A Zibido la ricerca di gas
passa alla fase esplorativa
“Può comportare forti
impatti ambientali” dice l’Eni
A Zibido San Giacomo si va alla perforazione con un pozzo esplorativo, fase della ricerca che, stando alle dichiarazioni di Eni “è una delle più critiche e delicate del ciclo del petrolio e può comportare forti impatti ambientali”.
L’amministrazione di Zibido comunica: “Siamo in attesa di conoscere la disponibilità dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero dello sviluppo economico, al fine di convocare, tra breve, un incontro pubblico nel quale la società e gli esperti illustreranno alla cittadinanza tutti i dettagli dell’intervento, le attività in materia di verifiche, sicurezza degli impianti, prevenzione infortuni, stoccaggio idrocarburi.”
A Zibido la ricerca di gas
passa alla fase esplorativa
“Può comportare forti
impatti ambientali” dice l’Eni
A Zibido San Giacomo si va alla perforazione con un pozzo esplorativo, fase della ricerca che, stando alle dichiarazioni di Eni “è una delle più critiche e delicate del ciclo del petrolio e può comportare forti impatti ambientali”.
L’amministrazione di Zibido comunica: “Siamo in attesa di conoscere la disponibilità dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero dello sviluppo economico, al fine di convocare, tra breve, un incontro pubblico nel quale la società e gli esperti illustreranno alla cittadinanza tutti i dettagli dell’intervento, le attività in materia di verifiche, sicurezza degli impianti, prevenzione infortuni, stoccaggio idrocarburi.”
In quest’area a sud-ovest del Parco Sud, con la concessione governativa “Gaggiano”, l’Eni, tra il 1998 e il 2003, ha già effettuato ricerche con 10 pozzi esplorativi (di cui 6 sterili, ovvero senza ritrovamenti) da cui ha estratto gas e olio greggio. Ora è la volta di Apennine energy spa. La società, dopo aver ottenuto, nel 2010, dal ministero dello Sviluppo economico la concessione per il pozzo Badile1 (estensione di circa 154 kmq), ha avviato il procedimento per ottenere dalla Regione il giudizio di compatibilità ambientale necessario per iniziare la perforazione alla ricerca di gas nel territorio di Zibido San Giacomo (Badile è una frazione di questo comune).
“La testa del pozzo e l’area del cantiere -si legge in un comunicato del Comune- verrebbero allestiti in Via Longarone, in un terreno libero a destinazione d’uso industriale ed in parte dei posteggi dell’ex Elnagh. La Regione è l’Ente responsabile dell’istruttoria e dell’emanazione del giudizio di compatibilità che si concluderà in primavera. L’Amministrazione comunale esaminerà lo studio di impatto ambientale e formulerà le sue osservazioni alla Regione in merito alla sicurezza e agli effetti delle attività di perforazione sul territorio e sull’ambiente circostante”.
Come si effettua la perforazione e i suoi impatti
Come ci spiega il sito Eniscuola “La perforazione dei pozzi è il solo modo di accertare il valore di un giacimento, ovvero il tipo e la quantità degli idrocarburi contenuti. Perforare un pozzo è operazione lunga e costosa, ma semplice. Le rocce vengono perforate con uno scalpello rotante fissato all’estremità di una serie (batteria) di tubi d’acciaio (aste) avvitati tra loro, che viene allungata man mano che il pozzo diventa più profondo. Le aste sono sostenute da una torre alta circa 50 metri (derrick) e messe in rotazione da una piastra rotante azionata da un apposito motore elettrico. Lo scalpello è costituito da materiali durissimi e, in certi casi, dotato di inserti realizzati con diamanti sintetici. La batteria di aste è lunga quanto la profondità del pozzo. In certi casi, si raggiungono gli 8.000 metri, mentre il peso sostenuto dalla torre può arrivare a 500 tonnellate. Le aste sono cave per permettere la circolazione di un apposito fango che lubrifica e raffredda lo scalpello, sostiene le pareti del pozzo e, ritornando in superficie, trasporta i detriti prodotti dalla frantumazione della roccia. A quote di profondità stabilite, il foro viene rivestito di tubi in acciaio (casting) che ne riducono gradualmente il diametro da 75 a 15-20 centimetri. Durante la perforazione esplorativa, si continuano ad analizzare i detriti prodotti per valutare se la quantità e la qualità degli idrocarburi estraibili sono sufficienti a ripagare i costi di produzione. In questa fase, prima di passare alla fase di sviluppo e produzione vera e propria del giacimento, si perforano altri “pozzi di delimitazione”. I tempi di realizzazione di un pozzo variano da un mese a un anno, a seconda delle profondità da raggiungere. La fase di perforazione è una delle più critiche e delicate del ciclo del petrolio e può comportare forti impatti ambientali. Durante la perforazione, infatti, vengono prodotte grandi quantità di frammenti rocciosi, che sono rivestiti dal cosiddetto “fango di perforazione”. Il fango di perforazione è una miscela complessa, composta da additivi chimici, a base di acqua od olio, utilizzata per prevenire il collasso dei pozzi durante la perforazione. In passato, i fanghi di perforazione venivano accumulati e abbandonati sul posto. Oggi questa metodologia di smaltimento è stata superata e i fanghi vengono trattati e smaltiti adeguatamente per ridurre a zero l’impatto ambientale. Per prima cosa, a seconda della natura dei fanghi, viene separata la fase acquosa od oleosa del fango e vengono eliminate tutte le sostanze potenzialmente dannose. Sia la fase acquosa sia quella oleosa vengono recuperate e riciclate, mentre la fase solida decontaminata può seguire tre diverse strade: il conferimento in discarica, il riutilizzo come materiale di costruzione, ad esempio per strade o mattoni, o, infine, la reiniezione nel sottosuolo”.
Chi è Apennine Energy
Dal sito www.assomineraria.org si hanno queste info: Apennine Energy è controllata al 100% dalla Sound Oil Plc, Società quotata sull’Alternative Investment Market della Borsa di Londra (http://www.soundoil.co.uk/). In Italia ha sede a San Donato Milanese (MI). La società ha iniziato la sua attività di ricerca e produzione di idrocarburi nel 2006. Apennine è titolare di un portafoglio di titoli minerari costituito da 1 istanza di concessione, 2 concessioni di coltivazione, 8 permessi di ricerca e 8 istanze di permesso. Nel 2012 la società è diventata titolare della concessione di Rapagnano, entrata in produzione nel maggio del 2013. Nell’ambito del permesso di ricerca “Carità” è stato perforato il pozzo esplorativo Sant’Andrea 1 dir ST, il cui esito positivo consente di procedere alla richiesta di concessione. Sono previsti lo sviluppo della scoperta a gas di Casa Tiberi nella concessione S. Lorenzo e la perforazione di due pozzi esplorativi nei permessi Carità e Badile nel 2014.
L’associazione per il Parco Sud parteciperà all’assemblea comunale e riporterà gli aggiornamenti.