTU, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, pubblicato con i contributi di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. E la legge sul consumo di suolo continua a latitare.

Riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana

Il consumo di suolo è uscito dalle accademie e dalle proteste ambientaliste per diventare tema dell’agenda politica. Ma dopo anni di dibattito, approdato nelle aule parlamentari dove sono stati presentati una mezza dozzina di progetti di legge, sul piano del diritto siamo ancora all’anno zero: il nostro Paese continua a essere sguarnito di regole atte a contrastare la perdita e il degrado di suoli liberi e la loro trasformazione in superfici urbanizzate. E allo stesso tempo continua a essere privo di politiche urbane che orientino investimenti e progetti verso la riqualificazione edilizia e la rigenerazione urbana.

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Consumo di suolo, il rapporto 2014: i Pgt dei comuni lombardi prevedono la copertura di 41mila mq di terre libere

 

Consumo di suolo, il rapporto 2014:
i Pgt dei comuni lombardi prevedono
la copertura di 41mila mq di terre libere


Poche, ma inquietanti, le cifre presentate ieri, 5 giugno, nell’ambito del convegno sul IV rapporto del Centro Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), realizzato da Legambiente, Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e DaSTU, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, pubblicato con i contributi di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. E la legge sul consumo di suolo continua a latitare.

Riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana

Il consumo di suolo è uscito dalle accademie e dalle proteste ambientaliste per diventare tema dell’agenda politica. Ma dopo anni di dibattito, approdato nelle aule parlamentari dove sono stati presentati una mezza dozzina di progetti di legge, sul piano del diritto siamo ancora all’anno zero: il nostro Paese continua a essere sguarnito di regole atte a contrastare la perdita e il degrado di suoli liberi e la loro trasformazione in superfici urbanizzate. E allo stesso tempo continua a essere privo di politiche urbane che orientino investimenti e progetti verso la riqualificazione edilizia e la rigenerazione urbana.

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Il prefetto sfratta l’ex sindaco di Rozzano dall’ufficio del Comune: pur se decaduto, la sua presenza era persistente

 

Il prefetto sfratta l’ex sindaco di Rozzano
dall’ufficio del Comune: pur se decaduto,
la sua presenza era persistente

Il 25 febbraio del 2013 è stato eletto al Consiglio Regionale della Lombardia. Eppure, Rocco Massimo D’Avolio ha continuato, fino allo scorso 21maggio, giorno dello “sfratto” intimato dal Prefetto, a fare atto di presenza nel Comune di Rozzano.
In compenso, nelle commissioni regionali in cui è stato inserito brilla per le sue assenze: 5 su 12 riunioni della VI commissione Ambiente e Protezione civile, e 3 su 5 incontri nella commissione Antimafia nel solo 2014.
Di un’assidua presenza, l’ex sindaco rozzanese, si era invece fatto carico anche nel ruolo di presidente dell’Assemblea dei 61 Sindaci del Parco Sud Milano: uomo dai poteri forti, ha fatto il bello e il cattivo tempo, facendo convergere quasi all’unanimità i voti dei sindaci del PD (la maggioranza  dei Comuni del Parco è guidata da esponenti di questo partito) nelle scelte di “sfalciare” l’agricoltura per coprirla di cemento…

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Cosa fare per contribuire al miglioramento dell’ambiente locale e globale


Cosa fare per contribuire
al miglioramento
dell’ambiente locale e globale

Dal 1972, il 5 giugno si celebra il World environment day, per ricordare la Conferenza di Stoccolma del 1972, durante cui è nato il Programma dell’Onu per l’ambiente.
Ogni anno viene scelta una tematica di rilievo. Il 2014 è dedicato alla salvaguardia dei piccoli stati insulari in via sviluppo (in inglese definiti con l’acronimo Sids – Small island developing states) e lo slogan è “Alza la tua voce, non il livello del mare”.
Ma ai potenti della Terra, scusate la franchezza, dell’ambiente non gliene frega proprio un bel niente: ci sono già stati gli anni dedicati al cambiamento climatico, alla desertificazione, alla deforestazione e via dicendo. A noi pare che il pianeta, nonostante tutti i proclami, continui a peggiorare. In Italia come altrove.

Il nostro piccolo contributo per la giornata di oggi prende spunto da Coldiretti, che indica come con semplici accorgimenti, quando facciamo la spesa, possiamo contribuire ad abbattere i consumi di petrolio e a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di oltre mille kg (CO2 equivalenti). Ogni pasto percorre mediamente quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Quindi se…

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La corruzione? “Fa aumentare del 40% i costi per le grandi opere”

 

La corruzione? “Fa aumentare del 40%
i costi per le grandi opere

I danni anche economici dell’intreccio tra affarismo e potere sono enormi. Tra le ultime denunce anche quella di Roberto Cuda, giornalista (Altraeconomia, Valori, Il Fatto Quotidiano), che con il libro Strade senza uscita svela gli intrecci tra concessioni autostradali, consigli di amministrazione, imprese di costruzioni, banche, classe dirigente: una lunga storia di affari, inchieste politiche assenti o sbagliate nel campo dei trasporti.
E sulla corruzione, porta a testimonianza nientemeno che Salvatore Nottola, procuratore generale della Corte dei Conti “L’interesse per il fenomeno corruttivo è dato dagli ingiusti costi che esso provoca all’economia e dalla necessità di individuazione dei possibili rimedi sia per la prevenzione sia per la reintegrazione del patrimonio. I costi sono immediati o diretti, costituiti dall’incremento della spesa dell’intervento pubblico: c’è una lievitazione dei costi strisciante ed una lievitazione straordinaria che colpisce i costi delle grandi opere, calcolata intorno al 40 per cento. Ma il danno indiretto, e forse più grave, è quello inferto all’economia nazionale, perché la corruzione allontana le imprese dagli investimenti: è stato calcolato che ogni punto di discesa nella classifica di percezione della corruzione (sembra che l’Italia attualmente sia al 69° posto su 182, dati 2013 n.d.e.) provoca la perdita del 16 per cento degli investimenti dall’estero”.

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