Cresce la mobilità sostenibile, nuova ciclabile tra le stazioni di Melegnano e Locate. Ma non solo

Cresce la mobilità sostenibile,
nuova ciclabile tra le stazioni
di Melegnano e Locate. Ma non solo

Nuovi percorsi ciclo-pedonali all’orizzonte per il territorio del Parco Sud: lo scorso luglio, infatti, Regione Lombardia ha inserito il “Collegamento ciclabile Locate di Triulzi, Carpiano, Melegnano, Cerro al Lambro” tra i progetti che beneficeranno di fondi messi a disposizione sulla base di una direttiva della comunità europea. Il progetto in questione, sviluppato grazie alla cooperazione delle quattro amministrazioni comunali coinvolte (con Melegnano ente capofila), prevede di collegare la stazione ferroviaria di Locate di Triulzi a quella di Melegnano, proseguendo poi sino a Cerro al Lambro.

Come si snoda il progetto

Un’opera di indubbia utilità, specie nel tratto di collegamento tra Cerro al Lambro e Melegnano, che da tempo attende di essere ultimato e che consentirà così di raggiungere la stazione ferroviaria melegnanese anche ai pendolari di uno dei suoi comuni confinanti.
Ma la realizzazione di questo progetto ha grande rilevanza anche nell’ottica di promuovere e valorizzare il territorio del Parco Agricolo Sud Milano. Il percorso dovrebbe svilupparsi, infatti, dalla stazione ferroviaria di Locate correndo parallelo alla ex-SS412, oggi strada comunale, in un contesto dominato da prati verdi, risaie e cascine: cascina Morazzano e Resentera (nel territorio di Locate di Triulzi) e Arcagnago (Carpiano) si trovano lungo questa via (vedi foto di Roberto Caravaggi). L’opera proseguirebbe poi verso la frazione di Gnignano e, continuando sulla via per Carpiano, andrà a congiungersi con la stazione di Melegnano, per un totale di circa 10 km. Di grande importanza, in questo senso, la realizzazione di un attraversamento sicuro della provinciale Melegnano-Binasco, strada di collegamento tra due svincoli autostradali (la barriera sud della A1 a Melegnano e il casello della A7 a Binasco) e quotidianamente interessata da un notevole flusso di auto e mezzi pesanti.

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Moria di uccelli a Basiglio: il focolaio si estende. La Asl finalmente interviene

Moria di uccelli a Basiglio:
il focolaio si estende.
La Asl finalmente interviene

Non più solo anatre e non più morti circoscritte sulle sponde del Cavo Borromeo, all’altezza del centro direzionale Milano 3 City a Basiglio. Ma per fortuna finalmente qualcosa si muove e, dopo che la consigliera M5S Iolanda Nanni ha depositato due interrogazioni in Regione Lombardia, la Asl si è attivata e  i suoi veterinari hanno iniziato a monitorare il territorio, a stretto contatto con i volontari locali. Una risposta tardiva pur se significativa che, speriamo, chiuda definitivamente le settimane spese in telefonate inconcludenti o a frustranti risponditori automatici.

Ecco le brutte notizie: le morti di anatre continuano e nuovi cadaveri sono quasi ogni giorno rinvenuti nei territori di Basiglio tra il Cavo Borromeo e il lago ex cava di Basiglio, di proprietà e sotto la gestione del Parco Agricolo Sud Milano. Il numero dei corpi avvistati è ormai salito a circa 50 esemplari. Ma l’aspetto più preoccupante è che non si tratta più di sole anatre: tra i tristi ritrovamenti si sono aggiunti una gallinella d’acqua e uno svasso. E’ proprio quest’ultimo, recuperato nelle sponde dello specchio d’acqua della ex cava, che preoccupa maggiormente. Se la gallinella è avvezza a mangiare anche vermi, e può essere caduta nella trappola del botulino (vedi articolo), stupisce lo svasso (vedi foto di Tony Bruson), che si alimenta unicamente di pesci nelle acque fonde della ex cava.  “In questo caso, ammesso che si tratti sempre di botulino, la fonte deve essere ricercata nei fondali del lago, ed entrata nella catena alimentare dello svasso attraverso i pesci -commenta Tony Bruson, sentinella di Occhi Aperti di Rozzano e dell’Associazione per il Parco Sud Milano-. Ho allertato anche i pescatori sulle sponde della ex cava nel monitoraggio dei cinque individui di svassi rimasti, mentre la carcassa è stata consegnata al veterinario della Asl”.

