Gaggiano

Gaggiano

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 9.047 abitanti (dato aggiornato a dicembre 2015), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni di Bonirola, San Vito, Fagnano, Barate e Vigano Certosino. Sviluppatosi intorno al Naviglio Grande, Gaggiano si estende per circa 26 kmq, di cui ben 23,80 sono parte del Parco Agricolo Sud Milano. Nel 2014 è stato classificato come 21° borgo più felice d’Italia. Gaggiano è tra i paesi più ricchi di bellezze storiche e paesaggistiche del Parco Sud e, dal 2015, nel Palazzo Camurati, ospita un punto parco. Ringraziamo l’associazione Viviamo Gaggiano, da cui abbiamo preso spunto per presentare le bellezze del comune.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta, che ha nella lista civica Insieme per Gaggiano la forza politica di maggioranza, con Sergio Perfetti come sindaco (in carica dal maggio 2014).
 
Da vedere
 
Palazzo Stampa Aloardi
L’edificio si trova sulla riva sinistra del Naviglio, a pochi passi dal Ponte Vecchio. 
L’ingresso principale è dalla sponda del Naviglio, attraverso un’esedra formata da sei pilastri, sormontati da vasi in pietra (quelli che recavano lo stemma della famiglia Cantoni) e uniti da un muro, che dà forma concava allo spiazzo. Al centro, un cancello, oltre il quale si estende il viale d’accesso al palazzo.
L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti, mantenendo la pianta ad U. Il pianterreno presenta un portico con cinque archi ed è diviso da un passaggio centrale, che lascia intravedere la prosecuzione del viale in uno più modesto, che porta alla campagna. All’interno sono ancora visibili alcuni degli affreschi che abbellivano i saloni.
Un esame da vicino conferma, proprio per l’irregolarità dell’impianto, i numerosi rifacimenti subiti nel corso del tempo: cinquecentesco l’interno; del Seicento e del Settecento, invece, gli interventi sull’esterno.
Il palazzo è ancora circondato, in parte, dagli edifici rustici, in origine assai più numerosi, che costituivano l’azienda agricola. Allo stesso modo, si notano tracce di quello che doveva essere un ampio giardino. Sono scomparsi del tutto altri elementi, come la fontana, il portico, la grande stalla e la pileria per la lavorazione del riso.
Il palazzo, normalmente chiuso al pubblico, è visitabile solo in particolari occasioni, come, ad esempio, le iniziative del FAI (Fondo Ambiente Italiano).
 
Santuario di Sant’Invenzio
Accanto al ponte che attraversa il Naviglio Grande, un ampio sagrato introduce alla facciata barocca dell’ex chiesa parrocchiale di Sant’Invenzio. I due toni di colore dell’intonaco (bianco e ocra) sottolineano le cornici di porte e finestre, le lesene che disegnano la facciata, il timpano triangolare che corona l’insieme e gli stipiti del campanile, facendo risaltare stucchi e statue. La sua edificazione fu avviata nel 1618, in luogo di un antico edificio di culto risalente al Duecento. L’interno presenta affreschi ottocenteschi, ma sopra l’altare della Madonna, alla sinistra dell’entrata, spicca la Madonna delle Grazie col Bambino, datato 1388 e attribuito a Erghieri. Quest’ultimo affresco è stato meta di numerosi pellegrinaggi, in quanto legato a una leggenda che ha contribuito ad attribuirgli un’aura miracolosa. L’evento straordinario, narrato dalle cronache locali, riporta infatti che durante i lavori di rifacimento della chiesa nel 1620, in pieno giorno, mentre i muratori stavano eseguendo dei lavori sulla volta della chiesa, il tetto del tempio sacro crollò rovinosamente in tutta la sua lunghezza, senza però mietere alcuna vittima e lasciando intatto solo il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino.
 
Chiesa SS. Eugenio e Maria
Situata nella frazione Vigano Certosino, la chiesa è opera dei frati certosini raccolti nella vicina Certosa, amministrata dalla più lontana Certosa di Pavia. Giunti a Vigano da Pesio (in Piemonte), subito dopo la donazione di Vigano alla Certosa di Pavia da parte di Gian Galeazzo Visconti nel 1400, i certosini adattano a monastero l’antico castello, dotando il villaggio di un muro di cinta, di un’osteria e di una locanda.
Nel 1499 iniziano i lavori di ampliamento della chiesa preesistente (risalente all’inizio del Trecento), con le opere di affrescatura affidate, nel 1511, al pittore pavese Bernardino de’ Rossi, già autore di dipinti nel Castello Sforzesco, nella chiesa di
All’interno della chiesa si trova anche una statua in legno di San Carlo, realizzata all’inizio del Seicento, restaurata nel 1893. I dipinti più significativi sono della fine del Cinquecento. Sotto il pavimento, più volte rifatto, si trovano le tombe della famiglia Grancini, per generazioni presenza influente sul territorio di quella che, a partire dal 1573, divenne chiesa parrocchiale.
 
Chiesa di Sant’Andrea
Già da documenti risalenti all’anno 1000 è attestata l’esistenza, nella frazione Barate, di una chiesa dedicata a Santa Maria. Non se ne ha notizia, invece, in un documento del 1398, che parla solo della chiesa di Sant’Andrea e del cimitero adiacente, cintato e a forma triangolare. Successive testimonianze descrivono Sant’Andrea come una chiesa antica con dipinti sulle pareti.
La chiesa di Sant’Andrea è oggi di grande interesse proprio per i dipinti, non quelli d’antica origine e d’ignoto autore, bensì per i più recenti affreschi, realizzati, nell’arco di soli dieci anni, da don Giulio Pizzocheri (1883-1964), che è stato parroco di Barate per 48 anni. Il sacerdote beneficiò, in questo, dell’aiuto di Emilio Bai, piccolo imprenditore edile, che gli installò le impalcature e gliele lasciò per tutto il tempo necessario a completare l’opera. Gli affreschi coprono tutte le pareti e la volta dell’edificio: rappresentano una sorta di catechismo, illustrato attraverso diversi temi.
 
