Il ministero dei Beni culturali
boccia un’autostrada in E. Romagna
perché “devasta il paesaggio”
Non siamo nella valle dei Templi o tra le necropoli etrusche. Il tracciato dell’autostrada Cispadana parte da Parma e arriva a Ferrara (circa 65 km), dove sussistono prevalentemente aree rurali e agricole. Ma, secondo il parere del ministero dei Beni culturali “Il progetto dell’autostrada Cispadana viene ad incidere pesantemente sulle caratteristiche del paesaggio della pianura padana emiliana in alcune zone in cui esso è meglio conservato. L’orientamento est-ovest dell’autostrada tagliando un paesaggio dominato da segni prevalentemente nord-sud di alvei, dossi fulviali e paleoalvei, ne altera profondamente l’equilibrio diventando elemento di cesura morfologica (viabilità, canali, filari, trama fondiaria) storicamente unitaria”.
Una notizia che non deve passare inosservata, soprattutto se si considera che le autostrade dei nostri territori come Tem, Brebemi e Pedemontana presentano le medesime peculiarità: ovvero, tutte aree che hanno subito e subiranno (una volta terminate) rilevanti modifiche nelle loro caratteristiche del paesaggio. Resta da capire come simili infrastrutture abbiano potuto ottenere tutti i placet per la loro realizzazione.
Il ministero dei Beni culturali
boccia un’autostrada in E. Romagna
perché “devasta il paesaggio”
Non siamo nella valle dei Templi o tra le necropoli etrusche. Il tracciato dell’autostrada Cispadana parte da Parma e arriva a Ferrara (circa 65 km), dove sussistono prevalentemente aree rurali e agricole. Ma, secondo il parere del ministero dei Beni culturali “Il progetto dell’autostrada Cispadana viene ad incidere pesantemente sulle caratteristiche del paesaggio della pianura padana emiliana in alcune zone in cui esso è meglio conservato. L’orientamento est-ovest dell’autostrada tagliando un paesaggio dominato da segni prevalentemente nord-sud di alvei, dossi fulviali e paleoalvei, ne altera profondamente l’equilibrio diventando elemento di cesura morfologica (viabilità, canali, filari, trama fondiaria) storicamente unitaria”.
Una notizia che non deve passare inosservata, soprattutto se si considera che le autostrade dei nostri territori come Tem, Brebemi e Pedemontana presentano le medesime peculiarità: ovvero, tutte aree che hanno subito e subiranno (una volta terminate) rilevanti modifiche nelle loro caratteristiche del paesaggio. Resta da capire come simili infrastrutture abbiano potuto ottenere tutti i placet per la loro realizzazione.
Ottimo lavoro, ma non basta
Se si è giunti a una bocciatura da parte del ministero dei Beni Culturali sul tracciato della Cispadana, il merito è anche della mobilitazione dei cittadini che, con comitati in ogni comune interessato dall’autostrada, hanno operato con grande diligenza, presentando una mole di documentazione per bloccare la striscia d’asfalto sulla loro campagna. “Questa notizia comunicataci direttamente da Roma è un buon segnale” dichiara Cinzia Vaccari al quotidiano Nuova Ferrara dell’11 settembre 2014, portavoce di questa lunga battaglia contro la realizzazione della Cispadana. “Il parere contrario del ministero dei Beni Culturali -ribadisce Vaccari- ha un peso importante, perché, da quanto mi risulta, per poter procedere con la realizzazione del progetto è necessario il parere positivo congiunto da parte dei due ministeri, sia quello dell’ambiente sia quello dei beni culturali”.
Infatti, la clamorosa bocciatura di un ministero non è sufficiente per poter cantare vittoria: “Il parere non sarà necessariamente vincolante per la valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente -scrive infatti la Gazzetta di Reggio (qui sotto il testo completo)-. Tantomeno nell’ottica di una strategia politica che considera queste valutazioni solo fastidiosi ostacoli, da superare”.
Fortunatamente, non tutti la pensano così. “Nuove strade come la Cispadana vanno ripensate insieme alla collettività perché la viabilità deve essere a misura di territorio: stiamo attenti a non far sì che le autostrade non diventino la nuova bolla speculativa dopo quella che negli anni passati ha caratterizzato il settore edilizio facendoci consumare tanto territorio oltre a deprezzare il valore degli immobili…”. A lasciarsi andare a queste dichiarazioni non è un politico qualunque, bensì Roberto Balzani (nella foto qui accanto), uno dei candidati in corsa alle primarie del PD per la Regione Emilia Romagna.
