Sedriano

Sedriano

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta circa 11.280 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e la frazione Roveda. L’estensione territoriale è di 7,86 kmq, 4,84 dei quali sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nel Movimento 5 Stelle la forza politica di maggioranza, con Angelo Cipriani nel ruolo di sindaco (in carica dal novembre 2015).

Da vedere

 

Palazzo Borromeo Arese
Risalente alla seconda metà del Cinquecento, il palazzo venne fatto costruire dalla famiglia dei Visconti di Brignano, che ne rimasero proprietari sino alla morte del conte Marco Antonio, nel 1716. Questi lo lasciò in eredità alla contessa Clelia Grillo, moglie del conte Giovanni Benedetto Borromeo Arese. Il palazzo confluì quindi nel patrimonio della famiglia Borromeo di Arese, che ne fu proprietaria sino agli anni ’20 del Novecento, quando il conte Giberto decise di venderlo. L’edificio passò così a privati, che ne disposero il frazionamento a scopo residenziale.

Posto nel centro storico del paese, anche se oggetto di rimaneggiamenti e oggi frazionato nei suoi ambienti interni, il palazzo conserva un portone in pietra originale, oltre il quale si apre un magnifico porticato voltato a colonne. Dei locali interni, alcuni sono a volta, altri cassettonati e decorati con motivi floreali o allegorici. Documenti del Settecento fanno riferimento a una piccola cappella padronale interna, di cui oggi, tuttavia, non si ha traccia. Anche il parco che anticamente impreziosiva il palazzo, con piante di varie specie, statue ed un laghetto, finì con l’essere frazionato a partire dagli anni cinquanta del Novecento.

 

Villa Colombo Brazzola
Risalente alla prima metà del Settecento, Villa Colombo Brazzola è una graziosa costruzione di campagna, preannunciata da un’esedra. La facciata è caratterizzata da due ali laterali con un corpo centrale più alto, completato da un piccolo portico con colonne e volte. Gli interni e le scale sono affrescati con dipinti settecenteschi di buona fattura. Il lato destro è collegato a un’ala, costituita da locali di servizio, che dà accesso all’area dove originariamente dovevano trovarsi la casa padronale e le strutture destinate alle attività agricole. Il retro della villa presenta un parco percorso da vialetti e abbellito da alcune sculture.

 

Palazzo Gallarati Scotti
Situato nella frazione Roveda e affacciato sulla SS11, il palazzo è un edificio articolato su più piani, cui si accede attraverso una piazzetta e un maestoso portale d’ingresso. Il complesso ingloba anche una piccola chiesa del 1775, un tempo padronale, dalla bella facciata e interni barocchi: è dedicata alla Beata Vergine Addolorata  La chiesa è passata successivamente in gestione alla Parrocchia di Sedriano, mentre il palazzo è stato suddiviso e rimaneggiato, senza però perdere il suo maestoso aspetto.

 

Palazzo Marazza Balossi
Affacciato sulla SS11, che in quel tratto forma la via principale di Sedriano, Palazzo Marazza Balossi è una gradevole struttura risalente alla prima metà dell’Ottocento. La sua edificazione, tuttavia, è avvenuta in luogo di un’antica dimora di proprietà della famiglia Marazza, cui si deve parte del nome.
La facciata, dalle linee semplici e simmetriche, nasconde un cortile con pianta a U, caratterizzato da un porticato e da colonne. Le costruzioni contadine, un tempo annesse al palazzo, sono state pesantemente rimaneggiate, mentre è ancora apprezzabile, seppur ridimensionato rispetto al passato, il parco. Le opere di restauro, realizzate per volontà degli attuali proprietari (la famiglia Balossi), fanno dell’intero complesso un luogo storico tra i più valorizzati di Sedriano.

 

Chiesa parrocchiale di San Remigio
Nonostante non si abbiano certezze circa l’esatta data di costruzione, la chiesa ha origini antiche, risalenti al IX-X secolo.
Il culto di San Remigio di Reims, a differenza di molti altri santi cui sono dedicate diverse chiese della zona, è legato alla tradizione francese. San Remigio è, infatti, colui che battezzò re Clodoveo. Le origini di questa chiesa sembrano pertanto portare al periodo carolingio. Quello che è certo è che il culto di San Remigio, in antichità, era strettamente legato ai pellegrini e ai viandanti. Ecco dunque una possibile spiegazione relativa alla collocazione della struttura, che si trova decentrata rispetto al centro abitato. In particolare, sorge nei pressi dell’ex SS11, che sin dall’epoca romana era strada consolare per Milano. La chiesa rimase dunque, con ogni probabilità, un semplice rifugio di pellegrini. Attorno a essa si sviluppò, tuttavia, un insediamento urbano, che portò, nel XIII secolo, all’istituzione della parrocchia.
La struttura, per come si presenta oggi, è stata invece costruita dopo la demolizione della chiesa originale, per far fronte all’ingrandimento del paese e alla crescita demografica: l’attuale chiesa fu inaugurata nel 1969. L’edificio presenta oggi uno stile moderno: struttura a capanna, facciata decorata con pietre grezze e piastrelle a vista. L’elemento più caratteristico è indubbiamente il campanile, stondato e visibile in prospettiva anche dal vicino paese di Vittuone.

 

Oratorio di San Bernardino
Citato da Goffredo da Bussero (XIII secolo) nel suo Liber notitiae sanctorum Mediolani col nome di Oratorio della Madonna Addolorata, è una delle poche chiese antiche rimaste sul territorio comunale di Sedriano. Si trova nella frazione Roveda e ha una struttura di ridotte dimensioni, a pianta unica, in stile barocco, edificata nel 1775 in luogo di una precedente costruzione rinascimentale (e prima ancora medioevale), annessa all’ospedale di Santa Maria in Rovedeo, che sorgeva appunto nei pressi di quest’area. Qui sono conservate le spoglie di San Massimo.

