Vanzago

Vanzago 

 

 

 

Comune dell’area nord-ovest di Milano, conta circa 9.000 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Mantegazza, Tre Campane e Valdarenne. Il paese si estende su una superficie territoriale di circa 6 kmq, di cui 1,53 kmq rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una lista civica, con Guido Sangiovanni nel ruolo di sindaco (in carica da maggio 2014 e al suo secondo mandato).

Da vedere

Palazzo Calderara
Stando ai documenti in cui si attesta l’esistenza di case nobili di proprietà di Alessandro da Cremona, il palazzo risalirebbe al XVI secolo. L’edificio fu oggetto di diversi passaggi di proprietà nel corso degli anni,per arrivare, nel 1795, alla famiglia Calderara. È proprio Giulio Calderara l’artefice delle importanti trasformazioni operate tra il 1819 e il 1846. Gli interventi di ristrutturazione riguardarono soprattutto la facciata, la volta del salone e il salone superiore. In seguito alla morte di Giulio Calderara, la proprietà passò al fratello Carlo, il quale nominò suo erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.
Quando, nel 1860, l’Ospedale Maggiore entrò in possesso del palazzo, lo svuotò di tutti i suoi averi per mezzo d’asta. Nel 1912 poi, la Sovrintendenza ai monumenti pose un vincolo di tutela, che tuttavia la proprietà rifiutò, in quanto non in grado d’accollarsi gli oneri di manutenzione del bene. Seguirono decenni di profondo degrado, sino al 1986, quando l’Ospedale Maggiore si rese disponibile a cedere il bene al comune di Vanzago. Il passaggio di proprietà si perfezionò soltanto nel 1991. Dopo importanti interventi di ristrutturazione, il 6 gennaio 2001, il palazzo venne ufficialmente inaugurato come nuova sede dell’amministrazione comunale.
A livello architettonico, Palazzo Calderara si presenta come una villa a due piani, originariamente destinata ad abitazione di villeggiatura. La struttura prevedeva una chiara articolazione gerarchica dei corpi di fabbrica intorno a una corte, che collocava nel corpo centrale l’abitazione padronale e gli ambienti di rappresentanza, quali il portico, il salone d’onore e lo scalone monumentale. La facciata, di marcata impronta neoclassica, conserva ancora oggi un portico a cinque arcate di origine seicentesca ed è caratterizzata da un frontone triangolare, arricchito da un bassorilievo in stucco, da una balconata con balaustra di pietra e colonnine di tipo ionico e da quattro formelle di terracotta con bassorilievi a soggetto mitologico. Meno elaborata è la controfacciata, le cui finestre al piano terra si aprono su un’ampia terrazza con balaustre a colonnetta. La pavimentazione, in granito, termina con una gradinata verso il giardino, sorvegliato da due maestosi leoni realizzati con polvere di marmo. La maggior parte dei pavimenti al piano terra sono in mosaico. I due piani sono collegati da un ampio scalone barocco a due rampe parallele, sulle cui pareti sono dipinte tre divinità classiche, inserite in finte nicchie arcuate, opera del pittore Luigi Conconi. Importanti affreschi sono ammirabili sulla volta del portico e su pareti e soffitti di alcune delle sale, in particolare quelle che oggi ospitano gli uffici del sindaco e della polizia locale.

Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano
L’attuale chiesa parrocchiale di Vanzago sorge sulla stessa area dove un tempo era l’antica struttura, risalente al XIII secolo e dedicata in origine al solo San Cassiano, dal XVI anche a San Ippolito. La nuova chiesa risale, invece, al XIX secolo. È in quell’epoca, infatti, che i parroci insistettero per realizzare un nuovo e più capiente edificio, in grado di far fronte alla crescita demografica del paese e all’aumento del numero di fedeli. I lavori, finanziati in gran parte dall’amministrazione comunale (all’epoca sotto dominio austriaco), furono realizzati su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia e portati a termine intorno al 1860.
La chiesa è articolata su tre navate, con volte a vela, sostenute da agili colonne e da capitelli in stile corinzio. Ai lati del presbiterio sorgono, da un lato, la sacrestia e, dall’altro, alcuni locali ed il campanile. Il nuovo campanile, proporzionato alla chiesa, ha richiesto anche la posa di nuove campane, che furono installate, in numero di cinque di tonalità re-bemolle, nel 1888.
La facciata è caratterizzata da lesene, che evidenziano l’andamento della navata centrale più elevata e, trasversalmente, rimarcano il livello delle navate laterali più basse. Qui si apre, inoltre, un grande portale centrale con spalle sagomate in pietra viva, sopra il quale è posta una grande finestra circolare.

Il Monasterolo
Il primo nucleo di questo grande cortile risale all’epoca del Monastero delle Monache di Santa Maria di Cornate, la cui esistenza è documentata fin dalla metà del Trecento. Dopo la soppressione del Monastero (intorno al 1480), divenne una corte colonica dei Simonetta, conservando però l’antica chiesetta. Nel 1745, tuttavia, la chiesa fu demolita e ricostruita ex novo in fondo al cortile. L’assetto attuale, a parte qualche lavoro di ristrutturazione condotto dagli attuali proprietari, resta sostanzialmente fedele a quello Settecentesco, compresa la chiesa.

Villa Gattinoni
Edificata nel Settecento, è attualmente sede della Fondazione Ferrario, che opera nella promozione di attività assistenziali a favore degli anziani. La villa si sviluppa secondo una struttura a blocco lineare, con corpo centrale rialzato. La facciata settentrionale, con le originarie decorazioni settecentesche, è caratterizzata al piano terra da una loggia di tre arcate a tutto sesto poggiate su colonne binate, mentre ai piani superiori da due file di finestre dal profilo rettangolare. All’interno, si conservano sale con decorazioni in stucco e tele settecentesche, un sontuoso scalone padronale, composto da un’unica rampa centrale, che si duplica poi dopo il primo pianerottolo in due rampe laterali. Caratteristica anche la scala elicoidale di servizio, voluta dai Milesi nella seconda metà del Settecento, dotata di una raffinata balaustra in ferro battuto e decorata in tutta la sua estensione da mosaici. In epoca ottocentesca, quando la villa fu adibita a filanda, furono innestate due ali sul corpo principale della villa, ad essa ortogonali e non pertinenti, chiudendo le arcate del portico. Di notevole interesse è la cappella privata del palazzo, coeva alla sua fondazione. Dietro la villa si può visitare il secolare parco, la cui proprietà è suddivisa tra la Fondazione e il comune di Vanzago.

