Paullo

Paullo

 

 

Comune dell’area est milanese, conta 11.461 abitanti distribuiti tra il nucleo storico principale e le frazioni Conterico Sopra, Conterico Sotto, Cascine Inzogo, Tombona, Ronco, Bentivoglio, Linate, Cossago, Cossaghetto, Villambrera, Fornace, Sant’Antonio, Casello e Cascina Nuova. La superficie territoriale si estende per circa 8,91 kmq, 6,93 dei quali sono parte del Parco Agricolo Sud Milano. A questo comune è legata la scoperta della varietà di riso Carnaroli, avvenuta nel secondo dopoguerra per merito del cultore Achille De Vecchi, che così volle chiamarla in memoria del suo fidato “camparo” (collaboratore agricolo esperto della rete d’irrigazione dei terreni), signor Carnaroli, caduto in guerra.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta, che ha nella lista civica Per la Città di Paullo la forza politica di maggioranza e in Federico Lorenzini il sindaco (in carica dal maggio 2014 e al suo secondo mandato).

 

Da vedere

 

Villa Moncucca
Si tratta dell’edificio storico più importante presente sul territorio comunale. Vi è certezza storica della sua esistenza già dal XIV secolo, quando Monsignor Bernardo Talenti Vescovo di Lodi, ridusse a clausura tutte le monache dei vari ordini a quel tempo esistenti nella Diocesi: le Monache Umiliate dell’Ospitale di Santa Maria d’Arluno, in località Ronco di Paullo, si ritirarono appunto alla Moncucca per molti anni. Di proprietà comunale (non vi sono dati che certificano le precedenti proprietà) alla fine degli anni ottanta, fu oggetto di notevole opera di ristrutturazione, mutandone la struttura precedente e ricavandone alloggi in assegnazione di necessità a diverse persone.

 

Palazzo comunale
Insieme alla vicina biblioteca e alla scuola elementare Giuseppe Mazzini, l’edificio della struttura originaria risale al 1908, mentre la palazzina situata all’interno del cortile è stata realizzata nel 1996. Il palazzo si affaccia sia su Piazza della Libertà (area pedonale) sia sulla centrale via Mazzini.

 

Chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta
Edificata negli anni Sessanta del secolo scorso su progetto dell’architetto Giancarlo Santuz, è la chiesa parrocchiale del paese. È stata costruita in luogo dell’antica chiesa, di cui conserva solo il nome e il campanile, realizzato in stile romanico, con mattoni a vista, e con ogni probabilità risalente alla fine del XVII secolo. L’antica chiesa è databile intorno al XII secolo, anche se, nel corso dell’Ottocento, fu ristrutturata in stile neoclassico. Nella chiesa è conservata una piccola reliquia dei due santi patroni.

 

Chiesa di San Tarcisio
Fu realizzata negli anni Settanta del secolo scorso, nell’ambito della costruzione di un villaggio residenziale e su progetto dell’architetto Gianfranco Andreoni. Venne intitolata al giovane martire del III secolo, San Tarcisio, in onore del vescovo di Lodi Tarcisio Vincenzo Benedetti, sotto il cui mandato a Paullo erano stati costruiti il nuovo oratorio e la nuova chiesa parrocchiale. La particolarità della chiesa è la costruzione in cemento armato a forma di cupola.

Santuario di Santa Maria in Pratello
Secondo la tradizione, la chiesa fu eretta per commemorare l’evento miracoloso di una pastorella sordomuta, che riacquistò la parola pregando davanti all’immagine della Madonna. All’inizio del XIV secolo, la statua in legno raffigurante la Madonna col Bambino venne portata al Pratello e collocata in una nicchia sopra l’altare, dove si trova tuttora. Nel 1749, il piccolo santuario fu oggetto di radicali interventi di ristrutturazione, in occasione dei quali venne innalzata la cupola. Ulteriori opere generali di restauro hanno interessato la chiesa nel 1956. Nel mese di maggio del 2005 fu, invece, eseguito un restauro dell’affresco della Beata Vergine Maria.

 

Parco Muzza
Parco creato intorno alla chiusa del canale Muzza, diramazione del fiume Adda, che da Cassano d’Adda prosegue poi nel lodigiano. Qui il canale, dopo essere passato sotto il ponte di Conterico, forma, in prossimità della diga, una piccola cascata, prima di proseguire il suo percorso addentrandosi nella confinante provincia di Lodi. Il parco è attraversato da un percorso ciclopedonale e si presta spesso, specie nella bella stagione, ad essere teatro di iniziative e feste all’aria aperta, in un contesto dominato dalla natura rurale del Parco Agricolo Sud Milano. La pesante fase di progressiva urbanizzazione della pianura esalta maggiormente la Muzza nella sua funzione di pompa di alimentazione idrica della falda e la rende inoltre un vero e proprio ‘corridoio verde’, di enorme importanza per la ricostituzione degli assetti naturali e del paesaggio agrario. A questa funzione si associa quella ricreativa che si svolge lungo le sue sponde attraverso percorsi ciclo-pedonali, sentieri natura, aree di sosta e zone di pesca sportiva. Sono migliaia le persone che ogni giorno ‘utilizzano’ il canale sotto questo aspetto.