 

Santa Maria alla Roveda
Struttura nata come ospedale nel 1270, fu commissionata da Pietro Villano, all’epoca prevosto di Corbetta e appartenente all’ordine degli Umiliati. La collocazione dell’ospedale era strategica, ovvero lungo la strada consolare dove transitavano pellegrini e viandanti in cammino per i vari santuari d’oltralpe o verso Santiago de Compostela. La Roveda, zona nella quale è sito l’edificio sacro, deve il suo nome alle particolari condizioni paesaggistiche del luogo: sul finire del XIII secolo era, infatti, disabitato e pieno di vegetazione incolta e cespugliosa, che nei documenti dell’epoca viene indicata come “Rovedeo”. L’ospedale, di proprietà degli Umiliati, godette di vari privilegi nell’arco del tempo. Nel 1375, tuttavia, a causa di pesanti problemi economici, ci fu l’annessione all’ospedale Santa Caterina di Milano, appartenente anch’esso agli Umiliati. Seguirono alterne vicende di revoca e conferma della fusione dei due ospedali. Fino al 1414, quando i frati di Santa Caterina trasformarono Santa Maria in Rovedeo ed il territorio annesso in una grande fattoria. In seguito, l’ospedale Santa Caterina fu inglobato dall’ospedale Maggiore di Milano, che divenne quindi proprietario dell’area.
La struttura che oggi possiamo ammirare è il risultato delle distruzioni e dei rimaneggiamenti succedutisi nel tempo. L’attuale chiesa di Santa Maria alla Roveda è stata consacrata nel 1775.

 

Feste

 

• La ricorrenza più attesa è senza dubbio la sagra patronale, legata alla figura di San Remigio. Viene generalmente celebrata nel fine settimana a cavallo della seconda domenica di ottobre. La sagra vede una serie di iniziative di carattere commerciale e culturale, il cui cuore è rappresentato dalla consegna del “Remigino d’Oro”, riconoscimento che l’amministrazione comunale assegna a chi si è particolarmente distinto nella vita sociale e culturale del paese.
• A ridosso della seconda domenica di settembre si tiene, invece, la manifestazione “La Roveda in festa”, iniziativa a cura della Pro Loco sedrianese, che ha luogo presso l’omonima frazione, con un fine settimana all’insegna di cene, musica, balli e varie iniziative d’intrattenimento.

San Giuliano Milanese

San Giuliano Milanese

 

 

 

Situato a sud-est di Milano, il comune conta 38.530 abitanti (al 31-12-2015) ripartiti tra il nucleo urbano principale e le sue numerose frazioni: Borgolombardo, Carpianello, Civesio, Mezzano, Pedriano, Cologno, Sesto Ulteriano, Viboldone e Zivido. San Giuliano Milanese ha un’estensione di 30,71 kmq, di 22,78 nell’area del Parco Agricolo Sud Milano. Il nucleo principale del comune si sviluppa attorno all’importante arteria stradale via Emilia.
Ad amministrare il comune, dal giugno 2016 è una giunta di centro-destra guidata da Marco Segala.
comune.sangiulianomilanese@cert.legalmail.it
www.sangiulianonline.it

 

Da vedere

 

Abbazia di Viboldone
Edificata ad opera dei Frati Umiliati, che nel 1176 si insediarono a Vico Boldonis (oggi corrispondente alla frazione Viboldone), fu una delle prime Case dell’Ordine e certamente una delle più celebri degli Umiliati, poiché rappresenta un esempio caratteristico del ricco complesso conventuale Humiliatorum. Nel 1571, tuttavia, l’ordine subì la scomunica papale ad opera di Pio V, che ne sanciva lo scioglimento a causa di un presunto decadimento di quei valori morali che ne avevano ispirato la fondazione. L’abbazia, che all’epoca esercitava  un controllo esteso su gran parte dei terreni circostanti, fu quindi oggetto di vari passaggi di proprietà, sino a quando, dopo il XIII secolo, non divenne proprietà della nobile famiglia guelfa dei Brivio.
L’abbazia ospita numerosi affreschi e testimonianze di quelle che erano le attività sviluppate dall’ordine degli Umiliati: la coltivazione agricola e la lavorazione della lana. Dal 1992 è gestita dall’associazione Amici dell’Abbazia di Viboldone, che vi organizza eventi e visite guidate.

 

Rocca Brivio
L’appellativo di Rocca deriva dal fatto che, in origine, la costruzione fu uno dei baluardi difensivi eretti lungo la strada Milano-Lodi nell’alto Medioevo, epoca delle guerre che opposero il comune di Milano a quello di Lodi. L’attuale struttura risale al XVII secolo, quando, per volere dei marchesi Brivio venne edificata sulle rovine del castello preesistente. Fu al centro di importanti episodi bellici: la Battaglia di Marignano del 1515 e l’ingresso trionfale a Milano di Napoleone III, come anche quello di Vittorio Emanuele II in seguito alla vittoria conseguita sugli austriaci nel 1859.
Dal punto di vista architettonico si tratta di un palazzo barocco edificato con uno schema piuttosto elaborato: la parte a nord-ovest ospita una cappella gentilizia, ricca di stucchi e dorature tipicamente secentesche. L’ingresso presenta un grande portale con cancello in ferro battuto di splendida fattura, opera di un artigiano melegnanese del 1700, adorno di volute e arabeschi.
Da anni teatro di mostre, concerti e vari eventi di grande valore artistico, Rocca Brivio è oggetto di travagliate vicende per definirne la proprietà, anche se, attualmente, sembra destinata a passare sotto la gestione diretta delle tre amministrazioni comunali di Melegnano, San Donato Milanese e San Giuliano Milanese, con quest’ultima che ne diverrebbe ente capofila.

