Da Cisliano a Cusago, luoghi di natura e cultura
ricchi di castelli, cascine e fontanili
da visitare passando per il Sentiero Virgiliano
17 maggio 2019. A Cisliano la Cascina Manzola è uno splendido esempio di edificio agricolo fortificato di fine ‘400 nato come dimora di caccia (Torre dei Gelsi). Presso il Punto Parco Cascina Forestina si può visitare il Bosco di Riazzolo, percorrere il Sentiero Virgiliano e raccogliere i prodotti dall’orto biologico. Numerose sono le attività didattiche, come presso la vicina Cascina Scanna con il suo piccolo oratorio di San Bernardo. Lungo la strada che porta al Castello di Cusago, fatto costruire da Bernabò Visconti nel 1360 come dimora di caccia, si costeggia un importante residuo di bosco planiziale, ora tutelato come riserva naturale: il Bosco di Cusago. Ma c’è tanto altro da ammirare…
Cisliano – La Storia
Di Cisliano si ha notizia già in epoca romana: era infatti un fondo della nobile gens romana Caecilia. Fu infatti un Cecilio (o un suo ex schiavo, non è chiaro) a lasciare il nome a queste terre. La prima menzione ufficiale del paese risale al maggio 742, in un atto di donazione tra i cui testimoni figura un nobile, Fortino, figlio di Todone de Cecilianus. Allora il paese era chiamato Ceciliano, derivato del nome romano Caecilius. Qualche secolo dopo, nel 1038, troviamo nuovamente un accenno al paese in un documento in cui si parla di un certo Andrea de loco Cixliano, e in un atto di vendita del 1081 viene citato un Vinifredo figlio del fu Rolando de loco Cixliano.
Nel 1570 San Carlo Borromeo visitò il borgo in occasione di un suo viaggio pastorale e stese una relazione sull’abitato. In questo periodo l’antico Borgo Manzola fu territorio di caccia degli Sforza.
Nel corso del Seicento il borgo venne acquistato come feudo da Raffaele Fagnani per poi passare dopo cinquant’anni al monastero della Certosa di Pavia.
Dopo aver fatto parte del distretto di Abbiategrasso, annesso alla provincia di Pavia, verso la metà dell’Ottocento passò alla provincia di Milano e nel 1870 assorbì le località di Bestazzo e San Pietro.
Oggi il Comune di Cisliano (Cisliàn in dialetto milanese) conta 4.731 abitanti (dati al 31.12.2014) ed è situato all’interno del Parco Agricolo Sud.
Da vedere
Palazzo Terzago Situato in località Bestazzo, è il palazzo cittadino più antico del piccolo borgo. Fu storicamente residenza della famiglia Terzaghi, feudataria della frazione, da cui prende il nome. Il complesso è inserito in un impianto di vie tipicamente medievali, il che lascia supporre origini antiche, con ogni probabilità riconducibili ad un fortilizio medievale e, ancora prima, a un castrum romano.
Villa Landriani Edificata intorno alla metà del XVII secolo, è una struttura a pianta rettangolare, situata all’interno di una corte rurale e caratterizzata da un portico architravato, retto da due colonne in granito rosa di Baveno.
Cascina Scanna Il complesso su cui oggi sorge Cascina Scanna sembra risalire al IV secolo, come testimoniato dal ritrovamento in loco di reperti archeologici appartenuti ad un’antica necropoli romana. La prima citazione storica risale però al 1493, quando Ludovico il Moro, duca di Milano, fa riattivare la bocca derivata dalla vicina roggia Soncina, su richiesta di Francesco del Conte. Negli anni a seguire, fu costruito un mulino, intorno al quale sorsero altre strutture funzionali, a partire da una casa padronale, contraddistinta da un importante portone a bugnato, e altri edifici, quali le abitazioni dei massari, le stalle e i ripostigli. Nel corso del Cinquecento, il complesso venne poi arricchito dalla costruzione di una chiesa dedicata a San Bernardo.
Intorno a Cascina Scanna si è sviluppato un insediamento, che rappresenta oggi una delle principali frazioni del comune di Cisliano.
