Ucciso per la seconda volta il Bosco di Vionea oltre due anni dalla nostra denunciail giudice archivia il caso: nessun colpevole


Nuovamente ucciso il Bosco di Vione
a oltre due anni dalla nostra denuncia
il caso è archiviato: nessun colpevole

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Se rabbia, disprezzo, amarezza e impotenza ci avevano pervasi nel marzo 2013 alla vista del massacro di alberi nel Bosco di Vione, a Basiglio, oggi gli stessi sentimenti sono stati riaccesi dall’avviso di archiviazione, senza colpevoli, che il nostro avvocato ci ha recapitato in questi giorni: il sostituto procuratore Roberto Pellicano non ha riscontrato infatti gli estremi per rinviare a giudizio Emilio Cardazzi, gestore del fondo agricolo di Vione, e Gian Paolo Lissi, agricoltore di Motta Visconti.

Non sono bastati l’esposto alla Procura, il dossier corredato di immagini che documentano il bosco prima e dopo lo scempio, le segnalazioni alla Polizia Provinciale e alla Guardia Forestale: evidentemente ci vuole ben altro per smuovere l’indifferenza nelle stanze del Palazzo di Giustizia nei confronti dei danni ambientali.

La richiesta di archiviazione si ha normalmente nei casi in cui le indagini non hanno permesso di acquisire la prova dei fatti o della colpevolezza dell’indagato oppure quando la prova sia insufficiente o contraddittoria ed il Pubblico Ministero ritenga che non sia possibile sostenerla con successo nel corso del giudizio. Solo presentando nuove prove, e per giunta entro la fine di luglio, è possibile opporsi all’archiviazione: eppure la distruzione di un habitat secolare con il taglio di 200 alberi in area protetta, tra cui numerose querce farnie anche centenarie, è un danno più che evidente e che richiederà alla natura decenni per essere riparato.

E non ci consola il sapere che probabilmente al gestore sia stata comminata una multa salata. Non basta certo a compensare il patrimonio ambientale perso.

 

 

Cusago mette in mostra le sue bellezze per trovare nuova linfa e ridare vita al castello Visconteo

 

Cusago mette in mostra le sue bellezze
per trovare nuova linfa
e ridare vita al castello Visconteo

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Va avanti con determinazione la ricerca di risorse per salvare l’antico maniero. La sindaca Daniela Pallazzoli è alla “ricerca” di un milione di euro per acquisire il 51% della proprietà e quindi attuare il prioritario intervento sul tetto per evitare un crollo, che potrebbe cancellare definitamente il castello del XIV secolo. Successivamente si passerebbe -con la creazione di una Fondazione cogestita dal Comune e da privati- alla ristrutturazione dello storico Castello per riportarlo allo splendore di un tempo.  
Così, in questi giorni, la sindaca ha incontrato Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia: un evidente segnale di interesse per il progetto lanciato recentemente dall’amministrazione comunale che ha già coinvolto il Ministero dei beni culturali.
Cecchetti, accompagnato dalla Pallazzoli, ha effettuato un sopralluogo al castello per constatare lo stato di degrado e conoscere nei dettagli il progetto. “Questo -dice Cecchetti al quotidiano online mi-lorenteggio- è un gioiello straordinario costruito nel XIV secolo: è stata la residenza di Ludovico il Moro, ha ospitato Leonardo Da Vinci, ci racconta insomma la storia della nostra terra. Dobbiamo dunque fare di tutto per salvarlo. La straordinaria idea del sindaco di Cusago di acquisirne la proprietà pubblica col 51% per poi farne una Fondazione, che sarà poi incaricata di ristrutturarlo e farlo rivivere con manifestazioni ad hoc, non deve cadere nel vuoto. Si tratta -conclude Cecchetti- di un patrimonio della Lombardia che, se riqualificato e valorizzato a dovere, porterà benefici e ricchezza a tutto il territorio”.
Intanto, per valorizzare le bellezze di Cusago, che vanno oltre al Castello, l’amministrazione comunale ha realizzato un video che mette in mostra tutte le peculiarità di questo paese del Parco Agricolo Sud Milano: la voglia di visitarlo di persona nasce spontanea… ]

 

Fisico e docente universitario Usa Maria Rita D’Orsogna arriva a Zibido: cosa c’è dietro esplorazioni e royalties?


Fisico e docente universitario Usa
Maria Rita D’Orsogna arriva a Zibido:
cosa c’è dietro esplorazioni e royalties?