 

Cascina Carlotta
L’azienda agricola è di proprietà della famiglia Viganò da generazioni. Situata nella frazione Zivido, è una delle cascine storiche di San Giuliano. Ospita, nell’ala più antica del complesso e all’interno della vecchia scuderia, il Museo della Civiltà Contadina, allestito nel 1979 ad opera dalla signora Luisa Carminati Viganò. Qui è esposta una ricca collezione di oggetti dell’800 e del ‘900, che testimoniano il lavoro e la vita in cascina. La ricostruzione degli ambienti storici è, inoltre, accompagnata da una straordinaria rassegna di disegni, in cui la fondatrice spiega quanto esposto. Si organizzano visite guidate su appuntamento, da concordare con la famiglia proprietaria. Attualmente è in corso una trattativa con diversi enti per trasferire questo patrimonio storico rurale.

 

Chiesa della Natività di Maria
Si trova nella frazione Zivido, dove è stata costruita nel 1467: è un classico esempio di architettura in stile romanico. Ricca di testimonianze storiche, ospita al suo interno alcune lapidi dedicate a nobili francesi, mentre l’esterno è caratterizzato da una lapide sepolcrale d’epoca romana e dal monumento ai caduti, opera dello scultore ticinese Joseph Besta. Nella cripta sono, invece, conservati i resti di molti caduti della Battaglia dei Giganti.

 

Sentiero dei Giganti
Percorso ciclopedonale in gran parte sterrato è lungo circa 5 km e collega San Giuliano e Melegnano, snodandosi attraverso il Parco Agricolo Sud Milano. È così definito perché ricade nell’area che fu teatro della cosiddetta Battaglia dei Giganti, combattuta il 13 e 14 settembre del 1515 a Zivido: qui, ogni anno si celebra una festa con rievocazione storica. Il percorso tocca parchi e cascine storiche del territorio, tra cui Cascina Carlotta, Cascina Santa Brera, Cascina Cappuccina, Rocca Brivio e il Bosco di Montorfano.
 
Feste

•    La festa patronale coincide con la prima domenica di ottobre, quando si tiene la messa solenne nella chiesa di San Giuliano Martire, mentre le principali vie del paese si prestano, per l’intera giornata, a ospitare concerti, intrattenimenti ludici e il tradizionale mercato delle bancarelle con i più svariati prodotti. Il programma delle iniziative è molto ampio e si estende dalla settimana precedente la domenica della festa, per proseguire poi sino alla metà di ottobre, coinvolgendo anche il nutrito tessuto di associazioni attive sul territorio.
•    Ritornano i Giganti è la rievocazione con cui, ogni anno, la domenica successiva al 13/14 settembre si ricorda la Battaglia dei Giganti, che nel 1515 vide l’esercito svizzero contrapposto a quello francese nel territorio di Zivido. È proprio la frazione Zivido ad essere al centro delle celebrazioni, che vede nella rievocazione in costumi storici della storica battaglia il suo momento clou.
•    Altro appuntamento tradizionale è quello con la Festa di Civesio, che cade intorno alla prima domenica di settembre: sin dalla settimana precedente la frazione sangiulianese si anima con vari eventi sportivi, religiosi, e conviviali.

San Donato Milanese

San Donato Milanese

 

 

 

Comune sito nel sud-est di Milano, conta 32.557 abitanti (censiti al 31.5.2016) distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni  di Poasco, Bolgiano e Metanopoli. San Donato Milanese ha un’estensione territoriale di 12,55 kmq, di cui 5,81 afferenti al Parco Agricolo Sud Milano. Il nucleo principale del paese si sviluppa, al pari del confinante comune di San Giuliano Milanese, attorno all’importante arteria stradale della via Emilia.

L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centro-sinistra, che ha nel PD il partito di maggioranza e in Andrea Checchi il sindaco, rieletto al suo secondo mandato nel maggio 2017.
protocollo@cert.comune.sandonatomilanese.mi.it
www.comune.sandonatomilanese.mi.it

Da vedere

Pieve di San Donato

Edificata nel 1600, l’attuale Pieve di San Donato sorge sui resti di un’antica pieve longobarda, attestata per la prima volta nel X secolo e successivamente (nel XIII secolo) descritta anche dal sacerdote e scrittore Goffredo da Bussero. Nel XV secolo la canonica di San Donato Milanese disponeva di un prevosto e di sette canonici, che le sette chiese parrocchiali sottoposte al suo governo. Ai canonicati, poi, nel XVI si aggiunsero anche le rettorie di Santa Maria di Poasco e di Zelo, oltre al clericato di San Siro di Triulzo. Sostanziali mutamenti non ve ne furono sino al XX secolo, quando i confini delle pievi dovettero sopportare alcuni cambiamenti, che portarono infine la Pieve di San Donato a divenire sede di un decanato.

Oggi, in piazza della Pieve, si trovano la nuova chiesa, inaugurata nel maggio del 1980, l’oratorio, il centro parrocchiale e il relativo salone.

Chiesa di Santa Barbara

È la chiesa situata al centro di Metanopoli, cittadella costruita per volere di Enrico Mattei, fondatore dell’ENI. Progettata dall’architetto aziendale Marco Bacciocchi, fu edificata nel 1954 e, a fronte della continua crescita demografica di Metanopoli, nel 1963 le fu riconosciuto il titolo di parrocchia. Intitolata a Santa Barbara, patrona delle attività minerarie, si rifà a schemi progettuali tradizionali, reinterpretati però in chiave moderna. La facciata, a capanna, si presenta con un forte cromatismo che richiama le cattedrali toscane; alla base si apre un portico, che ripara i tre portali d’ingresso, di cui quello centrale fu disegnato dai fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro. L’interno è a navata unica, con un transetto di larghezza limitata, ed è ornato da un grande numero di opere d’arte, quali i pannelli che decorano il soffitto, realizzati da Andrea Cascella, e il mosaico che chiude il presbiterio (opera di Fiorenzo Tomea).