Feste

 

• L’appuntamento più importante è quello che coincide col primo fine settimana di maggio, quando si tiene la Fiera di primavera. L’evento, che coinvolge l’intero paese, si articola in una serie di iniziative, quali esibizioni musicali (dal corpo bandistico a concerti con canti popolari), mostre artistiche, spazi ludici, bancarelle di prodotti artigianali e stand enogastronomici. Elemento centrale della festa è la celebrazione del riso Carnaroli, varietà che è stata scoperta e così battezzata proprio qui a Paullo, dal cultore Achille De Vecchi.
• La festa patronale coincide col 16 giugno, quando si celebrano i Santi Quirico e Giulitta. Per l’occasione, l’omonima chiesa si fa promotrice di iniziative, che spesso coinvolgono il corpo bandistico locale e alcune delle associazioni attive sul territorio.

Pantigliate

Pantigliate

 

Comune dell’area est milanese, conta circa 5.800 abitanti, distribuiti su una superficie territoriale che si aggira intorno ai 5 kmq. Di questi, ben 4,24 kmq (l’85% del totale) sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nella lista civica Società e Ambiente la forza politica di maggioranza e in Claudio Giorgio Veneziano il sindaco (in carica dal settembre 2014).

 

Da vedere
Chiesa di Santa Margherita
Dedicata a Santa Margherita, è anche Santuario della Madonna della Provvidenza, perché in essa viene accolto il famoso quadro della Madonna, fatto dipingere alla fine del 1800 e offerto alla venerazione dei fedeli.
Fino al 1572 non vi sono documenti storici che ne attestino con precisione le origini. Pare, tuttavia, che un’antica chiesa parrocchiale fosse già presente nel XI secolo e si tratterebbe della struttura dove ha oggi sede il cinema centrale. La sua antichità si può dedurre dallo stile romanico dell’abside e dal fatto che il giardino antistante abbia dato sepoltura, com’era usanza all’epoca, ai caduti della battaglia tra milanesi e lodigiani, combattuta proprio sul suolo di Pantigliate nel 1224. L’antica chiesa subì, nel corso dei secoli, due ampliamenti, che ne peggiorarono però la struttura primitiva. Il crescente degrado dell’edificio, oltre alla crescita demografica del paese, alimentò la necessità di una nuova chiesa. Idea che si concretizzò per volontà di Don Luigi Longa, parroco di Pantigliate dal 1898 al 1926. Nel 1900 Don Longa acquistò un vasto terreno a lato dell’abitato prospiciente all’attuale Via Marconi e affidò il progetto della nuova costruzione all’architetto Campanini.
Tra varie vicissitudini, legate alla mancanza di risorse e a diverse modifiche rispetto a quello che era il progetto originale, la nuova chiesa fu ultimata nelle sue parti principali solo nel 1929. Don Casorè, provvide poi, nel 1945, appena terminata la guerra, a disporre i lavori di rifinitura della chiesa.
Le decorazioni e gli affreschi, che circondano tutte le pareti laterali e che rappresentano i misteri della religione cristiana, furono eseguite, su parere dell’Architetto Don Enzo Villa, dal pittore Giacomo Coppini. Successiva al 1929 è anche la costruzione delle due sacrestie e dei due altari laterali, nello spazio che, a opera appena ultimata, fungeva da sacrestia. L’altare maggiore, in porfido rosso, è stato invece trasferito dalla vecchia chiesa. Nel 1977 la chiesa ha subito un restauro a cura del pittore pantigliatese Giovanni Sirtori, nel rispetto degli affreschi originali, dei quali sono state eliminate solo alcune decorazioni, che appesantivano l’insieme.

Cascina Cassinazza
Non è sempre stata così curata come la si vede oggi. Il merito è dell’Azienda Agricola La Serenissima di Zia Germana.
La Cascina vanta una storia antica e periodi di grande abbandono. Le prime testimonianze certe della Cascina Cassinazza risalgono attorno al 1566, confermate nel 1571 nientemeno che da San Carlo Borromeo per la presenza di un “pilastrellum sancti Hieronimum in Loco Cassinatie”.
Dopo essere stata per secoli luogo di lavoro e di vita per innumerevoli generazioni, la Cascina subisce un periodo di totale abbandono fino al 2001, anno in cui gli attuali proprietari danno avvio ad un restauro totale della Cascina e un intelligente recupero dell’ambiente circostante. Le coltivazioni ora sono rigogliose, l’ingresso tra gli agriturismi della Lombardia è il segno di una rinnovata attività ricca di impegno e di amore per la natura. Recuperare la capacità produttiva dei terreni, ripopolare l’area circostante con una flora rigogliosa, creare un lago alimentato con acque sorgive, è stata una sfida ardua che ha portato ad una grande conquista, prova ne è anche la ripopolazione di fauna nel territorio. Non è strano infatti incrociare nel proprio cammino lepri, rane, farfalle multicolori, uccelli di diverse specie. Si presenta come un piccolo borgo stretto intorno a una piazzetta verde, più di 53 ettari di terreno, con 15.000 piante da bosco, e vi si può gustare una cucina sempre attenta ai prodotti utilizzati e alla delizia del palato.

