Vanzago
Comune dell’area nord-ovest di Milano, conta circa 9.000 abitanti, distribuiti tra il nucleo urbano principale e le frazioni Mantegazza, Tre Campane e Valdarenne. Il paese si estende su una superficie territoriale di circa 6 kmq, di cui 1,53 kmq rientrano nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
L’amministrazione comunale è retta da una lista civica, con Guido Sangiovanni nel ruolo di sindaco (in carica da maggio 2014 e al suo secondo mandato).
Da vedere
Palazzo Calderara
Stando ai documenti in cui si attesta l’esistenza di case nobili di proprietà di Alessandro da Cremona, il palazzo risalirebbe al XVI secolo. L’edificio fu oggetto di diversi passaggi di proprietà nel corso degli anni,per arrivare, nel 1795, alla famiglia Calderara. È proprio Giulio Calderara l’artefice delle importanti trasformazioni operate tra il 1819 e il 1846. Gli interventi di ristrutturazione riguardarono soprattutto la facciata, la volta del salone e il salone superiore. In seguito alla morte di Giulio Calderara, la proprietà passò al fratello Carlo, il quale nominò suo erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.
Quando, nel 1860, l’Ospedale Maggiore entrò in possesso del palazzo, lo svuotò di tutti i suoi averi per mezzo d’asta. Nel 1912 poi, la Sovrintendenza ai monumenti pose un vincolo di tutela, che tuttavia la proprietà rifiutò, in quanto non in grado d’accollarsi gli oneri di manutenzione del bene. Seguirono decenni di profondo degrado, sino al 1986, quando l’Ospedale Maggiore si rese disponibile a cedere il bene al comune di Vanzago. Il passaggio di proprietà si perfezionò soltanto nel 1991. Dopo importanti interventi di ristrutturazione, il 6 gennaio 2001, il palazzo venne ufficialmente inaugurato come nuova sede dell’amministrazione comunale.
A livello architettonico, Palazzo Calderara si presenta come una villa a due piani, originariamente destinata ad abitazione di villeggiatura. La struttura prevedeva una chiara articolazione gerarchica dei corpi di fabbrica intorno a una corte, che collocava nel corpo centrale l’abitazione padronale e gli ambienti di rappresentanza, quali il portico, il salone d’onore e lo scalone monumentale. La facciata, di marcata impronta neoclassica, conserva ancora oggi un portico a cinque arcate di origine seicentesca ed è caratterizzata da un frontone triangolare, arricchito da un bassorilievo in stucco, da una balconata con balaustra di pietra e colonnine di tipo ionico e da quattro formelle di terracotta con bassorilievi a soggetto mitologico. Meno elaborata è la controfacciata, le cui finestre al piano terra si aprono su un’ampia terrazza con balaustre a colonnetta. La pavimentazione, in granito, termina con una gradinata verso il giardino, sorvegliato da due maestosi leoni realizzati con polvere di marmo. La maggior parte dei pavimenti al piano terra sono in mosaico. I due piani sono collegati da un ampio scalone barocco a due rampe parallele, sulle cui pareti sono dipinte tre divinità classiche, inserite in finte nicchie arcuate, opera del pittore Luigi Conconi. Importanti affreschi sono ammirabili sulla volta del portico e su pareti e soffitti di alcune delle sale, in particolare quelle che oggi ospitano gli uffici del sindaco e della polizia locale.
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano
L’attuale chiesa parrocchiale di Vanzago sorge sulla stessa area dove un tempo era l’antica struttura, risalente al XIII secolo e dedicata in origine al solo San Cassiano, dal XVI anche a San Ippolito. La nuova chiesa risale, invece, al XIX secolo. È in quell’epoca, infatti, che i parroci insistettero per realizzare un nuovo e più capiente edificio, in grado di far fronte alla crescita demografica del paese e all’aumento del numero di fedeli. I lavori, finanziati in gran parte dall’amministrazione comunale (all’epoca sotto dominio austriaco), furono realizzati su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia e portati a termine intorno al 1860.
La chiesa è articolata su tre navate, con volte a vela, sostenute da agili colonne e da capitelli in stile corinzio. Ai lati del presbiterio sorgono, da un lato, la sacrestia e, dall’altro, alcuni locali ed il campanile. Il nuovo campanile, proporzionato alla chiesa, ha richiesto anche la posa di nuove campane, che furono installate, in numero di cinque di tonalità re-bemolle, nel 1888.
La facciata è caratterizzata da lesene, che evidenziano l’andamento della navata centrale più elevata e, trasversalmente, rimarcano il livello delle navate laterali più basse. Qui si apre, inoltre, un grande portale centrale con spalle sagomate in pietra viva, sopra il quale è posta una grande finestra circolare.