Metanopoli

Fu lo stesso Enrico Mattei a ideare cittadella (edificata su un’area di 80.000 mq): non voleva essere solo un centro direzionale, ma una realtà viva, nell’ottica di una razionale connessione tra gli edifici adibiti a terziario e il quartiere residenziale.

Il quartiere fu concepito con criteri urbanistici d’avanguardia, in un’area strategica per la Snam, la Società Nazionale Metanodotti (allora in orbita ENI), con ampi spazi agricoli liberi alle porte di Milano e lungo l’asse dei metanodotti che univano i pozzi di Caviaga agli stabilimenti Falck di Sesto San Giovanni. Dal 1954 al 1958 la cosiddetta cittadella del gas non si arricchì solo di strutture industriali, ma anche di edifici per i residenti del quartiere, come il campo sportivo e la chiesa di Santa Barbara, entrambi a firma di Mario Bacciocchi. Negli stessi anni ebbe così un forte impulso l’edilizia residenziale per i dipendenti.

Con la morte di Mattei, avvenuta nel 1962, iniziò una seconda fase per il quartiere, più legata ai rapporti con la vicina San Donato Milanese. Di questi anni è significativa la chiesa di Sant’Enrico (1963), in via Morandi, realizzata in ricordo di Mattei su progetto dell’architetto Ignazio Gardella. Dopo la definizione del piano regolatore di San Donato Milanese, nell’area di Metanopoli sorsero altri tre grandi edifici aziendali: il Terzo palazzo uffici, rossa sede della Snamprogetti (1971-73, su progetto di Marco Albini, Franco Albini, Franca Helg, Antonio Piva, detto il Cremlino); il Quarto palazzo uffici (1982-’84, su progetto di Bacigalupo e Ratti, detto Palazzo del Vescovo), austero edifico quadrato a corte interna; il Quinto palazzo Uffici (1988-91, su progetto di Roberto Gabetti e Aimaro Isola). Quest’ultimo, noto per la sua articolata struttura ad anfiteatro e caratterizzato dalla presenza di giardini verticali, fu il felice risultato di un concorso di idee promosso dall’azienda nel 1985.

A partire dagli anni Novanta, Metanopoli è stata interessata da progetti di nuove integrazioni urbane, in coerenza con i più avanzati criteri di efficienza energetica e con una particolare attenzione alla vivibilità.

Connessa alla metropolitana M3 di Milano e a ridosso dell’autostrada del Sole e della via Emilia, Metanopoli è una delle più importanti porte d’ingresso di Milano e rappresenta ancora oggi la fervida testimonianza di una realtà urbana in movimento, concepita secondo criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza, sul modello delle grandi città industriali statunitensi.
Chiesa di Santa Maria Assunta

Situata nella frazione di Poasco, di cui è ancora oggi la parrocchia di riferimento, ha origini incerte. Secondo una tradizione tramandata oralmente, sarebbe stata costruita dai monaci cistercensi di Chiaravalle, proprietari dei terreni circostanti, ma non esistono prove che documentino questa tesi. Sembrerebbe più fondata, invece, l’ipotesi che si tratti di una delle tante chiese costruite nelle campagne della bassa padana intorno al VII-VIII secolo, ad opera di ricchi proprietari terrieri, probabilmente ex soldati aretini, convertiti al cristianesimo, che desideravano essere seppelliti in una tomba di famiglia. La presenza di questi soldati di Arezzo nelle campagne circostanti S. Donato e, quindi, Poasco risale al periodo delle occupazioni longobarde, quando furono assoldati da Grimoaldo, duca di Benevento, chiamato in aiuto da Gotoperto per scalzare l’autorità del fratello Bertando a Milano. Il duca di Benevento, dopo aver concluso vittoriosamente le proprie campagne, seppe sfruttare a proprio favore le vittorie riportate e, ucciso Gotoperto, si proclamò re del regno longobardo.

Grimoaldo trattenne presso di sé i militi aretini e cedette loro in premio alcuni terreni nella zona del Lambro e di S. Donato. Convertitosi al cristianesimo, Gotoperto cambiò la sua politica aspramente anticattolica. I suoi soldati iniziarono così a costruire, nelle terre loro concesse (solitamente in prossimità di un cimitero), piccole chiese perlopiù dedicate a santi protettori dei guerrieri longobardi.

Edificata con ogni probabilità nel VII secolo, la chiesa venne praticamente rifatta verso il 1450, assumendo la singolare planimetria a elle attestata dalle piante cinquecentesche. Benché mascherata all’esterno da sovrapposte strutture nello stesso stile quasi squallido che caratterizza le opere edilizie frettolosamente compiute dopo la terribile peste del 1630, il suo interno, risalente alla seconda metà del XV secolo, presenta interessanti aspetti architettonici. Si tratta di un quadrato centrale con volta a crociera a cordonature tonde poggianti, ai quattro lati, su mensoloni a fiorami. Predomina l’arco acuto, mentre i quattro archivolti si addossano su sporgenze di poco conto. Circa tre secoli fa, però, uno dei bracci fu allungato e la chiesa allargata sul lato dov’era originariamente l’ingresso del cimitero della comunità.

Al suo interno vi sono opere d’indubbio interesse artistico, tra cui il dipinto oggi alla parete destra dell’ingresso, sopra il confessionale: risalente all’età di Federico Borromeo, rappresenta il commiato di Gesù dalla Vergine Maria.

