La lotta allo spreco alimentare
per salvare il pianeta e l’economia
La ‘Carta di Bologna’ è la via giusta?
Oggi la giornata è dedicata allo spreco alimentare, ovvero quel cibo che, per dimenticanza o eccesso di riempimento del frigo, va poi a finire in pattumiera. Ma non è solo colpa dei singoli cittadini, poiché fra le cause principali di questo spreco di massa, secondo i dati Eurostat, ci sono sì le cattive abitudini di milioni di persone che non conservano i prodotti in modo adeguato (42%), ma anche l’industria produttiva partecipa alla grande: è al secondo posto con il 39%, seguita poi dalla ristorazione (14%) e dai supermercati (5%).
Il cibo sprecato ogni anno produce 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, un dato che si posiziona al terzo posto nella classifica dei maggiori emettitori di CO2 a livello mondiale, dopo Cina e Stati Uniti, e che ha forti impatti sul clima: infatti, non è solo un problema etico, poiché ha anche effetti devastanti sul pianeta, con inutile consumo di suolo, acqua e perdita della biodiversità (Fonte: Fao, Global food losses and food waste). Ma lo spreco è anche di suolo, di acque, di soldi… La “Carta di Bologna” sarà utile per …
La lotta allo spreco alimentare
per salvare il pianeta e l’economia
La ‘Carta di Bologna’ è la via giusta?
Oggi la giornata è dedicata allo spreco alimentare, ovvero quel cibo che, per dimenticanza o eccesso di riempimento del frigo, va poi a finire in pattumiera. Ma non è solo colpa dei singoli cittadini, poiché fra le cause principali di questo spreco di massa, secondo i dati Eurostat, ci sono sì le cattive abitudini di milioni di persone che non conservano i prodotti in modo adeguato (42%), ma anche l’industria produttiva partecipa alla grande: è al secondo posto con il 39%, seguita poi dalla ristorazione (14%) e dai supermercati (5%).
Il cibo sprecato ogni anno produce 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, un dato che si posiziona al terzo posto nella classifica dei maggiori emettitori di CO2 a livello mondiale, dopo Cina e Stati Uniti, e che ha forti impatti sul clima: infatti, non è solo un problema etico, poiché ha anche effetti devastanti sul pianeta, con inutile consumo di suolo, acqua e perdita della biodiversità (Fonte: Fao, Global food losses and food waste).
Infatti, il consumo di acqua dolce collegato allo spreco alimentare, cioè l’acqua prelevata dalla superficie o dalle falde e utilizzata per l’irrigazione è di circa 250 km cubici, equivalenti al flusso annuale del fiume Volga oppure a tre volte il volume delle acque del lago di Ginevra. Di più: il cibo prodotto e sprecato occupa quasi 1.4 miliardi di ettari di terra, pari al 30% della superficie occupata da terre agricole a livello mondiale.
Una ricerca condotta da Gfk Eurisko, con la collaborazione di Auchan e Simply, ha quantificato anche le dimensioni dello spreco alimentare domestico in Italia: ogni anno in media una famiglia italiana butta 49 kg di cibo, complessivamente vengono sprecati 1,19 milioni di tonnellate di alimenti. In termini economici questo corrisponde a circa 7,65 miliardi di euro (316 euro per famiglia). L’indagine ha anche valutato lo spreco annuale per le diverse tipologie di alimenti: verdura (10,7 kg), frutta (9,9 kg), pane (9,1 kg), pasta (6,0 kg), mentre minori risultano le quantità sprecate per gli alimenti più costosi: carne (4,5 kg), formaggi (2,1 kg), pesce (1,8 kg), surgelati (1,8 kg) e salumi (1,2).
La “Carta di Bologna” una via per rinsavire
“Lo spreco alimentare nel mondo vale 2060 miliardi: una volta e 1/3 il Pil italiano. Servono strumenti concreti e urgenti per garantire il diritto al cibo e invertire i dati dello spreco alimentare -ha dichiarato Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e del Comitato tecnico-scientifico del Ministero dell’Ambiente per l’implementazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti-. Per questo, lo scorso novembre, a Bologna, con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, nell’ambito del convegno ‘Stop food waste. Feed the planet’ abbiamo presentato la Carta di Bologna, con l’obiettivo di farla sottoscrivere durante Expo dai governi europei, riportando così la questione dello spreco del cibo e del diritto al cibo al centro delle priorità del Governo italiano e dei Governi di tutto il mondo. La ‘Carta di Bologna contro lo spreco alimentare’ -prosegue Segrè– è stata ideata per definire azioni comuni in tema di azioni concrete di lotta allo spreco alimentare, sulla base di una definizione per la prima volta condivisa del ‘food waste’, ma anche di metodologie uniformi di quantificazione dello spreco alimentare, azioni comuni da intraprendere, target da raggiungere e modalità di monitoraggio nel tempo per i risultati conseguiti. Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’. Sappiamo che le percentuali sono ben diverse: laddove in Africa e nel Sud-Est Asiatico si sprecano fra 6 e 11 kg di cibo all’anno, in Europa e Nord America si arriva a 95/115 kg di cibo sprecato. E nella sola Europa, dati 2014, attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. Così, paradossalmente, lo spreco alimentare ci aiuta a capire per contrapposizione: recuperare il cibo implica comprendere la composizione di questi valori, che non sono soltanto economici e ambientali. Si deve soltanto mangiare, per vivere. E per vivere bene, si deve mangiare bene. È un’equazione ben dimostrata, ormai. Deve essere considerato un diritto per tutti. Questa è la vera sfida sul cibo, e il suo ‘vero’ valore”.
La Carta di Bologna prevede 11 punti di impegno comune, ma la piattaforma potrebbe evolvere: la Carta infatti sarà condivisa in modo ‘partecipato’ con gli Stati presenti a Expo e con l’Hlpe (High Level Panel of Experts) on Food Security and Nutrition della FAO, e verrà sottoscritta il 16 ottobre 2015, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, proprio nel contesto di Expo 2015.
Sicché, per quanto Expo non sia un evento che ci appassiona (anzi no), forse da qui potrà scaturire qualcosa di utile.