Rocca Brivio a San Giuliano sempre più in bilico
Dopo il fallimento dell’ennesimo bando
scatta l’ora di un asta per privatizzarlo?
7 marzo 2020. A fine febbraio sono scaduti i termini di un bando per formare una fondazione per la gestione di Rocca Brivio, complesso cinquecentesco che si staglia nelle campagne di San Giuliano Milanese tra la via Emilia e le anse del fiume Lambro. I soggetti del terzo settore, che nei mesi scorsi si erano fatti avanti, non hanno concretizzato il loro interesse e il cerino acceso è tornato nelle mani degli attuali proprietari, ovvero la società pubblica Cap Holding spa (che detiene il 51%), le amministrazioni di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Melegnano e, per una piccola quota, l’Associazione Roccabrivio, che con i suoi volontari ha svolto una tutela di sprone e di controllo, animando la struttura con mostre, concerti e altri eventi.
I sindaci per ora non si sono ancora espressi -complice anche l’emergenza covid-19 in corso- ma il rischio che si paventa nei prossimi mesi è che diverrà complicato anche il solo pagare le bollette o effettuare le piccole manutenzioni necessarie e, in fondo al tunnel, si prospetta l’alienazione di questo splendido bene pubblico a favore dei privati, attraverso la sua messa all’asta.
Il fallimento della mano pubblica
La via del bando sembrava un progetto promettente. Il monumento di Rocca Brivio sarebbe stato conferito a una nuova fondazione, dove sarebbero potuti entrare partner privati (profit e non profit) che avrebbero svolto attività d’impresa: gestione di percorsi naturalistici e turistici, attività ricettive e di ristorazione, ma anche sociali, come eventi sportivi, incontri ed eventi culturali.
“Le manifestazioni di interesse dei potenziali partner privati – dichiarava Katja Besseghini, liquidatrice e avvocato socio dello studio Maschietto Maggiore Besseghini – potranno essere presentate entro il prossimo 29 febbraio, non oltre le ore 20. L’apertura alla creazione di una Fondazione di partecipazione interpreta la volontà di mantenere, per il complesso, se non una destinazione ad ogni effetto pubblica, quantomeno comunitaria ed è stata la soluzione preferita rispetto alla vendita al miglior offerente. L’iniziativa sta raccogliendo molto apprezzamento da parte delle comunità locali, attendiamo ora di verificare il riscontro del mercato”.
Il riscontro, come detto, non c’è stato. E Marco Segala, sindaco di San Giuliano, aveva già messo le mani avanti, annunciando qualche mese fa in consiglio comunale che qualora fosse fallita la strada della fondazione mista (pubblica-privati) sarebbe rimasta la soluzione di mettere in vendita la Rocca.
Parole che smentiscono precedenti dichiarazioni di intenti sue e di altri amministratori pubblici, che avevamo riportato poco più di un anno fa quando avevamo denunciato la “sparizione” di due statue di putti dal complesso monumentale (clicca qui).
Noi, insieme a Italia Nostra sezione Sud Est Milano e altre associazioni del territorio, avevamo chiesto di perseguire un’altra strada per valorizzare il bene: quella pubblica, attraverso l’istituzione di un Ecomuseo, così come hanno fatto con successo ben 29 sindaci dell’area omogenea Adda-Martesana. Un’aggregazione ampia, comprendente anche associazioni ambientaliste, agricole, scientifiche e scolastiche, che sta valorizzando gli elementi di identità del proprio territorio.
A Rocca Brivio sembra mancare la volontà politica o la capacità di perseguire la strada pubblica, andando verso una svendita ai privati e chiudendo le possibilità alla comunità del territorio di fruire di un gioiello senza pari.
Noi, e tanti altri, non ci stiamo.