Nell’Ottocento la chiesa subì altri notevoli interventi: la pala di San Lorenzo (attualmente conservata nell’archivio della casa parrocchiale) e quella dell’Orazione nel Getsemani (sopra il Fonte Battesimale), sono esempi di un accademismo tardo neo-classico e di spunti eclettici, a testimonianza di una vitalità artistica inesausta che ha caratterizzato questa chiesa nel corso dei secoli.
Cascina Roma

Situata alle spalle della vecchia pieve di San Donato e di fronte alla chiesa nuova, si presenta con la facciata settentrionale rivolta verso piazza delle Arti, che si apre su via Martiri di Cefalonia. L’edificio odierno era la parte principale di un complesso tipico delle grandi cascine lombarde dell’Ottocento, formato da vari corpi, oggi scomparsi, e destinati alle attività agricole: stalle, scuderie, fienili, botteghe e abitazioni dei contadini e dei braccianti.

L’edificio, già ampiamente nominato nelle cronache della battaglia di Marignano (l’antica Melegnano) deve il suo nome alla nobile famiglia Orsini di Roma, che a seguito di complicati passaggi, lo ereditò nel XVII secolo dai Rasini. Durante i due secoli successivi passerà quindi ai Falcò e ai Brivio.
Non si conosce la data esatta della costruzione, ma gli storici la fanno risalire al periodo visconteo. L’impianto architettonico del complesso e la sua posizione alle spalle della chiesa lasciano ipotizzare che, in origine, facesse parte di un monastero, precursore o contemporaneo dei più famosi Chiaravalle e Viboldone.

Fino al dopoguerra Cascina Roma fu un’importante azienda agricola, condotta dalla famiglia Castelnuovo. È spesso citata nelle cronache degli anni ’30 perché più volte vincitrice dei premi che il Governo riconosceva alle unità agricole più produttive.

In anni più recenti fu oggetto di un importante intervento di restauro, ad opera dell’architetto Carlo Baccalini. Utilizzando tutti i materiali recuperati dalle parti crollate (l’edificio era infatti in condizioni di estremo degrado), si è resa visibile la struttura originaria, senza tuttavia occultare la storia delle trasformazioni subite in cinquecento anni. Sulle scale è stato messo in evidenza l’antico corrimano in cotto, di epoca antecedente all’ultima ristrutturazione, alla quale appartengono i camini e le decorazioni delle volte e dei controsoffitti. Le parti rinnovate non imitano l’antico, ma si accostano e si integrano perfettamente a quelle originali.

Oggi Cascina Roma è il centro delle arti e della cultura sandonatese. Qui si tengono mostre, concerti, convegni e dibattiti. Negli ampi ed eleganti spazi di cui dispone hanno attualmente sede l’emeroteca (al piano terra) e un punto pubblico d’accesso alla rete civica cittadina RecSando, la sala per i matrimoni civili, la sala conferenze e uno spazio espositivo dedicato agli artisti locali e alle mostre fotografiche. Al primo piano, oltre agli spazi destinati per l’allestimento di mostre e iniziative culturali, si trova la galleria d’arte contemporanea, dove sono esposte trenta opere di pittori e scultori, acquistate dall’amministrazione comunale o donate da artisti e dai loro eredi. Al secondo piano, infine, è stata ricavata la sala concerti, utilizzata anche in occasione di conferenze e dibattiti, dove si svolgono gli eventi della stagione musicale sandonatese e ci si ritrova per parlare di letteratura e poesia.

La biodiversità in città
Nel Comune di San Donato Milanese (Mi), nel Parco Agricolo Sud Milano, sulle sponde del fiume Lambro si può ammirare l’Oasi Levadina, gestita dal WWF.

All’interno dell’area – circa 12 ettari – sono state piantumate essenze vegetali autoctone e posate alcune bacheche didattiche con pannelli illustrativi degli ambienti umidi e altri ausili utili alla fruizione.La Levadina in passato è stata oggetto anche di un altro intervento di rinaturalizzazione realizzato in loco dall’allora Provincia di Milano, Parco Agricolo Sud e Ricoh Italia, che ha provveduto all’acquisto e alla posa di ottomila nuovi alberi.

Feste

• La festa patronale si celebra la terza domenica di settembre. Il programma degli eventi si articola solitamente tra sabato e domenica, con manifestazioni di carattere religioso, come la messa solenne  nella chiesa di San Donato Martire e la processione per le vie del paese insieme a una serie d’iniziative ludiche e d’intrattenimento, che vedono coinvolte le varie associazioni attive sul territorio.
• Il secondo fine settimana di ottobre si tiene la festa patronale di Poasco (Santa Maria dell’Assunta) e Sorigherio. Cuore della festa è, ovviamente, la frazione Poasco, che viene animata da stand gastronomici allestiti per le vie del paese, oltre che da concerti e altri spettacoli d’intrattenimento. Nella giornata di domenica si concentrano le celebrazioni religiose.

Rozzano

Rozzano

 

 

 

 

Situata a  sud-ovest di Milano, direttamente confinante con la città, conta 42.524 abitanti (dato del 29.2.2016), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni di Pontesesto, Quinto de’ Stampi, Torriggio e Valleambrosia. L’estensione territoriale è di circa 12,31 kmq, 4,42 kmq dei quali afferenti Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centro-destra, che ha nella Lega il partito di maggioranza e in Giovanni Ferretti il sindaco (in carica dal maggio 2019).
protocollo.comune.rozzano@pec.regione.lombardia.it
www.comune.rozzano.mi.it

 

 

 