Riserva naturale Bosco di Vanzago (oasi WWF)
Area di circa 200 ettari, che si sviluppa tra Vanzago e i vicini comuni di Arluno e Pogliano Milanese, è un’oasi gestita dal WWF a partire dal 1978. L’insieme delle condizioni geologiche e climatiche hanno permesso lo svilupparsi di un bosco planiziale a latifoglia, caratterizzato dall’associazione vegetale originale di farnia-rovere-carpino. L’oasi in sé è strutturata su tre aree concentriche: la più interna, vero cuore del bosco, protetta da un muro di cinta creato per la tranquillità di piante ed animali; una seconda, recintata con rete metallica; ed un’altra esterna, aperta e senza vincoli, percorribile a piedi o in bicicletta.
L’intera superficie del parco è caratterizzata dall’alternanza di diversi ambienti naturali caratteristici della pianura padana: aree prative, campi coltivati, zone a bosco d’alto fusto, boscaglie, incolti, laghi, lanche e sieponi. Il bosco, che è l’ecosistema più prezioso dell’oasi, è costituito da farnie e roveri (di cui alcuni esemplari secolari), castagni, betulle, carpini, aceri ed anche numerose robinie. Il sottobosco è costituto da prugnolo tardivo, noccioli, sambuchi, ciliegi selvatici, agrifogli, biancospini, felci di diverse varietà, mughetti, e centinaia di altre specie erbacee.
Le sponde degli specchi d’acqua e delle altre zone umide ospitano essenze tipicamente igrofile. Tutti questi ambienti sono dimora di numerose specie animali. Tra i mammiferi, oltre al capriolo, animale simbolo della riserva, si possono incontrare la lepre, il coniglio selvatico, la faina, il tasso, la volpe e il riccio. Le zone boschive più fitte ospitano, inoltre, caratteristici piccoli roditori, come il ghiro, il topo quercino e il moscardino. Più evidenti sono però gli uccelli: rapaci notturni e diurni, anatre, aironi e numerosi passeriformi, che utilizzano l’oasi come luogo di svernamento, di sosta, di pastura e di nidificazione. Sono presenti, infine, alcune varietà di rettili, anfibi (fra cui la rara testuggine palustre), insetti e pesci. All’interno dell’oasi sono presenti tre cascine, utilizzate anche per ricerche scientifiche e iniziative didattiche. L’oasi è aperta a visite guidate per scolaresche e gruppi organizzati, prenotabili tutti i giorni, sabato escluso.

Feste

• La terza domenica di giugno si tiene la tradizionale Festa delle Associazioni: una serie di eventi sportivi, culturali e d’intrattenimento musicale a cura delle associazioni attive sul territorio. Nell’occasione, l’amministrazione comunale assegna, inoltre, il Premio Calderara, istituito nel 2004 allo scopo di rendere pubblica riconoscenza a persone, gruppi di cittadini o associazioni distintesi attraverso azioni che hanno contribuito alla crescita della comunità vanzaghese.

• La festa patronale, in onore dei Santi Ippolito e Cassiano, viene celebrata intorno al terzo fine settimana di settembre, con un ricco programma di celebrazioni religiose e iniziative d’intrattenimento ad animare il paese nelle giornate di sabato e domenica. 

Comune dell’area nord-ovest di Milano, conta circa 9.000 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Mantegazza, Tre Campane e Valdarenne. Il paese si estende su una superficie territoriale di circa 6 kmq, di cui 1,53 kmq rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano. 
L’amministrazione comunale è retta da una lista civica, con Guido Sangiovanni nel ruolo di sindaco (in carica da maggio 2014).
 
 
 
Da vedere

 

Palazzo Calderara

Stando ai documenti in cui si attesta l’esistenza di case nobili di proprietà di Alessandro da Cremona, il palazzo risalirebbe al XVI secolo. L’edificio fu oggetto di diversi passaggi di proprietà nel corso degli anni,per arrivare, nel 1795, alla famiglia Calderara. È proprio Giulio Calderara l’artefice delle importanti trasformazioni operate tra il 1819 e il 1846. Gli interventi di ristrutturazione riguardarono soprattutto la facciata, la volta del salone e il salone superiore. In seguito alla morte di Giulio Calderara, la proprietà passò al fratello Carlo, il quale nominò suo erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.
Quando, nel 1860, l’Ospedale Maggiore entrò in possesso del palazzo, lo svuotò di tutti i suoi averi per mezzo d’asta. Nel 1912 poi, la Sovrintendenza ai monumenti pose un vincolo di tutela, che tuttavia la proprietà rifiutò, in quanto non in grado d’accollarsi gli oneri di manutenzione del bene. Seguirono decenni di profondo degrado, sino al 1986, quando l’Ospedale Maggiore si rese disponibile a cedere il bene al comune di Vanzago. Il passaggio di proprietà si perfezionò soltanto nel 1991. Dopo importanti interventi di ristrutturazione, il 6 gennaio 2001, il palazzo venne ufficialmente inaugurato come nuova sede dell’amministrazione comunale.

A livello architettonico, Palazzo Calderara si presenta come una villa a due piani, originariamente destinata ad abitazione di villeggiatura. La struttura prevedeva una chiara articolazione gerarchica dei corpi di fabbrica intorno a una corte, che collocava nel corpo centrale l’abitazione padronale e gli ambienti di rappresentanza, quali il portico, il salone d’onore e lo scalone monumentale. La facciata, di marcata impronta neoclassica, conserva ancora oggi un portico a cinque arcate di origine seicentesca ed è caratterizzata da un frontone triangolare, arricchito da un bassorilievo in stucco, da una balconata con balaustra di pietra e colonnine di tipo ionico e da quattro formelle di terracotta con bassorilievi a soggetto mitologico. Meno elaborata è la controfacciata, le cui finestre al piano terra si aprono su un’ampia terrazza con balaustre a colonnetta. La pavimentazione, in granito, termina con una gradinata verso il giardino, sorvegliato da due maestosi leoni realizzati con polvere di marmo. La maggior parte dei pavimenti al piano terra sono in mosaico. I due piani sono collegati da un ampio scalone barocco a due rampe parallele, sulle cui pareti sono dipinte tre divinità classiche, inserite in finte nicchie arcuate, opera del pittore Luigi Conconi. Importanti affreschi sono ammirabili sulla volta del portico e su pareti e soffitti di alcune delle sale, in particolare quelle che oggi ospitano gli uffici del sindaco e della polizia locale.

 

Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano

L’attuale chiesa parrocchiale di Vanzago sorge sulla stessa area dove un tempo era l’antica struttura, risalente al XIII secolo e dedicata in origine al solo San Cassiano, dal XVI anche a San Ippolito. La nuova chiesa risale, invece, al XIX secolo. È in quell’epoca, infatti, che i parroci insistettero per realizzare un nuovo e più capiente edificio, in grado di far fronte alla crescita demografica del paese e all’aumento del numero di fedeli. I lavori, finanziati in gran parte dall’amministrazione comunale (all’epoca sotto dominio austriaco), furono realizzati su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia e portati a termine intorno al 1860.

La chiesa è articolata su tre navate, con volte a vela, sostenute da agili colonne e da capitelli in stile corinzio. Ai lati del presbiterio sorgono, da un lato, la sacrestia e, dall’altro, alcuni locali ed il campanile. Il nuovo campanile, proporzionato alla chiesa, ha richiesto anche la posa di nuove campane, che furono installate, in numero di cinque di tonalità re-bemolle, nel 1888.

