Mobilitazione nazionale
per un’Italia senza Ogm
Referendum di Legambiente
Insieme a 38 organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e dei consumatori, Legambiente si mobilita contro gli Ogm. La task force per un’Italia Libera da Ogm, lancia la mobilitazione Italia No Ogm. Primo appuntamento il 2 aprile a Milano (Castello sforzesco – ore 10,30) per l’incontro pubblico Verso Expo 2015 – Nutrire il pianeta senza Ogm dove le 38 associazioni che compongono la coalizione ribadiranno le ragioni del no al cibo transgenico. Poi tutti in piazza il 5 aprile lungo la Penisola, per informare i cittadini sul rischio che corrono in questi giorni le produzioni agricole e il cibo made in Italy.
La task force lancia un appello al Governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine Ogm e si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.
Mobilitazione nazionale
per un’Italia senza Ogm
Referendum di Legambiente
Insieme a 38 organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e dei consumatori, Legambiente si mobilita contro gli Ogm. La task force per un’Italia Libera da Ogm, lancia la mobilitazione Italia No Ogm. Primo appuntamento il 2 aprile a Milano (Castello sforzesco – ore 10,30) per l’incontro pubblico Verso Expo 2015 – Nutrire il pianeta senza Ogm dove le 38 associazioni che compongono la coalizione ribadiranno le ragioni del no al cibo transgenico. Poi tutti in piazza il 5 aprile lungo la Penisola, per informare i cittadini sul rischio che corrono in questi giorni le produzioni agricole e il cibo made in Italy.
La task force lancia un appello al Governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine Ogm e si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.
Perché proprio ora
Il prossimo 9 aprile il Tar (Tribunale amministrativo regionale) si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810, una coltura geneticamente modificata. Se il ricorso fosse accolto, si rischierebbe di aprire la strada in tutta Italia a semine incontrollate di colture geneticamente modificate, con ripercussioni anche sul cibo che mettiamo in tavola ogni giorno. La produzione agricola italiana di qualità, uno dei pochi settori risparmiati dalla crisi, sarebbe gravemente compromessa: un colpo durissimo per le nostre coltivazioni, le produzioni biologiche, le esportazioni e la libertà di scelta di tutti noi cittadini.
Diritto di scelta
Il popolo italiano ha già manifestato in più occasioni la sua opposizione agli Ogm. Per questo le organizzazioni della Task Forse chiedono a tutti di ribadire la propria volontà di scegliere cosa mettere nel piatto e proteggere la tipicità dei nostri prodotti.
”Invadiamo la rete per far capire chiaramente al governo che vogliamo un’Italia libera da Ogm, la tutela dei nostri prodotti di qualità, dei semi autoctoni e della biodiversità – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – Con #italiaNOOgm postiamo sui social network Facebook, Twitter e Instagram le immagini dei nostri piatti preferiti, delle ricette tipiche, dei prodotti che amiamo. Poi, il 5 aprile incontriamoci tutti nelle piazze e nei mercati per partecipare al referendum di Legambiente, perché ognuno di noi ha il diritto di scegliere che cosa mettere nel piatto e un’agricoltura sostenibile, libera da Ogm”.
Legambiente promuove un referendum, che si svolgerà nelle piazze d’Italia il 5 aprile, insieme a tanti piatti della tradizione gastronomica nazionale. A Milano, Firenze e Bari presso Eataly, per esempio. Oppure al mercato di Porta Palazzo a Torino, ad Ancona e Grosseto, a Reggio Calabria, in provincia di Bologna a Imola, Budrio, Castenaso e Medicina. Ricette tipiche e punti informativi anche presso il mercato di Perugia, a Palermo con pane e panelle, a Bagheria con una degustazione di mini moffolette farcite e a Modica con i cavatelli al sugo; a Padova e in molte province del Veneto con polenta e formaggi locali ma anche in Friuli Venezia Giulia a Udine e Codroipo; presidi con menu tipico della Sabina a Monterotondo (Rm) e a Rieti dove si porteranno in piazza fagioli con salsicce locali. In Campania, invece, con gli orti di Legambiente, da Succivo a Battipaglia, Eboli e Pontecagnano saranno messi a dimora semi autoctoni.
Votiamo per la qualità del cibo
I cittadini potranno manifestare la propria volontà, scegliendo tra le due opzioni proposte dal referendum. Ecco il testo: ”Da due anni stiamo assistendo a un tentativo di introduzione di colture Ogm nel nostro Paese, nonostante i cittadini abbiamo dichiarato più volte la loro contrarietà. La coesistenza tra produzioni Ogm, biologiche e convenzionali non è ammessa per legge ed è impraticabile perché non è in grado di tutelare la salute dei consumatori e dell’ambiente. Noi vogliamo che l’agricoltura italiana sia libera da Ogm e continui a basarsi su 3 caratteristiche: qualità, tipicità e sicurezza alimentare. Queste sono le basi per il futuro del buon cibo italiano! Per il futuro del cibo italiano e la qualità dell’agricoltura italiana scegli tra: ITALIA OGM – se vuoi portare a tavola alimenti transgenici. ITALIA NO OGM – se vuoi portare a tavola prodotti non Ogm, biologici, tipici e di qualità.
Le cose da sapere sugli Ogm
Il cibo transgenico è in vendita anche in Italia? Sì. In Italia è proibito coltivare Ogm, ma non venderli. I cibi che ne contengono più dello 0,9% devono riportarlo in etichetta.
Quindi basta leggere l’etichetta per evitare gli Ogm? No. Purtroppo le etichette di salumi, carni, uova, latte, latticini e tutti i derivati da animali alimentati con mangimi Ogm, non contengono informazioni relative alle filiere di produzione.
Alcuni sostengono che in Italia piante transgeniche si coltivano da molti anni. E’ vero? No. Gli alimenti transgenici non sono ammessi nel nostro Paese. Li importiamo come mangimi per gli animali.
…e la fame nel mondo? Gli studi economici della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) dimostrano che negli ultimi 15 anni, mentre gli Ogm si sono diffusi nel mondo, la produzione alimentare non è aumentata.
E quindi… cosa facciamo? Chiediamo che in Italia venga garantito il divieto di coltivazione di Ogm. E, se possibile, acquistiamo prodotti biologici certificati.
Chi è schierato contro le semine Ogm
La Task Force Per un’Italia libera da Ogm, composta da 38 associazioni (Acli, Adoc, Adiconsum, Adusbef, Aiab, Amica, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Assoconsum, As. Se. Me., Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna Alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, FAI, Federconsumatori, Federparchi, Firab, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Isde, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Lipu, Movimento dei consumatori, Movimento difesa del cittadino, Slow Food Italia, Uecoop, Una.api, Unci, Upbio, Vas, WWF) mercoledì 2 aprile lancia un appello al Governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine Ogm e si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.
Con le grandi organizzazioni nazionali si schiera anche l’associazione per il Parco Sud Milano.