Da vedere

Cassino Scanasio
Dimora storica della famiglia Visconti di Modrone, l’origine del Castello di Cassino non è d’immediata datazione. Documenti risalenti all’anno mille citano, a proposito di passaggi di eredità, beni situati in località Casinae scanasane, mentre l’esistenza di un edificio rurale fortificato sarebbe documentata già a partire dall’XI secolo. La sua effettiva presenza territoriale è tuttavia riconducibile alla più tarda epoca signorile.
Nel ‘400 il castello venne restaurato e l’intero borgo circostante divenne una sorta di casale agricolo fortificato. Nei primi anni del XVI secolo, il complesso fu acquistato dalla famiglia Trivulzio, che lo trasformò in maniera significativa: da castrum a dimora di campagna, con la costruzione delle torri cilindriche ancora oggi ben visibili.
Riacquistò importanza nel secolo XVIII, quando venne a trovarsi in una posizione centrale rispetto alle grandi trasformazioni agrarie che interessarono il milanese. Nel 1836 divenne poi proprietà della famiglia Visconti di Modrone.
Situato all’estremità nord-ovest di Rozzano, a livello architettonico Cassino Scanasio è caratterizzato da decorazioni a graffito e finestre ad archi in stile gotico.

 

Chiesa di Sant’Ambrogio
Piccolo gioiello artistico e storico della città, la chiesa di S. Ambrogio racchiude affreschi di notevole pregio.
Una ricerca storica commissionata dallo stesso parroco di S. Ambrogio attribuisce tali affreschi al Luini, al Bergognone, al Morazzone e a un artista di scuola bramantesca (come indicato, tra l’altro, nei numerosi documenti trovati negli Archivi Diocesani).
Degno di nota è anche l’antico organo del Bernasconi, risalente al 1874. L’artista varesino, capostipite di una famiglia di organari, ha realizzato anche il maestoso organo che si trova nella chiesa di S. Giovanni in Laterano a Roma. La Chiesa di Sant’Ambrogio è situata in via XXV aprile 4, nel cuore del quartiere Rozzano Vecchio.

 

Cascina Grande (ex Cascina Zanoletti)
Edificata nel 1881, l’ex Cascina Zanoletti è stata un tipico esempio di grande azienda agraria ottocentesca della bassa milanese, affermandosi come uno dei più floridi centri di raccolta e di produzione di riso dell’area. Situata a ridosso del nucleo di Rozzano Vecchio, è stata concepita con una struttura del tutto diversa da quella quadrata o rettangolare che caratterizza la maggior parte delle cascine lombarde.
Il porticato è disposto a triangolo e ha per lati le due ali delle stalle e dei fienili e la casa padronale, rivolta verso la campagna. A completare la struttura troviamo, a nord, il vecchio mulino e il granaio e, a sud, le case coloniche.  
L’edificio è stato costruito con cura dei particolari, come dimostrano l’uso di materiali pregiati quali il granito e le decorazioni in cotto.
Il complesso agricolo è stato acquistato e completamente ristrutturato dall’amministrazione comunale. La prima fase del recupero (1979-1983) ha interessato le stalle e le case coloniche, la seconda (1993-1997) il mulino.
Adibita a centro culturale, la struttura è stata ribattezzata col nome di Cascina Grande. Sono tre le strutture che ospitano i servizi culturali: la prima e storica ala, attualmente sede della biblioteca multimediale; la seconda ala, sede della Fondazione Rudh, dotata di un bar/caffetteria e spesso teatro di mostre e di varie attività culturali; e il mulino, sede della biblioteca per bambini e ragazzi. Sotto i porticati e presso il parchetto della cascina si tengono anche mercatini ed esposizioni di vari prodotti artigianali.

 

Torre Telecom
Con i suoi 187 metri di altezza è tra le strutture architettoniche più alte d’Italia e risulta ben distinguibile anche a distanza di chilometri.
Inaugurata nel 1990, la torre è situata in viale Toscana, nella zona centrale del paese, in un complesso di proprietà di Telecom Italia.

 

Feste
• Il 7 dicembre si celebra Sant’Ambrogio, che è santo patrono del paese.
• A partire dalla fine di novembre, ogni domenica, lungo via Mimose, viale Lombardia e altre importanti strade e piazze del paese si tiene il mercato di Natale.  
• Le stesse vie e strade centrali del paese sono, inoltre, teatro di fiere periodiche, quali la Fiera di Primavera (che si tiene solitamente in aprile) e la Festa d’Autunno (ottobre).

 

Rosate

Rosate

 

 

Comune dell’area sud-ovest Milano, conta circa 5.590 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e le due frazioni di Cavoletto e Gaggianese. La superficie territoriale è di circa 18,74 kmq, dei quali 17,15 rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrosinistra, che ha nella lista civica Per Rosate la forza politica di maggioranza e in Daniele Del Ben il sindaco (in carica dal 6 giugno 2016).
comune.rosate@pec.regione.lombardia.it
www.comune.rosate.mi.it

 

Da vedere

Chiesa di Santo Stefano
Risale al X secolo, quando fu istituita la pieve locale, con la costruzione di un primo tempio sacro di stile romanico. Dopo diverse mutazioni, nel 1827 la chiesa venne ricostruita nelle forme attuali. Sul campanile è installato un concerto di 8 campane, fuse dalla Fonderia Barigozzi di Milano nel 1888. Sul campanile è stata recuperata e ripristinata la vecchia tastiera per il suono a festa.

Castello
È stato edificato in pieno medioevo, probabilmente ricalcando quella che era la piantina di un antico fortilizio romano. Le prime tracce di una struttura difensiva a Rosate risalgono al 1159, in coincidenza dell’assedio a opera delle truppe di Federico Barbarossa. Venne ricostruito tra il 1323 ed il 1329 per volontà della famiglia milanese dei Torriani, ma già con l’avvento dei Visconti alla signoria di Milano perse gran parte delle proprie funzioni difensive. La struttura, pesantemente rimaneggiata nel corso dei secoli, si presenta oggi come una costruzione in mattoni e intonaco, caratterizzata da una torretta a tre piani e contraddistinta, in facciata, da una pregevole finestra ad arcate multiple in cotto, il tutto sovrastato da una merlatura alla ghibellina. Sono ancora chiaramente visibili degli scassi nei muri per i bolzoni del ponte levatoio, che un tempo regolava l’accesso alla struttura.

