Allo stadio vince il buonsenso
(per una volta tanto)
L’inter rinuncia al progetto di stadio a San Donato Milanese. La notizia non è ancora ufficiale, ma questa affermazione sta ormai girando non solo sulla stampa locale, ma è ormai di dominio dei siti nerazzurri ed è stata ripresa anche dal TgCom. Una buona notizia per chi ha a cuore il territorio e perché no, anche per i monaci di Chiaravalle, che non rischieranno di essere risvegliati in piena notte dai boati di uno stadio urlante.
Allo stadio vince il buonsenso
(per una volta tanto)
L’inter rinuncia al progetto di stadio a San Donato Milanese. La notizia non è ancora ufficiale, ma questa affermazione sta ormai girando non solo sulla stampa locale, ma è ormai di dominio dei siti nerazzurri ed è stata ripresa anche dal TgCom. Una buona notizia per chi ha a cuore il territorio e perché no, anche per i monaci di Chiaravalle, che non rischieranno di essere risvegliati in piena notte dai boati di uno stadio urlante.
Le prime voci di una possibile localizzazione a San Donato dello stadio dell’Inter risalgono ormai allo scorso anno. L’area individuata di 300mila mq di verde e agricoltura, intorno alla Cascina San Francesco dell’Accessio, avrebbe dovuto accogliere anche un centro commerciale e altre strutture sportive e di servizio per garantire la vivibilità (sic!) per tutti i giorni dell’anno.
La reazione
L’impatto per il Parco Sud e il territorio era evidente e da un confronto promosso dall’Associazione per il Parco Sud Milano, con il Wwf Sud Milano, Italia Nostra Sud Est Milano, Salviamo il Paesaggio, circolo Legambiente di Melegnano e forze politiche locali è nato un coordinamento che ha interloquito con il comune di San Donato, sensibilizzando e aggregando realtà dei borghi di Chiaravalle e Rogoredo, dove si sono tenuti incontri molto partecipati. Non ultima, in termini di importanza, è stata una lettera scritta a Milly Moratti, moglie del patron dell’Inter e riferimento storico dell’ambientalismo milanese.
Le ragioni della rinuncia
Saremmo certo troppo vanagloriosi se vantassimo dei meriti su questa marcia indietro. La mobilitazione era certo avviata, ma non si era ancora prodotta in azioni di massa.
Dai siti sportivi si lascia trapelare che il presidente Moratti non considera più fondamentale per il futuro dell’Inter la costruzione di uno stadio di proprietà perché troppo complicato per i tempi e i rilasci delle necessarie autorizzazioni.
Ma soprattutto peserebbe il quadro economico negativo, che scoraggia per il momento nuovi investimenti dai ritorni incerti e rende difficoltoso trovare nuovi soci e capitali freschi in tempi brevi per un’operazione così difficile. Anche le complicazioni dell’affaire Tohir, il magnate indonesiano interessato ad acquisire la maggioranza dell’Inter, confermano i tempi non favorevoli.
A conferma di ciò, corrono voci che le due squadre milanesi stiano riflettendo sul progetto di riqualificazione di San Siro, con la creazione di un’area ricreativa vicina allo stadio, con un centro commerciale (come si vede, non manca mai) e ristoranti, per creare ulteriori profitti da affiancare a quelli tradizionali. Attendiamo con pazienza gli sviluppi, perché non vorremmo che da uno scampato pericolo per il Parco Sud si passasse a una speculazione tutta milanese, di cui il quartiere non ne sente certo l’esigenza.
15 giugno 2013