Le mani della Regione Lombardia sul Parco Sud.
Mozione di FdI sull’area protetta:
per rafforzarla o affossarla?
4 settembre 2019. Martedì 17 settembre verrà portata alla discussione in Consiglio regionale una mozione a firma del consigliere Franco Lucente, di Fratelli d’Italia, che chiede al governo regionale di attivarsi per modificare il governo del Parco Agricolo Sud Milano, togliendolo alla Citta Metropolitana (che lo ha preso in gestione allo sciogliersi della Provincia di Milano) per darlo in mano direttamente ai Comuni, che si devono consorziare per la sua gestione.
La forma è blanda: si tratta di un indirizzo, qualcosa più che un suggerimento al presidente Fontana e alla sua Giunta, ma nella sostanza l’invito è una bomba. Si vuole mandare in pensione colui che ha gestito ininterrottamente il Parco sin dalla sua istituzione e, nel contempo, si affossa il progetto di realizzazione del Parco di cintura metropolitano, attraverso la fusione del Parco Sud, del Parco Nord Milano e delle altre aree protette. Ma soprattutto, si chiede –senza mezzi termini- di rimettere mano alle regole di tutela e ai confini del Parco: senza le adeguate garanzie politiche, ciò può rappresentare un liberi tutti per favorire i voraci appetiti della speculazione urbanistica.
Premesse condivisibili
La mozione di FdI parte con premesse condivisibili: la prima è che “il Parco è, di fatto, un mero settore (della Citta Metropolitana)… e lo stesso pur avendo un Consiglio Direttivo proprio, non gode di autonomia finanziaria, organica e strumentale”. La seconda è che “la Città Metropolitana di Milano (ex provincia di Milano) ha spesso evidenziato difficoltà ad assolvere i fini istituzionali ad essa delegati per problemi relativi alla grave carenza istituzionale di risorse economiche e di personale qualificato…”.
Che dire? Tutto vero. Sono decenni che il Parco Sud è relegato a un settore qualunque della Provincia-Città Metropolitana, gestito in maniera grigia e burocratica e senza nemmeno un Direttore nominato con concorso, ma pescato dal management dell’Ente. E sul depotenziamento della Città Metropolitana si è scritto in maniera fin troppo gentile. Questo Ente è nato senza essere mai stato votato dai cittadini, con risorse economiche così scarse che ha dovuto per diversi periodi ricorrere alla gestione provvisoria del bilancio. Con quali ricadute motivazionali sul personale, lo lasciamo immaginare.
Regione contro Parco Metropolitano
La mozione in discussione chiude totalmente all’ipotesi di un Parco metropolitano. “L’ipotesi di fusione del Parco Agricolo Sud Milano con il Parco Nord in un medesimo consorzio non pare rispondente alle reali esigenze del territorio e soprattutto non confacente alle vocazioni territoriali dei due ambiti in questione, che sono assolutamente diverse ed incompatibili”.
Anche noi abbiamo per tempo avvertito i pericoli di una “fusione fredda” tra i due Parchi, incapace cioè di tutelare e valorizzare ambiti così diversi: un mega-parco cittadino al nord e un ben più vasto parco agricolo al sud. Ma abbiamo apprezzato gli sforzi dei due enti di dialogare con associazioni, sindaci e cittadini, volendo offrire garanzie sulla tutela delle diverse/opposte peculiarità dei due territori. E siamo convinti che dalla collaborazione/fusione delle strutture tecniche e amministrative possano esserci ricadute positive sulla gestione di questi Parchi. E, perché no, una scossa all’inerzia gestionale del Parco Sud.
Una guerra tutta politica?
Tornando alla proposta di parco gestito dai comuni consorziati, non esistono esempi di aree protette con così tanti comuni in veste di gestori. E anche il paragone con le società quotate che hanno anche migliaia di azionisti non regge: in questi casi c’è sempre un azionista (o un gruppo di azionisti) di riferimento, che detiene il controllo delle scelte aziendali.
Ma senza affrontare al momento le complesse questioni tecniche dietro questa proposta regionale, c’è da chiedersi quali ne siano le motivazioni di fondo.
La chiave è, secondo noi, il controllo politico: la Lombardia, dopo aver creato i suoi Parchi, ha delegato per decenni la loro gestione agli enti subordinati (province e comuni). Ma da qualche anno la Regione ha mutato atteggiamento, entrando anche lei negli enti di gestione delle aree protette: in tutte, tranne che –sinora- nel Parco Sud.
Oltre alla questione di principio, pesano certamente i diversi orientamenti politici: la Regione, da oltre un ventennio in mano al centrodestra, la Città Metropolitana governata da quasi un decennio dal centrosinistra.
Ribadiamo che non ci interessano quali forze politiche governino il Parco Sud, ma la maniera di come viene amministrato. La nostra offerta di collaborazione è estesa a tutti, e la frase nel documento che invita la Giunta “ad intraprendere un percorso, quanto più possibile condiviso con gli attori del territorio” lascia ben sperare: siamo convinti che, senza colpi di mano, il dialogo possa portare a un effettivo miglioramento nella gestione di questo Parco, voluto e sentito proprio da tanti cittadini. E saremo perciò presenti martedì prossimo in sala consiglio, al momento della discussione.