Cascina Campazzo passa al Comune finalmente libera dalle catene di Ligresti

 

Cascina Campazzo passa al Comune

finalmente libera

dalle catene di Ligresti

Finalmente il sogno è realtà. La Cascina Campazzo, all’interno del parco Sud, è passata oggi, 26 agosto, al Comune di Milano dopo uno storico contenzioso con la proprietà Ligresti. Lo ha annunciato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, che stamattina ha partecipato alla presa in possesso della Cascina di via Dudovich. Si tratta di un tassello fondamentale nel progetto di riqualificazione dell’edificio e di creazione del grande parco agricolo Ticinello di oltre 90 ettari, che gli abitanti e gli agricoltori attendono da decenni.
Il Tar Lombardia ha infatti respinto le richieste di sospensiva avanzate dalla proprietà dell’immobile contro due provvedimenti dell’Amministrazione comunale: il decreto di esproprio dell’11 dicembre 2013 e l’avviso di esecuzione del decreto del 20 maggio 2014.
“E’ una vittoria della città e degli agricoltori -ha dichiarato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris- resa possibile grazie alla modifica del Pgt: non abbiamo mai accettato di barattare questo simbolo dell’agricoltura milanese con i tentativi di speculazione sul parco, e abbiamo difeso l’attività agricola che è parte fondamentale dell’identità della nostra città.
Abbiamo voltato pagina rispetto al passato: dopo un lungo contenzioso con la proprietà Ligresti, il Comune è già intervenuto per mettere in sicurezza la Cascina, che presto sarà oggetto di lavori più incisivi nel quadro di una ristrutturazione complessiva”.

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Siamo in debito con la Terra: con quattro mesi di anticipo è già scattato l’Earth Overshoot Day


Siamo in debito con la Terra:

con quattro mesi di anticipo
è già scattato l’Earth Overshoot Day

Ieri, 19 agosto, con un giorno di anticipo rispetto al 2013, è scattato l’Overshoot Day,   ovvero la data in cui l’umanità ha già esaurito le risorse rinnovabili che la natura ha messo a disposizione per tutto l’anno. Significa che in appena otto mesi abbiamo consumato le riserve di acqua, cibo (animale e vegetale) e materie prime che avrebbero dovuto durare fino a dicembre, oltretutto introducendo nell’ambiente (nelle acque, nel suolo e nell’atmosfera) inquinanti e rifiuti in quantità tali da superare ogni possibilità del nostro pianeta di smaltirli.

La stima della data della fine delle risorse disponibili del nostro pianeta viene effettuato ogni anno da Global Footprint Network (organizzazione internazionale senza fini di lucro dedita a studi di ricerca sulla sostenibilità ambientale), che ci ricorda come nel 1993, la data fatidica cadeva il 21 ottobre e già nel 2003 si arretrava al 22 settembre: è evidente che, con questo trend, il giorno dell’Overshoot della Terra è anticipato di anno in anno. Una data che dovrebbe indurci a riflettere: attualmente, per soddisfare la nostra domanda di risorse rinnovabili e di servizi avremmo bisogno di più di una Terra più grande del 50%.
In termini planetari, il costo della nostra voracità di consumo di risorse naturali è ogni giorno più evidente: le ripercussioni dei cambiamenti climatici -causati dall’emissione di gas serra in quantità superiore a quanto foreste e oceani possano assorbire- sono sotto gli occhi di tutti. Ma c’è anche altro: la deforestazione, la perdita di specie animali e vegetali, il collasso della pesca, l’incremento dei prezzi delle materie prime, solo per citarne alcune, sono tra le tante gravi cause di questo forsennato uso del nostro pianeta.

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Nei 10 punti dello Sblocca Italia di Renzi solo briciole al dissesto idrogeologico Appello al governo per un maggiore impegno


Nei 10 punti dello Sblocca Italia di Renzi
solo briciole al dissesto idrogeologico
Appello al governo: più impegno