Cascina Roverbella
Roverbella è una località che deve il suo appellativo al latino roverem bellam, letteralmente bella quercia. Scavi archeologici nella zona hanno portato alla luce oggetti gallici risalenti al III secolo A.C. (oggi conservati presso il Castello Sforzesco di Milano), che fanno ipotizzare l’esistenza di un insediamento celtico, sul limitare della foresta di roveri che qui sorgeva o in una radura all’interno della foresta stessa. Allo stesso modo, il ritrovamento di reperti d’epoca romana (monete, vasellame, frammenti metallici e fittili), autorizzano a pensare che Roverbella sia stato anche un insediamento romano. Risale, invece, al 1208 il primo documento notarile, dov’è attestato un primo passaggio di proprietà. Nel XV secolo, parte di Roverbella finì nelle mani di Tomaso Grassi, mercante di lana, nonché usuraio, il quale, nel 1480, ne donò ben 938 pertiche alla veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. La Fabbrica comprò a Roverbella altri poderi, portando la sua proprietà a 1520 pertiche, coltivate a riso, foraggi e vite. Nella bolla papale di Pio IV, datata 17 gennaio 1565, si legge inoltre di una cappella dedicata a S. Stefano, mentre è del 1593 la costruzione dell’oratorio di S. Zeno, del quale rimane oggi la torretta con campanile. L’oratorio occupava la parte occidentale e centrale dell’odierna casa padronale. C’erano mulini, acqua a volontà, che sgorgava dai generosi fontanili, forni, pozzi e una struttura adibita a ricovero per i pellegrini. La cascina, la cui struttura mutò nel corso degli anni sino ad assumere la forma attuale, venne acquistata, nel 1923, dalla famiglia Arrigoni, che la trasformò in azienda agricola. Dal 2006 la tenuta degli Arrigoni è anche agriturismo, con un ristorante che offre menu stagionali, basati soprattutto sulle specialità tipiche del territorio.

Di Fontanile In Fontanile nell’Est Milanese
Il comune di Pantigliate partecipa al progetto Di.Fo.In.Fo, finanziato da Fondazione Cariplo, che ha l’obiettivo di tradurre in un primo intervento realizzativo nell’area est milanese, i risultati ottenuti con lo Studio di Fattibilità “100 Fontanili dall’Adda al Ticino”, capitanato da Legambiente Lombardia nell’ambito dei progetti Cariplo connessione ecologica. È in questa area, infatti, che sono emerse le maggiori criticità legate alla complessità territoriale: incremento dell’urbanizzato, frammentazione del territorio a causa delle infrastrutture lineari (autostrade, strade e ferrovie) e isolamento di alcuni importanti fontanili di eccezionale valore naturalistico. Sempre in quest’area è, però, emersa la possibilità di ottenere notevoli incrementi della connettività a fronte di limitati interventi, specialmente in termini di riattivazione.

 

Feste
La festa del paese si tiene solitamente la seconda domenica di settembre. Numerose le iniziative organizzate per l’occasione, col coinvolgimento delle associazioni attive sul territorio: bancarelle, spazi ludici, esibizioni artistiche e i negozi eccezionalmente aperti per l’intera giornata. L’evento-clou è, tuttavia, il Palio dei Rioni, una manifestazione che vede i rappresentanti dei quattro rioni storici (Spade, Pantera, Serenissima e Corona) sfidarsi in varie prove per la conquista del palio cittadino.

Noviglio

Noviglio

 

Comune dell’area sud-ovest di Milano, conta circa 4.530 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni di Santa Corinna, Conigo, Copiago, Cascina Tavernasco, Mairano (sede del municipio) e Tainate. L’estensione territoriale è di circa 15,59 kmq, dei quali 14,15 rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta costituita dai rappresentanti di una lista civica, con Nadia Verduci nel ruolo di sindaco (al suo secondo mandato dal maggio 2017).
protocollo.noviglio@cert.demosdata.it
www.comune.noviglio.mi.it

Da vedere

Chiesa parrocchiale di San Sebastiano
La piccola Chiesa di San Sebastiano e l’annessa canonica sono ciò che resta dell’antico nucleo di Noviglio. L’elemento di maggiore interesse è il rapporto tra l’area piazza-Chiesa-canonica e gli spazi pubblici circostanti, che costituiscono il centro vitale del paese. 
Originariamente sotto la diocesi della pieve di Rosate, già a partire dal XIII secolo, è attestata come parrocchia dal XVI secolo in poi. Nel 1750, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli alla pieve di Rosate, nella chiesa parrocchiale di Noviglio figuravano le confraternite senza abito del Santissimo Sacramento (eretta il 22 luglio 1715) e del Santissimo Rosario (eretta l’1 aprile 1653). Il numero dei parrocchiani era di 286, 133 dei quali comunicati. Entro i confini della parrocchia di San Sebastiano erano compresi, all’epoca, anche gli oratori di San Marcellino in Arlugo e di San Geronimo in Cavoletto.
La chiesa di San Sebastiano ha continuato a far parte della pieve di Rosate sino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972.

Cascina Tavernasco
Situato nell’omonima frazione, il complesso si articola in un primo gruppo di edifici a nord, lungo la strada, con l’oratorio e l’annessa casa del cappellano, le moderne case coloniche e l’edificio colonico detto il castello, unico superstite degli edifici costituenti l’antica corte. Seguono, lungo il viale d’accesso alla corte principale, una cortina di edifici, quali la porcilaia, la corte del casaro, col relativo portico, la pila e la casa colonica. A costituire il lato ovest della corte principale troviamo il caseificio, la falegnameria, l’essiccatoio e la casa padronale. A sud, la corte è invece chiusa dalla casa del fattore, con le scuderie al pian terreno. Il lato est è delimitato da un portico, mentre a nord la corte è chiusa dal nuovo stallone, costruito in seguito a un incendio. Cascina Tavernasco è oggi sede di un’azienda agricola con produzione e nella vendita diretta di riso, latte, formaggi e altri prodotti.
Cascina Castellazzo

Antico nucleo fortificato intorno al XV secolo, è attraversato dalla strada comunale, che lo divide, di fatto, in due corti chiuse. Lungo la strada si trovano il molino e una palazzina, che conserva tracce di elementi architettonici quattrocenteschi, nonostante la trasformazione in case per salariati, più evidente sul ponte occidentale. Sulla corte principale si affaccia un antico edificio castellano caratterizzato da tracce di un affresco con stemma visconteo. La seconda corte, a sud, si apre con un ampio portone sulla strada d’accesso ed è costituita prevalentemente da rustici di antica data. Entrambi le corti sono oggi a uso agricolo.