Casa Camurati
Costruito tra il 1805 e il 1815 e contraddistinto da una torretta merlata, l’edificio porta il nome della famiglia Camurati, insediatasi a Gaggiano all’inizio dell’Ottocento.
Nel 1815, anno in cui gli Austriaci tornano a governare la Lombardia, una parte del cortile venne occupata dalla Gendarmeria. Dal 1859, dopo la battaglia di Magenta, divenne caserma dei Carabinieri Reali e tale rimase fino al 1924. La caserma era dotata anche di due celle, una per gli uomini e una per le donne e annoverò tra i propri militi anche il gaggianese Luigi Del Bel Belluz, detto el Barbison, poi trasferitosi nella vicina San Vito.
La torretta era destinata all’uccellagione. La merlatura, di tipo ghibellino, è quasi certamente una scelta della famiglia, nota per il suo atteggiamento ostile al clero, come a voler contrastare la presenza imponente del campanile.
Le alte finestre del primo piano erano in origine sovrastate da lunette coi ritratti di celebri personaggi. Sono andate invece perse quelle sul lato est (a causa della costruzione sorta a ridosso di quella parete) e quelle sul lato ovest, mentre un recente restauro ha consentito di rendere nuovamente leggibili quelle sul lato sud, che riproducono Amerigo Vespucci, Castruccio Castracani, Pico della Mirandola e Josè Garcilaso de la Vega.

Palazzo Venini Uboldi
Grandioso edificio settecentesco affacciato sul Naviglio Grande, fu costruito per volontà di Giorgio e Francesco Venini e conserva ancora l’originario impianto a U, la cui base è costituita dal corpo principale, rivolto a nord, verso il Naviglio, e a sud, da due braccia di costruzioni di servizio (stalle, magazzini, fienili, laboratori artigiani), che si allungano verso l’ingresso del giardino. La facciata è caratterizzata da alte finestre distribuite in modo regolare e da una colorazione accesa, che mette in risalto gli elementi a stucco e le rifiniture. All’interno si trova anche un oratorio privato del 1760. 
Attualmente il palazzo risulta frazionato in appartamenti privati.
 
Ponte Vecchio
Struttura di collegamento tra via Gozzadini e via Roma, sulle sponde opposte del Naviglio, fu il primo e per qualche secolo anche l’unico ponte di Gaggiano. L’anno di costruzione non è noto, ma è certo che fosse in uso già nel Trecento. Quasi interamente distrutto dall’esercito austriaco, in ritirata dopo la sconfitta subita a Magenta dai Franco-Piemontesi, il 6 giugno 1859, venne ricostruito dieci anni più tardi, ricalcando lo stile del precedente.
 
Bosco dei cento passi
Nell’immediata periferia della frazione San Vito, si trova quest’area di circa 16 ettari, che nel 2005 la magistratura confiscò alle organizzazioni mafiose. Venne affidato al Comune di Gaggiano, che vi sviluppò il progetto di un parco pubblico.
A partire dal 2007, ERSAF (Ente Regionale Servizi all’Agricoltura e Foreste) ne ha curato la piantumazione, con la messa a dimora di millecinquecento fra aceri, tigli, frassini e arbusti di rosa canina, sambuco e altre essenze. Un’area di tre ettari è occupata, invece, da una marcita, creata facendovi confluire le acque di due rogge.
Nel perimetro del parco si trova anche un laghetto attrezzato per il birdwatching, tre piccoli stagni, utilizzati per il reinserimento di anfibi e uccelli acquatici, e una pista ciclo-pedonale.
Il parco è stato inaugurato nella primavera del 2009 e dedicato a Peppino Impastato, noto per il suo impegno contro la mafia e da questa assassinato nel 1978.
 
Lago Boscaccio
Quest’area era in origine un bosco poco curato su cui, nel corso del XVII secolo, sorse un complesso rurale: una casa padronale, circondata da strutture rustiche adibite a ospitare i lavoranti e un locale per la raccolta e la lavorazione del riso. Nel secolo successivo, il nuovo proprietario, conte Francesco Carena, fece costruire, nelle vicinanze, un oratorio dedicato a Santa Maria.
All’inizio del Novecento, la Cascina Boscaccio contava circa 80 abitanti. L’attività agricola cessò all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso e gran parte del territorio attorno alla cascina divenne una cava di sabbia e ghiaia, materiali divenuti preziosi con lo sviluppo urbanistico che interessò Milano e le sue periferie. L’area scavi si allargò, arrivando a 200.000 mq, e vide affiorare acqua dal sottosuolo, con la formazione di un enorme lago. L’amministrazione comunale di Gaggiano arrivò a stipulare una convenzione, che adibì a uso pubblico le sponde a nord e a ovest del lago e a uso privato le altre. Venne cessata, nel frattempo, ogni attività di escavazione e l’antico palazzo padronale, nell’area ad uso privato, divenne sede di convegni, feste, cerimonie.
La superficie del lago è, oggi, di circa 35 ettari e si caratterizza per la presenza di un’avifauna (intorno al lago trovano rifugio circa 180 specie volatili) e di un’ittiofauna particolarmente ricche. Il progetto il canneto del Lago Boscaccio ha permesso, infatti, di creare una zona umida particolarmente accogliente per gli uccelli acquatici di passo. La zona è stata individuata anche come area di ripopolamento e cattura (divieto di caccia) ed è la stazione d’inanellamento dei volatili (gestita dal Gruppo Ornitologico Lombardo). Le acque del lago ospitano numerose specie autoctone di pesci e possiedono buoni caratteri di limpidezza. Lungo il perimetro del lago si sviluppano un percorso ciclabile e uno pedonale.
 
Cascina Molino di Sotto
Risale al 1739 circa, quando ospitava l’ordine monacale delle suore Pie Elemosiniere. Qui è ancora attivo uno splendido mulino, azionato da una pala idraulica perfettamente efficiente e capace di produrre energia elettrica, grazie alla spinta delle acque del vicino Naviglio. Il mulino è usato per la pilatura del riso, che viene poi lavorato direttamente nell’azienda agricola che vi ha sede. 
 