La facciata è caratterizzata da lesene, che evidenziano l’andamento della navata centrale più elevata e, trasversalmente, rimarcano il livello delle navate laterali più basse. Qui si apre, inoltre, un grande portale centrale con spalle sagomate in pietra viva, sopra il quale è posta una grande finestra circolare. 

 
Il Monasterolo

Il primo nucleo di questo grande cortile risale all’epoca del Monastero delle Monache di Santa Maria di Cornate, la cui esistenza è documentata fin dalla metà del Trecento. Dopo la soppressione del Monastero (intorno al 1480), divenne una corte colonica dei Simonetta, conservando però l’antica chiesetta. Nel 1745, tuttavia, la chiesa fu demolita e ricostruita ex novo in fondo al cortile. L’assetto attuale, a parte qualche lavoro di ristrutturazione condotto dagli attuali proprietari, resta sostanzialmente fedele a quello Settecentesco, compresa la chiesa.

 
Villa Gattinoni

Edificata nel Settecento, è attualmente sede della Fondazione Ferrario, che opera nella promozione di attività assistenziali a favore degli anziani. La villa si sviluppa secondo una struttura a blocco lineare, con corpo centrale rialzato. La facciata settentrionale, con le originarie decorazioni settecentesche, è caratterizzata al piano terra da una loggia di tre arcate a tutto sesto poggiate su colonne binate, mentre ai piani superiori da due file di finestre dal profilo rettangolare. All’interno, si conservano sale con decorazioni in stucco e tele settecentesche, un sontuoso scalone padronale, composto da un’unica rampa centrale, che si duplica poi dopo il primo pianerottolo in due rampe laterali. Caratteristica anche la scala elicoidale di servizio, voluta dai Milesi nella seconda metà del Settecento, dotata di una raffinata balaustra in ferro battuto e decorata in tutta la sua estensione da mosaici. In epoca ottocentesca, quando la villa fu adibita a filanda, furono innestate due ali sul corpo principale della villa, ad essa ortogonali e non pertinenti, chiudendo le arcate del portico. Di notevole interesse è la cappella privata del palazzo, coeva alla sua fondazione. Dietro la villa si può visitare il secolare parco, la cui proprietà è suddivisa tra la Fondazione e il comune di Vanzago.

 
Riserva naturale Bosco di Vanzago (oasi WWF)

Area di circa 200 ettari, che si sviluppa tra Vanzago e i vicini comuni di Arluno e Pogliano Milanese, è un’oasi gestita dal WWF a partire dal 1978. L’insieme delle condizioni geologiche e climatiche hanno permesso lo svilupparsi di un bosco planiziale a latifoglia, caratterizzato dall’associazione vegetale originale di farnia-rovere-carpino. L’oasi in sé è strutturata su tre aree concentriche: la più interna, vero cuore del bosco, protetta da un muro di cinta creato per la tranquillità di piante ed animali; una seconda, recintata con rete metallica; ed un’altra esterna, aperta e senza vincoli, percorribile a piedi o in bicicletta. 

L’intera superficie del parco è caratterizzata dall’alternanza di diversi ambienti naturali caratteristici della pianura padana: aree prative, campi coltivati, zone a bosco d’alto fusto, boscaglie, incolti, laghi, lanche e sieponi. Il bosco, che è l’ecosistema più prezioso dell’oasi, è costituito da farnie e roveri (di cui alcuni esemplari secolari), castagni, betulle, carpini, aceri ed anche numerose robinie. Il sottobosco è costituto da prugnolo tardivo, noccioli, sambuchi, ciliegi selvatici, agrifogli, biancospini, felci di diverse varietà, mughetti, e centinaia di altre specie erbacee.

Le sponde degli specchi d’acqua e delle altre zone umide ospitano essenze tipicamente igrofile. Tutti questi ambienti sono dimora di numerose specie animali. Tra i mammiferi, oltre al capriolo, animale simbolo della riserva, si possono incontrare la lepre, il coniglio selvatico, la faina, il tasso, la volpe e il riccio. Le zone boschive più fitte ospitano, inoltre, caratteristici piccoli roditori, come il ghiro, il topo quercino e il moscardino. Più evidenti sono però gli uccelli: rapaci notturni e diurni, anatre, aironi e numerosi passeriformi, che utilizzano l’oasi come luogo di svernamento, di sosta, di pastura e di nidificazione. Sono presenti, infine, alcune varietà di rettili, anfibi (fra cui la rara testuggine palustre), insetti e pesci. All’interno dell’oasi sono presenti tre cascine, utilizzate anche per ricerche scientifiche e iniziative didattiche. L’oasi è aperta a visite guidate per scolaresche e gruppi organizzati, prenotabili tutti i giorni, sabato escluso.

 

 
Feste 

La terza domenica di giugno si tiene la tradizionale Festa delle Associazioni: una serie di eventi sportivi, culturali e d’intrattenimento musicale a cura delle associazioni attive sul territorio. Nell’occasione, l’amministrazione comunale assegna, inoltre, il Premio Calderara, istituito nel 2004 allo scopo di rendere pubblica riconoscenza a persone, gruppi di cittadini o associazioni distintesi attraverso azioni che hanno contribuito alla crescita della comunità vanzaghese. 

  • La festa patronale, in onore dei Santi Ippolito e Cassiano, viene celebrata intorno al terzo fine settimana di settembre, con un ricco programma di celebrazioni religiose e iniziative d’intrattenimento ad animare il paese nelle giornate di sabato e domenica. 

Tribiano

Tribiano

 

 

Comune dell’area est milanese, conta 3.422 abitanti distribuiti tra il nucleo storico principale e le frazioni Lanzano, San Barbaziano e Zoate. La superficie territoriale si estende per circa 6,97 kmq, 4,85 dei quali sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nella lista civica di centrodestra Insieme per Tribiano la forza politica di maggioranza e in Roberto Gabriele il sindaco (in carica dal maggio 2019).
postacertificata@pec.comune.tribiano.mi.it
www.comune.tribiano.mi.it

 

Da vedere

Chiesa SS. Vito e Modesto
Situata in piazza Sesone, nel centro storico del paese, è la chiesa parrocchiale di Tribiano. L’edificio, di origine secentesca, presenta interessanti affreschi, alcuni dei quali ammirabili anche dall’esterno.

 

Chiesa SS. Gervasio e Protasio
Piccola chiesa situata nella frazione Lanzano, fa parte di un complesso adibito alle attività agricole. La costruzione risale al XIX secolo ed è stata oggetto, insieme all’intero feudo di Lanzano, di vari passaggi di proprietà, tutti però regolati da vincoli di tutela della chiesa stessa e dei terreni circostanti.

 

Chiesa di San Barbaziano
Situata nell’omonima frazione, un tempo feudo dei conti Melzi e degli Alari, è la chiesa più antica di Tribiano. Infatti, la sua costruzione è databile intorno all’anno 1090. Nel 1946 il soffitto e il tetto della chiesa vennero rifatti non più a cassettoni, ma a tutta volta.