Cascina Confaloniera
Recentemente ristrutturata e adibita a residenza condominiale, la cascina Confaloniera è uno dei luoghi storici del paese. Sorge a ridosso degli antichi fossati a sud del borgo ed è ancora visibile la parte originaria, costituita dalla porzione comprendente la colombaia, evoluzione di un luogo fortificato un tempo utilizzato come punto di avvistamento. Le colombaie o colombere erano edifici abitati da nobili secondo il modello delle case-torri. L’allevamento dei colombi era, infatti, praticato solo da famiglie benestanti, che potevano permettersi di adattare a tale scopo l’ultimo piano della loro casa. Il nome della cascina trae origine da una delle nobili famiglie che l’ebbero in proprietà dal 1619 alla prima metà del ‘700: i Confalonieri. La troviamo invece citata per la prima volta in un atto catastale redatto nel 1558 col nome di Cascina di Sopra. Negli atti risulta che la cascina apparteneva a Fabrizio Avvocati (o Avogadri), la cui proprietà si estendeva per 685 pertiche. Dal Catasto Teresiano del 1755 si evince il passaggio di proprietà dai Confalonieri ai Visconti.

Cascina Longona
Il nome di questa cascina è legato alla figura di Giovanni Longoni, commerciante milanese che, nel 1476, dopo aver ottenuto il permesso ducale, iniziò l’attività con un mulino mosso dalla roggia Gambirone (derivata dal Naviglio Grande) sino al terreno dov’è situata la cascina. La roggia venne in seguito ribattezzata col nome di Roggia Longona. Presso la cascina sorgeva pure un oratorio dedicato a S.Ambrogio. Attualmente è di proprietà della famiglia Invernizzi e principalmente destinata all’allevamento di bovini da latte.

 

Feste

 

• Nel mese di maggio si tiene la rassegna Rosate in Festa, una serie di eventi che si protrae sino a giugno inoltrato. Il momento-clou è l’ultima domenica di maggio, quando si celebra la festa patronale, con la Santa Messa e il mercatino delle bancarelle ad animare le vie del paese per l’intera giornata.

Rodano

Rodano

 

 

Comune dell’area nord-est milanese, conta 4.639 abitanti (dato del febbraio 2015), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Cassignanica, Lucino, Millepini, Pobbiano. La superficie territoriale si aggira intorno ai 12,87 kmq, di cui 10,91 kmq sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
Il comune di Rodano, a differenza, ad esempio, della vicina Segrate, ha preservato ampi spazi legati alla vocazione agricola originaria, inserito com’è nella zona dei fontanili e irrigato da un intrigo di rogge e canali, in parte derivanti dal naviglio Martesana.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nella lista civica Uniti per Rodano la forza politica di maggioranza e in Roberta Maietti il sindaco (in carica dal maggio 2019).

 

Da vedere
Riserva Naturale Sorgenti della Muzzetta
Istituita dalla Regione Lombardia nel 1984 e inserita nell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario, nasce per salvaguardare e valorizzare il complesso di fontanili che danno origine alla Muzzetta. Rappresenta un prezioso angolo di natura, in cui è possibile osservare diversi ambienti tipici della pianura.

Strada del Duca
La strada prende il nome dal duca Gabrio Serbelloni. Intorno alla metà del 1700 la famiglia Serbelloni acquistò dai conti D’Adda la proprietà dei territori posizionati tra la Paullese e la Rivoltana con le cascine Cassinazza (ora demolita), Cassinetta e Crocina presenti nel comune di Pantigliate. Per facilitare i suoi spostamenti all’interno della proprietà, nel 1760, il duca fece ripristinare e rettificare il vecchio tracciato di una strada interpoderale la cui origine ricalcava una centuriazione romana. La Strada del Duca divenne un luogo di rifugio importante durante la Seconda Guerra Mondiale. Da un po’ di tempo la strada è chiusa al traffico veicolare. L’assenza di rumori e di emissioni nocive hanno favorito il ripopolamento di diverse specie faunistiche favorite dall’ambiente naturale di un ecosistema particolarissimo rappresentato dalle Sorgenti della Muzzetta.

Villa Litta Invernizzi
Edificata nel XVI secolo, la villa, con annesso parco, costituisce, insieme alla chiesetta e alle cascine Torrazza, Bruciata e Trenzanesio, la cosiddetta Tenuta Trenzanesio.
La struttura, a pianta quadrangolare, con un salone passante che disimpegna tutti gli altri ambienti e termina in un portico sulla facciata principale, riproduce uno schema tipico di molte ville lombarde. È interessante notare che la villa è disposta e organizzata lungo un asse in direzione est/ovest: a occidente vi è il giardino, contenuto entro un perimetro rettangolare; a oriente, sorgono, invece, i rustici e la chiesa, a costituire un piccolo borgo.
Il giardino intorno alla villa si è conservato intatto, con la grande peschiera rettangolare alimentata da copiosi fontanili, che non seguono il perimetro dell’edificio, ma se ne discostano per lasciare spazio a due piccoli giardini sopraelevati e appartati immediatamente a contatto con la casa.
Alcuni studiosi ritengono che Villa Litta sia stata eretta nel 1540, a cura dell’architetto Giovanni da Pandemuro, allievo del Palladio. Altri sostengono, invece, che sia nata esattamente un secolo dopo, nel 1640, per volere di Guido Litta, Vescovo di Milano. In effetti l’unico riferimento storico di cui si ha certezza risale al 1688, anno in cui la famiglia facente capo a Pompeo Litta ottenne l’investitura feudale di Trenzanesio. Nel 1800 la villa passò, per diritto di successione, alla famiglia Greppi. Negli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso fu sede di un colorificio e, solo nel 1955, divenne proprietà della famiglia Invernizzi. Alla scomparsa dei proprietari, in assenza di eredi, la tenuta è infine passata in gestione ad una fondazione.

