Nuova cancellazione di aree agricole
nel Parco Sud Milano
Un polo logistico insostenibile ambientalmente
e da dimostrare trasportisticamente
Ad appena quattro mesi da un’analoga sottrazione di aree agricole a Rosate, viene convocata per martedì 15 maggio, alle ore 16, nella sede della Provincia in Via Vivaio, l’Assemblea dei 61 Sindaci del Parco Agricolo Sud Milano con all’ordine del giorno la cancellazione di 100 mila mq di terreni agricoli a Vignate, sacrificati per l’ampliamento del polo logistico della Sogemar. Si tratta dell’ennesima insensata richiesta al Parco e alla comunità di cedere importanti fette di territorio pregiato, a fronte di benefici per interessi privati.
Nuova cancellazione di aree agricole
nel Parco Sud Milano
Un polo logistico insostenibile ambientalmente
e da dimostrare trasportisticamente
Ad appena quattro mesi da un’analoga sottrazione di aree agricole a Rosate, viene convocata per martedì 15 maggio, alle ore 16, nella sede della Provincia in Via Vivaio, l’Assemblea dei 61 Sindaci del Parco Agricolo Sud Milano con all’ordine del giorno la cancellazione di 100 mila mq di terreni agricoli a Vignate, sacrificati per l’ampliamento del polo logistico della Sogemar.
Si tratta dell’ennesima insensata richiesta al Parco e alla comunità di cedere importanti fette di territorio pregiato, a fronte di benefici per interessi privati.
Gli aspetti logistici
Sogemar si trova proprio in corrispondenza dello sbocco milanese della Brebemi e a ridosso della progettata e contestatissima Tangenziale Est Esterna che, tra l’altro, è ancora in attesa di trovare i grandi finanziamenti necessari (1,8 mld) data la crisi del credito attuale. Non si vorrebbe che ci sia l’ipotesi di utilizzare l’area come centro merci tutto strada, cioè monomodale. E’ per questo che l’Amministratore delegato Sebastiano Grasso è spesso presente ai convegni sulla Tem e sulla Brebemi?
La richiesta di Sogemar è in antitesi alla programmazione “ragionata” dello sviluppo logistico: a Segrate, a pochi km di distanza da Vignate e attraversata dalla medesima linea ferroviaria, è sotto utilizzato un mega interporto gestito da Terminali Italia (Gruppo FS). Andrebbe invece completato il collegamento stradale di questo interporto con la tangenziale Est (atteso da 20 anni) per il quale è competente la soc. autostradale Serravalle (controllata dalla provincia di Milano), il cui ex gruppo dirigente è stato decapitato dalle indagini per corruzione della magistratura. Ma Serravalle pensa a nuove autostrade anziché alla manutenzione della sua rete tangenziale e alla gestione dei programmi stabiliti e non osservati con l’Anas.
A favore di una programmazione “ragionata” si pone anche la “Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche” approvata alla Camera in data 12 aprile 2012 che, tra l’altro, prevede una “ricognizione degli interporti e delle infrastrutture intermodali già esistenti”, da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, cui spetta anche l’elaborazione di un “Piano generale per l’intermodalità” che per la Lombardia significa l’utilizzo delle numerose capacità intermodali residue, tra cui, come detto,l’interporto di Segrate, lo scalo di Domodossola, quello di Brescia e quello di Milano Smistamento. Sogemar, ma soprattutto i decisori pubblici, ha valutato queste alternative?
Segrate per esempio dispone di 8 binari che consentono di effettuare 16 treni completi al giorno di 600 mt di lunghezza.
Prima di fare questa proposta di ampliamento del suo scalo a Melzo-Vignate Sogemar dovrebbe valutare le possibili alternative e documentare perché tecnicamente o economicamente non sono state prese in considerazione. Una corretta programmazione richiederebbe l’adozione di questa prassi ad un valutatore pubblico come l’assessorato ai trasporti della Regione o i trasporti sono lasciati a se stessi?
Le associazioni scriventi sono consapevoli della necessità di favorire lo sviluppo del trasporto ferroviario merci ma in questo caso deve essere fatta anche una valutazione costi-benefici e non solo costi- ricavi, perché all’ambiente è richiesto un “sacrificio” eccessivo.
Proposta insostenibile per il Parco
La richiesta di variante per Vignate è contraria non solo al buonsenso, ma anche ai principi costituenti del Parco agricolo Sud Milano, enunciati nell’articolo 2 della legge regionale istitutiva 24/1990:
a) la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, nonché la connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbani;
b) I’equilibrio ecologico dell’area metropolitana;
c) la salvaguardia, la qualificazione e il potenziamento delle attività agro-silvo-colturali in coerenza con la destinazione dell’area;
d) la fruizione colturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini.
Tutti questi principi sono puntualmente disattesi dall’Ente Parco e dalla Provincia di Milano.
Rosate avrebbe dovuto essere un caso unico, secondo le dichiarazioni di molti Sindaci presenti all’Assemblea del 16 gennaio 2012, incluso il rappresentante del Comune di Milano. Ora, con Vignate si bissa e ancora una volta senza neanche pretendere adeguate compensazioni territoriali per il Parco.
Lascia sconcertati, infine, che si convochi l’Assemblea dei Sindaci a ridosso delle elezioni amministrative, periodo di interregno per molti Comuni, con amministratori non ancora insediati e/o impegnati nel ballottaggio. Anche il semplice buon gusto suggerirebbe di rinviare questa assemblea.
In ogni caso, sulla base delle considerazioni esposte, chiediamo ai Sindaci di rigettare la variante di Vignate.
Il Parco Agricolo Sud Milano deve perseguire un diverso modello di sviluppo, basato sulla valorizzazione delle aziende agricole, orientate in maniera crescente al concetto di agricoltura di servizio alla metropoli milanese e ai suoi cittadini, con produzioni sostenibili (km zero e biologico) e allargando i servizi di fruizione e svago (agriturismi, spa, prodotti tipici, visite scolastiche, ecc.).
Su questi principi si può fondare uno sviluppo sostenibile in grado di generare ricchezza per il territorio.