 

Addetta
È il nome del corso d’acqua che attraversa il paese e che ha rivestito un ruolo importante nello sviluppo delle attività agricole che hanno storicamente caratterizzato il territorio. Secondo gli storici, il fiume Adda, discendente dal lago di Lecco attraverso Paderno e Trezzo, si divideva, all’altezza del comune di Cassano, in 2 rami distinti. Il ramo di sinistra, l’Adda attuale, prosegue il suo corso attraversando il lodigiano, per poi sfociare nel Po; il ramo di destra passa, invece, per Trucazzano, Comazzo, Paullo, Tribiano, Colturano, confluendo, all’altezza di Melegnano, nel Lambro.
Col passare dei secoli, il ramo di destra, chiamato Addetta (in origine, Addella), per la composizione del terreno, venne lentamente ad asciugarsi. Oggi ha perso la sua portata originaria e viene alimentato dalle acque del Canale della Muzza e da fossi irrigatori e scolmatori. Anche la pescagione, una volta abbondante, è andata diradandosi, non recando più alcun vantaggio agli abitanti delle sue sponde. Lunga circa 9 Km, l’Addetta si snoda da Colturano a Melegnano, caratterizzando anche il territorio di Tribiano, con ponti, attraversamenti e rogge.

 

Feste
L’evento clou è senza dubbio la Sagra di Tribiano, che si svolge a partire dall’ultimo fine settimana di agosto e prosegue, con una serie di iniziative, fino alla seconda metà di settembre.  Vario e articolato il calendario degli eventi: mostre artistiche, competizioni sportive, concerti musicali, mercatini artigianali, spazi ludici e aree ristoro, oltre alle celebrazioni religiose, che vertono intorno alla figura della “Madonna della Neve” (uno degli appellativi con cui la chiesa cattolica venera Maria, secondo il cosiddetto culto particolare riservato alla Vergine rispetto agli altri santi). Le iniziative, che vedono il coinvolgimento dell’amministrazione comunale, della parrocchia e delle varie associazioni attive sul territorio, riguardano sia il nucleo storico del paese che le sue frazioni.

Trezzano sul Naviglio

Trezzano sul Naviglio

 

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 20.951 abitanti (dato del 30 giugno 2016), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Loirano e Terzago. Sviluppatosi intorno al Naviglio Grande, Trezzano si estende su 10,78 kmq, di cui 5,52 afferenti al Parco Agricolo Sud Milano. 

L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrosinistra, che ha nel PD la forza politica di maggioranza, con Fabio Bottero nel ruolo di sindaco.

comune.trezzanosulnaviglio@legalmail.it 

www.comune.trezzano-sul-naviglio.mi.it 

Da vedere

Chiesa di Sant’Ambrogio

Risalente al periodo tra il 1130 e il 1170 e dedicata a Sant’Ambrogio (patrono del paese), è la chiesa principale di Trezzano, proclamata Santuario Mariano della Bassa dal Cardinale Schuster nel 1954.

All’interno, oltre alle opere del Luini, sono presenti numerosi affreschi che testimoniano il legame della chiesa col territorio. Tra questi, la rappresentazione di alcuni abitanti inginocchiati sotto il manto della Madonna (opera del XV secolo di autore ignoto) e l’apparizione miracolosa di Sant’Ambrogio (affresco absidale risalente alla metà del Cinquecento). La chiesa fu ampliata nel corso del XVII secolo, con l’aggiunta di elementi in stile barocco. 

Casa Tazzini – Casa Mainardi

Costruita nel XVIII secolo, si tratta di un edificio a corte chiusa in muratura continua. Si articola su due piani, con portico e androne d’ingresso il cui affaccio sulla corte è caratterizzato da un timpano sostenuto da due colonne in granito. Situata in via Vittorio Veneto 12, fu, in origine, un convento di frati Certosini. Oggi è proprietà privata a uso abitativo.

Anche Casa Mainardi, sempre in via Vittorio Veneto, è stata un tempo un convento, ma di monaci Cistercensi: giunti in Italia dalla Francia quest’ordine è stato di considerevole importanza per la bassa milanese che hanno bonificato l’area e introdotto l’uso delle marcite. Queste consistono nell’utilizzo dell’irrigazione a gravità effettuata utilizzando l’acqua proveniente da risorgive sia in estate sia in inverno, rendendo possibile effettuare annualmente tra i sette e i nove tagli di foraggio per l’alimentazione animale.

Parco del Centenario

Inaugurato nel 2000, deve il suo nome proprio al passaggio temporale dal XX al XXI secolo. Il parco si estende per circa 160.000 mq e sorge su un’area concessa al comune di Trezzano come onere di urbanizzazione. Nel 2007, grazie alla stipula di una convenzione tra l’associazione Salvambiente (cui è affidata la gestione del parco) e l’Ente Parco Agricolo Sud Milano, è stato allestito un Punto parco, allo scopo di divulgare informazioni circa le attività e le iniziative organizzate nei territori del Parco Sud. 

Lago Boscaccio

Lago artificiale sorto su un territorio in origine boschivo e successivamente divenuto area scavi, si estende tra il comune di Trezzano e quello di Gaggiano.

Qui è stato ricreato un habitat tipico della pianura lombarda, assolutamente naturale ed omogeneo con il territorio, divenuto ambiente ideale per varie specie di volatili.

I primi interventi di recupero ambientale, avviati nel 1984, hanno interessato la riqualificazione delle sponde e la relativa piantumazione. Il progetto si è via via arricchito di nuovi contenuti, grazie anche a collaborazioni con biologi e naturalisti, permettendo così di ricreare l’habitat che possiamo osservare oggi. Conclusa la fase produttiva, nel 1994 è seguita la dismissione e lo spostamento degli impianti di lavorazione ed il completamento del recupero ambientale del lago. 

Oggi l’attività di recupero procede parallela all’avanzamento dei processi di coltivazione, che creano nuove sponde di lago da recuperare e mettere in sicurezza. La pianificazione dei programmi industriali, gli interventi di recupero ambientale ed il monitoraggio degli ecosistemi creati hanno determinato l’attuale realtà del Lago Boscaccio, rendendola un’area caratterizzata da un’avifauna e un’ittiofauna straordinariamente ricche, oltre che fruibile per chiunque voglia concedersi una passeggiata o una pedalata in un contesto avvolto nella natura.

Feste 

La ricorrenza più sentita è l’Autunno Trezzanese. La manifestazione si tiene sin dagli inizi degli anni settanta del secolo scorso e prevede una serie di eventi e iniziative (spazi di intrattenimento, spettacoli musicali, competizioni sportive, funzioni religiose) che si svolgono per circa un mese, tra settembre e ottobre, coinvolgendo sia la parrocchia sia le varie associazioni attive sul territorio. 

Settimo Milanese

Settimo Milanese

 

 

Comune dell’area ovest di Milano, conta 19.913 abitanti (dato del 31 dicembre 2015), distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Vighignolo, Seguro, Villaggio Cavour, Castelletto ed Ex Cascine Olona. L’estensione territoriale è di 10,82 kmq, 5,09 dei quali sono all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrosinistra, che ha nel PD la forza politica di maggioranza, con Sara Santagostino Pretina nel ruolo di sindaco (in carica dal maggio 2014).

