Ricette sul Parco Sud: in padella con la Regione
o alla brace con la Città Metropolitana?
Sempre che non si opti per lo spezzatino
Con la fine della Provincia di Milano, suo Ente gestore, il Parco Agricolo di Milano rischia grosso. In attesa dell’avvio, tra pochi mesi, della costituenda Città Metropolitana, cambia tutto: c’è da riscrivere con legge regionale chi lo governerà e con quali strumenti. Passaggi ben poco scontati e di cui si parla poco, troppo poco, almeno pubblicamente.
Per la sua storia e per la profonda connessione del suo territorio con la nuova area, il Parco Sud rappresenta un lascito naturale degli anni ’90: il pezzo di gran lunga più importante del sistema verde, soprattutto agricolo, della città metropolitana. Ma è anche vero che alla gestione opaca, e nel complesso fallimentare della Provincia, si sono aggiunte sempre le miopi visioni di molti Sindaci, sempre pronti a chiedere “sacrifici territoriali” al Parco. Gli stessi Comuni che faranno da bello e cattivo tempo nel nuovo organismo amministrativo metropolitano, portando altresì in dote Piani di Governo del Territorio (Pgt) spesso elefantiaci e distruttivi di troppe aree verdi agricole.
Ricette sul Parco Sud: in padella con la Regione
o alla brace con la Città Metropolitana?
Sempre che non si opti per lo spezzatino
Con la fine della Provincia di Milano, suo Ente gestore, il Parco Agricolo di Milano rischia grosso. In attesa dell’avvio, tra pochi mesi, della costituenda Città Metropolitana, cambia tutto: c’è da riscrivere con legge regionale chi lo governerà e con quali strumenti. Passaggi ben poco scontati e di cui si parla poco, troppo poco, almeno pubblicamente.
Per la sua storia e per la profonda connessione del suo territorio con la nuova area, il Parco Sud rappresenta un lascito naturale degli anni ’90: il pezzo di gran lunga più importante del sistema verde, soprattutto agricolo, della città metropolitana. Ma è anche vero che alla gestione opaca, e nel complesso fallimentare della Provincia, si sono aggiunte sempre le miopi visioni di molti Sindaci, sempre pronti a chiedere “sacrifici territoriali” al Parco. Gli stessi Comuni che faranno da bello e cattivo tempo nel nuovo organismo amministrativo metropolitano, portando altresì in dote Piani di Governo del Territorio (Pgt) spesso elefantiaci e distruttivi di troppe aree verdi agricole.
Spezzatino indigesto
Sgombriamo subito il campo su un’ipotesi che nessuno, almeno ufficialmente, avanza: lo spezzettamento del Parco, tutt’altro che sgradito alla deregulation speculativa, in comparti o addirittura un vero e proprio “liberi tutti”, ovvero ogni comune libero di gestire la propria fetta di territorio del Parco.
Sono ipotesi inaccettabili non solo per l’Associazione per il Parco Sud Milanoe le altre realtà ambientaliste, ma anche per i tanti operatori, in primis gli agricoltori, che possono vivere solo in un Parco forte e autorevole. Solo una vasta area protetta e adeguatamente valorizzata può sviluppare modelli economici alternativi alla logica del cemento.
La Regione con la fissa delle autostrade
Fonti autorevoli ci inducono a credere che la Regione Lombardia si appresterebbe a creare un’Agenzia gestionale per le proprie aree protette. Insomma, se i Parchi sono regionali, perché darli in mano ed enti non sempre efficienti e capaci?
Una simile ipotesi potrebbe in prima istanza non dispiacere alle tante associazioni e comitati locali che si scontrano contro la visione miope e cementificatrice dei Comuni: maggiore distanza dal basso, minore influenza delle lusinghe delle immobiliari.
Ma c’è un ma grande come un macigno, anzi, un tir.
La logica di sviluppo che persegue la Regione è incentrata sulle infrastrutture, ed in particolare sulle nuove autostrade. L’idea che l’infrastrutturazione viaria sia più che sufficiente ai bisogni non sfiora nemmeno il Governatore Maroni, e i Parchi rappresentano la naturale (per loro) area sacrificale.
Né vale il ragionamento del male minore: gli sbancamenti dei nuovi assi stradali già oggi costituiscono la quota preponderante del consumo di suolo in Lombardia. E una volta create queste ferite al territorio, la logica (la loro logica) vuole che ci si affianchino nuovi capannoni, centri commerciali, poli logistici e quant’altro: sennò (sempre secondo loro) che sviluppo è?
Città Metropolitana smart o deficiente?
Abbiamo già detto che il nuovo ente i governo locale rischia di nascere come contenitore di istanze di comuni egoisti e la miopi, asserviti alle “lusinghe” delle immobiliari, con la conseguenza di erodere dall’interno i territori del Parco.
Per evitare ciò, l’Associazione per il Parco Sud Milano considera determinanti le seguenti condizioni, già esplicitate nel gruppo di lavoro Petofi sulla Città Metropolitana, tavolo di lavoro di cui fa parte.
Le istanze
* La Città Metropolitana può essere il livello giusto di governo del Parco Agricolo Sud Milano, a condizione che diventi un organismo forte e consapevole delle sue funzionalità. Non servono certo una nuova “camera di compensazione” e luogo di mercanteggiamento delle spinte localistiche.
* Va istituita celermente una macchina amministrativa e politica con una visione del territorio vasta e consapevole, amministrato da politici consapevoli del proprio ruolo.
* La Città Metropolitana deve dotarsi di strumenti di pianificazione del territorio forti, capaci di contrastare gli effetti deleteri del localismo e di tutelare adeguatamente il verde e la qualità della vita.
* Anche a tal fine, con la sua istituzione devono essere garantiti adeguati strumenti di democrazia dal basso, come l’istituzione di tavoli allargati alle realtà attive nel territorio (tra cui agricoltori e ambientalisti).
* L’elezione diretta del sindaco della città metropolitana è fondamentale per dare la possibilità ai cittadini di scegliere consapevolmente il tipo di gestione del proprio territorio.
Ma soprattutto, bisogna ancor prima “costruire” una nuova classe di amministratori e politici all’altezza dei bisogni e delle sfide insite nella realizzazione di questa nuova area vasta: non gli ennesimi “furbetti del quartierino” ma figure capaci ci progettare e attuare una Città Metropolitana dove qualità del verde e della vita dei cittadini non siano solo slogan vuoti e triti.