Casa Gola
Tipico esempio di architettura rurale lombarda, Casa Gola risale al tardo medioevo (1400 circa). Rappresenta il nucleo originale di un abitato rurale a corte chiusa, probabilmente conventuale.
L’edificio presenta pregevoli tratti architettonici e decorativi, un perimetro murario in cotto e ambienti interni dagli alti soffitti, con alcuni disegni a pittura restaurati. Il recente recupero ne consente una fruizione collettiva: in essa è, infatti, ospitato il Polo culturale a carattere botanico del Parco Agricolo Sud Milano, costituito dall’Erbario della Flora Padana e in grado di richiamare l’attenzione delle scolaresche allo studio della botanica, e una piccola biblioteca a sfondo naturalistico, funzionante anche come punto informazioni su tutto il Parco Sud e quindi anche della vicina Riserva Naturale delle Sorgenti della Muzzetta.
Al primo piano di Casa Gola, in una nicchia usata per riporre lampade e candele, è presente un affresco raffigurante una gazza posata su un ramo. L’affresco è stato scelto, tramite un concorso popolare, come logo rappresentativo delle attività culturali del paese.

Sarcofagi di Rodano
I sarcofagi recuperati dalle cascine di Rodano ed esposti davanti al Municipio, nella frazione Lucino, sono difficili da datare con esattezza, visto che non possono essere messi in relazione con altri resti. Sarcofagi simili, con tetto a doppio spiovente ornato di acroteri, risalgono solitamente al periodo tardoromano (IV-V secolo) – altomedievale (VI-VII). I sarcofagi romani più antichi (intorno al II-III secolo) hanno spesso gli spioventi più ripidi e gli acroteri maggiormente rilevati. Il fatto che, in questo caso, il coperchio sia piuttosto basso riporterebbe, quindi, all’epoca altomedievale (VI-VII secolo).
Il coperchio stesso sembra inoltre esser stato sagomato per far scorrere meglio l’acqua. Vasche e coperchi dei sarcofagi sono stati spesso usati, in età contemporanea, o come abbeveratoio o come canaline di scolo, attraverso la pratica di fori di scarico, come testimoniano altri rinvenimenti simili.

Museo Scooter e Lambretta
Raccolta privata unica nel suo genere, allestita alla fine degli anni ’80 da Vincenzo Tessera, il museo presenta la storia dello scooter dai primi anni del Novecento agli anni sessanta, con oltre 180 modelli provenienti da tutte le parti del mondo. Ogni nazione è rappresentata non solo dagli esemplari di più larga diffusione, ma anche da pezzi unici di grande valore storico.
La sezione dedicata alla Lambretta comprende i più importanti e rari esemplari prodotti dallo stabilimento Innocenti: prototipi e moto da competizione, oltre a modelli sezionati per uso didattico ed esemplari unici da gara. La produzione di serie è rappresentata dalla prima Lambretta (datata 1947) fino all’ultima, prodotta nel 1971.
È possibile, inoltre, consultare l’archivio storico Innocenti, la manualità tecnica, i filmati e la pubblicità. Il museo rientra (insieme a quello di altre grandi realtà aziendali lombarde, quali Alfa Romeo, Kartell e Zucchi) nel circuito Musei d’Impresa della Città Metropolitana di Milano.

Croce di Rodano
La Croce di Rodano è un interessante reperto ritrovato agli inizi del secolo scorso nella frazione Cassignanica. Ricavata da una sottile lamina d’oro lavorata a sbalzo, è un esempio delle decorazioni funerarie che i longobardi avevano in uso nel VII secolo. La Croce presenta un disegno di notevole complessità, difficile da decifrare. È mancante del braccio di sinistra, che si crede riportasse specularmente le immagini riprodotte su quello di destra. Sicuramente l’iconografia rappresentata non è quella classica cristiana.
Oggi conservata nel Museo Archeologico di Milano, nella sezione dedicata al popolo longobardo, ne è esposta una copia anche nella sala comunale di Casa Gola. Una rappresentazione della Croce di Rodano è inoltre conferita annualmente dal sindaco ai cittadini benemeriti.

Chiesa di San Vincenzo
Struttura databile al XVII secolo, sorta in luogo di un’antica cappella, della quale esistono documenti storici del XIII secolo. Si trova nella frazione Cassignanica, di cui è chiesa parrocchiale.

Chiesa di San Giovanni Evangelista
Situata nella frazione Lucino, la chiesa di San Giovanni evangelista è attestata come parrocchia fin dal XVI secolo: compare, infatti, negli atti delle visite pastorali compiute, tra XVI e XVIII secolo, dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Settala.

Feste
A metà giugno si tiene la tradizionale manifestazione Rodano in Festa, che celebra l’istituzione del comune di Rodano, avvenuta il 21 giugno del 1869 per regio decreto dell’allora Re Vittorio Emanuele II. Una serie d’iniziative, organizzate a cura dell’amministrazione comunale e delle varie associazioni attive sul territorio, anima l’intero paese (frazioni comprese) dalla seconda settimana di giugno sino alla domenica a ridosso del 21, che rappresenta il culmine della festa. È in quest’occasione che si tiene anche la cerimonia di consegna della Croce di Rodano ai cittadini rodanesi distintisi per particolari meriti.