 

Da vedere

 

Palazzo D’Adda
Edificato per volontà dell’omonima famiglia tra il Cinquecento e il Seicento, si presenta con la tipica forma a U delle ville di campagna lombarde, con un porticato caratterizzato da colonne in granito. Al pian terreno le sale sono decorate con affreschi tardo manieristi a grottesche, imponenti soprattutto nel salone d’onore, oggi aula consiliare. Interessante la decorazione di una sala appartenente all’ala privata del palazzo, preceduta da un portico barocco, che nel soffitto presenta agli angoli i Quattro Elementi, armonizzati da Apollo al centro. Al piano superiore, le ampie sale presentano, nella fascia sotto al soffitto, raffigurazioni allegoriche e campestri, purtroppo danneggiate dal tempo, risalenti al ‘600. Notevoli le travature lignee. L’edificio è preceduto da una piazzetta, anticamente chiamata Il Pasqué, mentre sul retro si apre un giardino all’inglese, oggi ridimensionato, ma fino al Settecento molto più esteso e comprendente frutteti ed aiuole. Il palazzo era adibito a dimora della famiglia proprietaria per le vacanze autunnali. Solo il conte Francesco II (morto nel 1644) vi risiedette stabilmente. I conti d’Adda vi ospitarono, tra gli altri, il cardinale Federico Borromeo, mentre talvolta, durante l’inverno, concessero il salone per le assemblee della comunità.
Divenuto dapprima abitazione dei fittavoli e poi scuola, Palazzo D’Adda è oggi sede del municipio.

 

Chiesa di Santa Margherita
È la parrocchia di Settimo, con origini risalenti al XII, come risulta dal documento “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis” di Goffredo da Bussero. L’attuale struttura è frutto di un rifacimento databile intorno al 1534 a opera del sacerdote Francesco Balbi, membro della famiglia degli allora massimi proprietari settimesi.
Di forma rettangolare, a navata unica, presenta forme esterne neo romaniche, frutto di interventi realizzati a fine Ottocento.

 

Oratorio di San Giovanni Battista
Situato a Cascine Olona, venne edificato da Paolo Mantegazza nel 1468, lungo la via Novara. L’edificio è caratterizzato da un corpo longitudinale, con tetto a vista terminante in un’abside quadrata. Presenta, soprattutto nella decorazione pittorica, interessanti spunti di linguaggio rinascimentale, riconducibili a Vincenzo Foppa. Le principali opere sono L’annunciazione della vergine, La nascita del Battista e Il Giudizio Universale. Lo stato di conservazione degli affreschi è complessivamente buono, anche se sarebbero opportuni interventi di consolidamento delle pitture. All’inizio del Novecento, vista la sua particolare collocazione lungo la via Novara, rischiò di essere abbattuto per agevolare il percorso del Gamba de Legn, la nota tramvia di collegamento tra Milano e i comuni della provincia. Eventualità poi scongiurata dall’intervento della sovrintendenza per la conservazione dei beni culturali.

 

Chiesa di San Giorgio

È la chiesa parrocchiale della frazione Seguro, costruita in forme barocchette dall’architetto Galiori alla metà del Settecento. Particolarmente elegante, pur nelle sue piccole dimensioni, sorse in luogo di una chiesa alla fine del Cinquecento.
Degni di nota, all’interno, la decorazione ad affresco, realizzata nello stile caratteristico degli anni Trenta, e interessanti opere, tra cui la pala all’altare de Crocifissione attribuibile ad Antonio de Giorgi (anni Settanta del XVIII secolo), la statua della Vergine del Rosario, anch’essa settecentesca, e un grande dipinto, la Sacra Conversazione, attribuita a Pietro da Bagnara (1546).

 

Palazzo Granaio
Si tratta di un edificio risalente al XVII secolo e situato nel centro de comune. Costruito accanto a Palazzo D’Adda e affacciato sul suo parco, Palazzo Granaio era originariamente utilizzato come deposito per il grano, per l’allevamento dei bachi da seta e come cantina per il vino. Un’antica leggenda vuole che nel Palazzo vi trovasse dimora un potente mago che rapiva le ragazze del paese, secondo un cliché abbastanza diffuso nei paesi lombardi e si può considerare come testimonianza dell’antica sottomissione ai signori e proprietari dei secoli passati. Per questo l’edificio era chiamato popolarmente la Cà del Mago.
Attualmente Palazzo Granaio si presenta, invece, come un’originale articolazione di ambienti accoglienti di varie ampiezze e pregio architettonico. Gli spazi, che si sviluppano su tre piani per un’area coperta di 1.500 mq, sono adibiti ad attività di ristorazione, pub-birreria, oltre a iniziative e eventi di carattere artistico e culturale.

 

Cascina Castelletto
Situata nell’area ovest del paese, di essa si ha notizia a partire dalla metà del XV secolo. Fino al 1996 è stata un grandissimo complesso rurale, acquistato nel 1963 dalla società Auso Siemens. Nel 1966 furono demolite le case dei pigionanti e gran parte dei rustici, mentre alcune delle vecchie stalle vennero ristrutturate e adibite a uffici e magazzino. Oggi è proprietà di Italtel SPA, azienda italiana delle telecomunicazioni, il cui complesso industriale si sviluppa nei terreni adiacenti la cascina.

 

Feste

 

• La festa del paese viene solitamente celebrata la quarta domenica di ottobre. Per l’occasione, negozi aperti, bancarelle commerciali, stand di hobbisti e associazioni locali, oltre a varie iniziative ludiche e d’intrattenimento, animano strade e piazze durante l’intera giornata.
• Il secondo fine settimana di ottobre è festa nella frazione Seguro. Le associazioni e i commercianti locali, col patrocinio dell’amministrazione comunale, sono solite organizzare varie iniziative, tra cui concerti e spettacoli d’intrattenimento (che spesso includono i fuochi d’artificio).
• La seconda domenica di settembre è, invece, la frazione Vighignolo a celebrare la sua festa. Anche in questo caso, varie iniziative animano l’intera giornata, che viene aperta dalle funzioni religiose, con processione serale.
• La sera del 17 gennaio si celebra la ricorrenza di Sant’Antonio Abate. Tradizione molto radicata nella cultura locale, in occasione della quale viene acceso il tradizionale fuoco, con canti popolari, balli e momenti di convivialità organizzati in varie zone del paese, specie nelle numerose cascine del territorio.

Settala

Settala

 

 

Comune dell’area est milanese, conta circa 7.400 abitanti, distribuiti tra il nucleo storico principale e le frazioni Caleppio e Premenugo. La superficie territoriale si estende per circa 17,50 kmq, 13,32 dei quali sono parte del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una giunta che ha nella lista civica Uniti per Settala la forza politica di maggioranza e in Andrea Carlo il sindaco (in carica dal settembre 2014).

