Cari Pisapia e presidente Parco Sud
vi scriviamo perché
la Mapei non sottragga suolo agricolo
Per chi non lo sapesse, la Mapei è un’industria chimica guidata da Giorgio Squinzi, dal 2012 anche presidente di Confindustria, che intende trasferire il suo quartier generale da Milano a Mediglia (dove vi è un impianto di produzione). A parte il disagio degli impiegati che da Milano si troveranno catapultati nel paesino del Parco Sud, sicuramente l’operazione va incontro alle esigenze di riduzione dei costi (vuoi mettere quelli di Milano con quelli di Mediglia?), obiettivo che ogni azienda persegue, indipendentemente dalla crisi economica. Peccato che il nuovo quartier generale andrebbe a insediarsi proprio nei territori del Parco agricolo: 132mila mq che Giorgio Squinzi vuole occupare con i nuovi uffici. Ci è giunta voce che il presidente di Confindustria ha già incontrato Pisapia, sindaco della Città Metropolitana, ente che dalla decaduta Provincia ha preso in gestione il Parco Agricolo Sud Milano: probabile che Squinzi abbia voluto perorare la sua causa e cercare di appianare gli ostacoli che si sovrappongono al progetto. E sono tanti, tutti di natura giuridico-urbanistica.
Abbiamo perciò scritto a Pisapia e alla neo presidente dell’ente Parco Agricolo Sud Milano, insieme a Italia Nostra, Legambiente e WWF.
Al sindaco Pisapia chiediamo di revocare la delibera della Giunta Provinciale (guidata da Podestà) n. 396/2014 del 16/12/2014, ovvero l’Adesione alla proposta di Accordo di Programma per la realizzazione di un centro di ricerca d’avanguardia nel campo della bioedilizia e per la valorizzazione paesaggistica e ambientale in Comune di Mediglia” (ovvero gli uffici Mapei) e a Michela Palestra, presidente del Parco Agricolo Sud Milano, ente che ancora non si è espresso in merito, chiediamo di non aderire a detto Accordo di Programma.
Inoltre, proponiamo anche una soluzione che a noi sembra ragionevole: proprio a fianco della Mapei vi sono due aree fuori Parco, di cui una dismessa, che coprono perfettamente le dimensioni del territorio che l’azienda chiede al Parco.
Per chi volesse approfondire, ecco il testo della lettera (uguale per i due destinatari, ma con diverso “oggetto”).
Cari Pisapia e presidente Parco Sud
vi scriviamo perché
la Mapei non sottragga suolo agricolo
Per chi non lo sapesse, la Mapei è un’industria chimica guidata da Giorgio Squinzi, dal 2012 anche presidente di Confindustria, che intende trasferire il suo quartier generale da Milano a Mediglia (dove vi è un impianto di produzione). A parte il disagio degli impiegati che da Milano si troveranno catapultati nel paesino del Parco Sud, sicuramente l’operazione va incontro alle esigenze di riduzione dei costi (vuoi mettere quelli di Milano con quelli di Mediglia?), obiettivo che ogni azienda persegue, indipendentemente dalla crisi economica. Peccato che il nuovo quartier generale andrebbe a insediarsi proprio nei territori del Parco agricolo: 132mila mq che Giorgio Squinzi vuole occupare con i nuovi uffici. Ci è giunta voce che il presidente di Confindustria ha già incontrato Pisapia, sindaco della Città Metropolitana, ente che dalla decaduta Provincia ha preso in gestione il Parco Agricolo Sud Milano: probabile che Squinzi abbia voluto perorare la sua causa e cercare di appianare gli ostacoli che si sovrappongono al progetto. E sono tanti, tutti di natura giuridico-urbanistica.
Abbiamo perciò scritto a Pisapia e alla neo presidente dell’ente Parco Agricolo Sud Milano, insieme a Italia Nostra, Legambiente e WWF.
Al sindaco Pisapia chiediamo di revocare la delibera della Giunta Provinciale (guidata da Podestà) n. 396/2014 del 16/12/2014, ovvero l’Adesione alla proposta di Accordo di Programma per la realizzazione di un centro di ricerca d’avanguardia nel campo della bioedilizia e per la valorizzazione paesaggistica e ambientale in Comune di Mediglia” (ovvero gli uffici Mapei) e a Michela Palestra, presidente del Parco Agricolo Sud Milano, ente che ancora non si è espresso in merito, chiediamo di non aderire a detto Accordo di Programma.
Inoltre, proponiamo anche una soluzione che a noi sembra ragionevole: proprio a fianco della Mapei vi sono due aree fuori Parco, di cui una dismessa, che coprono perfettamente le dimensioni del territorio che l’azienda chiede al Parco.
Per chi volesse approfondire, ecco il testo della lettera (uguale per i due destinatari, ma con diverso “oggetto”).
