Al via l’iniziativa Milano plastic free
Stop alla plastica usa e getta
nei negozi e ristoranti di due quartieri
4 marzo 2019. Fate mente locale: quanti di noi, durante l’ultimo anno, non ci siamo imbattuti in piatti, bicchieri e posate di plastica monouso alle feste di compleanno, di Natale, alle macchinette di caffé o a incontri più o meno informali? E se rovistassimo nei cassetti della cucina o della dispensa, non troveremmo sparse cannucce o altri oggetti di plastica usa e getta? Sì perché questi oggetti leggeri e indistruttibili sono dappertutto e li usiamo al bar, in mensa o tra le mura domestiche. Pur essendo più o meno tutti consci dei danni che la plastica reca all’ambiente, nonostante ciò è difficile smettere di usarli.
Se per cambiare i comportamenti individuali ci vuole tempo, l’amministrazione di Milano si muove sul fronte dei negozianti e gestori, a cominciare dai quartieri Isola e Niguarda. L’avvio della campagna “Milano Plastic Free” interesserà inizialmente circa duecento esercizi commerciali, di cui 54 tra ristoranti, bar e attività di somministrazione e 147 negozi di vicinato.
Ma non sarà limitata a questi due distretti commerciali: l’invito ad aderire alla rete “Milano Plastic Free” è esteso a tutti gli esercizi e locali pubblici milanesi, che potranno…
Al via l’iniziativa Milano plastic free
Stop alla plastica usa e getta
nei negozi e ristoranti di due quartieri
4 marzo 2019. Fate mente locale: quanti di noi, durante l’ultimo anno, non ci siamo imbattuti in piatti, bicchieri e posate di plastica monouso alle feste di compleanno, di Natale, alle macchinette di caffé o a incontri più o meno informali? E se rovistassimo nei cassetti della cucina o della dispensa, non troveremmo sparse cannucce o altri oggetti di plastica usa e getta? Sì perché questi oggetti leggeri e indistruttibili sono dappertutto e li usiamo al bar, in mensa o tra le mura domestiche. Pur essendo più o meno tutti consci dei danni che la plastica reca all’ambiente, nonostante ciò è difficile smettere di usarli.
Se per cambiare i comportamenti individuali ci vuole tempo, l’amministrazione di Milano si muove sul fronte dei negozianti e gestori, a cominciare dai quartieri Isola e Niguarda. L’avvio della campagna “Milano Plastic Free” interesserà inizialmente circa duecento esercizi commerciali, di cui 54 tra ristoranti, bar e attività di somministrazione e 147 negozi di vicinato.
“Vi è già da diverso tempo attenzione da parte di molti operatori commerciali a utilizzare dove è possibile il vetro, contenitori e oggetti riutilizzabili e compostabili -rileva Gabriel Meghnagi, consigliere di Confcommercio Milano e presidente della Rete Associativa Vie- e anche la produzione si sta attrezzando”.
Attraverso una capillare strategia porta a porta, i gestori di tutte le attività saranno contattati da volontari di Legambiente. Insieme, si analizzeranno la tipologia e i consumi di plastica all’interno di ogni singola attività e si proporrà l’adozione di prodotti capaci di assolvere al medesimo uso, ma più rispettosi dell’ambiente. Gli esercizi aderenti saranno ben riconoscibili, grazie una vetrofania disegnata ad hoc, e ai loro clienti saranno distribuiti materiali informativi utili a praticare stili di consumo sostenibili.
La campagna, è bene chiarire, non sarà limitata a questi due distretti commerciali: l’invito ad aderire alla rete “Milano Plastic Free” è esteso a tutti gli esercizi e locali pubblici milanesi, che potranno contattare Legambiente per ricevere le informazioni e chiarire i dubbi sulle azioni da intraprendere, e farlo prima che diventi un obbligo europeo. Sì perché, grazie a questa sperimentazione, Milano si porta avanti, in vista dell’applicazione della direttiva dell’Unione europea che dal 2021 porterà progressivamente al divieto di utilizzo delle plastiche usa e getta non degradabili.
Un mare di plastica
Lo scorso ottobre, i deputati del Parlamento europeo – con 571 voti favorevoli, 53 voti contrari e 34 astensioni – hanno approvato la proposta di vietare questi prodotti, inclusi i contenitori per fast-food in polistirolo espanso, che appresentano il 70 per cento dei rifiuti marini. Entro il 2025 gli Stati membri dovranno ridurre del 25% il consumo dei prodotti in plastica per i quali oggi non esistono alternative, come ad esempio le scatole monouso per hamburger e panini, come pure i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati. Sempre entro il 2025 le bottiglie per bevande dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90%.
Obiettivi ancora molto lontani, irraggiungibili senza un cambio di passo. Secondo i dati raccolti dal report di Legambiente sul consumo di plastiche, l’Unione Europea consuma annualmente circa sessanta milioni di tonnellate di plastica (dato 2016): di queste, il 40%, ovvero più di venti milioni di tonnellate, sono associate al comparto degli imballaggi. Produrre plastica e incenerirla ha in Europa un ‘peso’ climatico molto rilevante, pari a 400 milioni di tonnellate di CO2 (dati riferiti al 2012). Sempre nel nostro continente, dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge è di plastica: una marea di sacchetti, contenitori per alimenti, pacchetti e involucri, contenitori e tazze per bevande, cotton fioc, stoviglie, piatti, palette per mescolare alimenti, cannucce. Nel nostro piccolo è anche quanto le Sentinelle del Parco Sud trovano lungo le sponde di rogge e canali.
Il peso dell’Italia e di Milano
Nel nostro Paese, nel 2017 sono stati immessi al consumo 2.271.000 tonnellate di imballaggi di cui il 43,5% è stato riciclato, il 40% incenerito e il rimanente dismesso in discarica o disperso nell’ambiente: decisamente troppi, una vera e propria marea. Bene perseguire la raccolta differenziata e il riciclo, ma è evidente che per affrontare e risolvere il problema si deve necessariamente passare per la drastica riduzione del ricorso alla plastica, la riprogettazione di imballaggi e di oggetti monouso nella direzione della durevolezza e della riutilizzo, prima ancora che della riciclabilità.
Tornando a Milano, secondo i dati forniti da Amsa, la città ogni anno produce circa 35.000 tonnellate di plastica. E anche se si pone tra le metropoli più virtuose in Europa nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, tutto ciò non è sufficiente: basta vedere cosa scorre sulle acque del Naviglio Pavese dopo una notte di movida!
Ben venga quindi l’iniziativa dell’amministrazione milanese. Purché anche noi consumatori ci si dia da fare: convincendo i negozianti a non usare l’usa e getta di plastica e, soprattutto, smetterla con l’uso della plastica tra le mura domestiche e alle feste. Ci guadagneremo tutti: per primi noi stessi e la nostra salute e l’ambiente, ma anche gli animali marini, che sempre più spesso muoiono per l’ingestione delle plastiche.