 

Da vedere
Cascina Castello e Centro Etnografico
Situata nella zona nord del territorio comunale, in un’area agricola nei pressi delle Sorgenti della Muzzetta, Cascina Castello è un grande complesso a corte chiusa edificato su quattro lati (sec. XIV – sec. XV). La cascina Castello, di proprietà privata, è situata nel comune di Settala, in posizione isolata nella campagna agricola nei pressi delle Sorgenti della Muzzetta (sito d’importanza comunitaria), nella zona nord del territorio comunale dove è localizzata l’area industriale artigianale.
La cascina è organizzata intorno ad una grande corte con aia e tre accessi carrabili sterrati, di cui quello a est permette l’ingresso dal viale delle Industrie mediante la strada vicinale per Cascina Castello.
L’edificio che connota il complesso nel paesaggio è il cosiddetto Castello, un edificio a blocco di tre piani, considerato la parte più antica del complesso. Il fronte verso la corte è dotato di un portico di quattro campate ad archi a sesto acuto di mattoni, sorretti da colonne di granito bianco sormontate da capitelli stemmati. Alla sommità dell’edificio è una corona di merli ghibellini realizzati probabilmente nell’Ottocento. I fronti sono rivestiti di intonaco liscio. L’edificio è sede di uno dei Punti Parco del Parco Agricolo Sud Milano e ospita al piano terra il Centro Etnografico e Storico-Agricolo delle Arti e Tradizioni contadine che accoglie gli attrezzi legati alla civiltà contadina raccolti da alcuni volontari residenti nel Comune di Rodano.
Gli altri edifici che compongono attualmente il complesso sono principalmente: la chiesa dell’Immacolata, le case coloniche, la stalla grande, due sili circolari posti a sud all’esterno della cascina e alcuni fienili e portici.
La chiesa dell’Immacolata è un edificio a navata unica terminato da abside. La facciata è piana, semplice con due lesene ai lati che arrivano sino all’imposta delle falde del tetto, a capanna. Al centro il portone, contornato da una cornice non modanata di granito, sormontato da una finestra centrale rettangolare. Ad una prima osservazione, la parte sommitale della facciata sembrerebbe essere stata modificata in tempi non recenti. Si notano, infatti, sopra i capitelli le imposte di un arco; sarebbero necessari in questo senso approfondimenti documentari e analisi stratigrafiche.
Le abitazioni coloniche si trovano in un lungo edificio a schiera costituito da dieci moduli abitativi organizzati su due piani, con ingresso autonomo. Solai e scale interne sono in legno, il pavimento del piano terra in elementi di cotto (per il modulo che è stato possibile visitare).
La facciata è scandita da una fascia marcapiano tra piano terra e primo piano e dai pilastri di mattoni della struttura. Tra le abitazioni coloniche e la chiesa dell’Immacolata è un altro edificio residenziale per dimensioni e allineamento simile a quello appena descritto, tranne che per alcune differenze formali e dimensionali dei vani finestra e per la collocazione della scala, il cui accesso è dall’esterno. Attualmente è disabitato. Di fronte a questi edifici, nella corte, ci sono la vecchia pesa e la legnaia. La stalla si attesta lungo tutto il lato sud del cortile. E’ un edificio imponente con fienile, in muratura di mattoni, solaio in putrelle e voltine di mattoni, tetto a due falde con orditura lignea a capriate. Svolge ancora nella quasi totalità la sua funzione originaria. I fienili e i portici sono a doppia altezza con struttura a pilastri in muratura di mattoni e tetto a due falde su struttura lignea a capriate. La cascina Castello è un’azienda agricola attiva per la gran parte nella coltura cerealicola.

 

Chiesa di San Tommaso
Documenti storici attestano la presenza di una cappella nella frazione Premenugo sin dal 1398. Nel corso del XVI secolo ha acquisito il titolo di parrocchia, come risulta dagli atti delle visite pastorali degli arcivescovi di Milano. In anni recenti i lavori di riqualificazione del centro storico della frazione hanno portato alla realizzazione di una piazza, ricavata dall’allargamento di via Roma, di cui la chiesa di San Tommaso è punto di riferimento.    

 

Chiesa di Sant’Agata
Situata in piazza della Repubblica, si tratta della chiesa parrocchiale di Caleppio. La struttura originaria risale al XVIII secolo, ma nel 1992 è stata ricostruita per far fronte alla rapida crescita demografica fatta registrare dalla frazione, che oggi conta  circa 2.800 abitanti.

 

Chiesa di Sant’Ambrogio
Situata nella centrale piazza Vittorio Veneto, è la chiesa parrocchiale del paese. Edificata nel XVIII secolo, ha mantenuto una struttura abbastanza fedele a quella originale.

 

Parco Sorgenti della Muzzetta
Costituita come Riserva Naturale nel 1993 e riconosciuta poi come Sito di Interesse Comunitario nel 2005, le Sorgenti della Muzzetta sono costituite da 3 fontanili. Il maggiore è il Molino: probabilmente il più grande della Città Metropolitana, ha forma triangolare e aspetto suggestivo per la presenza di numerose polle emergenti dalla superficie libera dello specchio d’acqua. Al suo interno è presente un’isola caratterizzata da vegetazione elofitica a Carex elata (piante che pur essendo radicate al suolo, vivono prevalentemente con le radici e le gemme ricoperte da acqua, mentre restano aeree foglie e fiori), per un’estensione di circa 300 mq, intercalata da un nucleo di vegetazione arborea a Salice bianco.
Il fontanile Vallazza ha, invece, una fisionomia differente: più piccolo, completamente circondato dalla vegetazione forestale, molto ombreggiato e privo di vegetazione elofitica.
Infine, il fontanile Regelada è il risultato di un recente intervento operato dal Parco Agricolo Sud Milano che, sulla base di vecchie carte catastali risalenti al diciottesimo secolo, ha ricostruito la testa del fontanile, negli anni andata completamente perduta.
La storia del fontanile, come pure la data di scavo degli invasi, risulta assai difficile da ricostruire, perché molti documenti storici si sono persi con l’ultima guerra. Alcuni riferimenti diretti e indiretti a rogge adiacenti alla risorgiva permettono, tuttavia, di individuare tra il XVI e il XVII secolo l’ipotetica data di scavo e di tracciare un quadro generico delle tappe evolutive per quanto riguarda la morfometria e l’idraulica.
Nei pressi della testa dei due fontanili Molino e Vallazza si è costituito un bosco igrofilo formato da ontani neri, olmi e salici. La presenza di un tratto ricoperto a canneto ha, inoltre, permesso l’insediamento di una discreta avifauna acquatica, che contribuisce a fare della riserva un’interessante meta di visite guidate, anche a scopo didattico.

