Indaco della Muzzetta
progetto di nuova agricoltura dal passato
con un occhio all’ambiente e al sociale
21 luglio 2023. Lunedì scorso è stato presentato a Palazzo Isimbaldi (Milano) il progetto “Indaco della Muzzetta, l’armonia dai campi alla comunità”, vincitore del Bando Ruralis di Fondazione Cariplo, e ha come capofila l’associazione AmbienteAcqua.
La strategia del progetto è tutta racchiusa nel suo nome. La prima parte del titolo, “Indaco della Muzzetta”, incarna già due elementi centrali del progetto. Da un lato mostra subito il territorio su cui si intende intervenire, tra Rodano e Settala e a ridosso delle Sorgenti della Muzzetta, uno tra i siti naturali più importanti del Parco Agricolo Sud Milano. L’indaco è un colore molto antico che richiama la tradizione rurale dell’uso delle piante tintorie. Queste coltivazioni, oltre ad un aspetto produttivo, hanno anche dei benefici . Infatti, molte delle piante tintorie sono mellifere (fornitrici di cibo alle api) e possono contribuire alla tutela della biodiversità locale che può essere ulteriormente incentivata abbinando altre coltivazioni, così come auspicato dalle pratiche agroecologiche. Si lavora così nella direzione di trovare e costruire un’armonia tra le pratiche agricole e la biodiversità. Nel fare ciò, si intende promuovere l’inserimento lavorativo delle categorie più fragili del territorio.
I lavori si espleteranno in due appezzamenti agricoli di Rodano e Settala, in abbinamento a tre luoghi-simbolo del territorio rurale della Muzzetta: Cascina Castello (nella foto di Antonio Negri), il Centro Etnografico delle Arti e Tradizioni Contadine e Casa Gola.
Vediamo nel dettaglio i diversi piani d’azione del progetto, in avvio nel prossimo autunno.
Lavoro in campo
Gli appezzamenti individuati sono aree oggi abbandonate o sottoutilizzate. L’intenzione è quella di trasformarle in isole di biodiversità, attraverso la coltura di piante tintorie, officinali e aromatiche, tutti vegetali che permettono una spiccata valorizzazione della multifunzionalità agricola. Con la loro coltivazione, si recupererà un patrimonio culturale comprensivo di storia, usi e tradizioni, che costituiscono un insieme di risorse potenzialmente utilizzabili per molti scopi: dall’alimentazione alla medicina, dalla cosmetica ai manufatti. E’ già stata avviata un’analisi fitochimica sulle piante officinali selezionate, svolta dall’Università degli Studi di Milano, che permetterà di selezionare le varietà migliori.
Le api ci mettono il becco
Le isole di biodiversità create attraverso l’attività agricola non saranno solo utilizzate quali coltivazioni, ma anche a supporto della sperimentazione per l’avvio di un’apicoltura. Grazie alla collaborazione del Parco Agricolo Sud Milano e al supporto tecnico di Apilombardia, si posizioneranno delle arnie in prossimità delle Sorgenti della Muzzetta, area naturalistica di pregio ben riparata da eventuali prodotti utilizzati nei campi, grazie alla folta vegetazione.
Si inizierà con l’installazione di un apiario di 10 alveari per arrivare a 30 nell’arco di 3 anni, insegnando al contempo le tecniche per una delle produzioni da reddito dell’apicoltura: la produzione di sciami.
Prodotti trasformati il loco
Per lavorare le produzioni agricole e trasformarle nel prodotto finale, saranno allestiti e attrezzati alcuni spazi di Cascina Castello al fine di produrre pigmenti naturali e oli essenziali.
La produzione delle tinture si avvarrà del supporto dell’Università degli Studi di Milano, con cui si valuterà la produttività/resa delle singole piante. Nell’ambito di questo studio ci si propone di affinare le tecniche estrattive e sviluppare processi di colorazione ecosostenibili. In parallelo, gli oli essenziali hanno una molteplicità di impieghi possibili, dal settore degli aromi alimentari e profumi ai cosmetici, fino ad impieghi nei prodotti per la casa. Per ricavarli si utilizzerà una distillazione in corrente di vapore. Tutte queste lavorazioni avverranno acquistando la strumentazione da posizionare negli spazi della cascina.
I prodotti dell’alveare non saranno lavorati in loco e ci si appoggerà a laboratori di smielatura e lavorazione già attivi, in accordo con ApiLombardia, al fine di contenere i costi di ristrutturazione non oggetto diretto del presente bando. Qualora il territorio si rivelasse idoneo all’apicultura produttiva, grazie anche alla graduale installazione di un numero via via più alto di arnie durante la fase del progetto, si valuterà la realizzazione di un laboratorio ad hoc in Cascina Castello, anche in affiancamento ai futuri lavoratori formati, i quali potranno beneficiare di un’occasione lavorativa.
Nel complesso, la rivendita dei prodotti avverrà allo spaccio agricolo di Cascina Castello e presso il mercato contadino di Liscate, gestito dal Distretto Agricolo Martesana Adda.
Chi ci mette le mani
La formazione teorica sarà svolta in Casa Gola. Nella fase iniziale, si andrà a intercettare tutte le esperienze del territorio attraverso una task force territoriale su lavoro e fragilità. Saranno così selezionati giovani motivati e interessati, in particolare tra coloro che non lavorano e studiano, da avviare nel percorso di formazione finalizzato all’apprendimento di lavori agricoli e di produzione in forma artigianale, con la possibilità di spendere tali competenze anche in un ambito più vasto. Il tirocinio durerà nove mesi, durante i quali sarà presente una parte teorica e una di formazione lavorativa. La formazione sarà finalizzata all’inserimento sul mercato del lavoro professionisti formati in un settore che è in carenza di figure competenti, anche per via delle sue unicità.
Nel complesso, il si favorirà anche la multifunzionalità agricola, oltre alla tutela del territorio. Il laboratorio di Cascina Castello potrà essere utilizzato anche per scopi didattici oltre che per la produzione e formazione. Inoltre, saranno organizzate visite ai campi coltivati e all’apiario, al Centro Etnografico di Cascina Castello, ai fontanili delle Sorgenti della Muzzetta e al Punto Parco Polo Botanico di Casa Gola, gestito da AmbienteAcqua. Non mancheranno infine eventi di socialità legati al mondo agricolo e alla sua conoscenza, svolti all’interno della corte di Cascina Castello.
Profit e non profit: vantaggi vicendevoli
L’intervento più visionario alla conferenza stampa è stato svolto non da uno dei tanti giovani relatori del mondo del no profit, ma da Giuseppe Signorelli, attempato ma energico agricoltore che gestisce l’azienda agricola Cascina Castello di Settala: “Sono un agricoltore tradizionale e ho sempre coltivato prodotti per la massa, cercando in questo ambito di privilegiare produzioni attente all’ambiente. Ora con Indaco della Muzzetta darò il mio apporto a un progetto no profit, che dal passato cerca gli sbocchi verso un’agricoltura più sostenibile. E’ mio intendimento acquisire da questa esperienza le ricadute utili per il mio lavoro e, al tempo stesso, mi impegnerò per contribuire a formare sul campo una nuova generazione di agricoltori, con visioni più innovative”.
Auguri di buona riuscita al signor Signorelli e ai tanti giovani operatori che si impegnano con passione nell’associazione AmbienteAcqua.