Cascina Montano
La cascina è sorta intorno a un’antica chiesa dedicata a Santa Maria, nel luogo già noto, nel XII secolo, col nome di Montano.
Nel 1137 il Monastero Maggiore di Milano affidò la chiesa a due monache dell’ordine benedettino, con l’autorizzazione a raccogliere attorno a loro, per vivere in comunità, altre sorelle (“sorores”) che avessero voluto seguire il loro esempio. Si sviluppò così un piccolo insediamento rurale, che continuò a crescere nel corso degli anni, grazie ad una serie di donazioni, acquisti e permute.
Il monastero cessa la propria attività nel 1305, quando le monache tornano a Milano e la conduzione del fondo viene unificata a quella di S. Salvatore, nel territorio di Cesano Boscone.
Nel 1919 il podere è affidato a una cooperativa di contadini reduci dalla guerra, esperienza che continua, tra molte difficoltà, fino ai primi anni del fascismo. Viene poi ripresa nel 1945, con la costituzione di una nuova cooperativa di contadini, che resterà in vita per circa dieci anni, dopodiché il podere è nuovamente affittato a privati.
Una visita a Montano è interessante per un esame della struttura del complesso agricolo, che conserva i caratteri distintivi della cascina lombarda: un ingresso principale sorvegliato, circondato da un quadrilatero di edifici, che, oltre alla casa padronale, vede una parte del perimetro destinata alle abitazioni dei lavoratori e l’altra a stalle, magazzini e laboratori. Da vedere anche l’Oratorio dell’Assunta, sorto sulle fondamenta dell’antica chiesa, più volte rinnovata e definitivamente aperta al culto dal 1914.
 
Feste 
 

La festa patronale di Gaggiano si celebra in coincidenza con la domenica di Pentecoste. 

L’ultima domenica di maggio si svolge la festa patronale della frazione Bonirola.

La terza domenica di giugno ricorre la festa patronale della frazione San Vito.

In settembre, la frazione Vigano Certosino vede la celebrazione della festa patronale (seconda domenica del mese) e quella dell’Uva. Per l’occasione, il borgo ospita una serie di manifestazioni d’intrattenimento (concerti musicali, mostre ed eventi culturali), tornei sportivi e celebrazioni religiose.

In ottobre si tiene solitamente la Festa dell’Agricoltura, con degustazione di prodotti tipici e manifestazioni legate al mondo agricolo.

Dresano

Dresano

 

 

 

Comune del sud-est milanese, conta 3.086 abitanti distribuiti tra quattro nuclei abitativi: il centro storico (Dresano vecchio), il quartiere Madonnina, il villaggio ambrosiano (edificato negli anni ’70) e il villaggio Helios (edificato a partire dagli anni ’90). La superficie territoriale si estende per circa 3 kmq, 2,37 dei quali sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta, che ha in una lista civica la forza politica di maggioranza e in Vito Penta il sindaco (rieletto nel maggio 2017).

 

Da vedere
Cascina Belpensiero
Immersa tra i campi, risulta attestata già in documenti che risalgono al 1500. È caratterizzata dalla presenza, nella sua corte interna, di un platano secolare ed è spesso teatro di manifestazioni ed eventi organizzati dall’amministrazione comunale e dalla comunità locale.

 

Chiesa di San Giorgio Martire
Edificata intorno al 1730 e oggetto d’interventi di ristrutturazione, che ne hanno modificato in parte la struttura, si tratta della chiesa parrocchiale del paese, situata in via Roma, nel centro storico. Si presenta come chiesa ad aula unica, con colonnato circolare dentro perimetro quadrato.

 

Ex Monastero Benedettino
Il centro storico vanta i resti di uno dei più antichi edifici dresanesi. Sul lato est di piazza Manzoni, infatti, è ancora presente il muro di un’abitazione, con un massiccio portone di legno che anticamente faceva parte del convento di monaci benedettini, ai quali si deve il lavoro di bonifica e coltivazione delle aree paludose circostanti, un tempo terreno fertile per la diffusione della malaria.

 

Feste
• In aprile, la seconda o la terza domenica del mese, si tiene la manifestazione Dresano Fiorita. Per l’intera giornata, bancarelle artigianali, mercatino dell’usato, artisti in piazza, mostre ed eventi sportivi fanno da contorno alla mostra-mercato di piante e fiori, che rappresenta il clou dell’evento.
Durante il mese di maggio si tiene il Torneo del Gonfalone, evento calcistico organizzato dalla società Dresano Calcio, che è anche occasione di festa, con varie iniziative d’intrattenimento e un servizio ristoro attivo durante tutte le serate del torneo.
Il secondo fine settimana di settembre si svolge la Festa dell’Uva: due giorni all’insegna di bancarelle, mostre artistiche, serate danzanti e la possibilità di cenare presso il punto ristoro allestito per l’occasione.
• Il primo fine settimana di ottobre si svolge la sagra del paese: prevista una serie di eventi e iniziative di carattere sia ludico sia culturale, con il coinvolgimento dell’amministrazione comunale e delle varie associazioni attive sul territorio.

Cusago

Cusago 

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 3.904 abitanti (dato del febbraio 2015), distribuiti tra il nucleo urbano principale e la frazione Monzoro. La superficie territoriale è di circa 11 kmq, 9,45 dei quali sono parte integrante del Parco Agricolo Sud Milano. 

L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrodestra, con Giovanni Triulzi

nel ruolo di sindaco.

protocollo@comune.cusago.mi.it 

www.comune.cusago.mi.it 

Da vedere

 

Castello Visconteo

Si tratta di un bene architettonico di altissimo valore storico e culturale. Venne realizzato nel 1350 da Bernabò Visconti come residenza di campagna, in un territorio fittamente boscoso e ottimo per le battute di caccia. Quando il Castello passò a Filippo Maria Visconti, vennero effettuati una serie di interventi strutturali che trasformarono l’edificio e, in parallelo, fu realizzato un sistema di canali che permetteva di raggiungere Cusago da Milano esclusivamente via acqua.

Con Ludovico il Moro e sua moglie Beatrice d’Este il palazzo fu ricostruito e ampliato nella forma attuale e ospitò anche ambasciatori e ospiti illustri.

Successivamente il Castello conobbe un periodo di declino legato alle dominazioni spagnola e francese.

L’importanza di questo bene non è solo urbanistica, ma si rispecchia anche nella storia di Cusago: dall’età ducale all’età moderna si può affermare che l’intero territorio comunale ha sempre costituito un’unica pertinenza del Castello: e il Castello rappresenta infatti il nucleo più antico del comune cusaghese. 