Cascina San Giacomo Struttura contraddistinta da finestre a sesto acuto decorate in cotto, fu in origine proprietà di Filippo della Porta, che ne destinò una parte a ricovero per i viandanti. Questo diede al complesso il nome San Giacomo, in onore del santo patrono dei pellegrini.
Cascina Manzola Risalente al XVI secolo e citata in documenti storici del 1574, questo complesso fu, in origine, residenza signorile di caccia. Nonostante abbia subito diverse modifiche e ristrutturazioni nel corso degli anni, presenta ancora oggi parte della decorazione tipica dell’era viscontea.
Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista L’edificio trae le proprie origini da un’antica cappella, fondata nel 1583 da padre Basilio, domenicano del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano. Da questo primitivo luogo di culto, già dal 1592 si passò alla costruzione di una vera e propria chiesa, che nel corso del Seicento si arricchì di due altari, uno dedicato ai Santi Giovanni e Paolo e l’altro a Sant’Antonio da Padova, realizzato nel 1689 a spese di Antonia Aliprandi e Federico Del Conte.
Nel 1709 si resero necessari degli interventi di ampliamento, che tuttavia subirono alcuni intoppi, al punto che, nel 1725, la struttura mancava ancora delle necessarie coperture del tetto. La chiesa venne ampliata nuovamente nel 1903.
L’interno, originario della fine del XVIII secolo, conserva una pregevolissima tela attribuita a Camillo Procaccini.
Chiesa di Santa Maria Assunta Situata nella frazione Bestazzo, è contraddistinta da una struttura di discrete dimensioni. Anche se la maggior parte degli elementi che la costituiscono sembrano risalire al XVII secolo, la pianta è, con ogni probabilità, d’epoca medievale. Caratteristici sono inoltre il campanile, visibile anche dalla strada statale adiacente alla frazione, e la facciata, che si distingue dal resto del complesso per il suo stile con pietre a vista. Internamente, la struttura è suddivisa in tre navate. In quella centrale si possono ammirare una coppia di angeli oranti cinquecenteschi e dipinti attribuiti a Natale Penati.
Oratorio di San Bernardo Situato presso la località Cascina Scanna, è stato edificato a partire dalla fine del XV secolo, subendo poi importanti lavori di restauro tra il 1569 e il 1573. È caratterizzato da una struttura leggermente sopraelevata, con l’esterno a pianta quadrata decorato da lesene ed archi chiusi e particolari in cotto originali. La facciata è semplice, mentre di particolare rilievo è il campanile in mattoni, realizzato in perfetto stile rinascimentale.
Sentiero Virgiliano
Testimonianze letterarie degli ambienti della Pianura Padana: Virgilio e le Bucoliche. Il rapporto con il paesaggio ai tempi di Virgilio non è solo di tipo arcadico; al contrario il suo sguardo è anche naturalistico, con evocazioni di paesaggi della propria terra lombarda. Una passeggiata nel bosco alla ricerca delle piante silvestri care al poeta, per cogliere i motivi naturalistici ispiratori delle dieci ecloghe. Appartenente alla Cascina Riazzolo, il gestore, Niccolò Reverdini, organizza anche visite guidate.
Cusago – La storia
Il territorio su cui sorge Cusago fu abitato fin dai tempi antichi, come è stato confermato dal ritrovamento di un’ascia in pietra levigata risalente al III-II millennio a.C.
L’insediamento dei Celti, presente nel II secolo d.C., venne sopraffatto dall’occupazione romana, di cui si trovano tracce negli stessi nomi dei paesi: Cusago potrebbe infatti derivare dal nome proprio Cusius, il cui aggettivo è Cusiacus, mentre il nome della frazione di Monzoro deriverebbe da Montius, al genitivo plurale Montiorum.
La dominazione longobarda, a partire dal VII secolo, ha lasciato molte tracce tra cui un importante documento risalente al 902: il “placito degli arimanni”, in cui viene esplicitamente citato il villaggio di Cusago e viene affermata l’organizzazione feudale del territorio dipendente dal conte di Milano.
Al tempo dei longobardi il nucleo abitato era quello di Cusago di Sotto, dove sorgeva una chiesa dedicata a sant’Agata.