Dopo gli scarsi ritorni del Salva Italia di Monti e del decreto del Fare di Letta, Matteo Renzi ha riassunto in 10 punti la sua strategia di rilancio definita Sblocca Italia. Al primo posto le grandi opere per un valore di 30 miliardi (il 57% privati, ma abbiamo visto quanto sia scarsamente veritiera questa affermazione: basti pensare a Tem 330 milioni elargiti a fondo perduto e i vari regali fiscali per Pedemontana e altre autostrade!). Per la salvaguardia del patrimonio culturale-ambientale 0 investimenti.
Per il dissesto idrogeologico non è possibile valutare l’entità precisa dell’investimento in quanto aggregato al punto Sblocca Porti: complessivamente si prevede: “570 cantieri per opere antidissesto idrogeologico per un valore di 650 milioni di euro e opere idriche (depuratori, reti e collettori fognari) dalla Campania alla Sicilia (entro il 2014 verranno aperti 104 cantieri per un valore di 480 milioni di euro). Inoltre, riduzione e aggregazione nelle società pubbliche, affidamenti dei servizi nel rispetto delle norme Ue e introduzione di poteri sostitutivi in caso di inerzia”. A voi l’arduo compito di comprendere quanto effettivamente si prevede di fare per la messa in sicurezza del territorio.
Un appello per mettere in sicurezza il Paese .

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Per tenere a mente la politica ambientale del governatore Maroni

 

Per tenere a mente
la politica ambientale
del governatore Maroni

Tarzan, ma non solo, deve stare attento a non fare salti nel vuoto! Come già raccontato in precedenza, in Lombardia, dallo scorso 9 luglio, in montagna si possono tagliare alberi fino a di trent’anni di vita e in pianura fino a 15. “La maggioranza che guida Regione Lombardia -dice Luca Carra di Italia Nostra e condirettore di Scienzainrete e di Scienceonthenet- ha un’idea tutta sua di tutela dell’ambiente e del paesaggio: abbattere senza autorizzazioni, senza piano forestale, senza compensazioni aree boscate di montagna e di pianura. Cioè, il nostro paesaggio che, insieme all’arte e alla cultura, è il nostro vero ‘petrolio’. A Maroni e alla sua maggioranza non interessa nemmeno ciò che ha detto la Corte costituzionale, ovvero che ‘caratteristica propria dei boschi e delle foreste è quella di esprimere una multifunzionalità ambientale, oltre a una funzione economico produttiva’. Qui non si tratta di lasciare che la natura invada le zone agricole, ma di impedire che, con questa scusa, si depauperi un patrimonio importante come quello boschivo, soprattutto in pianura.
Inoltre, la nuova legge dà ai sindaci la possibilità di consentire manifestazioni con mezzi motorizzati lungo sentieri e mulattiere. Purché gli enti gestori abbiano preventivamente dato il loro parere favorevole vincolante.
Nonostante l’appello delle  associazioni ambientaliste, inclusa la nostra, la norma regionale è stata approvata dal consiglio con 40 sì e 24.

Rosate cambia il PGT Non ulteriore consumo di suolo ma ritorno di aree all’agricoltura!

 

Rosate cambia il PGT
Non ulteriore consumo di suolo
ma ritorno di aree all’agricoltura!

Rinuncia degli imprenditori e immobiliari a costruire o “ripensamento” degli amministratori politici sull’eccessivo consumo di suolo? Oppure si può ipotizzare una sinergia delle due fattori, considerate la crisi edilizia e la stasi del settore produttivo, unitamente al peso delle tasse che gravano sui terreni edificabili, ma anche una sensibilità “nuova” degli amministratori. Comunque sia, a Rosate, paesino del Parco Sud con circa 5mila abitanti, il sindaco Daniele Del Ben ha presentato una proposta di variante al Piano di Governo del Territorio (PGT) che da 98mila mq di consumo di suolo previsto, propone una riduzione di 35mila mq: 20mila mq derivanti da residenziale, 9.500 mq da industria e 4.500 da terziario.

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Caro Renzi le scrivo perché lei rifletta un po’ Considerazioni di Salvatore Settis

 

Caro Renzi le scrivo
perché lei rifletta un po’
Considerazioni di Salvatore Settis

Debito pubblico mai così elevato, Pil a -0,2%, evasione fiscale di 154 miliardi l’anno, perdite per 60 miliardi a causa della corruzione, disoccupazione giovanile al 43,3%, consumo di suolo al 6,9% contro una media europea del 2,8%, sfiducia nella politica con un astensionismo del 41,43% (+8,31% di schede bianche)… Salvatore Settis, studioso di fama internazionale, storico dell’arte e importante voce critica del nostro tempo, nell’esprimere una riflessione accurata su quello che sta accadendo in Italia, ricorrendo anche a dati inattaccabili, dalle pagine de La Repubblica si rivolge direttamente a Renzi, ponendogli la stessa domanda su cui molti italiani si stanno interrogando: a fronte della perdurare, se non del peggioramento, della crisi, in che modo il mettere mano alla Costituzione potrà contribuire al rilancio economico e sociale dell’Italia? Una riflessione su cui vale la pena di soffermarsi. Ma leggere quanto va a fondo Settis.

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