Nel 2020 nell’Ue la produzione di energia da rinnovabili
ha superato quella da fossili
Cala il carbone, ma il suo azzeramento è troppo lento
27 gennaio 2021. Il quinto rapporto annuale di Ember e Agora Energiewende sul monitoraggio della transizione elettrica in Europa ha rivelato che nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili, diventando per la prima volta la principale fonte di elettricità dell’Unione europea.
Le energie rinnovabili nell’Ue sono aumentate fino a produrre il 38% dell’elettricità europea – la stessa percentuale dell’Italia secondo i dati pubblicati recentemente da Terna – con un aumento rispetto al 34,6% nel 2019, mentre la percentuale dell’energia europea prodotta da fonti fossili è scesa al 37%. A livello nazionale, anche Germania e Spagna (e separatamente il Regno Unito) hanno raggiunto questo traguardo per la prima volta.
Patrick Graichen, direttore di Agora Energiewende, ha commentato: «Le energie rinnovabili che superano i fossili sono una pietra miliare nella transizione verso l’energia pulita dell’Europa. Tuttavia, non accontentiamoci. L’European Green Deal – la nostra risposta alla crisi climatica – richiede circa 100 TWh di aggiunte annuali di energie rinnovabili, un raddoppio della velocità di implementazione che si è vista nel 2020. I programmi di ripresa post-pandemia devono quindi andare di pari passo con un’azione accelerata per il clima».
Infatti, i due think tank sottolineano che «La transizione dal carbone all’energia pulita è, tuttavia, ancora troppo lenta per raggiungere una riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030 e la carbon neutrality entro il 2050».
Anche se il Covid-19 ha avuto un impatto economico su tutti i Paesi, quello sul trend generale della transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è stato piuttosto limitato. Il rapporto evidenzia però che «L’aumento delle energie rinnovabili è stato rassicurante nonostante la pandemia, e il calo dell’elettricità da combustibili fossili avrebbe potuto essere ancora più forte, se non ci fosse stato un rimbalzo della domanda di elettricità e l’anno peggiore mai registrato per la produzione di energia nucleare», cosa quest’ultima che non dispiace per niente agli ambientalisti.
A spingere le energie rinnovabili sono soprattutto l’eolico e il solare: nel 2020, in Europa la produzione di energia eolica è aumentata del 9% e quella solare del 15%. Insieme hanno generato un quinto dell’elettricità europea. Dal 2015, l’eolico e il solare hanno fornito tutta la crescita europea delle energie rinnovabili, visto che la crescita della bioenergia è in fase di stallo e la produzione idroelettrica è rimasta invariata.
Ma il rapporto fa notare che l’aumento delle energie rinnovabili è ancora troppo lento: la crescita della generazione eolica e solare deve quasi triplicare per raggiungere gli obiettivi del green deal europeo per il 2030: da 38 TWh di crescita media all’anno nel 2010-2020 a 100 TWh all’anno di crescita media tra il 2020-2030». Per Ember e Agora Energiewende «E’ incoraggiante che, nonostante abbiano subito un certo impatto dal Covid-19, nel 2020 l’eolico e il solare siano aumentati di 51 terawattora, ben al di sopra della media 2010-2020». L’Intentational energy agency prevede una crescita record della capacità eolica e solare nel 2021, ma i paesi Ue devono aumentare considerevolmente i loro impegni per il 2030 e dal rapporto emerge che «Al momento, i piani energetici e climatici nazionali aggiungono solo circa 72 TWh di nuovi eolici e solari all’anno, non i 100 TWh/anno necessari».
Questo non può certamente sminuire i grandi progressi fatti: Nel 2020 la produzione di carbone è diminuita del 20% e dal 2015 si è dimezzata. »La produzione di carbone è diminuita in quasi tutti i Paesi – si legge nel rapporto – e continua il crollo del carbone che era ben in atto prima del Covid-19». La metà del calo nel 2020 è dovuta a una diminuzione della domanda di energia elettrica, che è diminuita del 4% per l’impatto del Covid-19, ma l’altra metà proveniva dall’eolico e solare aggiunti. Quindi, «Con la ripresa della domanda di elettricità nel 2021, l’eolico e il solare dovranno aumentare a un ritmo più rapido se si vogliono sostenere i recenti cali del carbone».
Nonostante la pandemia, nel 2020 la produzione di gas è diminuita solo del 4%, la produzione di energia nucleare europea è diminuita del 10%, il più grosso calo da sempre.
Mettendo insieme questi dati viene fuori che nel 2020 l’elettricità europea del 29% più rinnovabile rispetto al 2015 e che «L’intensità di carbonio è scesa dai 317 grammi di CO2 per chilowattora nel 2015 ai 226 grammi nel 2020». Ma il frapporto avverte: «Sebbene la produzione di carbone si sia quasi dimezzata nello stesso periodo, il 43% del calo del carbone è stato compensato da una maggiore produzione di gas, rallentando la riduzione dell’intensità di carbonio».
Dave Jones, senior electricity analyst di Ember, conclude: «È significativo che l’Europa abbia raggiunto questo momentum cruciale all’inizio di un decennio di azione globale per il clima. La rapida crescita dell’eolico e del solare ha costretto il carbone al declino, ma questo è solo l’inizio. L’Europa si affida all’eolico e al solare per garantire non solo l’eliminazione graduale del carbone entro il 2030, ma anche per eliminare gradualmente la pruduzione di gas, sostituire la chiusura delle centrali nucleari e soddisfare la crescente domanda di elettricità da auto elettriche».