Sindaco metropolitano Pisapia,
è ora di dare concretezza
al Parco Agricolo Sud Milano
Finora sul futuro del Parco Sud hanno parlato in pochi, e neppure tanto titolati (vedi articolo La Regione vuole il Parco Sud: parlano Altitonante e D’Avolio, due politici che per il Parco…). Ma, con il neoeletto Consiglio ora in carica, c’è bisogno che il sindaco della Città Metropolitana dica la sua, esprima certezze sul futuro della grande riserva di verde e agricoltura della metropoli. Lo chiedono gli agricoltori e gli ambientalisti, che tanto hanno investito e scommesso sulle potenzialità di questo territorio. Vogliono certezze, non il vuoto lasciato da una Provincia alla deriva. Purtroppo, fin qui, le rispose sono state alquanto generiche.
Sindaco metropolitano Pisapia,
è ora di dare concretezza
al Parco Agricolo Sud Milano
Finora sul futuro del Parco Sud hanno parlato in pochi, e neppure tanto titolati (vedi articolo La Regione vuole il Parco Sud: parlano Altitonante e D’Avolio, due politici che per il Parco…). Ma, con il neoeletto Consiglio ora in carica, c’è bisogno che il sindaco della Città Metropolitana dica la sua, esprima certezze sul futuro della grande riserva di verde e agricoltura della metropoli. Lo chiedono gli agricoltori e gli ambientalisti, che tanto hanno investito e scommesso sulle potenzialità di questo territorio. Vogliono certezze, non il vuoto lasciato da una Provincia alla deriva. Purtroppo, fin qui, le rispose sono state alquanto generiche.
Gli imprenditori agricoli chiedono…
Il consorzio DAM -Distretto agricolo milanese- in pieno luglio ha inviato al sindaco una mail con un oggetto quanto mai chiaro “Futuro del Parco Agricolo Sud Milano e Distretto rurale di Milano”.
La missiva inizia prendendo atto dell’attuale delicata fase: “Il Parco Agricolo Sud Milano sta affrontando un momento di transizione, che, in seguito allo scioglimento della Provincia, dovrà portare alla definizione di un altro ente di riferimento. È quindi opportuno che si tenga ben presente quali sono i caratteri essenziali di questo particolare Parco e del ruolo che gli agricoltori stanno già svolgendo”.
Si rammenta poi l’impegno delle 35 imprese agricole consorziate, operanti su 1.700 ettari del territorio comunale, che dal 2011 hanno avviato “una serie di politiche volte alla valorizzazione del territorio dal punto di vista paesaggistico, fruitivo, sociale, educativo, oltre che ovviamente produttivo” e che, con Comune, Provincia e Regione hanno firmato un protocollo d’intesa con “set di azioni di rafforzamento del paesaggio, dell’ambiente e dell’attività produttiva agricola” come il “rafforzamento delle reti ecologiche…la commercializzazione diretta dei prodotti presso le cascine, lo sviluppo di progetti didattici e culturali sul territorio agricolo, la rivitalizzazione dei percorsi all’interno di questo territorio per favorire la fruizione dei cittadini”.
La richiesta conclusiva è perentoria: “la centralità dell’attività agricola (intesa in senso multifunzionale) e del ruolo che la stessa potrà svolgere nell’attuazione delle politiche del Parco Agricolo Sud Milano venga rilevata nelle opportune sedi alla luce della costituenda Città Metropolitana”.
…come pure urbanisti e ambientalisti
Contenuti non dissimili si ritrovano in una lettera inviata a Pisapia lo scorso luglio dal gruppo Petӧfi (urbanisti e ambientalisti focalizzati sulla grande occasione rappresentata dalla nascita della Città Metropolitana). “Esprimiamo viva preoccupazione per la situazione di grave incertezza che ha investito il Parco Sud con lo scioglimento del Consiglio Provinciale di Milano. Si apre una fase di vuoto e di rischio di paralisi dell’attività del Parco”: cosi inizia la missiva. I firmatari sono consci che “ogni progetto possibile e auspicabile di Città Metropolitana che aspiri a garantire all’area vasta milanese una diversa e migliore qualità del vivere…. trovi nella esistenza del Parco Sud il suo punto di partenza ed il fattore più decisivo di potenziale cambiamento. Il Parco Sud, senza alcuna tema di esagerazione retorica, è la leva su cui si può agire per il riequilibrio, la riqualificazione e rigenerazione del territorio di Milano”.
Rispetto al rischio che la gestione del Parco sia sottratto alla Città Metropolitana, naturale erede della Provincia e al tempo stesso nuovo ente dotato di ben maggiore capacità e potestà di programmazione, la richiesta è esplicita: “impegnarsi da subito perché siano assunte decisioni concrete che evitino al Parco un insostenibile vuoto politico e amministrativo e, soprattutto, ne scongiurino l’evoluzione verso forme di gestione centralistico-burocratiche”.
Risposte finora generiche
Le risposte tardo-estive di Pisapia sono state stringate, corrette nella forma, ma piuttosto vaghe. Poche righe al Dam: “conosco il lavoro fatto per rafforzare, sostenere, incentivare le realtà agricole milanesi e, tra queste, l’area straordinaria che è rappresentata dal Parco Agricolo Sud Milano. Il Parco, le aziende agricole, il Dam sono protagonisti della formazione della nuova Città Metropolitana e insieme raggiungeremo nuovi importanti traguardi”.
Al gruppo Petӧfi il sindaco risponde che comprende le preoccupazioni in merito al nuovo e complesso percorso della costituzione della Città Metropolitana e che concorda sul patrimonio della rete dei parchi. Poi entra nello specifico: “per quanto riguarda il Parco Agricolo Sud Milano, allo stato attuale della riorganizzazione, seppur provvisoria, della Provincia ne garantisce la gestione nella continuità di quel percorso che ha fatto di questa realtà una delle più importanti aree agricole del contesto territoriale metropolitano”.
Ci permettiamo di dissentire sulla sostanza: il Parco Sud, i suoi dipendenti, coloro che lo vivono e ci lavorano non si sentono per niente “garantiti” in questa fase.
Ora che al sindaco si è affiancato il neoeletto Consiglio metropolitano, servono certezze sul governo e sulle risorse del Parco Sud, nonché impegni precisi sulla rivitalizzazione degli obiettivi strategici di questa area protetta, vitale per il ruolo di polmone verde e agricolo della nostra metropoli congestionata.
Può darsi che la stringata vaghezza delle risposte nasconda una fase di discussioni con la Regione per arrivare a un accordo sulla “governance” di questo Parco duale, metropolitano e regionale. Se così fosse, l’importante è non impantanarsi in queste discussioni.
Perché l’incertezza, le risposte fumose, non fanno bene a questo Parco, di grandi potenzialità, ma ancora incompiuto e spesso bistrattato.