L’autostrada è bocciata dai Beni Culturali?
No problem! Ci pensa il Salva Italia
grazie anche ai voti degli Ecodem
Il ministero dei beni culturali e ambientali boccia un’autostrada perché “devasta il paesaggio”? No problem! Si inserisce l’autostrada tra le opere di interesse strategico nazionale, su proposta, nientemeno, di una Ecodem, appartenente cioè alla corrente ambientalista del Pd. In questo modo vengono applicate le devastanti procedure accelerate di approvazione previste dalla Legge Obiettivo, nelle quali il parere Via (Valutazione di impatto ambientale) e la conferenza di servizi non sono vincolanti. E quindi si procede!
Il riferimento è alla Cispadana (vedi nostro articolo), un’infrastruttura che parte da Parma e arriva a Ferrara (circa 65 km), dove sussistono prevalentemente aree rurali e agricole: si stenta a credere che questo tragitto possa essere giudicato di “interesse nazionale strategico”. Ed è invece quanto successo in Commissione ambiente lo scorso venerdì, nell’ambito della discussione sullo Sblocca Italia, dove grazie a un emendamento presentato dalla relatrice Chiara Braga (nella foto), l’autostrada Cispadana si trasforma in opera nazionale strategica. Con il beneplacito anche di Ermete Realacci (presidente della commissione ambiente, ed esponente Ecodem), tra i fondatori e tuttora presidente onorario di Legambiente.
L’autostrada è bocciata dai Beni Culturali?
No problem! Ci pensa il Salva Italia
grazie anche ai voti degli Ecodem
Il ministero dei beni culturali e ambientali boccia un’autostrada perché “devasta il paesaggio”? No problem! Si inserisce l’autostrada tra le opere di interesse strategico nazionale, su proposta, nientemeno, di una Ecodem, appartenente cioè alla corrente ambientalista del Pd. In questo modo vengono applicate le devastanti procedure accelerate di approvazione previste dalla Legge Obiettivo, nelle quali il parere Via (Valutazione di impatto ambientale) e la conferenza di servizi non sono vincolanti. E quindi si procede!
Il riferimento è alla Cispadana (vedi nostro articolo), un’infrastruttura che parte da Parma e arriva a Ferrara (circa 65 km), dove sussistono prevalentemente aree rurali e agricole: si stenta a credere che questo tragitto possa essere giudicato di “interesse nazionale strategico”. Ed è invece quanto successo in Commissione ambiente lo scorso venerdì, nell’ambito della discussione sullo Sblocca Italia, dove grazie a un emendamento presentato dalla relatrice Chiara Braga (nella foto), l’autostrada Cispadana si trasforma in opera nazionale strategica. Con il beneplacito anche di Ermete Realacci (presidente della commissione ambiente, ed esponente Ecodem), tra i fondatori e tuttora presidente onorario di Legambiente.
Allora possiamo stare tranquilli, smetterla di agitarci per salvaguardare il territorio se persino il parere del ministero dei beni culturali non conta più un bel niente, con buona pace del ministro Franceschini.
Prevalgono le logiche distruttive degli investimenti di vecchio stampo. E le dichiarazioni di Renzi al vertice Onu sui cambiamenti climatici si trasformano in chiacchiere da salotto: “Quella dei cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo, lo dice la scienza, non c’è tempo da perdere: la politica deve fare la sua parte. […] I nostri figli attendono che a Parigi l’accordo sia vincolante, e che i posti di lavoro della green economy siano veri”.
Concetti ampiamente ribaditi da Alessandro Bratti, presidente nazionale Ecodem e deputato Pd, sempre al vertice Onu sul clima: “Il futuro dipende dall’ambiente ed i mutamenti climatici sono la più grave minaccia al nostro pianeta. Ormai non si tratta più di slogan o di avvertimenti astratti: è inconfutabile che la tutela dell’ecosistema promuove economia, occupazione e benessere mentre l’inquinamento provoca distruzione, calamità e l’esaurimento delle risorse naturali. Chiediamo al governo italiano, anche nella suo ruolo di presidente di turno dell’Unione Europea, di promuovere politiche efficaci e risorse stabili per incentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’economia verde e contrastare l’emissione di sostanze nocive e l’inquinamento non finalizzato al recupero delle materie prime”.
Ecodem, ovvero fenomeno acustico del department environmental marketing?
È difficile trovare coerenza tra le loro affermazioni di principio e il voto in Commissione Ambiente di questi Ecodem, per giunta con posizioni di rilievo nel quadro politico nazionale. A meno che per queste persone dietro la parola Ecodem si celi la contrazione di un fantomatico gruppo riconducibile al “fenomeno acustico” (significato di eco) del department environmental marketing. Insomma pura e semplice operazione di marketing.
Non ne abbiano a male i veri ecologisti e democratici, che agiscono in coerenza con gli scopi della loro associazione, tra cui “affermare nella politica le ragioni dello sviluppo sostenibile: uno sviluppo che soddisfi i bisogni materiali, culturali, sociali delle persone e delle comunità e garantisca i diritti delle future generazioni, senza compromettere l’ambiente, il clima, le risorse naturali del nostro pianeta e anzi valorizzando la qualità ambientale come un fattore cruciale del benessere economico e sociale”.
È lo Sblocca Italia che avanza…