Con la costruzione del Castello visconteo, a partire dal XIV secolo, prevale invece il nucleo abitativo dell’attuale Cusago, sviluppatosi intorno al castello e contornato da un territorio fittamente boscoso e ottimo per le battute di caccia.
Da vedere
Castello Visconteo Si tratta di un bene architettonico di altissimo valore storico e culturale. Venne realizzato nel 1350 da Bernabò Visconti come residenza di campagna, in un territorio fittamente boscoso e ottimo per le battute di caccia. Quando il Castello passò a Filippo Maria Visconti, vennero effettuati una serie di interventi strutturali che trasformarono l’edificio e, in parallelo, fu realizzato un sistema di canali che permetteva di raggiungere Cusago da Milano esclusivamente via acqua.
Con Ludovico il Moro e sua moglie Beatrice d’Este il palazzo fu ricostruito e ampliato nella forma attuale e ospitò anche ambasciatori e ospiti illustri.
Successivamente il Castello conobbe un periodo di declino legato alle dominazioni spagnola e francese.
L’importanza di questo bene non è solo urbanistica, ma si rispecchia anche nella storia di Cusago: dall’età ducale all’età moderna si può affermare che l’intero territorio comunale ha sempre costituito un’unica pertinenza del Castello: e il Castello rappresenta infatti il nucleo più antico del comune cusaghese.
Nel 2003 la proprietà del Castello, da sempre appartenuto privati, venne acquisito dalla società Il Castello di Cusago Srl, fondata da un gruppo di imprenditori locali. Nel 2016, nonostante un progetto è stato acquistato dalla società Finscott.
Il Castello di Cusago necessita da tempo di sostanziali interventi di recupero, in particolare sulle coperture, divenuti ormai urgenti per evitare un ulteriore degrado di questo splendido bene storico-architettonico.
Chiesa dei Santi Fermo e Rustico Divenne sede della parrocchia di Cusago nel 1601. La chiesa conserva, a partire almeno dal 1685, le spoglie di San Vincenzo martire, pubblicamente esposte in occasione della festa patronale. Di particolare pregio alcuni affreschi e tele, un gruppo ligneo, diversi ex voto di alta epoca e soprattutto l’organo del 1854 della bottega del Carcano, restaurato e utilizzato per concerti, oltre che per le cerimonie religiose. L’altare maggiore della chiesa parrocchiale venne ufficialmente consacrato solo il 9 maggio 1978.
Chiesa di Santa Maria Rossa Situata nella frazione Monzoro, l’antica chiesa romanica sconsacrata di Santa Maria Rossa, oggi proprietà privata e aperta solo in occasione di eventi programmati, è l’ultima parte rimasta dell’antica abbazia edificata nel XIV secolo appartenente all’ordine degli Eremitani di sant’Agostino. Il nome di Santa Maria Rossa deriva dal colore delle vesti con cui la Vergine è ritratta in un affresco interno, ancora visibile. Altri affreschi, di scuola giottesca, appartenuti alla chiesa, sono conservati nella pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
La chiesetta si presenta ad aula unica, con copertura a capanna e accoglie un piccolo presbiterio di forma quadrangolare dove campeggia un grande affresco con il Cristo circondato dai quattro evangelisti. L’interno presenta pregevoli affreschi di maestri lombardi della fine del XIV secolo.
Oratorio dei Santi Antonio e Teresa Annesso alla cascina Robaione, la chiesa venne edificata, come risulta da una lapide murata in loco, nel 1656, per volontà della famiglia Ceva (di origini spagnole): si tratta di un ex voto per aver avuta salva la vita durante l’assedio di Pavia da parte dei francesi. In quello stesso anno, la famiglia Ceva ospitò in questo oratorio le prime statue mai realizzate raffiguranti il miracolo della Madonna di Caravaggio, risalenti al 1432. Vennero qui conservate sino al termine dei lavori di rifacimento che interessarono l’antico santuario di Caravaggio.