Nel 2003 la proprietà del Castello, da sempre appartenuto privati, venne acquisito dalla società Il Castello di Cusago Srl, fondata da un gruppo di imprenditori locali. Nel 2016, nonostante un progetto è stato acquistato dalla società Finscott.

Il Castello di Cusago necessita da tempo di sostanziali interventi di recupero, in particolare sulle coperture, divenuti ormai urgenti per evitare un ulteriore degrado di questo splendido bene storico-architettonico. 

Chiesa dei Santi Fermo e Rustico

Divenne sede della parrocchia di Cusago nel 1601. La chiesa conserva, a partire almeno dal 1685, le spoglie di San Vincenzo martire, pubblicamente esposte in occasione della festa patronale. Di particolare pregio alcuni affreschi e tele, un gruppo ligneo, diversi ex voto di alta epoca e soprattutto l’organo del 1854 della bottega del Carcano, restaurato e utilizzato per concerti, oltre che per le cerimonie religiose. L’altare maggiore della chiesa parrocchiale venne ufficialmente consacrato solo il 9 maggio 1978.

Chiesa di Santa Maria Rossa

Situata nella frazione Monzoro, l’antica chiesa romanica sconsacrata di Santa Maria Rossa, oggi proprietà privata e aperta solo in occasione di eventi programmati, è l’ultima parte rimasta dell’antica abbazia edificata nel XIV secolo appartenente all’ordine degli Eremitani di sant’Agostino. Il nome di Santa Maria Rossa deriva dal colore delle vesti con cui la Vergine è ritratta in un affresco interno, ancora visibile. Altri affreschi, di scuola giottesca, appartenuti alla chiesa, sono conservati nella pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.

La chiesetta si presenta ad aula unica, con copertura a capanna e accoglie un piccolo presbiterio di forma quadrangolare dove campeggia un grande affresco con il Cristo circondato dai quattro evangelisti. L’interno presenta pregevoli affreschi di maestri lombardi della fine del XIV secolo. 

Oratorio dei Santi Antonio e Teresa

Annesso alla cascina Robaione, la chiesa venne edificata, come risulta da una lapide murata in loco, nel 1656, per volontà della famiglia Ceva (di origini spagnole): si tratta di un ex voto per aver avuta salva la vita durante l’assedio di Pavia da parte dei francesi. In quello stesso anno, la famiglia Ceva ospitò in questo oratorio le prime statue mai realizzate raffiguranti il miracolo della Madonna di Caravaggio, risalenti al 1432. Vennero qui conservate sino al termine dei lavori di rifacimento che interessarono l’antico santuario di Caravaggio.

Nel XVIII secolo l’oratorio passò di proprietà, dapprima al conte Giuseppe Imbonati, poi, dal 1879, all’ingegnere Luigi Tarantola. Fu quest’ultimo, nel 1904, ad approntare l’aggiunta di un pronao a colonne, ancora oggi visibile davanti all’ingresso. La stessa famiglia Tarantola, inoltre, rinvenne le lapidi con la commemorazione del passaggio del simulacro della Madonna di Caravaggio. Vennero quindi fatte realizzare le copie delle antiche statue, a ricordo delle originali, esposte sotto teca sull’altare.

All’interno della cappella si trovano anche due dipinti secenteschi: Tobiolo e l’angelo e Matrimonio della Vergine, attribuiti al pittore comasco Francesco Carpano.

Cascina Fornace

Edificato tra il XVIII e il XIX secolo, si tratta di un complesso rurale organizzato intorno a una corte quadrilatera, che comprende la casa padronale, le case coloniche, le stalle, i fienili e alcuni edifici di servizio. A ridosso del nucleo principale sorgono quattro silos e le stalle di più recente costruzione. La struttura è caratterizzata da murature perimetrali in laterizio, solai prevalentemente in legno e putrelle in ferro. I tetti sono a capanna, con tegole di cotto su orditura lignea. 

Cascina Robaione

Edificata nel XVII secolo, la cascina Robaione si trova nell’estremo sud del territorio di Cusago, in un contesto completamente agricolo caratterizzato da rogge e fontanili. È un complesso a corte organizzato intorno ad un’area rettangolare, su cui si attesta la maggior parte degli edifici. Alla corte principale si affianca quella dei coloni, costituita dall’edificio con gli alloggi e dai rustici; sul lato corto, vicino all’accesso principale, si trova il forno. Lungo il lato sud-ovest sorgono la casa padronale e l’oratorio secentesco dedicato a Sant’Antonio e Santa Teresa, oltre alla scuderia e al deposito del fieno. I due edifici sono posti in comunicazione da una piccola corte di servizio. Da qui, tramite un ingresso secondario, si può accedere alla minuscola sagrestia e all’oratorio. La villa padronale si affaccia, a sud-ovest, su un piccolo giardino aperto verso la campagna ed è costeggiata dall’acqua del fontanile Lampugnano. Il lato opposto della corte è occupato dalle abitazioni coloniche e, nell’angolo sud-est, dai portici con l’essiccatoio, la legnaia e all’officina per la manutenzione delle macchine agricole.

Feste 

 

  • La prima domenica di maggio si tiene la festa patronale di San Vincenzo. Per l’occasione, le vie e le piazze del paese sono animate dalla tradizionale fiera e da varie iniziative d’intrattenimento, oltre alla consueta processione religiosa in onore del santo patrono.

 

Il secondo fine settimana di aprile si tiene la manifestazione Cusago in Fiore, mostra-mercato di fiori, piante, bulbi, frutti e antiquariato a cura della pro loco.

 

Il secondo fine settimana di settembre si rinnova l’appuntamento con la festa di Santa Maria Bambina, patrona della frazione Monzoro. 

 

Nel mese di ottobre si svolge la Festa dell’Agricoltura, un fine settimana all’insegna di iniziative legate alla tradizione rurale. In particolare, l’evento prevede l’allestimento di un mercatino di prodotti enogastronomici, spettacoli d’intrattenimento, laboratori a tema per bambini e il coinvolgimento di operatori di cibo da strada.   

 

Corsico

Corsico

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 34.909 abitanti (dato del giugno 2016), distribuiti su una superficie di 5,42 kmq, di cui solo 0,46 fanno parte del Parco Agricolo Sud Milano. Attraversato dal Naviglio Grande e direttamente confinante con la città di Milano, Corsico risulta tra i comuni più urbanizzati dell’hinterland milanese.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrodestra, con Filippo Errante nel ruolo di sindaco (in carica dal giugno 2015).

