Parco Sud, finalmente misure concrete
per mettere in sicurezza
la discarica abusiva di via Selvanesco
Via Selvanesco, nel sud del Comune di Milano, da anni è salita alla ribalta della cronaca per essere divenuta una pericolosa discarica di 10mila mq a cielo aperto. E finalmente, dopo appelli dei cittadini, petizioni, esposti di associazioni e consiglieri di zona, e persino l’interessamento del parlamentare Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione ambiente alla Camera, si sta intervenendo in maniera concreta.
Del resto, i rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini sono molto elevati, poiché tra i cumuli di immondizia si riscontrano lastre di eternit, rifiuti farmaceutici e chimici, plastiche e gomme di ogni tipo, carcasse di auto bruciate e tutta una serie di altre sostanze potenzialmente tossiche. Da qui, soprattutto di notte, spesso si alzano roghi che rilasciano miasmi e fumi nocivi con diossina, inquinando pericolosamente l’aria della zona.
La situazione è andata via via peggiorando negli ultimi 14 anni. L’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, lo scorso luglio ha ammesso che qui si verifica “un’attività di abbandono rifiuti che avviene in prossimità di un’area che, da anni, è abitata da persone di etnia rom e di nazionalità romena, che vivono su terreni di loro proprietà”.
Parco Sud, finalmente misure concrete
per mettere in sicurezza
la discarica abusiva di via Selvanesco
Via Selvanesco, nel sud del Comune di Milano, da anni è salita alla ribalta della cronaca per essere divenuta una pericolosa discarica di 10mila mq a cielo aperto. E finalmente, dopo appelli dei cittadini, petizioni, esposti di associazioni e consiglieri di zona, e persino l’interessamento del parlamentare Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione ambiente alla Camera, si sta intervenendo in maniera concreta.
Del resto, i rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini sono molto elevati, poiché tra i cumuli di immondizia si riscontrano lastre di eternit, rifiuti farmaceutici e chimici, plastiche e gomme di ogni tipo, carcasse di auto bruciate e tutta una serie di altre sostanze potenzialmente tossiche. Da qui, soprattutto di notte, spesso si alzano roghi che rilasciano miasmi e fumi nocivi con diossina, inquinando pericolosamente l’aria della zona.
La situazione è andata via via peggiorando negli ultimi 14 anni. L’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, lo scorso luglio ha ammesso che qui si verifica “un’attività di abbandono rifiuti che avviene in prossimità di un’area che, da anni, è abitata da persone di etnia rom e di nazionalità romena, che vivono su terreni di loro proprietà”.
Interventi di totale salvaguardia
La risposta delle autorità, tra 2012 e 2013, si è tradotta in decine di interventi della polizia locale ma con scarsi risultati, visto che negli ultimi mesi la situazione pare sia addirittura peggiorata. L’ultimo appello a favore di un intervento realmente risolutivo è stato lanciato lo scorso 27 settembre 2013, a firma del deputato Massimo De Rosa, che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente. Nel documento, oltre a mettere al corrente il ministero sul gravissimo degrado ambientale, si richiedono una bonifica dell’area e la verifica delle sostanze inquinanti presenti nei terreni agricoli e nelle acque del territorio.
Ieri, 7 novembre, si è raggiunta un’altra tappa del percorso di ripristino della legalità contro il degrado. Sono stati allontanati i rom che da anni vivevano in drammatiche condizioni igienico sanitarie. L’Amsa ha provveduto alla demolizione delle baracche e l’area è stata messa in sicurezza.
L’operazione di allontanamento fa seguito a un’ordinanza del Comune dello scorso ottobre, resasi necessaria visto che le famiglie rom abitavano in un contesto ambientale malsano, in mezzo a rifiuti pericolosi, con incendi appiccati per smaltire le numerose masserizie abbandonate. Le famiglie si erano appellate al Tar per evitare lo sgombero, ma il Tribunale ha bocciato il loro ricorso. Alle 48 persone del campo, tra cui 33 minori, è stata proposta l’ospitalità dei Centri di Emergenza sociale, ma nessuno ha accettato l’offerta.
“Questo allontanamento – hanno dichiarato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e l’assessore Marco Granelli- si è reso necessario anche per garantire e tutelare la salute di chi era lì accampato, in particolare dei minori. Ora l’Amministrazione provvederà alla pulizia e alla risistemazione dell’area di via Selvanesco con la relativa messa in sicurezza. Il Comune vuole restituire all’agricoltura questa e le altre zone presenti nel Parco Agricolo Sud che sono in stato di degrado da molto tempo”.
Inoltre, i vari interventi della Polizia locale avevano portato nelle scorse settimane a una condanna penale per mancata bonifica di uno dei proprietari dell’area, con l’obbligo di provvedere al ripristino, pena il carcere e il pagamento delle spese della bonifica.
Certo di anni ne sono passati per arrivare a una risposta concreta. Meglio tardi che mai, direbbero le persone più concilianti. E che non abitano in zona.