Cascina Conigo
Situata nella frazione Santa Corinna, si tratta di un imponente complesso circondato da mura e dotato di un ampio arco d’ingresso, sul quale spiccano le teste scolpite di cavalli e buoi. Sul lato destro si trovano gli edifici una volta riservati alle maestranze. In un secondo cortile interno, tra stalle e magazzini, si trova l’Oratorio di Santa Maria Nascente (sec. XVI).

Castello di Mairano e chiesa di San Michele Arcangelo
Risalente al XIII secolo, il complesso è sorto intorno alla chiesa di San Michele Arcangelo e ospita l’edificio fortificato eretto dai Visconti nel XV secolo. Ne faceva parte anche la settecentesca Cascina Mairano, della cui struttura originaria, tuttavia, non resta più nulla. L’area è stata, purtroppo, oggetto di un recente progetto di trasformazione urbanistica, con la costruzione di edifici ad uso residenziale.
Un aspetto che ha caratterizzato per anni questo complesso è la presenza delle cicogne, le quali arrivavano nel mese di aprile per nidificare sul campanile della chiesa di San Michele.

Museo Kartell
Fondato nel 1999 per volontà del suo presidente Claudio Luti, il museo nasce con l’obiettivo di conservare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, ideale, materiale e immateriale dell’omonima azienda, specializzata nella produzione di articoli d’arredo. Al suo interno sono esposti oltre 8.000 oggetti, 5. 000 disegni e 15.000 fotografie, che restituiscono un quadro preciso dell’evolversi della storia di Kartell e della sua produzione: dai materiali plastici adottati alle tecnologie produttive, passando per le strategie di comunicazione e di distribuzione impiegate dal 1949 (anno di fondazione dell’azienda) ad oggi.
L’edificio, progettato dagli architetti Anna Castelli Ferrieri e Ignazio Gardella, è oggi considerato uno dei più interessanti esempi di architettura industriale in Lombardia. Il percorso interno si sviluppa, invece, in uno spazio espositivo permanente di oltre 2.000 metri quadrati, realizzato su progetto dell’architetto Ferruccio Laviani.
Il museo è visitabile su prenotazione.

 

Feste

•    Nel mese di settembre si tiene la Sagra della Trebbiatura, manifestazione legata alla tradizione contadina, che prevede tre settimane di eventi: mostre, concerti, mercatini e iniziative ludiche animano il paese, coinvolgendo anche le varie associazioni attive sul territorio.
•    La festa patronale ricorre il 20 gennaio, data in cui si celebra San Sebastiano. Gli uffici comunali e altre attività del paese, tuttavia, osservano la chiusura il 7 dicembre, in occasione di Sant’Ambrogio, allineandosi quindi con la città di Milano.

Milano

Milano

 

E’ di fatto impossibile descrivere tutte le numerose e spesso delicate connessioni tra Milano e il Parco Agricolo Sud Milano, ovvero i punti di unione tra città e campagna.

Qui di seguito descriviamo le più importanti “porte d’accesso” al Parco Sud, aree verdi di svago e di agricoltura milanesi che rappresentano gli avamposti nella città del grande polmone verde metropolitano.

Boscoincittà

È un parco pubblico di 110 ettari nella periferia ovest, gestito dal 1974 da Italia Nostra, tramite CFU (Centro di Forestazione Urbano), che comprende boschi, radure, fontanili che si intrecciano a formare un laghetto e la quattrocentesca cascina San Romano, che ospita la direzione del Parco. Intorno a questo edificio si sviluppa il territorio più antico del Parco di 50 ettari, recintato e aperto dall’alba al tramonto. Oltre all’area più rinaturalizzata, vi sono ampi spazi di fruizione, con prati, campo giochi, orti, un vivaio, percorsi pedonabili, ciclabili (noleggio bici su prenotazione) ed equestri, area pic-nic in cascina e uno spazio riservato ai cani di cinquemila mq. Gli ingressi sono in via Novara e via Lucio Cornelio Silla; grazie ai più recenti ampliamenti è oggi connesso al Parco delle Cave.