 

ufficioprotocollo@cert.comune.corsico.mi.it
www.comune.corsico.mi.it

 

Da vedere

 

Chiesa SS. Pietro e Paolo
Situata in via Cavour, nel centro storico di Corsico, sorge sull’area, che già nel X secolo ospitava un luogo di culto. L’attuale struttura, tuttavia, risale a tempi più recenti: pare sia stata edificata tra il 1848 e il 1852, su progetto dell’architetto Guido Alvisetti. Nel 1870 fu costruito, invece, l’altare della Madonna. Successivamente si sono avute ulteriori modifiche.

 

Cascina Guardia
Il complesso delle cascine Guardia di Sopra e Guardia di Sotto, risalente al XVI secolo e appartenuto ai Visconti, costituiva un tipico esempio di grande cascina del milanese. La cascina Guardia di Sopra è stata qualche anno fa venduta all’Istituto buddista Soka Gakkai che, rispettando i vincoli archeologici e culturali individuati dalla Sovrintendenza, la ha trasformata in un centro culturale. La cascina Guardia di Sotto, in totale stato di abbandono, si trova una chiesetta con l’oratorio dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria, eretto nel 1622. La costruzione, in perfetto stile cinquecentesco, apparteneva sin dal sec. XVII alla famiglia dei marchesi Pozzi. Era originariamente suddivisa in due unità: la parte orientale dotata di un vasto giardino all’italiana, denominata Guardia e la parte occidentale, comprendente i fabbricati rurali e le abitazioni dei contadini detta Guardina. La chiesa facente parte del complesso fu riedificata o restaurata dal marchese Giovan Battista Pozzi nel 1622 sulla preesistente chiesa di Santa Croce allora parrocchia. Antistante alla chiesa esiste tuttora un’edicola a quattro colonne cinquecentesche che incorniciano i miseri resti di un affresco completamente illeggibile. Detta edicola fu eretta a ricordo del passaggio di San Carlo Borromeo che, ormai moribondo, proprio in quel luogo, il 2 novembre del 1584, trasbordò da una barca su cui viaggiava sul Naviglio verso Milano su una carrozza con cui proseguì per la città dove morì appena due giorni dopo. Secondo la mappa della Pieve di Cesano che raffigura dettagliatamente tutte le chiese e gli Oratori esistenti, mappa redatta nel 1566, nel sito della Guardia di Corsico (in altre mappe e documenti denominata Guarda) appare chiaramente segnata, oltre alle parrocchie di San Pietro e Paolo, San Biagio a Grancino e San Rocco a Corsico, come parrocchia la Chiesa di Santa Croce alla Guardia (associazione Amici di Corsico).

Nelle vicinanze del complesso si trova, inoltre, il Lago Boscaccio, oasi naturalistica di grande interesse ambientale, soprattutto per l’elevato numero di uccelli acquatici che ospita specialmente durante il periodo di svernamento.

 

Parco Cava Burgo
Situato al confine con il Comune di Buccinasco, si estende su una superficie di circa 35.000 mq.  Completamente recintato e comunicante col parco di via Resistenza, è caratterizzato dalla presenza di un laghetto, dotato di fontana per l’ossigenazione dell’acqua e attuale ritrovo di diverse specie di volatili e animali. Al suo interno si trovano anche uno spazio-giochi per bambini, un percorso pedonale ad anello e un’area cani delimitata. Qui è situata anche Cascina Agostoni, sede di alcuni uffici dell’amministrazione comunale.

 

Parco Cabassina
Situato nel quartiere Lavagna si estende per circa 22.000 mq, e un parco chiuso con al proprio interno un laghetto adibito alla pesca sportiva, dotato di 2 aree gioco per i bambini, aree cani recintate, percorso pedonale ad anello, campo bocce, circolo ricreativo, bar e servizi igienici e campetto polivalente per attività ricreative.

Feste

Ogni anno, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, si rinnova l’appuntamento con la Sagra di Corsico. Si tratta di una serie di iniziative, che si articolano per un mese intero, sino agli inizi di ottobre. Il programma, nutrito di eventi e variabile di anno in anno, è caratterizzato da mostre ed eventi culturali, giochi folkloristici (come l’immancabile appuntamento con il palo della cuccagna), gare sportive (tra cui la competizione di nuoto gran fondo, lungo il percorso del Naviglio), mercatini, esibizioni e iniziative di beneficienza.

Cornaredo

Cornaredo

 

 

 

Comune situato a ovest di Milano, Cornaredo conta 20.459 (dato del dicembre 2015) su una superficie totale di 10,96 Kmq, di cui il 47% nel Parco Agricolo. Il centro abitato si divide tra il nucleo centrale del paese e la frazione San Pietro all’Olmo, cui sono legate le origini storiche del paese. È intorno ad essa, infatti, che, a partire dal medioevo, si sono sviluppati i primi insediamenti, principalmente legati alle attività agricole.
Dal 2014 l’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrosinistra, che ha in Yuri Santagostino il suo primo cittadino.
protocollo@pec.comune.cornaredo.mi.it
http://www.comune.cornaredo.mi.it

 

Da vedere


Cascina Favaglie San Rocco e Museo Contadino
Tipico esempio di cascina lombarda a corte chiusa, le cui origini risalgono al 1272, anche se l’attuale configurazione è collocabile intorno al 1830, quando il Duca Ferdinando Serbelloni Sfondrati, Generale di cavalleria al servizio del Maresciallo Radetzky, fece abbattere gli ormai fatiscenti fabbricati per sostituirli con altri nuovi.
Dopo vari passaggi di proprietà, l’intero complesso Cascina Favaglie San Rocco è stato ceduto al comune di Cornaredo ed è divenuto patrimonio dell’Associazione Italia Nostra Milano Nord Ovest, che ne ha curato diverse attività di recupero e valorizzazione.
Esiste un percorso museale, che consente di visitare l’intero complesso: la cascina e i suoi edifici, la corte interna, la chiesetta di San Rocco, la ghiacciaia e il museo contadino. Sul fondo dell’area sono state costruite, con i contributi del Comune e del Parco Sud, le strutture agresti dove si svolgono le attività didattiche dei vari laboratori (ortivo, panificazione e caseario) e altre manifestazioni, che si tengono con cadenza annuale, quali: Festa di primavera; Festa del pane; Festa punto parco; Festa delle castagne.
Normalmente le visite sono possibili dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle 12,00, e nella prima e terza domenica di ogni mese (ore 9-12, 14-18). In agosto e nel periodo 1 novembre/28 febbraio, invece, le visite guidate domenicali e per i gruppi numerosi si tengono solo su prenotazione, telefonando allo 0293565979 o scrivendo all’indirizzo mail: milano_no@italianostra.org.