Il Monasterolo
Il primo nucleo di questo grande cortile risale all’epoca del Monastero delle Monache di Santa Maria di Cornate, la cui esistenza è documentata fin dalla metà del Trecento. Dopo la soppressione del Monastero (intorno al 1480), divenne una corte colonica dei Simonetta, conservando però l’antica chiesetta. Nel 1745, tuttavia, la chiesa fu demolita e ricostruita ex novo in fondo al cortile. L’assetto attuale, a parte qualche lavoro di ristrutturazione condotto dagli attuali proprietari, resta sostanzialmente fedele a quello Settecentesco, compresa la chiesa.
Villa Gattinoni
Edificata nel Settecento, è attualmente sede della Fondazione Ferrario, che opera nella promozione di attività assistenziali a favore degli anziani. La villa si sviluppa secondo una struttura a blocco lineare, con corpo centrale rialzato. La facciata settentrionale, con le originarie decorazioni settecentesche, è caratterizzata al piano terra da una loggia di tre arcate a tutto sesto poggiate su colonne binate, mentre ai piani superiori da due file di finestre dal profilo rettangolare. All’interno, si conservano sale con decorazioni in stucco e tele settecentesche, un sontuoso scalone padronale, composto da un’unica rampa centrale, che si duplica poi dopo il primo pianerottolo in due rampe laterali. Caratteristica anche la scala elicoidale di servizio, voluta dai Milesi nella seconda metà del Settecento, dotata di una raffinata balaustra in ferro battuto e decorata in tutta la sua estensione da mosaici. In epoca ottocentesca, quando la villa fu adibita a filanda, furono innestate due ali sul corpo principale della villa, ad essa ortogonali e non pertinenti, chiudendo le arcate del portico. Di notevole interesse è la cappella privata del palazzo, coeva alla sua fondazione. Dietro la villa si può visitare il secolare parco, la cui proprietà è suddivisa tra la Fondazione e il comune di Vanzago.
Riserva naturale Bosco di Vanzago (oasi WWF)
Area di circa 200 ettari, che si sviluppa tra Vanzago e i vicini comuni di Arluno e Pogliano Milanese, è un’oasi gestita dal WWF a partire dal 1978. L’insieme delle condizioni geologiche e climatiche hanno permesso lo svilupparsi di un bosco planiziale a latifoglia, caratterizzato dall’associazione vegetale originale di farnia-rovere-carpino. L’oasi in sé è strutturata su tre aree concentriche: la più interna, vero cuore del bosco, protetta da un muro di cinta creato per la tranquillità di piante ed animali; una seconda, recintata con rete metallica; ed un’altra esterna, aperta e senza vincoli, percorribile a piedi o in bicicletta.
L’intera superficie del parco è caratterizzata dall’alternanza di diversi ambienti naturali caratteristici della pianura padana: aree prative, campi coltivati, zone a bosco d’alto fusto, boscaglie, incolti, laghi, lanche e sieponi. Il bosco, che è l’ecosistema più prezioso dell’oasi, è costituito da farnie e roveri (di cui alcuni esemplari secolari), castagni, betulle, carpini, aceri ed anche numerose robinie. Il sottobosco è costituto da prugnolo tardivo, noccioli, sambuchi, ciliegi selvatici, agrifogli, biancospini, felci di diverse varietà, mughetti, e centinaia di altre specie erbacee.
Le sponde degli specchi d’acqua e delle altre zone umide ospitano essenze tipicamente igrofile. Tutti questi ambienti sono dimora di numerose specie animali. Tra i mammiferi, oltre al capriolo, animale simbolo della riserva, si possono incontrare la lepre, il coniglio selvatico, la faina, il tasso, la volpe e il riccio. Le zone boschive più fitte ospitano, inoltre, caratteristici piccoli roditori, come il ghiro, il topo quercino e il moscardino. Più evidenti sono però gli uccelli: rapaci notturni e diurni, anatre, aironi e numerosi passeriformi, che utilizzano l’oasi come luogo di svernamento, di sosta, di pastura e di nidificazione. Sono presenti, infine, alcune varietà di rettili, anfibi (fra cui la rara testuggine palustre), insetti e pesci. All’interno dell’oasi sono presenti tre cascine, utilizzate anche per ricerche scientifiche e iniziative didattiche. L’oasi è aperta a visite guidate per scolaresche e gruppi organizzati, prenotabili tutti i giorni, sabato escluso.
Feste
• La terza domenica di giugno si tiene la tradizionale Festa delle Associazioni: una serie di eventi sportivi, culturali e d’intrattenimento musicale a cura delle associazioni attive sul territorio. Nell’occasione, l’amministrazione comunale assegna, inoltre, il Premio Calderara, istituito nel 2004 allo scopo di rendere pubblica riconoscenza a persone, gruppi di cittadini o associazioni distintesi attraverso azioni che hanno contribuito alla crescita della comunità vanzaghese.