Gentile Presidente,
il comune di Mediglia, il 5 di agosto 2014, ha promosso l’avvio di un Accordo di Programma al fine di recepire la proposta della Mapei (azienda chimica multinazionale) di realizzare una “Nuova sede direzionale – laboratori di ricerca e opere di riqualificazione paesaggistica e ambientale” su 132mila mq di terreno agricolo, ricadente in toto nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, comprendente, secondo la descrizione ufficiale:
• un nuovo quartiere generale dell’azienda, in adiacenza all’attuale stabilimento di produzione, per funzioni terziarie, di ricerca e rappresentanza, con prevalenza di un centro di ricerca per lo sviluppo di prodotti per l’edilizia eco-compatibili, integrato con attività didattiche per complessivi 66mila mq di slp (…);
• la realizzazione di un museo all’aperto del paesaggio agricolo per circa 25mila mq, (…);
• la realizzazione di un nuovo punto parco (…);
• interventi volti a favorire la mobilità ciclabile;
• interventi di adeguamento del SP 159 (…);
• la conferma degli attuali dipendenti (495 addetti), (…).
Se possono considerarsi comprensibili le ragioni imprenditoriali di accorpamento degli uffici della Mapei nel milanese, altrettanto non può dirsi per la proposta localizzativa che, oltre ad essere in contrasto con tutta la pianificazione territoriale e urbanistica vigente, costituirebbe una imponente operazione di consumo di suolo agricolo totalmente ingiustificata. Il contrasto con tutta la pianificazione territoriale e urbanistica si evince con la semplice analisi dei Piani vigenti:
♣ il Piano di Governo del Territorio del comune di Mediglia considera dette aree destinate “all’attività produttiva agricola e zootecnica e ad attività compatibili (agriturismi, attività sociali connesse all’attività agricola)….”;
♣ il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), ha classificato i territori di cui sopra negli quali “ambiti agricoli strategici” (l.r. 12/2005, art. 15, comma 4), totalmente incompatibili con le nuove funzioni richieste;
♣ il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) del Parco Agricolo Sud Milano include quest’area nei territori agricoli di Cintura Metropolitana (art. 25), non consentendo alcuna tipologia di edificazione extra agricola;
Infine si evidenzia che la recentissima legge regionale 28 novembre 2014 – n. 31, all’art. 2, comma 3, recita: “In applicazione dei criteri, indirizzi e linee tecniche di cui al comma 2, gli strumenti comunali di governo del territorio prevedono consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui il documento di piano abbia dimostrato l’insostenibilità tecnica ed economica di riqualificare e rigenerare aree già edificate, prioritariamente mediante l’utilizzo di edilizia esistente inutilizzata o il recupero di aree dismesse nell’ambito del tessuto urbano consolidato o su aree libere interstiziali.(…)”
Si rammenta inoltre che, ai sensi dell’art. 156, comma 3, della l.r. 16/2007 (Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi), “Il piano territoriale di coordinamento di cui all’articolo 17 della l.r. 86/1983 può disporre modifiche ed integrazioni alla delimitazione territoriale per il conseguimento delle finalità di cui all’articolo 157.”;
le quali finalità sono esclusivamente:
“a) la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, nonché la connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbani;
b) l’equilibrio ecologico dell’area metropolitana;
c) la salvaguardia, la qualificazione e il potenziamento delle attività agro-silvo-colturali in coerenza con la destinazione dell’area;
d) la fruizione colturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini.”
Da quanto sopra si deduce che qualsiasi esigenza di sviluppo economico extra agricolo, ancorché legittima e desiderabile, non fa parte delle finalità del Parco, e deve quindi essere eventualmente soddisfatta al di fuori del suo perimetro.
Operazioni in netto contrasto con tale principio che sono state implementate nel passato (Cerba, Rosate, Vignate) sono da considerarsi casi eccezionali che si sono trovati ai limiti della legge, e in ogni caso si rammenta che il Consiglio Provinciale, in data 5.7.2012, all’unanimità approvò l’ordine del giorno 68/2012 che così recita: “Il Consiglio Provinciale evidenzia che la delibera in oggetto costituisce l’ultima eccezione (dopo al delibera di Rosate), escludendo in futuro la disponibilità a valutare analoghi casi puntuali (…)”
Per le succitate ragioni, chiediamo che il Consiglio Direttivo del Parco da lei presieduto deliberi la NON ADESIONE all’accordo di programma avviato dal comune di Mediglia.
Infine, ancorché non sia tra i compiti istituzionali del Parco indicare soluzioni ad esigenze economiche estranee alla sua missione, riteniamo che per soddisfare la richiesta della società Mapei esistono localizzazioni alternative valide e sostenibili. Le segnaliamo infatti che, adiacenti al complesso industriale della Mapei ed esterne al perimetro del Parco, sono presenti due aree, una dismessa (ex cartiera) e una non utilizzata, di dimensioni più che sufficienti a rispondere alle esigenze aziendali (vedi immagine satellitare qui di seguito).
Certi della sua attenzione e in attesa di un suo riscontro, ci dichiariamo disponibili a un incontro di approfondimento. Cordialmente
Renato Aquilani Presidente Associazione per il Parco Sud Milano
Paola Brambilla Presidente WWF Lombardia
Damiano Di Simine Presidente Legambiente Lombardia
Kisito Prinelli Presidente Italia Nostra Sez. Sud est