Ghiacciaia
Strumento indispensabile per la conservazione degli alimenti deperibili e per l’attività casearia collegata all’allevamento del bestiame, la Ghiacciaia fa parte del complesso Cascina Favaglie San Rocco, di cui costituisce una delle principali attrattive. Non vi sono riferimenti certi circa la sua collocazione storica.

Chiesa SS. Giacomo e Filippo
Si tratta della chiesa parrocchiale del paese, dedicata ai santi apostoli Giacomo e Filippo. La sua fondazione risale, con ogni probabilità, all’epoca medioevale, dal momento che già risulta elencata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis” di Goffredo da Bussero come sottoposta alla Pieve di Nerviano. Nel 1602 passò, invece, a quella di Rho.
La chiesa venne completamente ricostruita alla metà dell’Ottocento, mantenendo, da allora, la stessa conformazione ammirabile oggi e caratterizzata, in particolare, dalla facciata con un piccolo colonnato ed un elegante timpano sopraelevato, sormontato da due statue di angeli.
Il campanile della chiesa è dotato di cinque campane, fuse dalla fonderia Barigozzi di Milano nel 1901. I bronzi sono montati nel classico sistema di suono ambrosiano e sono intonati in Si2 Maggiore.

 

Chiesa di Sant’Apollinare
Proprio di fronte alla chiesa parrocchiale SS.Giacomo e Filippo, sorge questa struttura semplice, a capanna, caratterizzata da mattoni a vista e finestre bifore rifinite in cotto. Si tratta di una piccola chiesa, che ha tuttavia grande rilievo storico. Risale, infatti, al XI secolo ed è sempre stata oggetto di dispute, la prima delle quali riguarda il suo nome e la sua dedicazione. Nonostante gli arcivescovi in visita fossero soliti chiamarla Oratorio dell’Immacolata, la chiesa era, sin dai tempi antichi, un beneficio legato alla basilica di Sant’Ambrogio a Milano e al suo interno era presente una statua di Sant’Apollinare, che le aveva conferito il nome. Da cronache ancora più antiche, inoltre, risulta che in paese vi fosse un oratorio dedicato a Santa Maria, di fronte alla vecchia chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio. Effettivamente, all’interno della chiesa sono presenti sia le statue di Sant’Apollinare sia la statua della Madonna di Lourdes, per la quale si è costruita una piccola grotta all’interno della struttura romanica.

Chiesa abbaziale di San Pietro all’Olmo
Situata nell’omonima frazione e denominata gesa végia, per distinguerla dall’edificio di culto costruito in epoche successive a Cornaredo, la chiesa ha origini antichissime: risale, infatti, all’epoca longobarda e la struttura abbaziale le fu probabilmente conferita tra il IX e l’XI secolo. Gli interni presentano forme romaniche, mentre la facciata della chiesa è stata riedificata tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.

 

Palazzo Dugnani
Il primo impianto venne modificato nel Seicento, quando Gerolamo Dugnani divenne Conte di Cornaredo (titolo perso dalla sua famiglia all’arrivo di Napoleone in Italia). Estintasi la famiglia Dugnani, con l’ultima sua discendente femminile Rosa Domitilla (detta Nicolina, 1862-1945), l’edificio divenne una multiproprietà privata. Oggi è ancora contraddistinto dall’impianto seicentesco, di semplice fattura, su cui svetta la torretta.

 

Palazzo Municipale
Dalle tracce di alcuni affreschi rinvenuti all’interno della struttura, lo stabile sembra risalire al ‘400. Solo a partire dal ‘600 venne, tuttavia, considerato casa nobile. Ultimi proprietari della villa furono i Ponti, che, nel 1920, formalizzarono la vendita al Comune. Dal 1929, l’amministrazione comunale vi stabilì i propri uffici.

 

Palazzo della Filanda
Storica sede della fabbrica di filatura del paese, segnò per oltre un secolo la storia industriale del paese. Centinaia di ragazze ebbero qui la loro prima esperienza di lavoro: un’attività antica di lavorazione dei bozzoli per assicurare la produzione del prezioso e lucente filato. Ci sono numerose testimonianze di come i terreni circostanti il paese fossero ricchi di piantagioni di gelsi per il baco da seta. Questo diede ovviamente impulso a una fiorente attività tessile, già a partire dal XVIII secolo. È infatti all’anno 1772 che risalgono le origini della filanda, oggi adibita a centro culturale. Al suo interno si trovano la biblioteca comunale, una sala cinematografica e altri spazi, dove vengono spesso allestite mostre ed eventi culturali di vario genere.

 

Feste
La festa patronale di Cornaredo cade la prima domenica di settembre e comprende un ciclo di manifestazioni, che si sviluppa nell’arco dell’intero fine settimana, prolungandosi generalmente sino al martedì successivo. La chiusura è segnata da uno spettacolo pirotecnico. Durante il periodo della festa, un’intera area del paese è adibita a luna park. Numerosi gli eventi: concerti, spettacoli teatrali e manifestazioni culturali di vario genere, la maggior parte delle quali a cura della Pro Loco e di altre associazioni locali. Nelle giornate di sabato e domenica le principali vie del paese ospitano la fiera delle merci, con bancarelle di prodotti che spaziano dall’abbigliamento all’enogastronomia. Di particolare interesse è anche la Fiera agrizootecnica, con l’esposizione di macchinari e capi di bestiame, a cura delle aziende agricole locali, e il mercato dei prodotti agricoli allestito da Coldiretti.  La tradizione popolare vuole che, ogni lunedì sera della festa, il tempo sia piovoso fino all’uscita della Madonna dalla chiesa per l’abituale processione; il temporale cessa nel momento in cui il carro varca il portone e torna a scatenare la sua ira solo nel momento in cui la Vergine ritorna in chiesa.
Durante i mesi di primavera ed estate, il centro sportivo comunale ospita numerose feste popolari: dalla festa “amici della Sardegna” a quella della birra bavarese, ma anche rassegne legate al mondo dell’equo e solidale e feste organizzate da partiti politici. In queste occasioni, l’area ospita stand gastronomici, spazi d’intrattenimento, concerti e serate danzanti.
Nell’arco dell’anno sono ricorrenti iniziative e sagre legate a prodotti del territorio, spesso allestite nelle cascine locali, come Cascina Favaglie San Rocco: qui, ad esempio, si tengono manifestazioni a tema, quali la Festa del pane, la Festa delle castagne e la Festa di Primavera. Intorno alla fine di settembre si svolge la Sagra Cascina Croce, con musica, giochi e intrattenimenti vari.