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Rocca Brivio non si vende, i Comuni diventano comproprietari e puntano alla sua valorizzazione

Rocca Brivio non si vende,
i Comuni diventano comproprietari
e puntano alla sua valorizzazione

La storica Rocca Brivio di San Giuliano, stando a quanto si legge nel comunicato congiunto dei Comuni di San Giuliano, San Donato e Melegnano, resterà un bene pubblico: infatti, a seguito della decisione dell’assemblea dei soci di Rocca Brivio Sforza Srl di liquidare la società, tra le tre amministrazioni comunali azioniste si è aperto il dibattito sulle strategie da intraprendere per garantire un futuro al complesso monumentale, gravato da debiti che non è chiaro come possano essere ripianati, considerato che i comuni, in particolare San Giuliano, hanno forti deficit di cassa…

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Albairate

Albairate

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Albairate è un comune con una superficie di 14,96 kmq, di cui l’87% nel Parco Agricolo. Gli abitanti sono 4.711.
Il comune è amministrato da una Lista Civica, guidata dal sindaco Flavio Crivellin.
protocollo@comune.albairate.mi.it
www.comune.albairate.mi.it/

Da vedere

Il Museo agricolo Angelo Masperi in corte Salcano e annessa ghiacciaia.
È stata la proficua collaborazione tra una locale associazione di collezionisti e amatori della civiltà contadina e l’amministrazione comunale che ha consentito, nel 1983, di aprire il museo all’interno dell’antica corte della Cascina Salcano, in un’ala originariamente utilizzata come caseificio.
Dal 2003 il museo è stato ulteriormente valorizzato a opera del Comune, che lo ha dedicato ad Angelo Masperi, ex sindaco albairatese, scomparso nell’agosto di quello stesso anno.
Attualmente, il museo si presenta con un aspetto prevalentemente didattico: le sue sale intendono guidare il visitatore attraverso la presa visione diretta di quelli che erano gli usi e i costumi della civiltà contadina dell’area del magentino, attraverso una copiosissima raccolta di materiale originale.
La ghiacciaia
Elemento caratterizzante della struttura è un’antica ghiacciaia che si trova all’esterno del museo, nel cortile della cascina. Costruita nel ‘700, era utilizzata dai contadini per la conservazione degli alimenti durante il periodo estivo, attraverso l’utilizzo di lastroni di ghiaccio formatisi nei vicini fontanili o stagni.
La struttura della costruzione ha ancora oggi la tipica forma di un cono, con alcuni gradini che consentivano di raggiungere la parte superiore e permetteva così di inserire il ghiaccio. Vi è inoltre una scalinata interna che dava accesso alla cantina attigua nella quale si conservavano i prodotti deperibili.
Si tratta di una delle rare ghiacciaie di quell’epoca mantenutasi praticamente intatta sino ai nostri giorni: rappresenta quindi una vivida testimonianza della civiltà contadina dei secoli passati.
Per info: 02.94981329, albamuseo@tiscali.it;

 

Chiesa di Santa Teresa d’Avila in località Riazzolo

Sita in località Riazzolo, la piccola chiesa è stata edificata nel corso del Settecento, come anche tutto l’antico complesso rurale e residenziale dell’area. Si tratta di un tempio di modeste dimensioni, con la facciata decorata con tinte bianche e gialle e mossa da lesene e decorazioni a stucco, con un timpano a termine della struttura. Esternamente, il resto della chiesa è invece a mattoni vivi che contraddistinguono anche l’area del presbiterio, di forma arrotondata.
L’interno, contraddistinto da un’unica navata, è in stile tardo barocco, semplice ma raffinato, con la particolarità del grande finestrone sovrastante il portale d’ingresso che dà luce all’interno della struttura, che dispone inoltre di due finestrelle nell’area dell’altare. La chiesa dispone anche di un piccolo campanile al concerto di due campane.
Di fronte alla chiesa, vi è un piccolo piazzale a ghiaietto con un viale di piccoli cipressi e una colonna marmorea con un’aquila di bronzo, sotto la quale è posta una targa a ricordo dei caduti della prima guerra mondiale nella frazione.
La chiesa dipende dalla parrocchia di Albairate, ma rimane un patronato della famiglia corbettese dei Pisani-Dossi (oggi passata ai Macchi di Cellere) che l’acquistò e la ristrutturò per interessamento di Carlo Alberto Pisani-Dossi. Oggi la chiesa è utilizzata solo occasionalmente, soprattutto per matrimoni che abbinino a ristorante un vicino agriturismo, gittante sulla piazzetta della chiesa (da Wikipedia).