Un’altra importante iniziativa organizzata dell’attivissima Associazione cittadini di Zibido San Giacomo per richiamare l’attenzione sul tema delle trivellazioni nel nostro territorio, cui la Regione ha dato il consenso senza neppure richiedere che l’azienda petrolifera (Apennine Energy spa) effettui la Valutazione di Impatto Ambientale: lunedì 13 luglio, alle ore 21, a Zibido si svolgerà un convegno che aiuterà a comprendere cosa ci cela dietro il business delle trivelle. A svelarlo sarà Maria Rita D’Orsogna, fisico e docente universitario della California State University di Los Angeles (qui sotto un suo breve profilo).
Un tema che dovrebbe interessare non solo noi cittadini, ma anche gli amministratori di Milano, Assago, Zibido San Giacomo, Basiglio, Gudo Gambaredo, Binasco, Lacchiarella, Casarile, Rozzano, Vernate, Noviglio, Pieve Emanuele, i comuni del Parco Agricolo Sud Milano (altri sono nella provincia di Pavia) coinvolti nel permesso di ricerca di idrocarburi denominato Badile, esteso su 154,5 kmq.
Come sopra scritto, nonostante le numerose attività di mobilitazione da parte dei comitati locali e delle associazioni ambientaliste, unitamente ad alcuni esponenti politici “trasversali” (M5S, FI, PD), cui si aggiunge il parere negativo dell’Ente Parco Agricolo Sud Milano, la Regione Lombardia ha deciso che l’Apennine Energy possa iniziare i lavori senza stabilire se le trivellazioni in un’area così delicata e con tutt’altra vocazione, possa produrre, come sarebbe logico aspettarsi, un effetto rilevante sullo stato di qualità delle componenti ambientali, inteso sia come ambiente antropizzato sia come ambiente naturale. Ma anche gli amministratori locali non hanno brillato per il loro impegno nella difesa del territorio.
Infatti, come noto, l’Associazione cittadini di Zibido San Giacomo, che prova tutte le strade per fermare le trivelle nel Parco Sud, ha dato vita a un ricorso al Tribunale amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia: il tentativo di coinvolgere anche le singole amministrazioni locali ha visto l’adesione del solo comune di…

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Esposto all’Unesco di Cambiamo Abbiategrasso per fermare le autostrade nel Parco Ticino e del Parco Sud

 

Esposto all’Unesco
di Cambiamo Abbiategrasso
per fermare le autostrade
nel Parco Ticino e del Parco Sud

Si sta costruendo il patibolo dove giustiziare quel che abbiamo di più prezioso: il nostro parco e la sua biodiversità fondamentale per la sopravvivenza di tutte le forme viventi, genere umano compreso; la terra da coltivare; la bellezza di un paesaggio irripetibile. “Ma i cittadini e i movimenti del Parco del Ticino e del Parco Sud li fermeranno” dichiara con convinzione Domenica Finiguerra, sostenuto dal movimento politico e culturale Cambiamo Abbiategrasso, che ha depositato un secondo esposto all’Unesco, sia a Roma sia a Parigi, per chiedere l’intervento dell’organismo delle nazioni unite in difesa del “Parco del Ticino Riserva della Biosfera” dallo scellerato progetto tangenziale Vigevano-Malpensa, oggi all’esame del CIPE per il suo finanziamento.
Il primo esposto, depositato nel febbraio del 2003 (il progetto è infatti più che decennale) da Domenico Finiguerra in qualità di sindaco di Cassinetta di Lugagnano, cui erano seguite decine di ulteriori segnalazioni da parte dei cittadini e dei comitati, aveva comportato un intervento molto deciso della Commissione Nazionale Italiana Unesco, che avvertiva di possibili conseguenze sul mantenimento del Parco del Ticino nella rete internazionale MAB delle riserve della biosfera in caso di minaccia per la biodiversità.
“L’acquisizione di un Parco Naturale nella Lista delle riserve della Biosfera volute dall’UNESCO comporta l’accettazione del suo programma nella sua integralità, nonché dei vincoli paesaggistici ed urbanistici …

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Via gli abusivi da Cascina Nosedo il progetto Parco della Vettabbia potrà procedere più speditamente

 

Via gli abusivi da Cascina Nosedo
il progetto Parco della Vettabbia
potrà procedere più speditamente

Da decenni ormai, Cascina Nosedo -in via San Dionigi, la strada che porta a Chiaravalle- era occupata abusivamente: finalmente ieri 7 luglio, agenti della Polizia locale, accompagnati dagli operatori del Comune e dei servizi sociali, Protezione civile e Polizia di Stato, hanno sgomberato la grande struttura rurale. All’interno del parco della Vettabbia, la cascina è collegata all’Abbazia di Viboldone e già presente nei catasti del 1700, e per secoli è stata centro di attività agricola.
Negli ultimi decenni la situazione dell’immobile e dei terreni circostanti, di proprietà privata, si era gravemente deteriorata a causa di alcuni episodi di inquinamento, in seguito ai quali i detentori -diventati ufficialmente abusivi nel 2001- sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore del Comune di Milano cui nel frattempo era stata restituita l’area.
L’immobile sarà presidiato 24 ore su 24 dalla Polizia locale (foto Corsera) e affidato al terzo settore in attesa del bando per destinarlo a progetti di coesione sociale. L’operazione potrebbe portare a un’accelerazione del …

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