• La festa patronale, in onore dei Santi Ippolito e Cassiano, viene celebrata intorno al terzo fine settimana di settembre, con un ricco programma di celebrazioni religiose e iniziative d’intrattenimento ad animare il paese nelle giornate di sabato e domenica.
Palazzo Calderara
Stando ai documenti in cui si attesta l’esistenza di case nobili di proprietà di Alessandro da Cremona, il palazzo risalirebbe al XVI secolo. L’edificio fu oggetto di diversi passaggi di proprietà nel corso degli anni,per arrivare, nel 1795, alla famiglia Calderara. È proprio Giulio Calderara l’artefice delle importanti trasformazioni operate tra il 1819 e il 1846. Gli interventi di ristrutturazione riguardarono soprattutto la facciata, la volta del salone e il salone superiore. In seguito alla morte di Giulio Calderara, la proprietà passò al fratello Carlo, il quale nominò suo erede universale l’Ospedale Maggiore di Milano.
Quando, nel 1860, l’Ospedale Maggiore entrò in possesso del palazzo, lo svuotò di tutti i suoi averi per mezzo d’asta. Nel 1912 poi, la Sovrintendenza ai monumenti pose un vincolo di tutela, che tuttavia la proprietà rifiutò, in quanto non in grado d’accollarsi gli oneri di manutenzione del bene. Seguirono decenni di profondo degrado, sino al 1986, quando l’Ospedale Maggiore si rese disponibile a cedere il bene al comune di Vanzago. Il passaggio di proprietà si perfezionò soltanto nel 1991. Dopo importanti interventi di ristrutturazione, il 6 gennaio 2001, il palazzo venne ufficialmente inaugurato come nuova sede dell’amministrazione comunale.
A livello architettonico, Palazzo Calderara si presenta come una villa a due piani, originariamente destinata ad abitazione di villeggiatura. La struttura prevedeva una chiara articolazione gerarchica dei corpi di fabbrica intorno a una corte, che collocava nel corpo centrale l’abitazione padronale e gli ambienti di rappresentanza, quali il portico, il salone d’onore e lo scalone monumentale. La facciata, di marcata impronta neoclassica, conserva ancora oggi un portico a cinque arcate di origine seicentesca ed è caratterizzata da un frontone triangolare, arricchito da un bassorilievo in stucco, da una balconata con balaustra di pietra e colonnine di tipo ionico e da quattro formelle di terracotta con bassorilievi a soggetto mitologico. Meno elaborata è la controfacciata, le cui finestre al piano terra si aprono su un’ampia terrazza con balaustre a colonnetta. La pavimentazione, in granito, termina con una gradinata verso il giardino, sorvegliato da due maestosi leoni realizzati con polvere di marmo. La maggior parte dei pavimenti al piano terra sono in mosaico. I due piani sono collegati da un ampio scalone barocco a due rampe parallele, sulle cui pareti sono dipinte tre divinità classiche, inserite in finte nicchie arcuate, opera del pittore Luigi Conconi. Importanti affreschi sono ammirabili sulla volta del portico e su pareti e soffitti di alcune delle sale, in particolare quelle che oggi ospitano gli uffici del sindaco e della polizia locale.
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano
L’attuale chiesa parrocchiale di Vanzago sorge sulla stessa area dove un tempo era l’antica struttura, risalente al XIII secolo e dedicata in origine al solo San Cassiano, dal XVI anche a San Ippolito. La nuova chiesa risale, invece, al XIX secolo. È in quell’epoca, infatti, che i parroci insistettero per realizzare un nuovo e più capiente edificio, in grado di far fronte alla crescita demografica del paese e all’aumento del numero di fedeli. I lavori, finanziati in gran parte dall’amministrazione comunale (all’epoca sotto dominio austriaco), furono realizzati su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia e portati a termine intorno al 1860.
La chiesa è articolata su tre navate, con volte a vela, sostenute da agili colonne e da capitelli in stile corinzio. Ai lati del presbiterio sorgono, da un lato, la sacrestia e, dall’altro, alcuni locali ed il campanile. Il nuovo campanile, proporzionato alla chiesa, ha richiesto anche la posa di nuove campane, che furono installate, in numero di cinque di tonalità re-bemolle, nel 1888.
La facciata è caratterizzata da lesene, che evidenziano l’andamento della navata centrale più elevata e, trasversalmente, rimarcano il livello delle navate laterali più basse. Qui si apre, inoltre, un grande portale centrale con spalle sagomate in pietra viva, sopra il quale è posta una grande finestra circolare.