Parco delle Cave
Con i suoi 135 ettari, è il secondo parco urbano di Milano per estensione. Situato nella parte ovest della città, compreso nel quartiere di Baggio, è caratterizzato da quattro laghi (derivati da precedenti attività estrattive) che si estendono su 29 ettari attorno a cui, a partire dagli anni ‘90, è stata sviluppata una gestione di tipo naturalistico, basata sull’ecosistema del bosco, a cui si sono affiancati prati fioriti, altri a fienagione e la cura delle ultime marcite. Nel Parco hanno trovato nuove linfa anche le attività di diverse aziende agricole. Ricca è la dotazione di infrastrutture di svago, con percorsi ciclabili, equestri e di corsa, percorsi vita attrezzati, attività sportive (calcio, basket, bocce, tiro con l’arco, pesca), percorsi botanici, orti urbani, aree giochi, area cani. Numerose anche le attività educative: un ruolo speciale ha in questo contesto Cascina Linterno, struttura del XII secolo, che deve la sua rinascita all’associazione Amici di Cascina Linterno, che promuove molteplici iniziative ludico-culturali durante tutto l’anno. Un restauro, terminato nel 2016, garantisce ora la piena fruibilità della struttura nel rispetto della tutela architettonica. Per visitare il parco, sono disponibili i parcheggi di via Caldera, via Rossellini, via Cancano Milesi, via Fratelli di Dio, Via Capri.

Il Parco delle Risaie
Più che un parco di fruizione, è una vasta enclave agricola del Parco Sud nel territorio milanese a sud della Barona (Municipio 6). Area ricca d’acqua, grazie anche alla presenza di numerosi fontanili, permette la presenza di agricole, in grado di mantenere vivo il paesaggio delle risaie che qui ha radici profonde, a partire dal XV secolo. Per le sue dimensioni e peculiarità, risponde bene ai bisogni della realtà urbana di Milano, fornendo di servizi ambientali, culturali e ricreativi ai cittadini, oltre a quelli derivati dalle produzioni agricole.
Grazie all’Associazione Parco delle Risaie Onlus e a progetti come a Strada del Riso, si vuole mantenere la funzione agricola aprendosi però anche ad un pubblico di cittadini alle regole non scritte che i cicli della natura impongono alle colture. Tra le cascine più attive, vi è la Battivacco, che svolge anche attività didattiche, di bed&breakfast e di maneggio.

Parco Agricolo del Ticinello
Con i suoi 88 ettari è il quarto per superficie delle aree verdi cittadine del Parco Sud. E’ situato in prossimità di P.le Abbiategrasso e prende il nome dal Cavo Ticinello. L’elemento caratterizzante e valorizzante di questo parco urbano è il coesistere dell’attività agricola e dell’utilizzo pubblico: agli ampi prati perenni si alternano i seminativi a cereali, ambedue alla base dell’allevamento di 130 bovine da latte di Cascina Campazzo. Ed è proprio questa cascina il cuore attivo di questo Parco, i cui gestori hanno resistito a oltre 20 tentativi di sfratto esecutivo, grazie anche all’associazione Parco Agricolo Ticinello, ai cittadini del quartiere e alle associazioni ambientaliste. Conclusa la vertenza con l’ex proprietario Salvatore Ligresti, ora il Parco è tutto di proprietà comunale e si sta valorizzando l’area con nuove piantumazioni e, i prospettiva, aree picnic e orti. L’entrata è a via Dudovich 10.

Nocetum – Parco della Vettabbia

La Cascina e Chiesetta di Nosedo non è lontano da Chiaravalle ed è gestita da un’associazione attiva nell’accoglienza, la valorizzazione della tradizione spirituale del luogo e delle connessioni tra città e ambito rurale, nonché capofila dei progetti Valle dei Monaci e Mater Cult (Milano Agricoltura Territorio e Cultura). Con essi si vuole collegare, anche fisicamente, mettere in rete e rendere più fruibili le tante realtà significative (chiese, abbazie, rocche castelli, cascine, strutture di accoglienza, borghi e oasi) del territorio della Vettabbia e oltre: il Cammino dei Monaci (di cui è disponiile un’utile app) si estende per 65 km, coinvolge 41 comuni. Il 41,5% del percorso avviene su piste ciclopedonabili e sono allo studio alcune varianti per ridurre al minimo i tratti su strade carrabili. Un elemento costitutivo il Parco della Vettabbia, che si estende per oltre 100 ettari tra il depuratore di Nosedo e Chiaravalle: alle preminenti attività agricole, si sono affiancate macchie e fasce boscate e, con la rinaturazione di corsi d’acqua, è stata creata una porzione di bosco umido con funzione di fitodepurazione, nonché una marcita di fronte all’Abbazia di Chiaravalle.

Grande Parco Forlanini

E’ il parco più esteso della città di Milano. I suoi 310 ettari sono suddivisi in parco di fruizione (connesso col centro sportivo Saini, con laghetto e intersezione con area Lambro) e in un ambito agricolo, più a ridosso della città. Nel gennaio 2016 l’Amministrazione comunale di Milano ha presentato un masterplan per la realizzazione del progetto. All’interno di questo parco vi è la Cascina Sant’Ambrogio: situata nella zona Ortica-Forlanini (quartiere Cavriano), è gestita dall’associazione CasciNet che, anche attraverso un network di realtà progettuali, opera per far tornare la cascina come luogo di agricoltura, socialità e cultura, attraverso eventi, laboratori creativi, campi di lavoro e attività didattiche. Collegato al Parco Forlanini vi è l’area di Monluè, con il suo borgo -circondato da un parco- e la sua chiesa, retagio delle attività degli Umiliati.

Melzo

Melzo

 

Comune dell’area nord-est milanese, conta 18.718 abitanti (dato del dicembre 2015) distribuiti su una superficie territoriale di 9,60 kmq. Di questi, 4,94 kmq rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
Il comune è governato da un lista civica, con Antonio Fusè sindaco dal maggio 2017).

