Agricoltore, forse misantropo e prepotente,
sbarra il passo lungo una ciclopedonale
tra il Fiordaliso e il borgo di Quintosole (Milano)
19 ottobre 2020. Per quanto ci costa, siamo di fronte a un caso davvero unico di “privatizzazione” del territorio. Dopo l’estate, ci sono arrivate segnalazioni da nostri soci e da comuni cittadini che una pista ciclopedonale, che scorre nel tratto milanese del Parco Agricolo Sud Milano collegando via Quintosole con il depuratore Ronchetto delle Rane e il centro commerciale Fiordaliso, risulta essere stata sbarrata da un cancello impenetrabile, con tanto di cartello “vietato l’accesso – proprietà privata”. A quanto ci risulta, lo sbarramento è stato eretto da un agricoltore del borgo milanese di Quintosole: non ne conosciamo le generalità, ma presumibilmente è il proprietario del terreno dove è situato il cancello.
Non capiamo cosa sia passato nella testa dell’agricoltore né la logica dell’accaduto: per quanto ci consta, lo sbarramento è totalmente arbitrario e danneggia i cittadini che usufruiscono del tracciato campestre.
Abbiamo pertanto scritto all’assessore milanese Marco Granelli, chiedendo di far rimuovere prontamente questa barriera e riattivando prontamente l’uso pubblico di questa strada.
Perché questo genere di “lock down” non li possiamo proprio sopportare.
(Nella foto, Tony Bruson, coordinatore delle Sentinelle dell’Ass0ciazione per il Parco Sud Milano)
Buonasera, sono un residente di Quintosole e anche io avevo segnalato questo abuso. Avete ricevuto delle risposte a proposito?
Un saluto
Gianluigi
Nessuna risposta da parte dell’assessore Gramelli. A gennaio riprendiamo le pressioni. Ci teniamo in contatto.
Bravi, ho scritto anche io all’Assessore Granelli, speriamo intervengano presto.
Buongiorno, siamo ormai a marzo, ci sono novità a riguardo?
Ma il cancello che intendete voi è lo sbarramento vicino all’ex casino di caccia o un altro? Grazie a tutti
purtroppo lo sbarramento continua; come possiamo esercitare ulteriore pressione??
Buongiorno,
Ho tentato di percorrere quella pista ciclabile settimana scorsa ma era ancora sbarrata. Avete novità?
Grazie
Ho chiamato l’ufficio competente del Comune di Milano. Dopo verifica mi hanno risposto che il terreno è privato ed è lecito impedirne il passaggio. Quindi hanno costruito (tramite MM) un bel percorso ciclopedonale (l’unico che collega zona Missaglia con zona Ripamonti) con tanto di ponticelli in legno, per poi lasciarlo passivamente all’ignorante quanto violento agricoltore di turno. Complimenti per l’attenzione verso la cittadinanza. Fruibilità delle aree verdi e del parco sud? Solo belle parole, zero fatti.
pazzesco….e non esiste nessuna possibilità di risolvere questa faccenda???il Comune non ha intenzione di fare nulla???
Non credo che la proprieta’ sia privata ma in concessione a un privato, l’agricoltore Papettti, credo forse da Ca’ Granda come molti terreni del parco sud, sarebbe ora che gli organi di competenza chiariscano perché dopo la costruzione di una ciclabile il sig. Papetti ha messo le sbarre!!
Non c’è quindi modo di riaprire il passaggio? Non dovrebbe essere un parco agricolo? E’ veramente un peccato che sia chiuso
Son passato 2 settimane fa era ancora sbarrato
Sono ormai 5 anni (dal 2018) che la ciclabile Quintosole – Dep. San Rocco/Fiordaliso/Missaglia è stata interdetta da due cancelli, iniziativa unilaterale che ad oggi non è stato chiarito se si tratti o no di un sopruso. E’ evidente che Comune/Municipio 5/Parco Agricolo Sud non abbiano interesse a restituire un’opera (ex) nuova, pronta e destinata a pubblica utilità. Parlo di un comune da me a suo tempo contattato nella persona dell’Ing. responsabile della mobilità ciclabile dell’epoca e che sosteneva dopo apposite verifiche si trattasse di proprietà privata, dopo di che nulla fece più sapere. Testimonianze verificabili lasciate sul sito “piste ciclabili.com” raccontano addirittura di tentativi di percosse da parte del responsabile agricoltore di Quintosole incontrato da chi aveva comunque provato a passare. Nessun ulteriore chiarimento o notizie in merito in questi anni.
Sembra paradossale che MM abbia approntato la pista nell’ambito dei lavori di posa di collettori sottostanti la pista in questione (a scomputo oneri urbanistici forse?) e nessuna istituzione o ente abbia voluto difendere, chiarire, rilevare, espropriare o comunque provare a rendere fruibile un’opera di pubblica utilità facendo silenziosamente e sostanzialmente il gioco di un soggetto privato di dubbio spessore morale e privando peraltro la cittadinanza di un’utile opera a costo zero in linea con le politiche green di mobilità sostenibile che caratterizzano i proclami delle ultime giunte.
In questi anni solo un silenzio assordante. Inaccettabile.