Il primo nucleo di questo grande cortile risale all’epoca del Monastero delle Monache di Santa Maria di Cornate, la cui esistenza è documentata fin dalla metà del Trecento. Dopo la soppressione del Monastero (intorno al 1480), divenne una corte colonica dei Simonetta, conservando però l’antica chiesetta. Nel 1745, tuttavia, la chiesa fu demolita e ricostruita ex novo in fondo al cortile. L’assetto attuale, a parte qualche lavoro di ristrutturazione condotto dagli attuali proprietari, resta sostanzialmente fedele a quello Settecentesco, compresa la chiesa.
Edificata nel Settecento, è attualmente sede della Fondazione Ferrario, che opera nella promozione di attività assistenziali a favore degli anziani. La villa si sviluppa secondo una struttura a blocco lineare, con corpo centrale rialzato. La facciata settentrionale, con le originarie decorazioni settecentesche, è caratterizzata al piano terra da una loggia di tre arcate a tutto sesto poggiate su colonne binate, mentre ai piani superiori da due file di finestre dal profilo rettangolare. All’interno, si conservano sale con decorazioni in stucco e tele settecentesche, un sontuoso scalone padronale, composto da un’unica rampa centrale, che si duplica poi dopo il primo pianerottolo in due rampe laterali. Caratteristica anche la scala elicoidale di servizio, voluta dai Milesi nella seconda metà del Settecento, dotata di una raffinata balaustra in ferro battuto e decorata in tutta la sua estensione da mosaici. In epoca ottocentesca, quando la villa fu adibita a filanda, furono innestate due ali sul corpo principale della villa, ad essa ortogonali e non pertinenti, chiudendo le arcate del portico. Di notevole interesse è la cappella privata del palazzo, coeva alla sua fondazione. Dietro la villa si può visitare il secolare parco, la cui proprietà è suddivisa tra la Fondazione e il comune di Vanzago.
Area di circa 200 ettari, che si sviluppa tra Vanzago e i vicini comuni di Arluno e Pogliano Milanese, è un’oasi gestita dal WWF a partire dal 1978. L’insieme delle condizioni geologiche e climatiche hanno permesso lo svilupparsi di un bosco planiziale a latifoglia, caratterizzato dall’associazione vegetale originale di farnia-rovere-carpino. L’oasi in sé è strutturata su tre aree concentriche: la più interna, vero cuore del bosco, protetta da un muro di cinta creato per la tranquillità di piante ed animali; una seconda, recintata con rete metallica; ed un’altra esterna, aperta e senza vincoli, percorribile a piedi o in bicicletta.
L’intera superficie del parco è caratterizzata dall’alternanza di diversi ambienti naturali caratteristici della pianura padana: aree prative, campi coltivati, zone a bosco d’alto fusto, boscaglie, incolti, laghi, lanche e sieponi. Il bosco, che è l’ecosistema più prezioso dell’oasi, è costituito da farnie e roveri (di cui alcuni esemplari secolari), castagni, betulle, carpini, aceri ed anche numerose robinie. Il sottobosco è costituto da prugnolo tardivo, noccioli, sambuchi, ciliegi selvatici, agrifogli, biancospini, felci di diverse varietà, mughetti, e centinaia di altre specie erbacee.
Le sponde degli specchi d’acqua e delle altre zone umide ospitano essenze tipicamente igrofile. Tutti questi ambienti sono dimora di numerose specie animali. Tra i mammiferi, oltre al capriolo, animale simbolo della riserva, si possono incontrare la lepre, il coniglio selvatico, la faina, il tasso, la volpe e il riccio. Le zone boschive più fitte ospitano, inoltre, caratteristici piccoli roditori, come il ghiro, il topo quercino e il moscardino. Più evidenti sono però gli uccelli: rapaci notturni e diurni, anatre, aironi e numerosi passeriformi, che utilizzano l’oasi come luogo di svernamento, di sosta, di pastura e di nidificazione. Sono presenti, infine, alcune varietà di rettili, anfibi (fra cui la rara testuggine palustre), insetti e pesci. All’interno dell’oasi sono presenti tre cascine, utilizzate anche per ricerche scientifiche e iniziative didattiche. L’oasi è aperta a visite guidate per scolaresche e gruppi organizzati, prenotabili tutti i giorni, sabato escluso.
• La terza domenica di giugno si tiene la tradizionale Festa delle Associazioni: una serie di eventi sportivi, culturali e d’intrattenimento musicale a cura delle associazioni attive sul territorio. Nell’occasione, l’amministrazione comunale assegna, inoltre, il Premio Calderara, istituito nel 2004 allo scopo di rendere pubblica riconoscenza a persone, gruppi di cittadini o associazioni distintesi attraverso azioni che hanno contribuito alla crescita della comunità vanzaghese.
- • La festa patronale, in onore dei Santi Ippolito e Cassiano, viene celebrata intorno al terzo fine settimana di settembre, con un ricco programma di celebrazioni religiose e iniziative d’intrattenimento ad animare il paese nelle giornate di sabato e domenica.