 

Da vedere
Palazzo Trivulzio
L’attuale complesso architettonico ha preso corpo da una preesistente struttura medievale, eretta a difesa della città. Attualmente rimane, sul lato sinistro della costruzione, il possente torrione, mentre, all’interno, si può osservare la sequenza di portici che costituisce parte della corte e gli interessanti sotterranei (murati negli anni ’60), attraverso i quali un complesso sistema di corridoi collegava ai principali punti strategici posti a difesa della città. Palazzo Trivulzio evidenzia una forma alquanto irregolare, a L, costeggiante la cortina delle mura che un tempo circondavano l’intera città. I resti di tali mura -già ricordate dai Capitani Ferdinando e Don Alfonso d’Avalos nella battaglia per la presa del Castello di Melzo dell’anno 1512- sono riaffiorate nel 1963 grazie ai lavori eseguiti nelle vicinanze del complesso. Alla seconda metà del 1500 risalgono le opere di abbellimento, che hanno interessato tutti gli interni del palazzo, con la realizzazione di decorazioni a stucco e affreschi di vicende militari e politiche che commemorano le gesta della famiglia Trivulzio.

Torre Civica
La torre era, in realtà, il campanile della Chiesa di S. Ambrogio, la cui costruzione fu avviata nel 1500. Mai terminata, la chiesa venne demolita nel 1809, eccezion fatta per il campanile, che ora troneggia in piazza Vittorio Emanuele II. La centralità di questa costruzione è un’ulteriore testimonianza del grande rilievo storico attribuibile ai signori Trivulzio, conti di Melzo. La storicità della torre è legata alla presenza originaria di tre campane, dedicate ad alcuni santi, tra i quali San Teodoro (cui è dedicata la campana maggiore) e i Santi Ambrogio, Carlo e Margherita (campana minore).

Chiesa di Santa Maria delle Stelle
La sua presenza è testimoniata, già a partire dal XIV secolo, come parte del vicino convento dei Carmelitani. Di ridotte dimensioni, la chiesa si presenta con una modesta facciata a capanna, disposta su una pianta a navata unica, senza cappelle e con quattro campate scandite da archi a sesto acuto. Appena entrati, sulla sinistra, si trova l’affresco dei Profeti Elia ed Eliseo, fortemente danneggiato nella parte inferiore. Proseguendo, sempre sullo stesso lato, si trovano un Crocefisso e una statua di San Vincenzo de Paoli. Sull’altare è collocata la statua della Madonna del Carmelo, cui la chiesa è dedicata. Sull’altro lato si può osservare un affresco raffigurante il Seppellimento di Cristo, rovinato dalle infiltrazioni di umidità.

Chiesa di Sant’Alessandro e Santa Margherita
È una chiesa dalle antiche origini. Nonostante la struttura sia caratterizzata da uno stile gotico lombardo, la forma della pianta lascia supporre che sia di origine romanica, riferibile all’XI o al XII secolo. Inizialmente era una semplice abbazia dedicata al Santo Nome di Dio. Nel 1555, per volere del Vescovo di Lodi, venne dedicata ai Santi Alessandro e Margherita. Nel 1863 fu restaurata e ridipinta. L’interno della navata unica è scandito da grandi archi, con cappelle laterali. Parte della preziosa decorazione murale risale al XV secolo, mentre la restante parte è riconducibile a interventi tardo-ottocenteschi. Di rilievo è soprattutto il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria, firmato nel 1569 da Cristoforo Magnani. Nella terza cappella, sulla destra, è situato l’affresco strappato del Cristo morto, attribuito a Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano. Da sottolineare, infine, l’altare della Madonna del Rosario, con le sue colonne in marmo verde di Verona. L’edificio è stato dichiarato, nel 1912, monumento storico-artistico di rilevanza nazionale.

Chiesa di Sant’Andrea
L’oratorio dedicato a Sant’Andrea nasce intorno all’anno 1000 come cappella privata di alcune famiglie aristocratiche del luogo. Assume importanza come chiesa con l’inserimento, nel 1205, di un’adiacente cappellania. Si presenta strutturata su una pianta rettangolare, dotata di una navata con abside semicircolare. La chiesa presenta – nei muri di pietra e nella pavimentazione in terra battuta – caratteristiche proprie dell’architettura rurale, fino al suo ampliamento in stile gotico-lombardo, con l’abside quadrata dal soffitto a vele. La navata unica è suddivisa in quattro campate da archi a sesto acuto. Nel Settecento vennero poi realizzate nuove cappelle laterali in stile barocco, interamente affrescate. Nell’800 la Chiesa di Sant’Andrea subì una mutazione d’uso, venendo adibita a struttura di accoglienza e assistenza di persone bisognose. In questo periodo andò incontro a un degrado, dal quale solamente negli anni Settanta del secolo scorso trovò riscatto. Sono di quel periodo, infatti, le ultime importanti opere di restauro, che hanno portato al rinvenimento di ulteriori affreschi, oggi ammirabili, insieme a quelli risalenti al XV secolo e che rappresentano l’elemento di maggior pregio artistico della chiesa.

Chiesa di San Francesco
Costruita per volere dei Trivulzio, questa chiesa era, in origine, l’oratorio del sodalizio del SS. Sacramento. Presenta una facciata sobria, che introduce all’interno, costituito da un’unica navata, dove a risaltare è il monumentale altare barocco, proveniente dalla chiesa adiacente allo scomparso monastero dei cappuccini. Da questa stessa chiesa provengono anche gli affreschi della Madonna della neve, attribuita al Luini, e quello con il Cristo morto, opera riconducibile al Cerano.

