Una legge contro Attila

Centinaia di associazioni e comitati insieme per una proposta di legge per difendere il paesaggio e fermare il consumo del verde

logo salviamo il paesaggioRaramente un’assemblea riesce a colpire al cuore tanto militanti della difesa del territorio di lungo corso quanto giovani neofiti del verde. E’ successo sabato 29 ottobre, a Cassinetta di Lugagnano, bel borgo a ridosso del Ticino, dove oltre un migliaio di persone i sono incontrate per iniziare a lavorare insieme nella difesa concreta il territorio.

 

Una legge contro Attila

Centinaia di associazioni e comitati insieme per una proposta di legge per difendere il paesaggio e fermare il consumo del verde

Raramente un’assemblea riesce a colpire al cuore tanto militanti della difesa del territorio di lungo corso quanto giovani neofiti del verde. E’ successo sabato 29 ottobre, a Cassinetta di Lugagnano, bel borgo a ridosso del Ticino, dove oltre un migliaio di persone i sono incontrate per iniziare a lavorare insieme nella difesa concreta il territorio.

Tutti insieme: grandi associazioni (da Slow Food a Legambiente, da Italia Nostra al Fai – Fondo Ambiente Italia) e ben 350 associazioni e comitati locali provenienti da 17 regioni. Non vi è stata certo la pretesa di annullare le differenze di linguaggio e di pratiche di azioni: alla base del neo costituito forum nazionale «Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori» c’è la volontà di costruire una ampia rete di comitati locali che porti avanti un progetto di legge di iniziativa popolare a tutela del suolo e del paesaggio.
Molte le cose da fare: la raccolta delle 50mila firme necessarie, certo, ma anche censire dove possibile gli immobili vuoti e non utilizzati nei Comuni (abitazioni, capannoni, uffici), dati importanti per fare breccia anche in persone scarsamente sensibili ai temi della difesa e valorizzazione dei territori. L’ opinione pubblica è infatti in gran parte impreparata a ragionare sull’inutilità e dannosità del consumo del suolo libero e fertile. Le responsabilità dei grandi mezzi d’informazione sono evidenti. Nel disastro delle Cinque Terre e la Lunigiana, ultimo esempio della lunghissima serie di dissesti ambientali, si sono concentrati nella descrizione dei tanti tremendi drammi personali, sorvolando  sulle responsabilità di Amministratori e di Leggi che hanno permesso di costruire ovunque, nei greti dei fiumi o sotto rilievi argillosi, che una pioggia – certo eccezionale ma non imprevedibile – ha trasformato in un mare di fango assassino.  

10, 100 1000 Parco Sud

Più he per le parole dei big dell’ambientalismo, ha impressionato il conoscere e ascoltare le tante realtà che difendono il proprio territorio, dai sobborghi di Torino al sempre più cementificato Veneto, dalle contrade toscane al martoriato Sud. C‘è la volontà di fare rete e di costituire, come per il referendum sull’acqua pubblica, uno strumento aperto a tutti, senza cappelli e senza marchi, che sappia agire localmente per una battaglia di ampio respiro, ma con ricadute importanti anche nel nostro Comune.
La nostra Associazione sarà dove possibile al fianco delle realtà locali per stimolare la nascita di una fitta rete di comitati nel Parco Sud. Fateci sapere la vostra disponibilità e le iniziative (assemblee, incontri, ecc.) che si andranno a intraprendere.

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