Oratorio di San Bernardo

L’oratorio di San Bernardo, non lontano dal cimitero del paese, risale al 1641 ed è attribuito al grande architetto Francesco Maria Richini.
La chiesa si presenta preceduta da un piccolo protiro con quattro colonne in granito che sorreggono delle arcate che sovrastano l’ingresso. La facciata è scandita da riquadrature regolari che richiamano lo stile cinquecentesco, mentre le restanti decorazioni e l’impostazione stessa della chiesa a pianta ottagonale richiamano chiaramente gli stilemi barocchi.
All’interno, spicca l’altare riccamente decorato in marmo con dettagli a stucco, sopra il quale si trova l’immagine della Vergine circondata da due colonne con putti e decorazioni in stucco.

Il Bosco di Riazzolo e i fontanili

Le aree boschive caratterizzano il paesaggio più tipico della frazione di Riazzolo, una superficie di natura che si estende su un totale di 65 ettari, compresi nei comuni di Albairate, Cisliano e Corbetta. La struttura del parco, per nulla artefatta, rappresenta un’ultima sezione di quello che anticamente doveva essere la tipica boscaglia ravvisabile nelle aree lombarde sino a prima della rivoluzione industriale e come tale esso è oggi dichiarato area protetta.
Il bosco è costituito da moltissime essenze arboree ed alberi ad alto fusto quali la farnia ed il carpino bianco, oltre al melo, al ciliegio, all’acero, e all’ontano, ai quali si alternano biancospini, noccioli, cornioli, viburni e salici. Altre piante che oggi si possono riscontrare, ma che risalgono al Settecento ed all’Ottocento come introduzione, sono la robinia e l’ailanto.
Si può dire che la storia del bosco di cui ci sia giunta traccia certa (dal XVI secolo) ha mantenuto pressoché invariata la propria struttura, contrariamente a quanto accadde a gran parte del territorio lombardo ove prevalse l’espansione dell’agricoltura e scomparve lentamente “ogni vestigio della vegetazione primitiva” (Carlo Cattaneo). Grande impulso diede al bosco lo scrittore e diplomatico italiano Carlo Alberto Pisani Dossi (1849-1910), che divenne proprietario di questi fondi a partire dal suo matrimonio con Carlotta Borsani.
La tradizione naturalistica asservita alla conservazione del paesaggio e all’amore per la natura venne continuata da Franco Pisani-Dossi (1894-1968), figlio di Carlo. Alla sua morte, gli eredi (attuali proprietari dell’area) hanno continuato a salvaguardare il bosco con opere di nuova piantumazione al fine di conservare l’antico splendore di questa area, perennemente a rischio per il suo delicato ecosistema: interventi sono stati portati avanti già (tra il 1998 e il 2003) su una superficie di 16 ettari che ha portato al potenziamento della presenza sul territorio delle specie autoctone, a cui hanno collaborato i comuni compresi nel Bosco ed l’Ente Parco Agricolo Sud. È in occasione di questi eventi, inoltre che è stato reintrodotto il Pelobates fuscus insubricus (Cornalia, 1873), una specie di rana un tempo comunissima e oggi quasi estinta nella Pianura Padana (da Wikipedia).