Feste
• L’evento più importante è la Fiera delle Palme, appuntamento che si ripete da quasi quattrocento anni. Dal venerdì precedente alla domenica delle Palme, il paese è teatro di una tre giorni ricca di eventi: mostre artistiche, iniziative culturali, degustazioni e vendita di prodotti enogastronomici, con la presenza sia di produttori legati al territorio sia di specialità da altre regioni italiane. Il tutto contornato da concerti ed esibizioni a cura delle varie associazioni attive sul territorio. Non mancano l’area luna-park e la tradizionale fiera.
• Tra le molte iniziative proposte dalla Pro Loco Melzo nel corso dell’anno, da segnalare: la rassegna Melzo Estate, con un ricco programma di concerti, serate con iniziative d’intrattenimento e negozi aperti sino a tarda ora, che si articola tra giugno e luglio; aggiungiamo anche il mercatino natalizio, con uno spazio dedicato al cibo da strada e momenti ludici rivolti ai bambini.

Melegnano

Melegnano

 

 

 

Situato nell’area sud-est di Milano, il comune conta 17.798 abitanti (dato del febbraio 2016) e si estende su 4,92 kmq, di cui 1,67 rientrano nell’area del Parco Agricolo Sud Milano. Attraversato da un’importante arteria stradale come la via Emilia e dal fiume Lambro, il paese si articola in un unico centro abitato, privo di frazioni.
Il sindaco Rodolfo Bertoli (PD) è in carica dal 2017.
protocollo.melegnano@cert.demosdata.it
www.comune.melegnano.mi.gov.it

Da vedere

 

Castello Mediceo

Le origini del castello risalgono al XIII secolo, quando fu edificato come fortezza difensiva per volere di Cattellano Carbone, responsabile della difesa della città e delle campagne circostanti al servizio dei Visconti (all’epoca signori di Milano). Inizialmente fu chiamato receptum, termine latino che identifica, nella fattispecie, un luogo di raccolta di cose e persone allo scopo di proteggersi e di poter, all’occorrenza, attaccare. Nel XVI secolo il castello subì due passaggi di proprietà, fino a diventare (nel 1532) patrimonio di Gian Giacomo Medici, della famiglia Nosigia di Milano. Nel 1981 il castello fu venduto alla Provincia di Milano, con alcune delle sale interne lasciate in permuta all’amministrazione comunale melegnanese. Nel 1998 è stata compiuta un’importante operazione di restauro, che ha riguardato sia alcune parti esterne sia le sale interne e in particolare il recupero di affreschi risalenti alla metà del XVI secolo. Il castello ha riaperto i battenti nel 2001 e ospita oggi mostre e iniziative d’interesse storico/culturale, oltre a essere aperto alle visite (anche guidate) e a offrire la possibilità di godere degli spazi del giardino interno.
 

Basilica Minore di San Giovanni Battista

Situata nel centro cittadino, tra via Roma e piazza Risorgimento, proprio di fronte al palazzo dove ha sede l’amministrazione comunale, rappresenta la chiesa più importante di Melegnano, elevata nel 1992 da papa Giovanni Paolo II al rango di Basilica Minore. Edificata intorno al 1400 per volontà di San Giulio prete e consacrata nel 1506, ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti. La facciata esterna è contraddistinta da un’arcata su cui troneggia il lunotto con bassorilievo in cotto (opera dello scultore melegnanese Vitaliano Marchini) raffigurante il battesimo di Cristo per mano di San Giovanni Battista. All’interno di questa chiesa ogni anno viene esposta la Bolla del Perdono Papale, testimonianza storica dell’indulgenza plenaria concessa da papa Pio IV nel 1536, cui è legata la cosiddetta Festa del Perdono, che viene celebrata in corrispondenza del giovedì santo e che coinvolge l’intera cittadinanza in una sagra paesana nota nell’intera area sud Milano.

Oasi Bosco di Montorfano

Ex area incolta lungo la sponda del fiume Lambro, alla confluenza con la roggia Vettabbia, il Bosco di Montorfano è stato ripristinato con la messa a dimora di alberi e arbusti ripariali tipici della zona.

L’oasi si estende su una superficie di 4 ettari e presenta esemplari arborei e arbustivi tipici padani, un’abbondante avifauna e tre stagni con una ricca vegetazione costituita da carice, menta acquatica e iris giallo. Fra gli insetti, i fortunati possono osservare l’ormai rara farfalla licena delle paludi sulle fioriture della salcerella.

Patrimonio gestito dal WWF, l’oasi è aperta tutto l’anno e si presta anche a visite guidate e attività didattiche, prenotabili contattando l’associazione culturale Il Bradipo.

Parco delle Noci

Situato in via Don Minzoni, tra il quartiere Cipes e la linea ferroviaria dell’alta velocità, il Parco delle Noci è un’area rinaturalizzata che si estende per circa 40.000 mq.