Corbetta

Corbetta

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 18.161 abitanti (dato al febbraio 2014), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Battuello, Castellazzo de’ Stampi, Cerello e Soriano. Il paese si estende su una superficie territoriale di circa 18 kmq, 11,01 dei quali rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una lista civica, con Marco Ballarini nel ruolo di sindaco (in carica da giugno 2016).

 

Da vedere

 

Castelletto
Noto anche come Castello di Sant’Ambrogio o Castello Crociato, rappresenta l’ultimo frammento murario di una costruzione risalente al IX secolo. Probabilmente la struttura divenne proprietà degli arcivescovi di Milano a partire dall’XI secolo.
Il 29 maggio 1037, nell’ambito della guerra tra papato e impero, fu oggetto di un tentativo d’assedio da parte dell’imperatore Corrado il Salico, il quale si appressò al castello con le proprie truppe per combattere i difensori inviati dall’arcivescovo milanese Ariberto da Intimiano. Sin dai primi colpi dell’assedio si scatenò un violento temporale e apparve in cielo, secondo il racconto redatto dallo storico tedesco Wippone, la figura di Sant’Ambrogio, che intimò al sovrano di abbandonare il luogo per non incorrere in amare sconfitte. Dopo questi presagi, l’imperatore tolse l’assedio al castello e si concentrò altrove, ma il luogo fu nuovamente oggetto di devastazioni a opera di Federico Barbarossa (nel 1154) e di Federico II (nel 1239).
Si perdono poi le tracce del fortilizio sino al 1270, quando Napo Torriani ordinò alcune opere di ampliamento, proseguite poi sotto la guida di Matteo, Galeazzo, Gian Galeazzo e Filippo Maria durante le guerre del Monferrato.
Il ruolo difensivo del castello venne mantenuto con ogni probabilità sino al XVII secolo, quando, ormai obsoleto per le nuove tecniche di guerra e per la nuova situazione politica creatasi col dominio spagnolo, venne quasi completamente smantellato. Il materiale che lo costituiva venne poi reimpiegato per la costruzione delle vicine Villa Frisiani Mereghetti e Villa Borri Manzoli.
Il complesso odierno, situato in piazza Corbas, presenta solo alcune parti originarie ed è il frutto di un’opera di restauro, compiuta tra il 1941 e il 1942 a cura dell’architetto Piero Portaluppi, cui seguirono una serie di ampliamenti, realizzati tra gli anni 1959 e 1963.

 

Villa Frisiani Mereghetti
Situata in piazza del Popolo, la villa venne costruita nel 1653 per volontà di Gottardo Frisiani. Il progetto fu curato dall’architetto Francesco Maria Richini. I tre archi della facciata sono retti da doppie colonne in granito di Baveno. Il piano superiore è caratterizzato da cinque aperture poste simmetricamente. La parte posteriore, che si affaccia su quello che era uno dei più grandi giardini di Corbetta, attraversato dal fontanile Madonna, è in mattoni a vista e presenta due corpi laterali aggettanti, che chiudono la composizione. Il prestigio di questa villa ha fatto da costante richiamo per artisti e decoratori, contribuendo a renderlo, in pratica, un museo. Al suo interno si possono ammirare, infatti, soffitti a cassettoni, pavimenti lignei, pitture allegoriche, mitologie, cornici, lunette, volte, scenografie, fasce, medaglioni e gli affreschi dei fratelli Giovanni Stefano e Giuseppe Montalto e del Luini.

 

Villa Pisani Dossi
Situata in via Mussi (un tempo Contrada del Luogo Pio), fu costruita verso la metà del Quattrocento per volontà del conte Ambrogio Varese da Rosate. La dimora venne alienata dai suoi discendenti nel 1811 e passò alle famiglie Mussi e Borsani, prima di diventare, nel 1892, proprietà di Carlo Alberto Pisani Dossi, che affiancò all’attività di diplomatico l’adesione al movimento culturale milanese della scapigliatura. Nel 1898, con la scoperta dei resti della dimora quattrocentesca, Carlo Dossi provvide a sue spese al restauro dell’edificio: riaprì le finestre originarie, ricostruì il portone borchiato e il camino, con la canna fumaria sporgente dal fronte. Provvide anche a fare affrescare la facciata, rimanendo fedele, per quanto possibile, ai motivi ornamentali originali rinvenuti sotto gli intonaci.
Gli interni ospitano oggi un museo privato. Qui sono conservati reperti archeologici di notevole valore (alcuni rinvenuti dallo stesso conte durante attività di scavo condotte a Corbetta e nei territori circostanti) e la biblioteca, costituita da volumi e da documenti di varie epoche.

 

Chiesa di San Vittore Martire
Antica chiesa, le cui origini risalgono al III secolo, venne ricostruita in stile romanico nel 1037. Successivamente fu interessata da vari interventi di rifacimento, che la portarono (nel 1792) alla configurazione attuale. È quindi di stile neoclassico, su progetto dell’architetto Taglioretti. Tra il 1845 e il 1848 venne ridisegnata la facciata, a opera di Luigi Cerasoli, mentre altri interventi di una certa rilevanza riguardarono il campanile, ricostruito nel 1908, a seguito del crollo del 1902.
Grazie alla particolare posizione della città e al suo essere stata pieve di riferimento per buona parte delle parrocchie dell’ovest milanese, la chiesa ha conosciuto, nel corso della sua storia millenaria, il passaggio di molti personaggi di rilievo.
Ancora oggi San Vittore Martire continua a essere la chiesa parrocchiale di Corbetta.