I fontanili

Rilevante, entro i terreni del Bosco, è anche la presenza di acque e fontanili, un tempo utilizzati per l’irrigazione e oggi costituiscono una delle principali attrattive naturalistiche. Essi sono il Fontanile Risotto (legato strettamente alla coltura del riso assai diffusa nelle vicine frazioni di Rosio (Albairate) e Fagnano (Gaggiano), il Fontanile Porcile (che è riconducibile all’antico allevamento di maiali presso le popolazioni celtiche che abitavano questi luoghi), il Fontanile Uccella (che rimanda all’impiego faunistico dei boschi, già care ai Visconti e agli Sforza). Alcuni campi sono poi irrigati dalla Roggia Soncina, fatta realizzare da Francesco I Sforza nel 1450 per far giungere l’acqua del Naviglio Grande sino al Castello Cusago, di sua proprietà.

Feste

•    Fine aprile: Fiera di San Giorgio – esposizione di prodotti agricoli locali e visite guidate per il paese.
•    Metà giugno: Biciclettata Gastronomica – in bici lungo il Naviglio Grande con degustazione dei prodotti locali presso i comuni di Cassinetta di Lugagnano, Abbiategrasso, Robecco sul Naviglio, Corbetta e Santo Stefano Ticino.
•    settembre – ottobre: Festa patronale: 1° domenica di ottobre; Autunno Albairatese – ciclo di manifestazioni culturali, sportive, ricreative e gastronomiche.

 

Siamo in debito con la Terra: l’8 agosto scatta l’Overshoot day Italia consuma 4,3 volte le proprie risorse

Siamo in debito con la Terra:
l’8 agosto scatta l’Overshoot day
Italia consuma 4,3 volte le proprie risorse 

 
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Va sempre peggio, continuiamo a consumare irresponsabilmente senza pensare alle generazioni future.
 
Infatti,  l’Overshoot day -giorno in cui la domanda annuale dell’umanità di risorse naturali supera quelle che la Terra può produrre nell’intero anno- è sempre più anticipato: quest’anno cade l’8 agosto, 12 giorni prima rispetto al 2013.
 
Ma per l’umanità intera non cambierà nulla: continueremo a consumare come sempre, ma a credito.
 

La stima della data della fine delle risorse disponibili del nostro pianeta viene effettuato ogni anno da Global Footprint Network (organizzazione internazionale senza fini di lucro dedita a studi di ricerca sulla sostenibilità ambientale), che ci ricorda come nel 1993, la data fatidica cadeva il 21 ottobre e già nel 2003 si arretrava al 22 settembre: è evidente che, con questo trend, il giorno dell’Overshoot della Terra è anticipato di anno in anno.

 

Una data che dovrebbe indurci a riflettere: attualmente, per soddisfare la nostra domanda di risorse rinnovabili e di servizi avremmo bisogno di più di una Terra più grande del 60%.

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Allarme delle Associazioni ambientali che si appellano all’UE “Italia cancella la vigilanza ambientale”

Allarme delle Associazioni ambientali
che si appellano all’UE
“Italia cancella la vigilanza ambientale”

 

corpo forestale dello stato 320x234Con una lettera inviata alla Commissione europea, Animalisti italiani, Cabs Italia, Enpa, Lac, Lav, Lipu – BirdLife Italia e Wwf Italia denunciano lo smantellamento del sistema di vigilanza ambientale e venatoria che il Governo sta producendo nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione. Scelte inaudite e irresponsabili, che forse non sono state pienamente valutate nei loro effetti negativi e che vanno in direzione esattamente opposta a quanto chiesto dall’Europa.

Lo scorso autunno, per fare solo un esempio, la Commissione europea ha avviato una pre-procedura di infrazione (EU PILOT 6955/14/ENVI), con cui evidenziava diverse criticità rispetto alla gestione della caccia in Italia, tra le quali proprio il tema della vigilanza venatoria, chiedendo nello specifico di ottenere informazioni sul numero dei controlli, la loro frequenza, i risultati ottenuti e le relative sanzioni.

Il timore paventato dalla Commissione era cioè quello di una condizione insufficiente di vigilanza, tale da non garantire l’effettiva tutela della biodiversità e la corretta applicazione del diritto comunitario. Un timore più che fondato, che oggi diventa vera e propria emergenza di fronte agli ultimi provvedimenti del Governo che, nel contesto della riforma della pubblica amministrazione, è intervenuto in modo brutale sulle uniche due forze di polizia ambientale esistenti in Italia…

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