Nel XVIII secolo l’oratorio passò di proprietà, dapprima al conte Giuseppe Imbonati, poi, dal 1879, all’ingegnere Luigi Tarantola. Fu quest’ultimo, nel 1904, ad approntare l’aggiunta di un pronao a colonne, ancora oggi visibile davanti all’ingresso. La stessa famiglia Tarantola, inoltre, rinvenne le lapidi con la commemorazione del passaggio del simulacro della Madonna di Caravaggio. Vennero quindi fatte realizzare le copie delle antiche statue, a ricordo delle originali, esposte sotto teca sull’altare.
All’interno della cappella si trovano anche due dipinti secenteschi: Tobiolo e l’angelo e Matrimonio della Vergine, attribuiti al pittore comasco Francesco Carpano.
Cascina Fornace Edificata tra il XVIII e il XIX secolo, si tratta di un complesso rurale organizzato intorno a una corte quadrilatera, che comprende la casa padronale, le case coloniche, le stalle, i fienili e alcuni edifici di servizio. A ridosso del nucleo principale sorgono quattro silos e le stalle di più recente costruzione. La struttura è caratterizzata da murature perimetrali in laterizio, solai prevalentemente in legno e putrelle in ferro. I tetti sono a capanna, con tegole di cotto su orditura lignea.
Cascina Robaione Edificata nel XVII secolo, la cascina Robaione si trova nell’estremo sud del territorio di Cusago, in un contesto completamente agricolo caratterizzato da rogge e fontanili. È un complesso a corte organizzato intorno ad un’area rettangolare, su cui si attesta la maggior parte degli edifici. Alla corte principale si affianca quella dei coloni, costituita dall’edificio con gli alloggi e dai rustici; sul lato corto, vicino all’accesso principale, si trova il forno. Lungo il lato sud-ovest sorgono la casa padronale e l’oratorio secentesco dedicato a Sant’Antonio e Santa Teresa, oltre alla scuderia e al deposito del fieno. I due edifici sono posti in comunicazione da una piccola corte di servizio. Da qui, tramite un ingresso secondario, si può accedere alla minuscola sagrestia e all’oratorio. La villa padronale si affaccia, a sud-ovest, su un piccolo giardino aperto verso la campagna ed è costeggiata dall’acqua del fontanile Lampugnano. Il lato opposto della corte è occupato dalle abitazioni coloniche e, nell’angolo sud-est, dai portici con l’essiccatoio, la legnaia e all’officina per la manutenzione delle macchine agricole.
La Cavetta di Cusago (Punto Parco da giugno 2018) è un’area naturalistica di circa 9000 mq di proprietà del Comune di Cusago, composta per circa il 50% da un bosco e da due laghetti di cava. E’ presente all’interno della proprietà una struttura perfettamente attrezzata per fungere da aula didattica per visite. Nell’area limitrofa ci sono ancora tracce dell’antico Naviglietto voluto dai Visconti per raggiungere il Castello situato nel centro di Cusago.
L’Associazione dei Pensionati e l’Associazione Banca del Tempo gestiranno l’area fino al 2023 in virtù di una convenzione con il Comune di Cusago. A partire dal 2014 la Banca del Tempo ha avviato sull’area una riqualificazione degli elementi di pregio ambientale tramite il progetto “Natura fuori classe”, laboratorio di formazione per la gestione del verde naturalistico in collaborazione con l’Associazione Italia Nostra Onlus tramite Boscoincittà. Dal 2015 al 2017 i volontari della Banca del Tempo hanno donato 1200 ore del proprio tempo per i lavori di riqualificazione dell’area; il progetto è sempre attivo tutti i martedì con 4/5 volontari a rotazione e sarà una delle principali attività del futuro Punto Parco. Inoltre dal 2016 l’Associazione Banca del Tempo organizza gli appuntamenti “Domenicando alla Cavetta” con la finalità di promuovere la valorizzazione paesaggistica e ambientale del territorio cusaghese. Tra le altre attività previste dal Comune di Cusago e dall’Associazione Banca del Tempo ci sono il turismo in bicicletta, laboratori didattici, campi estivi per bambini e ragazzi e organizzazione di concerti, conferenze, etc.
Se avete ulteriori segnalazioni da aggiungere, scriveteci. Grazie e buon divertimento