 

Feste
• Il primo e il secondo fine settimana di ottobre si celebra la Festa della Madonna del Rosario, che coinvolge la frazione di Premenugo. Per l’occasione, oltre a funzioni religiose, si svolgono spettacoli, concerti, serate danzanti, mercatini e stand enogastronomici animano strade e piazze della frazione.
• La terza settimana di ottobre, la Festa della Madonna del Rosario tocca, invece, la frazione di Caleppio. Anche qui, una serie di eventi, con funzioni religiose e varie iniziative d’intrattenimento, animano l’intera settimana, sino alla domenica conclusiva (momento clou della festa)-

Segrate

Segrate

 

 

Comune dell’area nord-est milanese, direttamente confinante con  Milano, conta 35.131 abitanti (dato di aprile 2016), distribuiti tra il nucleo urbano principale (Segrate Centro) e gli otto quartieri: Villaggio Ambrosiano, Rovagnasco, Milano 2, Lavanderie, Redecesio, San Felice, Tregarezzo e Novegro. La superficie territoriale si aggira intorno ai 17 kmq, di cui 2,36 kmq sono parte del Parco Agricolo Sud Milano. L’amministrazione comunale è retta da una giunta di centrosinistra, che ha nel PD la forza politica di maggioranza e in Paolo Micheli il sindaco (in carica dal giugno 2015).

 

Da vedere
Museo e archivio storico di Cascina Ovi
Si tratta di un edificio che affonda le radici nel passato della città di Segrate – la prima testimonianza dell’esistenza di Cascina Ovi risale al 1346 – e, nel contempo, di adattarne le funzioni alle nuove esigenze della Comunità. Grazie a un piano di intervento concertato con operatori privati è stato possibile incastonare un altro gioiello della storia cittadina in un nuovo contesto ricco di servizi, spazi e strutture per la cultura e l’aggregazione, e verde attrezzato, che ha valorizzato e rivitalizzato una delle frazioni più antiche.
Nella parte di Cascina di proprietà del Comune, è stato ricavato il nuovo centro civico del quartiere di Milano Due, che all’interno ospita una nuova biblioteca, una sala studenti, una elegante sala congressi e il nuovissimo Museo cittadino. Qui sono raccolti reperti, documenti e testimonianze della storia del comune, consultabili anche attraverso delle postazioni multimediali. Il museo è inoltre centro di altre attività, quali convegni, mostre dedicate, presentazioni di eventi, che ne fanno un punto di riferimento concreto e attivo non solo della storia di Segrate, ma anche della sua vitalità culturale.

Chiesetta del Crocifisso
Il piano di recupero che ha coinvolto la trecentesca Cascina Ovi ha consentito di ristrutturare la vicina Chiesetta del Crocefisso, con i suoi affreschi del XV secolo, e di restituirla al quartiere di Lavanderie e all’intera comunità segratese. L’oratorio era dedicato a San Giovanni Battista. Così lo ricordano gli atti delle visite Pastorali dal 1571 fino al Settecento. All’interno sono conservati e restaurati affreschi del 1400.
Entrando, il tema dominante è rappresentato dalla crocifissione dell’abside. Sulla volta a crociera vi sono 12 medaglioni che raffigurano gli apostoli e Cristo risorto. Sulle pareti laterali sono dipinte immagini di S. Caterina e S. Chiara. Sullo sfondo dell’immagine di Santa Chiara si intravedono i particolari di un borgo medioevale con torri, filari di alberi e le figure di due suore. Sparsi sulle altre pareti dell’edificio si trovano frammenti di un S. Sebastiano, di una piccola chiesetta e, ai lati sullo sfondo, il sole fiammeggiante, simbolo di S. Bernardino da Siena.
Questi affreschi sono stati attribuiti dalla Soprintendenza per il patrimonio artistico di Milano alla bottega di un maestro assai prossimo a Cristoforo Moretti (documentato dal 1451 al 1485), specializzato in composizioni simili (chiesa di S. Siro alla Vepra, S. Vincenzo in Prato a Milano, Oratorio di S. Margherita a Casatenovo Brianza). Questo artista viene ricordato in alcuni documenti insieme ad altri pittori più noti quali il Foppa e la bottega degli Zavattari. Alcune sue opere si trovano in altre città italiane e, all’estero, ai musei di Lille e di Berlino (dal sito del comune di Segrate).

Chiesetta di San Vittore
Le prime testimonianze dell’esistenza della chiesa di San Vittore si possono trovare già in un’opera dell’abate Goffredo da Bussero (qui nato nel 1220), dove viene citata tra le chiese erette a Rovagnasco nella pieve di Segrate.
L’edificio originale doveva apparire molto diverso da quello attuale, poiché la chiesa, nel corso dei secoli, ha subito diversi rimaneggiamenti e ampliamenti.
Un’acquasantiera in marmo di Carrara reca la data 1491. Fino a questo periodo è probabile che la chiesa di San Vittore fosse appartenuta ai Cavalieri di Malta, che tra il Trecento e il Seicento avevano a Rovagnasco diversi possedimenti. Agli inizi del Settecento sulle piante catastali del Lombardo Veneto la chiesa appariva delle dimensioni attuali, ma priva del portico d’ingresso, che fu aggiunto durante i lavori di restauro del 1882 utilizzando colonne e capitelli più antichi.
Un’altra data certa è il 1575, che si ritrova impressa sulle campane, ricollocate al loro posto dopo l’intervento di innalzamento del campanile, avvenuto negli anni ‘50. L’interno è a navata unica ed è arricchito con una pregevole pala d’altare rappresentante la Crocifissione, che risale agli inizi del Seicento ed è attribuita al pittore Nuvolone.

Cascina Commenda
Databile intorno al 1600, la Cascina apparteneva ai Cavalieri di Malta. Oggi è teatro cittadino e centro culturale, polo di incontro e di aggregazione per i segratesi.  Il teatro, su due livelli, ospita concerti, conferenze, convegni e videoproiezioni. Nelle sale più piccole si svolgono attività minori e continuative (assemblee e riunioni delle associazioni locali, corsi e laboratori). L’ampio porticato esterno, con il bar, il parco attrezzato e il nuovo campo di beach volley è, soprattutto nella bella stagione, luogo di ritrovo frequentatissimo.
Negli spazi della Cascina e dell’istituto tecnico Mattioli, completamente riqualificato, ha trovato sede il centro civico integrato Commenda che comprende un centro per gli anziani, una biblioteca con emeroteca e sale per studenti, la Ludoteca comunale Mister Magorium, tre palestre per la pratica sportiva.

