Adolfo Lazzaroni, chi è costui?
Uomo PD e di Slow Food
che ignora il “senso” del Parco Sud
A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio. Perché ci sovviene questo celebre aforisma di Oscar Wilde? Semplice, siamo incappati nella lettura di un “articolo-intervista” a certo Adolfo Lazzaroni, esponente del Sì alla superstrada Vigevano-Malpensa (leggi) raccolta per il giornale online Habiate da tale Mario Scotti, uomo assai efficace nel “guidare l’intervista” facendogli sputare veleno sugli ambientalisti e portandolo dritto dritto ad autodifendersi per la sua posizione pro-asfaltatura del Parco Ticino e del Parco Sud, in contrasto con la sua posizione di “uomo” di Slow Food. Niente di male in tutto questo, per carità. Anzi, complimenti all’autore!
Però, quando si tira in ballo il Parco Sud senza conoscerne il “senso”, ci sentiamo autorizzati a colmare l’ignoranza (intesa come qualcosa di cui nulla si sa) del signor Lazzaroni, che al suo interlocutore dichiara: “Quelli del No mettono sullo stesso piano il Parco Agricolo Sud Milano con il Parco del Ticino. Del primo fanno parte città come Corsico dove il verde praticamente non esiste. Rozzano e Trezzano vi sembrano città da parco? Quello del Ticino è un vero parco, il Parco Sud è un’invenzione per sistemare alcuni politici. Dove sono le bellezze del Parco Sud? Il Quartiere Zingone?”.
Adolfo Lazzaroni, chi è costui?
Uomo PD e di Slow Food
che ignora il “senso” del Parco Sud
A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio. Perché ci sovviene questo celebre aforisma di Oscar Wilde? Semplice, siamo incappati nella lettura di un “articolo-intervista” a certo Adolfo Lazzaroni, esponente del Sì alla superstrada Vigevano-Malpensa (leggi) raccolta per il giornale online Habiate da tale Mario Scotti, uomo assai efficace nel “guidare l’intervista” facendogli sputare veleno sugli ambientalisti e portandolo dritto dritto ad autodifendersi per la sua posizione pro-asfaltatura del Parco Ticino e del Parco Sud, in contrasto con la sua posizione di “uomo” di Slow Food. Niente di male in tutto questo, per carità. Anzi, complimenti all’autore!
Però, quando si tira in ballo il Parco Sud senza conoscerne il “senso”, ci sentiamo autorizzati a colmare l’ignoranza (intesa come qualcosa di cui nulla si sa) del signor Lazzaroni, che al suo interlocutore dichiara: “Quelli del No Mettono sullo stesso piano il Parco Agricolo Sud Milano con il Parco del Ticino. Del primo fanno parte città come Corsico dove il verde praticamente non esiste. Rozzano e Trezzano vi sembrano città da parco? Quello del Ticino è un vero parco, il Parco Sud è un’invenzione per sistemare alcuni politici. Dove sono le bellezze del Parco Sud? Il Quartiere Zingone?”.
Quegli odiosi ambientalisti
Eppure, dalla foto pubblicata su questo giornale online, Lazzaroni non è proprio un giovincello. Anzi. Per di più è un uno del PD da vecchia data, già assessore e consigliere del comune di Abbiategrasso. E quindi, vista l’età e il ruolo politico, dovrebbe sapere che l’invenzione del Parco Sud non ha mai sfiorato neppure lontanamente il cervello dei politici degli anni ’80-’90, periodo decisivo per la creazione di questo Parco Agricolo -sottolineiamo agricolo-, il quale è nato invece dalla volontà popolare, con tanto di raccolta di firme nel vasto territorio di 47mila ettari dei 61 Comuni che ne fanno parte, inclusa Milano.
Sì, perché vede, gentile Lazzaroni, pur se lei lo ignora, il Parco è nato dal basso e con l’obiettivo di salvare quel territorio non ancora cementificato che c’era nella provincia di Milano. Sono stati così sottratti (grazie alla strenua volontà dei suoi avversari, ebbene, sì, gli ambientalisti) alla bramosia degli immobiliaristi migliaia di ettari (anche se in questo ventennio molti ne sono stati persi) da conservare all’agricoltura.
Così, caro Lazzaroni, se anche solo prende la bicicletta e fa un giro di pochi km si può imbattere in Albairate, Cusago, Cisliano, e appena più in là Gaggiano, tutti comuni che hanno sì costruito, edificato, modificato il paesaggio, ma sempre (o quasi) stando lì, dentro ai confini stabiliti dal Parco Agricolo Sud Milano, che, almeno sulla carta, vieterebbe di cementificare l’agricoltura.
Perché, a lei è bene spiegarlo, questo Parco non è “naturale” come quello del Ticino: in effetti è anche in gran parte antropizzato. Ma provi a domandarsi o a visualizzare come sarebbe stata la provincia di Milano se non avesse avuto il “freno” al cemento della legge del 1990 che ha istituito il Parco agricolo sud Milano. Avrebbe gradito maggiormente la metamorfosi da agricoltura a cemento? Ma no, non può essere! Proprio lei che lo scorso aprile ha rappresentato Abbiategrasso all’incontro delle Città Slow, andando nientemeno che in Finlandia, inviato dal sindaco Pierluigi Arrara come personaggio competente in materia poiché è uno di quelli che il Comitato di Coordinamento delle Città Slow l’ha messo in piedi! No, lei ama la sua terra, come si evince anche dal sito di Slow Food Abbiategrasso, di cui lei fa parte: “Abbiamo una grande fortuna, quella di vivere in un territorio unico e meraviglioso”.
In quanto alle sue bellezze -paesaggistiche, monumentali, naturali- il Parco Agricolo Sud Milano ha un’ottimo e vasto repertorio. Ma vale la pena di segnalarle a lei, che di Trezzano sul Naviglio riesce a vedere solo il quartiere Zingone?