Finalmente ufficializzata la nascita
del Parco della Martesana:
74 ettari di verde collegati al Parco Sud
24 ottobre 2018. Finalmente i tasselli cominciano a incastrarsi con armonia: il Parco della Martesana è stato riconosciuto nel territorio di Bussero e Cassina con il Decreto n. 189.218 del Sindaco Metropolitano, Giuseppe Sala (una notizia passata un po’ sotto silenzio, forse perché accaduta in estate). Spetterà a Bussero il ruolo di Comune capofila del nuovo Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS): oltre 74 ettari distribuiti nel territorio dei Comuni di Bussero e Cassina de’ Pecchi, che prenderanno il nome, proprio dal Naviglio sul quale si affacciano le aree conferite al nuovo parco.
Un iter iniziato già nel 2013 grazie a Pietro Mezzi, allora consigliere della provincia di Milano (attualmente consigliere della Città Metropolitana, con deleghe a Territorio, Ambiente e Parchi), che presentò un emendamento al Consiglio provinciale riuscendo a dare così il via al PLIS della Martesana. Il primo Protocollo di Intesa tra…
Finalmente ufficializzata la nascita
del Parco della Martesana:
74 ettari di verde collegati al Parco Sud
24 ottobre 2018. Finalmente i tasselli cominciano a incastrarsi con armonia: il Parco della Martesana è stato riconosciuto nel territorio di Bussero e Cassina con il Decreto n. 189.218 del Sindaco Metropolitano, Giuseppe Sala (una notizia passata un po’ sotto silenzio, forse perché accaduta in estate). Spetterà a Bussero il ruolo di Comune capofila del nuovo Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS): oltre 74 ettari distribuiti nel territorio dei Comuni di Bussero e Cassina de’ Pecchi, che prenderanno il nome, proprio dal Naviglio sul quale si affacciano le aree conferite al nuovo parco.
Un iter iniziato già nel 2013 grazie a Pietro Mezzi, allora consigliere della provincia di Milano (attualmente consigliere della Città Metropolitana, con deleghe a Territorio, Ambiente e Parchi), che presentò un emendamento al Consiglio provinciale riuscendo a dare così il via al PLIS della Martesana. Il primo Protocollo di Intesa tra Città Metropolitana e i Comuni di Bellinzago Lombardo, Bussero, Cassina de’ Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Gessate, Gorgonzola, Inzago, Milano, Pioltello, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, e Vimodrone, finalizzato alla nascita del PLIS risale al 21/12/2015, anche se l’ amministrazione comunale di Bussero aveva già vincolato le aree nell’approvazione nel PGT, a conferma della forte volontà della realizzazione del nuovo Parco.
Il territorio destinato a Parco che insiste sul Comune di Bussero riguarda l’area situata nella zona meridionale lungo il Naviglio, mentre le aree individuate dal Comune di Cassina de’ Pecchi sono in parte situate lungo il Naviglio, in parte limitrofe al Parco Agricolo Sud Milano, mentre un’area di maggiori dimensioni si trova nella zona occidentale a confine con il Comune di Cernusco sul Naviglio. L’istituzione del nuovo Parco inoltre realizza anche il collegamento con il Parco Agricolo Nord Est e con il Parco Agricolo Sud Milano.
Sviluppo e risorse: il futuro del parco
Al centro dello sviluppo del nuovo Parco, ci sono gli accordi con altri enti, strutture e istituzioni per reperire risorse e sviluppare nuove progettualità concrete e realizzabili, ma soprattutto l’ingresso degli altri comuni nel nuovo ente che hanno già manifestato l’interesse a farne parte: con l’apporto di terreni prevalentemente agricoli di altri comuni, tra cui Gessate, Gorgonzola, Cernusco sul Naviglio e Vimodrone, il Parco Martesana dovrebbe raggiungere i 150 ettari. Pare che tutto ciò possa accadere già entro la fine dell’anno!
Intanto, sono già in corso invece contatti con il Politecnico di Milano, che fin da subito si è dimostrato interessato allo sviluppo di progettualità inedite e innovative rispetto ad altre esperienze analoghe.
Non solo centri commerciali, dunque, ma anche nuovi Parchi. E certamente, di questi ultimi ne abbiamo molto più bisogno.