Parrocchia di Santo Stefano
L’edificazione della prima chiesa in Segrate viene fatta risalire alla seconda metà del V secolo, quando si diffuse il culto verso il protomartire Stefano, dopo che nel 415 il sacerdote Luciano ritrovò in Palestina le reliquie del Santo. La Pieve di Segrate, che si formò tra il VI e il VII sec. d.C., risulta una delle più antiche e significative. La sua importanza è rilevabile dal fatto che essa si trovava in prossimità della strada consolare “Mediolanum – Aquileia”. Oggi non è rimasta più traccia. La struttura originaria dell’attuale chiesa è documentata in una mappa del 1556. Lo stile eclettico dell’edificio ivi rappresentato, eretto su parte dell’area dove sorge l’attuale S. Stefano, induce a pensare che quella chiesa fosse il risultato dell’unione di due interventi distinti: il primo nell’XI secolo, il secondo in quello successivo. L’esterno dell’abside è, infatti, raffigurata con copertura a semicupola, la quale a sua volta è protetta da un tetto in coppi, sorretto da piccole colonne unite tra loro da archetti. Queste sono le caratteristiche dello stile romanico, sorto e sviluppatosi dopo l’anno mille.
La parte rimanente della chiesa presentava, invece, un’architettura più sobria, ispirata allo stile cistercense, che si diffuse nella pianura lombarda dopo l’arrivo dei monaci, osservanti della regola di San Benedetto, la cui casa madre era a Cîteaux (Francia). Sembrerebbe un ampliamento del periodo in cui quella di Santo Stefano era considerata una delle più importanti delle 56 “Capo Pievi” della Lombardia.
La chiesa subì diverse modifiche nel corso dei secoli, sino al marzo 1944, quando, a causa della guerra mondiale in corso, un ordigno esplosivo squarciò il fianco settentrionale dell’edificio e fece crollare il tetto, la volta, il braccio sinistro del transetto e gran parte della parete nord della navata. Terminata la guerra si dovette quindi procedere alla ricostruzione dello stabile, sotto la soprintendenza del Genio Civile di Milano. La rinata chiesa fu nuovamente consacrata dal cardinal Schuster, nell’aprile del 1947, mentre la ricostruzione fu ultimata nel 1955, con l’inaugurazione del nuovo organo Tamburini.
L’interno dell’edificio era, però, scarno di decorazioni. Tra il 1966 e nel 1968, si decise dunque di commissionare ai fratelli Compagnoni, (Ferdinando Monzio, pittore, e Davide, decoratore) opere di decorazione delle mura interne. Nel 1992 e nel 1998 si sostituirono i vetri trasparenti delle finestre e delle lunette del transetto con vetrate artistiche. In occasione dell’anno santo del 2000, poi, furono restaurati gli affreschi e gli stucchi, fu rifatto il pavimento con marmi pregiati e si spostò il fonte battesimale nel transetto di destra. La ricostruzione completa è terminata nel mese di dicembre 2000 con la posa del nuovo altare, di forma quadrata, e dell’ambone, realizzati in marmo botticino giallo con ai lati inserti di marmo verde a forma di foglia di palma (simbolo del martirio di Santo Stefano), e con la ricollocazione degli angeli dell’adorazione, anch’essi restaurati.

Mondadori
La sede storica di questo colosso dell’editoria, realizzata dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer (1975), già creatore della capitale sudamericana Brasilia, è tra gli elementi d’interesse della città. L’andamento longitudinale della costruzione ha consentito di realizzare un sistema strutturale, in cui la scocca in cemento armato regge i cinque piani sospesi degli uffici. Per gli edifici bassi delle redazioni e dei servizi, l’architetto Niemeyer ha proposto una planimetria irregolare e ondulata che ricorda la forma di una foglia, resa ancor più suggestiva dalla presenza del lago artificiale davanti al prospetto del palazzo. Il lago ha una superficie pari a 20mila metri quadri ed è circondato da un’enorme distesa verde (190mila metri quadri): un vero e proprio parco paesistico, realizzato su disegno di Pietro Porcinai: comprende prati e macchie arboree, cipressi, pioppi e platani. Sulla destra del lago vigila la scultura ‘Colonna dai grandi fogli’ di Arnaldo Pomodoro, che emerge dalle acque accanto alla passerella d’accesso. Lo stesso lago, oltre a esaltare l’aspetto monumentale dell’edificio, assolve a funzioni puramente tecnologiche, convogliando le acque che provengono dagli impianti di condizionamento. Nel giugno 2007 è stato inaugurato l’ampliamento della sede Mondadori, che ha previsto la completa ristrutturazione di Cascina Tregarezzo, con l’aggiunta di due nuovi corpi di fabbrica a completamento dell’originaria corte, a cura dell’architetto Werner Tscholl.

Palazzo ex Municipio
Situato in via XXV Aprile e realizzato da Guido Canella e Michele Achilli, l’ex municipio di Segrate è un’opera d’architettura rappresentativa del Razionalismo italiano, in quanto anticipa, nella rotondità quasi “romana” e monumentale dei suoi volumi, la nuova forma d’espressione postmoderna. Di rilievo anche la piazza antistante, con la fontana monumentale ad opera di Aldo Rossi (1965).L’edificio è al centro di un progetto di ristrutturazione avviato nel 2010.

Idroscalo
L’Idroscalo è un lago artificiale, alimentato da acque sorgive e da quelle provenienti dal Naviglio Martesana. È parte integrante del Parco Agricolo Sud Milano. Il bacino si estende su una superficie di lungo 2,5 km, largo fino a 450 m e con un totale di 150.000 m³ di acqua, venne inaugurato nell’ottobre 1930, tre anni dopo il primo annuncio del progetto da parte del Commissario Straordinario della Deputazione Provinciale.
Concepito inizialmente come aeroporto per idrovolanti, divenne presto luogo di ritrovo e, nel corso degli anni, è andato poi affermandosi anche come sede di manifestazioni sportive. I canottieri, in particolare, trovano in questo bacino pulito e poco profondo un campo di gara ideale, tanto che nel 1934 vengono qui organizzati i Campionati Nazionali di Canottaggio e, nel 1938, i Campionati Europei. Nel 2003, infine, l’Idroscalo ha ospitato, per la prima volta, i Campionati Mondiali. Al 1938 risalgono i primi interventi sul verde attorno al bacino, successivamente ampliati con una grande opera rimboschimento, effettuata in particolare tra gli anni 1957 e 1958. Nacque così il parco Idroscalo. Nel 1960 l’Idroscalo entra nell’immaginario collettivo e nella storia del cinema: lungo le sue rive viene,infatti, ambientata la sequenza più celebre del film Rocco e i suoi fratelli, capolavoro del regista Luchino Visconti. Dagli anni Novanta,il parco dell’Idroscalo si è consolidato quale uno dei principali luoghi di ritrovo estivo per i cittadini di Milano e dintorni, prestandosi anche a sede di numerose manifestazioni d’intrattenimento.

Centroparco
Parco di recente costituzione, frutto del progetto di recupero di un’ex-cava avviato a partire dal 2009. Attorno al laghetto di 70.000 mq si sviluppa un’area verde caratterizzata da un percorso ciclopedonale di 2,5 km, con ponticelli in legno che attraversano il fontanile, aree giochi e un punto ristoro.

 

Feste
• La Festa Cittadina ha generalmente luogo nella seconda settimana di settembre. Numerose le iniziative organizzate per l’occasione: mostre ed esposizioni culturali, manifestazioni sportive, giochi ed esibizioni a cura delle varie associazioni attive sul territorio. In tutto questo, non mancano spazi dedicati a bancarelle e mercatini, che si concentrano in particolare nel fine settimana. La chiusura della festa coincide con la seconda domenica di settembre.
• L’ultima domenica di ottobre si tiene, invece, la rassegna enogastronomica Vino & Dintorni. È il Centroparco a ospitare l’evento, che conduce in un ideale viaggio attraverso le specialità tipiche dell’enogastronomia italiana, con la possibilità di degustare e acquistare prodotti di qualità, alcuni dei quali (grazie alla collaborazione di Coldiretti) provenienti dalle aziende agricole del territorio, e di frequentare corsi e show-cooking organizzati per l’occasione.