 

Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
L’edificio sacro più notevole dell’arte rinascimentale e barocca corbettese è senza dubbio questo Santuario. Costruito su un’area all’epoca periferica della città, dove sorgeva una chiesa dedicata a San Nicola, si trova oggi in pieno centro storico. Grazie ad un presunto evento miracoloso avvenuto nel 1555, la chiesa divenne il più grandioso altare mariano della città, cambiando la propria architettura in un santuario suddiviso su due livelli: quello inferiore, tuttora dedicato a San Nicola, e quello superiore (con l’immagine miracolosa ad affresco) consacrato alla Madonna.
Nel corso dei secoli, artisti del calibro di Francesco Croce, Fabio Mangone, Vincenzo Seregni, Francesco Pessina, Carlo Francesco Nuvolone, Giulio Cesare Procaccini, Giovan Battista Discepoli, Mosè Bianchi e Luigi Pellegrini Scaramuccia, detto il Perugino, hanno contribuito ad arricchirlo con le loro opere.
Il Santuario è stato oggetto di visite da parte di personalità eminenti. Tra queste, San Carlo Borromeo, che durante il suo episcopato si fece promotore del culto mariano di questo santuario presso la Santa Sede, riuscendo d ottenere la concessione dell’indulgenza annua in forma giubilare, tradizione che, ancora oggi, viene ricordata attraverso una serie di celebrazioni definite Perdono di Corbetta.

 

Villa Frisiani Olivares Ferrario
Situata in via Cattaneo e attuale sede municipale, la villa fu eretta eretta per volontà dei conti Frisiani, nel XVIII secolo. È documentata nelle mappe del Catasto Teresiano del 1721, anche se la sua struttura architettonica si distingue dalle dimore gentilizie tipiche di quel periodo. La tradizionale pianta a U presenta, infatti, ali laterali molto distanziate tra loro e di altezza eguale a quella del corpo centrale, mentre la facciata è ripartita su due piani, terreno e loggiato, con due ordini di porticati, ciascuno dotato di sette archi a tutto sesto, retti da colonne di granito alte e sottili. Numerosi elementi dell’edificio farebbero supporre che sia stato edificato sopra un convento degli Umiliati del Cinquecento. Attraverso il portico si accede al parco all’inglese voluto da Alessandro Olivares, la cui casata, nel corso dell’Ottocento, divenne proprietaria della villa. Intorno agli anni ’50 è passato alla famiglia Ferrario e, a partire dagli anni ‘80, il palazzo è diventato sede dell’amministrazione comunale, col parco adibito a spazio pubblico.
Il parco della villa ospita numerose varietà di essenze arboree ed è impreziosito da un laghetto, realizzato negli anni venti del Novecento e alimentato dal Fontanile Madonna, che scorre parallelamente al laghetto e vi si innesta attraverso delle chiuse
Qui si trova una finta grotta retta da colonne per il ricovero delle barche. Al centro del bacino è situata una splendida statua in pietra di Nettuno (di probabile origine settecentesca) con tridente in ferro, poggiante su un basamento barocco. Gran parte delle statue che adornavano il complesso naturale del parco sono andate completamente distrutte o versano in stato di degrado.
Pregevole è anche il piccolo ponticello in mattoni, che conduce all’isola costeggiando una delle due grandi colline in terriccio realizzate durante lo scavo del laghetto.
Presso la villa, nella scala che conduce al lavatoio del fontanile, si trova una statua di Atlante che sorregge la scalinata.

 

Palazzo Brentano
Fu edificato tra il 1732 e il 1737 per volontà di Carlo Giuseppe Brentano, tesoriere generale del Ducato di Milano, con l’intento di farne la propria residenza di campagna.
Progettato dall’architetto Francesco Croce (membro della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano), presenta interni impreziositi da stucchi e affreschi della metà del Settecento, opera di Giovanni Angelo Borroni, Mattia Bortoloni, Giuseppe Pellegrini, Ferdinando Porta e Giovanni Battista Sassi. All’esterno sorge, invece, il giardino con un boschetto all’inglese, dove dimorano specie rare ed esotiche.
Dopo vari passaggi di proprietà, il palazzo fu dapprima seminario dei Padri Somaschi (1937), per poi divenire, dal 1972, sede di una scuola media parificata, dedicata a San Girolamo Emiliani, fondatore dell’ordine.

 

Feste

 

  • La più importante ricorrenza cittadina è la Festa del Perdono, che si celebra il giovedì dopo Pasqua. Oltre a ospitare le bancarelle di vari artigiani e mercanti, strade e piazze del paese si colorano di numerose iniziative d’intrattenimento, tra cui spazi ludici e concerti musicali. Nell’occasione viene, inoltre, assegnato il premio Suor Michelina ai cittadini benemeriti e si svolge la fiera per lo sviluppo eco-sostenibile del territorio.
    La sera del 17 gennaio, in vari punti del paese viene allestito il tradizionale falò di Sant’Antonio Abate: una catasta di legna si accende e brucia nella notte, fino ad avvolgere tra le fiamme il fantoccio posto al vertice della pira. Un rito propiziatorio legato alla cultura contadina, che rende omaggio al santo protettore degli animali (e del maiale in particolare) con una notte all’insegna di balli, canti e tradizione culinaria.
    Prima domenica di maggio: passeggiata tra le ville storiche, a cura della pro loco. Le numerose ville storiche del paese restano aperte e visitabili per l’intera giornata.
    L’8 maggio, appuntamento con la festa patronale, dedicata a San Vittore Martire.
    Intorno al 19 marzo, in occasione della ricorrenza di San Giuseppe, si tiene la festa patronale della frazione Castellazzo de’ Stampi. Il programma delle iniziative, che generalmente si protraggono per quattro giorni, prevede, oltre ai momenti religiosi ed alla processione, che si tiene la domenica, col trasporto della statua del Santo per le vie della frazione, serate danzanti e un servizio bar e ristorante, nel parco di via Zara. Il giorno clou della festa è comunque la domenica, quando si concentrano varie manifestazioni pomeridiane: mostre di bonsai, manifestazioni sportive e bancarelle, oltre a momenti dedicati ai più piccoli, tra clown e attività didattiche legate al mondo della campagna.