Per approfondire un po’
CENNI STORICI
Il Naviglio Martesana o Naviglio Piccolo, la cui costruzione risale alla seconda metà del XV secolo per opera di Francesco Sforza, riceve le acque del fiume Adda a Concesa, poco a valle di Trezzo sull’Adda; nel suo percorso attraversa i territori dei Comuni di Trezzo sull’Adda, Inzago, Bellinzago Lombardo, Gessate, Gorgonzola, Bussero, Cassina de’ Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Vimodrone, Cologno Monzese e Milano, per una lunghezza di 38,7 chilometri. Entra a Milano nella parte nordorientale della città e scorre a cielo aperto fino alla “Cassina de’ Pomm” nei pressi di via Melchiorre Gioia, sotto il cui manto stradale si infossa dal 1968. Più avanti riceve il torrente Seveso e poi raggiunge i Bastioni di Porta Nuova, dove cambia nome in Redefossi. Fin dalle sue origini il Naviglio fu conteso tra i cittadini, interessati ai traffici economici e quindi alla navigabilità, e quanti abitavano nelle campagne che lo vedevano come una fonte d’acqua per l’irrigazione. Dalla fine del XVI secolo, però, il Naviglio fu intensamente utilizzato per la navigazione favorendo i traffici commerciali di derrate alimentari e di materiali da costruzione. Un tempo su queste acque si specchiavano mulini, darsene, opifici ma anche ville, palazzi e sontuosi giardini. Innumerevoli personalità storiche hanno navigato sul Naviglio: Leonardo da Vinci (al quale alcuni attribuiscono l’invenzione delle conche e una diretta partecipazione alla realizzazione del Martesana), l’arcivescovo Carlo Borromeo, l’arciduchessa d’Austria Marianna d’Asburgo, Alessandro Manzoni, Cesare Beccaria, e molti altri ancora. Nel 1958 il Martesana fu declassato da via di trasporto a canale irriguo, scomparvero così anche gli ultimi barconi che portavano sabbia da Vimodrone a Milano. Negli anni ottanta si affermò il concetto di bene da salvaguardare e da rivalutare: il Comune di Milano promosse la radicale ripulitura delle sponde, mentre i privati cominciarono a restaurare gli edifici fatiscenti ricavando minuscoli orti e giardini tra i condomini. Negli anni ’90 è stata costruita lungo tutto il Naviglio una pista ciclopedonale, attualmente molto frequentata, che costituisce un asse portante della mobilità dolce dell’area metropolitana.
ASPETTI AMBIENTALl
I
I Naviglio Martesana, essendo un canale artificiale, ha caratteristiche idrobiologiche diverse da quelle del fiume di origine. La consistenza del fondale è influenzata sia dalla corrente, che non è regolare lungo tutto il corso, sia dalle periodiche operazioni di messa in asciutta e pulizia che avvengono due volte all’anno, in marzo e in settembre. Il fondale è di tipo ciottoloso all’inizio del corso, ma la granulometria diminuisce con il decrescere della corrente e il conseguente maggior deposito di detrito.
La vegetazione è rappresentata da piante sommerse che ricoprono il fondale durante i mesi estivi formando densi tappeti dove la corrente è più moderata: le piante sono la peste d’acqua, l’erba coltellina e il ceratophyllum demersum; talvolta sugli argini si trovano anche delle cannucce palustri.
Per quanto riguarda la fauna, il tratto dall’incile a Groppello è assimilabile a quello parallelo dell’Adda, mentre a valle sono scarsissimi i mammiferi, rappresentati quasi esclusivamente da ratti e arvicole; nel territorio di Milano, sono presenti famiglie di nutrie (Myocastor coypus). Più ricca l’avifauna: gallinelle d’acqua e folaghe, germani reali, martin pescatore, gabbiani all’incrocio con il Lambro (segnale di non buone condizioni di pulizia ambientale), gazze, anatre e oche comuni introdotte dall’uomo. Tra gli anfibi è ben presente la rana verde.
La popolazione ittica del Naviglio è abbondante, naturalmente simile a quella dell’Adda e tenuta sotto stretto controllo; durante le operazioni di messa in asciutta la pesca è proibita e il pesce, che si affolla nelle concavità, viene recuperato e liberato nel corso d’acqua più vicino e idoneo alla sua sopravvivenza. Vengono compilati verbali sulle specie e il peso del pesce recuperato e successivamente il Naviglio viene ripopolato con lo stesso quantitativo di pesce.
Abbondanti sono anche gli esemplari di tartaruga d’acqua dolce americana del genere Trachemys non originaria dell’habitat, a causa del continuo rilascio di esemplari allevati domesticamente.
Sono obiettivi del Parco:
a) promuovere lo studio, la conservazione e/o il miglioramento della qualità ambientale;
b) indirizzare ed armonizzare le attività di pianificazione urbanistica e di programmazione territoriale del Parco, la realizzazione di opere, la manutenzione delle aree pubbliche, dei percorsi, delle attrezzature esistenti e future;
c) promuovere studi e assicurare servizi di informazione, iniziative di promozione del Parco e di educazione ambientale, con particolare riferimento alle scuole;
d) approvare il Programma Pluriennale degli Interventi e uno o più Regolamenti del Parco rivolti sia ai proprietari delle aree sia ai fruitori;
e) promuovere forme di collaborazione con gli agricoltori, con gli enti e i privati;
f) attivare la vigilanza del territorio;
g) attuare interventi di valorizzazione del territorio del Parco, in un’ottica di sviluppo sostenibile, di salvaguardia delle risorse naturali, di recupero e bonifica delle aree compromesse;
h) acquisire i beni immobili necessari per la miglior gestione del parco, secondo le indicazioni degli strumenti di pianificazione e programmazione;
i) valorizzare le risorse dei Comuni aderenti attraverso una loro gestione coordinata al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti precedenti.