L’esempio dei comitati “anti” Cispadana è encomiabile. L’associazione per il Parco Sud Milano intende prendere contatti con loro per meglio comprendere quali strategie utilizzare per bloccare il progetto della superstrada Vigevano-Malpensa, ultima perla del governatore Maroni, che interessa ben due parchi regionali: il Ticino e il Parco Agricolo Sud, aree che rappresentano l’eccellenza del paesaggio della pianura lombarda. Fattore che il ministero dei beni culturali non potrà non considerare.
Dal quotidiano Gazzetta di Reggio del 13 settembre 2014
Cispadana bocciata dal ministero: «Devasta il paesaggio emiliano»
Diciotto pagine dense di richiami e puntualizzazioni, per chiudere con un inequivocabile “parere negativo” al nuovo progetto sull’autostrada Cispadana. Parere autorevole, perché espresso che dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, anche sulla base della copiosa documentazione delle Soprintendenze regionali.
Parere depositato a fine giugno, e rimasto finora tra gli incartamenti della Valutazione di impatto ambientale aperta al Ministero dell’ambiente, anche quella a dir poco delicata, specie da quando sono state scoperte, a margine dell’inchiesta sull’Alta velocità a Firenze, clamorose ed inquietanti forme di pressione “politica” per far passare il progetto. In questo contesto critico e delicato, facile a interpretazioni “dietrologiche”, il parere negativo del Ministero dei beni e attività culturali viene indicato come una delle molle che spingevano a inserire la Cispadana nello “Sblocca Italia” del governo Renzi, provvedimento chiamato a spazzare via questioni viste come ostacolo all’idea di sviluppo ancora oggi preminente.
Come noto, nello “Sblocca Italia” la Cispadana non è stata inserita ma, all’indomani delle preoccupazioni espresse da quanti sono favorevoli all’autostrada che da Reggiolo arriverà a Ferrara, sono arrivate rassicurazioni, tra cui quelle del ministro Lupi, per il quale l’autostrada regionale (doveva essere la prima del genere), verrà statalizzata e presa in carico dal governo di Roma, sgravando quello di Bologna dalle polemiche e dalle contestazioni che da anni accompagnano questa opera da 1,4 miliardi (buona parte dei quali soldi pubblici; gli altri solo indirettamente pubblici, con un project financing).
Nelle motivazioni del Ministero tornano buona parte delle questioni sollevate anche nelle conferenze pubbliche da comitati e cittadini, dando corso ad una “alleanza culturale” piuttosto inusuale quando ci sono di mezzo i più potenti mezzi dell’economia.
“Il progetto dell’autostrada Cispadana viene ad incidere pesantemente sulle caratteristiche del paesaggio della pianura padana emiliana in alcune zone in cui esso è meglio conservato. L’orientamento est-ovest dell’autostrada tagliando un paesaggio dominato da segni prevalentemente nord-sud di alvei, dossi fulviali e paleoalvei, ne altera profondamente l’equilibrio diventando elemento di cesura morfologica (viabilità, canali, filari, trama fondiaria) storicamente unitaria. La criticità è resa più forte dai vincoli strutturali imposti dalle normative tecniche e di sicurezza (raggi di curvatura, pendenze, gestione delle intersezioni con la viabilità ordinaria e con la rete di scolo), che irrigidiscono il tracciato impedendo numerosi dei miglioramenti proposti dalla Direzione regionale e dalle Soprintendenze, frammentando la continuità del paesaggio agrario e costringendo l’autostrada a porsi per una grande percentuale del percorso in rilevato (mediamente da 2 a 4 metri sul piano di campagna, un’altezza superiore ai 2,5 metri per il 39% del percorso, ndr)… Per attenuare l’impatto paesaggistico, il tracciato avrebbe dovuto invece svilupparsi prevalentemente a livello dell’esistente piano di campagna”.
Seguono numerose altre motivazioni più specifiche, legate a singole aree interessate, da Ferrara a Reggiolo. Il parere, va detto, non sarà necessariamente vincolante per la valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’ambiente. Tantomeno nell’ottica di una strategia politica che considera queste valutazioni solo fastidiosi ostacoli, da superare.