Agricoltura in Provincia,
clamorose esclusioni
nei piani di Podestà
in votazione in Consiglio
Gran parte delle aree agricole della Provincia di Milano saranno tutelate come ambiti agricoli strategici. Ma non tutte, e i criteri di scelta sono tutt’altro che logici. O, peggio, hanno criteri tutt’altro che condivisibili.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp), una sorta di Piano regolatore di tutta la Provincia di Milano, è in questi giorni in via di approvazione in Consiglio. Alla giunta sono pervenute ben 1.418 osservazioni da parte di oltre 300 soggetti, tra questi anche l’Associazione per il Parco Sud Milano. La richiesta più gettonata è stata quella di istituire anche nei Parchi gli ambiti agricoli strategici, cioè aree su cui non è possibile per legge variare la destinazione d’uso (clicca qui per saperne di più).
La richiesta sembrava essere stata accolta. Ma quando è stata resa nota la cartografia, le sorprese negative non sono mancate: grandi comparti agricoli, dentro e fuori il Parco Sud, non sono stati considerati strategici, e addirittura, sono state escluse aree appartenenti a privati, mentre a pochi metri di distanza sono stati inclusi terreni agricoli pubblici: l’incredibile “favore” è stato perpetrato ai danni del Parco Agricolo del Ticinello, alla periferia sud di Milano.
Agricoltura in Provincia,
clamorose esclusioni
nei piani di Podestà
in votazione in Consiglio
Gran parte delle aree agricole della Provincia di Milano saranno tutelate come ambiti agricoli strategici. Ma non tutte, e i criteri di scelta sono tutt’altro che logici. O, peggio, hanno criteri tutt’altro che condivisibili.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp), una sorta di Piano regolatore di tutta la Provincia di Milano, è in questi giorni in via di approvazione in Consiglio. Alla giunta sono pervenute ben 1.418 osservazioni da parte di oltre 300 soggetti, tra questi anche l’Associazione per il Parco Sud Milano. La richiesta più gettonata è stata quella di istituire anche nei Parchi gli ambiti agricoli strategici, cioè aree su cui non è possibile per legge variare la destinazione d’uso (clicca qui per saperne di più).
La richiesta sembrava essere stata accolta. Ma quando è stata resa nota la cartografia, le sorprese negative non sono mancate: grandi comparti agricoli, dentro e fuori il Parco Sud, non sono stati considerati strategici, e addirittura, sono state escluse aree appartenenti a privati, mentre a pochi metri di distanza sono stati inclusi terreni agricoli pubblici: l’incredibile “favore” è stato perpetrato ai danni del Parco Agricolo del Ticinello, alla periferia sud di Milano.
Casi emblematici: 1. stralci nei Parchi
Grandi comparti agricoli nel Parco Sud e, per quanto ci consta, anche in altri Parchi regionali in provincia di Milano, sono stati stralciati dagli ambiti strategici. Solo per fare alcuni esempi, nella zona ovest spiccano due grandi aree tra Corbetta, Cisliano e Cusago (figura 1, racchiuse nel rosso le aree escluse dagli ambiti strategici), a sud sono escluse importanti aree tra Buccinasco, Assago e Zibido S.G. (fig. 2) e tra Cascina Vione di Basiglio e Lacchiarella (fig. 3), a ovest tra Pioltello, Rodano e Settala (fig. 4). Idem per ampie fasce che contornano i meandri del Lambro Meridionale e del Lambro.
Molte di queste aree riappaiono sulla carta dei vincoli del Ptcp come “parchi naturali proposti”. La natura ci piace, ma se la proposta della Provincia è che si vuole rinaturalizzare vaste zone oggi agricole, qualche problema lo si pone: con quali logiche e con quali risorse si prevede di trasformare grandi appezzamenti oggi produttivi? Non è che per caso, per colpa di qualche progetto polveroso dimenticato per anni nei cassetti, si limitano le tutele anziché aumentarle?
Casi emblematici: 2. Aree agricole fuori Parco
Sono di oltre 900 ettari le aree tutt’ora agricole a ridosso del Parco Sud che Legambiente ha recensito e proposto di inserirle come ambiti agricoli strategici: alcune sono importanti per la loro vastità (Segrate-Vimodrone, Gorgonzola, Lacchiarella-Zibido S. G.) e, nel complesso, tutte le 16 zone individuate hanno grande valore agronomico. Alcuni di queste aree sono considerate agricole anche dalla pianificazione urbanistica comunale (come è il caso di Gorgonzola), ma anche dove esistono previsioni diverse, si tratta di scelte di svariati decenni fa che non hanno mai avuto seguito, come ad esempio il “Triangolo di Lacchiarella-Zibido”, stralciato inopinatamente nel 1990, qualche giorno prima dell’approvazione in Regione del Parco Sud, dove si vaticinava di realizzare il polo espositivo esterno della Fiera, poi realizzato nella ex raffineria di Rho-Pero. Se ne hanno tutte le caratteristiche, perché non considerarle strategiche per l’agricoltura? Solo perché in molti casi i proprietari sono immobiliaristi?
Casi emblematici: 3. Il Parco del Ticinello
Qui la scelta è sfacciata. Si aiutano sempre i soliti noti, senza alcun pudore.
Il comune di Milano, nelle sue osservazioni, chiede di far entrare negli ambiti strategici tutte le aree agricole, ma ecco che in Provincia qualcuno va a ritagliare con certosina perizia le aree private del Parco del Ticinello, l’avamposto di agricoltura più vicino al centro della città (fig. 5). Uno stralcio inaudito, che va in aiuto di privati e banche, lasciando fuori un’area strategica, anzi emblematica, vista la caparbietà degli agricoltori e la resistenza dei cittadini e delle associazioni agli oltre 20 tentativi di sfratti esecutivi da parte dell’allora proprietà, l’ex imperatore del mattone Salvatore Ligresti.
E ora la discussione in Consiglio
Il Ptcp è approdato in Consiglio provinciale e la minoranza ha presentato numerosi emendamenti:150 dai consiglieri Mezzi e Gatti di Sel e Rifondazione Comunista, in parte sottoscritti anche da Idv, e 20 dal Pd.
C’è il tempo, se c’è anche la volontà politica, di rimediare a “svarioni” (per vederla con occhiali rosa) e rendere coerenti le scelte urbanistiche con le belle parole sul valore dell’agricoltura che il presidente Podestà elargisce spesso in pubblico.
(29 novembre 2013)