Al suo interno sono stati ripristinati alcuni ecosistemi caratteristici della Pianura Padana, come il bosco e le zone umide. Fra le specie arboree e arbustive tipiche del bosco si contano, ad esempio, la quercia farnia (Quercus robur), il nocciolo (Coryllus avellana), il carpino bianco (Carpinus betulus). Dove il terreno si fa più umido, predominano l’ontano nero (Alnus glutinosa), il salicone (Salix caprea), il pioppo bianco (Populus alba). Lungo le rive dello stagno, la vegetazione erbacea prende il sopravvento, con la cannuccia di palude (Phragmites communis) e la tifa (Typha latifolia). È invece un filare di noci (Juglans regia), piantato in sostituzione di vecchi esemplari abbattuti durante i lavori di realizzazione della linea ferroviaria, a dare il nome all’oasi.

Per incrementare la presenza della fauna all’interno del parco sono stati attuati alcuni semplici interventi, come la piantumazione di arbusti che producono bacche in autunno/inverno e che fungono pertanto da dispensa alimentare per gli animali durante il periodo più freddo dell’anno e la collocazione di cassette nido per gli uccelli. Costruite per ospitare prevalentemente cinciallegre (Parus major) e cinciarelle (Parus caeruleus), sono diventate spesso la dimora del minuscolo e del grazioso moscardino (Muscardinus avellanarius), un roditore dal pelo rossiccio.

Negli stagni, oltre agli anfibi – fra cui il rospo smeraldino (Bufo viridis), simbolo dell’oasi – vivono diverse specie di pesci, quali il cavedano (Leuciscus cephalus), la carpa (Cyprinus carpio) e la gambusia (Gambusia holbrooki).

All’ingresso dell’oasi è presente una piccola aula verde, dotata di servizi igienici accessibili anche ai portatori di handicap. All’interno della sala è possibile consultare alcune pubblicazioni di carattere naturalistico e osservare la mostra Sulle tracce degli animali. Raggiungibile in pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria, l’oasi è aperta anche a visite di gruppo, prenotabili contattando l’associazione culturale Il Bradipo o il WWF sud Milano.

 

Cascina Cappuccina

Antica cascina lombarda fondata dai monaci nel XVII secolo, sorge lungo il cosiddetto Sentiero dei Giganti, percorso ciclo-pedonale che collega Melegnano a San Giuliano Milanese, sviluppandosi in un contesto prevalentemente rurale.

Completamente ristrutturata nel 2014, Cascina Cappuccina è oggi una struttura ricettiva. Gestita dalla Cooperativa Sociale Eureka, oltre a mini-appartamenti dove soggiornare, offre sale attrezzate per convegni, conferenze, riunioni, banchetti, feste aziendali e private.
Cascina Cappuccina fa, inoltre, parte del progetto Agricoltura Sociale della Regione Lombardia e propone un servizio di terapia con gli animali.

 

Feste


• L’evento più sentito, che affonda le sue radici tra storia e leggenda, è indubbiamente la cosiddetta Fiera del Perdono. Ogni anno, a partire dal giovedì santo fino al Lunedì dell’Angelo, le vie e le strade del centro storico diventano un mercato di bancarelle con prodotti di ogni genere, mentre molti locali e ristoranti propongono eventi e menu a tema. Un’intera area viene dedicata a stand enogastronomici, che propongono specialità da ogni parte d’Italia, mentre le associazioni sportive e culturali allestiscono, per l’occasione, iniziative e spazi d’intrattenimento. Il fossato del Castello Mediceo ospita, inoltre, l’esposizione di animali d’allevamento. A tutto questo si affiancano, ovviamente, le celebrazioni di carattere religioso, legate alla storia che dà origine a questa ricorrenza.
La storia del Perdono risale alla bolla papale emessa da Pio IV il 20 gennaio del 1563. Divenuto papa nel 1559 col nome di Pio IV, il cardinale Giovanni Angelo era stato, infatti, marchese della città, che portava allora il nome di Marignano. Fratello di Gian Giacomo Medici, aveva ricevuto in eredità da quest’ultimo (che non aveva figli) il titolo di marchese. Una volta divenuto papa, aveva dunque concesso alla sua città l’indulgenza plenaria. Questo significa, in altre parole, assicurarsi la strada direttissima al cielo dei beati, senza soste temporanee in purgatorio, attraverso alcune pratiche religiose, come, per esempio, la visita alla chiesa di San Giovanni nei giorni prescritti dalla Bolla.

Nonostante circolino curiose leggende circa la sua origine, la concessione della Bolla del Perdono alla città di Melegnano scaturisce dal proposito di diffondere l’uso delle indulgenze, emerso a seguito del Concilio di Trento, chiuso da Pio IV proprio nel 1563. Fu in quella sede, infatti, che il tema delle indulgenze divenne di grande attualità, soprattutto dopo lo strappo in seno alla chiesa cristiana provocato dai riformatori Lutero, Calvino e Zuiglio. Nella sessione 25 del Concilio di Trento fu emanato il celebre decreto De Indulgentiis, nel quale si approvava l’uso delle indulgenze, in quanto ritenute benefiche per il popolo cristiano (christiano populo maxime salutares). E tra le parrocchie favorite da queste concessioni vi fu, appunto, quella di Melegnano.

Il momento più significativo della ricorrenza festeggiata ogni anno è la cerimonia solenne del giovedì santo, quando la Bolla del Perdono viene esposta presso la chiesa di San Giovanni Battista.

• Nel mese di luglio, l’amministrazione comunale, in collaborazione con Confcommercio e col coinvolgimento di molte associazioni e commercianti locali, organizza la Notte Bianca. Si tratta di un evento che vede negozi aperti sino a tarda ora, con ristoranti e locali del paese che propongono particolari menu ed iniziative.