La Regione Lombardia stanzia
3,6 milioni per bonificare aree contaminate:
ben 2,4 milioni vanno a Buccinasco
27 novembre 2018. A Buccinasco, comune del Parco Agricolo Sud Milano, il quartiere Buccinasco Più di via Guido Rossa è contaminato da rifiuti pericolosi per la salute umana. Sono state le indagini della procura di Milano, nel 2010 a confermarlo: molti costruttori, secondo i giudici, hanno fatto affari con la ‘ndrangheta. Il verbale relativo al sequestro dell’area evidenzia che la gestione illecita di rifiuti speciali ha fatto nascere una discarica abusiva, cresciuta “con ripetute operazioni di riempimento” che hanno innalzato il “piano campagna”, cioè il livello del terreno, da 3 a 5 metri.
“Secondo i rilievi -come scriveva Il Fatto Quotidiano nel maggio del 2010- sotto questi terreni si celano ‘residui di demolizioni civili e industriali, rifiuti industriali, mescolati da terra da scavo di ignota provenienza’. Materiale pericoloso per la salute umana che probabilmente ha già intaccato la falda acquifera. Inoltre, come si evince dalla requisitoria del processo Cerberus alle cosche di Buccinasco, il pm Alessandra Dolci ha riferito che nel terreno sono state rinvenute tracce di idrocarburi, eternit, terra mista a gasolio, cinghie di trasmissione, rifiuti, blocchi di cemento: a mettere il veleno sotto il terreno di quei palazzi sono stati gli uomini della cosca Barbaro-Papalia. Ed è anche con l’edilizia che le cosche del Sudovest di Milano hanno realizzato ottimi affari. Come riferisce il pm Dolci, era risaputo che a operare in quei cantieri erano imprese legate alla ‘ndrangheta. Si rende necessaria una bonifica perché quello trovato è tutto materiale tossico e altamente nocivo per la salute”. Ed ecco perché 2,4 milioni dei 3,6 stanziati ieri dalla regione Lombardia per …
La Regione Lombardia stanzia
3,6 milioni per bonificare aree contaminate:
ben 2,4 milioni vanno a Buccinasco
27 novembre 2018. A Buccinasco, comune del Parco Agricolo Sud Milano, il quartiere Buccinasco Più di via Guido Rossa è contaminato da rifiuti pericolosi per la salute umana. Sono state le indagini della procura di Milano, nel 2010 a confermarlo: molti costruttori, secondo i giudici, hanno fatto affari con la ‘ndrangheta. Il verbale relativo al sequestro dell’area evidenzia che la gestione illecita di rifiuti speciali ha fatto nascere una discarica abusiva, cresciuta “con ripetute operazioni di riempimento” che hanno innalzato il “piano campagna”, cioè il livello del terreno, da 3 a 5 metri.
“Secondo i rilievi -come scriveva Il Fatto Quotidiano nel maggio del 2010- sotto questi terreni si celano ‘residui di demolizioni civili e industriali, rifiuti industriali, mescolati da terra da scavo di ignota provenienza’. Materiale pericoloso per la salute umana che probabilmente ha già intaccato la falda acquifera. Inoltre, come si evince dalla requisitoria del processo Cerberus alle cosche di Buccinasco, il pm Alessandra Dolci ha riferito che nel terreno sono state rinvenute tracce di idrocarburi, eternit, terra mista a gasolio, cinghie di trasmissione, rifiuti, blocchi di cemento: a mettere il veleno sotto il terreno di quei palazzi sono stati gli uomini della cosca Barbaro-Papalia. Ed è anche con l’edilizia che le cosche del Sudovest di Milano hanno realizzato ottimi affari. Come riferisce il pm Dolci, era risaputo che a operare in quei cantieri erano imprese legate alla ‘ndrangheta. Si rende necessaria una bonifica perché quello trovato è tutto materiale tossico e altamente nocivo per la salute”. Ed ecco perché 2,4 milioni dei 3,6 stanziati ieri dalla regione Lombardia per sostenere i Comuni che puntano a risolvere situazioni di contaminazione dei suoli (secondo le priorità individuate dal Programma Regionale Bonifiche) sono destinati a Buccinasco.
Il restante dei fondi per interventi di bonifica su siti contaminati è così ripartito: 103.000 a Iseo (Bs); 229.000 euro a Redavalle (Pv); 50.000 euro a Cittiglio (Va); 117.000 euro a Santa Giuletta (Pv); 165.000 euro a Bagnolo Mella (Bs); 100.000 euro a San Martino dall’Argine (Mn); 408.000 euro a Oltrona San Mamette (Co); 35.000 euro a Novate Milanese (Mi); 21.000 euro a Rozzano (Mi).
Stanziati anche 3,3 milioni per la prevenzione del rischio ambientale
Un’altra delibera della Regione Lombardia (sempre di ieri) stanzia 3,3 milioni per interventi relativi alla prevenzione della contaminazione dovuta alla presenza di rifiuti al fine di evitare il verificarsi di fenomeni di pericolo ambientale e di inquinamento. È grazie alla legge regionale 26 del 2003, che punta a prevenire il rischio del verificarsi di fenomeni di inquinamento ambientale che si è in grado di affrontare le emergenze sanitarie o di igiene pubblica derivanti dall’attività di gestione di rifiuti in esercizio, nonché cessate o non autorizzate: prevede che, nel caso di accertata inottemperanza del gestore dell’impianto in esercizio, il provvedimento d’ufficio per l’attuazione delle misure di prevenzione e precauzione necessarie per minimizzare il rischio di contaminazione sia adottato dalla Regione o dalle Province, quali enti competenti all’esercizio delle funzioni amministrative sugli impianti di gestione rifiuti. Per impianti cessati, non autorizzati o fattispecie non riconducibile agli impianti in esercizio, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal Sindaco, quale rappresentante della comunità locale. In entrambe le fattispecie di impianti in esercizio o cessati/non autorizzati, gli interventi sono finanziati dalla Regione. Con questa delibera si approva il programma annuale di intervento per l’attuazione delle misure di prevenzione connesse ad attività di gestione dei rifiuti per l’anno 2018, sulla base delle istanze pervenute e dell’istruttoria svolta per la valutazione dei criteri.
I destinatari dei 3,3 milioni per la prevenzione di fenomeni di inquinamento ambientale (suolo e acque) e risoluzione di criticità derivanti da gestione rifiuti (attività cessate, non autorizzate) sono così suddivisi: 1,4 milioni a Pogliano Milanese (MI); 593.000 euro a Vizzolo Pedrabissi (MI); 230.000 euro a Redavalle (PV); 1,1 milione a Voghera (PV).
Ben vengano queste iniziativi di salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente. Comunque pochissimo rispetto ai 3.733 casi di siti potenzialmente contaminati censiti in Lombardia da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente governativo). In Italia, ancora l’Ispra, ne ha contati 12.482.
La follia del mondo della politica è che a problematiche come queste siano destinate solo le briciole.