Dalle campagne del Parco Sud e non solo
la Fondazione Ca’ Granda, dopo il latte bio,
realizzerà anche yogurt, formaggi e riso
18 ottobre 2018. Era la fine di settembre del 2017 quando la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, diramazione del Policlinico di Milano e proprietaria di 85 milioni di mq di terreni nella regione Lombardia, ha deciso di proporre al mercato il proprio latte biologico (già presente nei supermercati lombardi Esselunga) munto e lavorato a pochi chilometri da Milano. Ma la vastità dei terreni, in buona parte nel Parco Agricolo Sud Milano, unitamente alla volontà di contribuire a un’alimentazione sana, ha portato la Fondazione ad ampliare la propria filiera di prodotti di qualità, che non andranno esclusivamente ai degenti degli ospedali, bensì a tutti i consumatori che ricercano il benessere anche attraverso il cibo sano. Così, entro tre anni, la Fondazione proporrà anche…
Dalle campagne del Parco Sud e non solo
la Fondazione Ca’ Granda, dopo il latte bio,
realizzerà anche yogurt, formaggi e riso
18 ottobre 2018. Era la fine di settembre del 2017 quando la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, diramazione del Policlinico di Milano e proprietaria di 85 milioni di mq di terreni nella regione Lombardia, ha deciso di proporre al mercato il proprio latte biologico (già presente nei supermercati lombardi Esselunga) munto e lavorato a pochi chilometri da Milano. Ma la vastità dei terreni, in buona parte nel Parco Agricolo Sud Milano, unitamente alla volontà di contribuire a un’alimentazione sana, ha portato la Fondazione ad ampliare la propria filiera di prodotti di qualità, che non andranno esclusivamente ai degenti degli ospedali, bensì a tutti i consumatori che ricercano il benessere anche attraverso il cibo sano.
Così, entro tre anni, la Fondazione proporrà anche yogurt, formaggi e riso. È quanto annunciato la scorsa settimana nella splendida cornice dell’abbazia di Mirasole di Opera (di proprietà del Policlinico). In un’intervista a ll Giornale del 12.10.18, Achille Lanzarini, direttore denerale della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, spiega: “La volontà di far rivivere la tradizione, prendendoci cura di ciò che ci è stato donato e, nel contempo, di contribuire alla salute e al benessere dei cittadini, ci ha portato al primo grande progetto in campo alimentare: la creazione del marchio Ca’ Granda e la produzione del primo ‘latte per la ricerca’. Un latte che fa bene (è biologico, rispetta l’ambiente e gli animali, è controllato dai nutrizionisti dell’Ospedale) e fa del bene, perché tutti i nostri guadagni vanno a sostenere la ricerca scientifica del Policlinico”.
Il futuro della natura e sulla tavola dei consumatori-pazienti
I progetti di cui si è parlato nell’ambito del convegno prevedono un ampliamento della filiera di qualità con l’inserimento di prodotti quali yogurt, formaggi e riso. L’obiettivo è di proporre un modello in grado di indirizzare il mercato non solo sul concetto razionale del prezzo, bensì sulla qualità e il valore nutrizionale a beneficio della salute, grazie alle esperienze acquisite anche su scala industriale. Come per il latte biologico, il distributore primario dovrebbe essere ancora una volta Esselunga.
Tra l’altro, la Fondazione ha in cantiere ulteriori progetti quali: il miglioramento paesaggistico e ambientale, tramite l’incremento di aree verdi, umide e boschive a tutela della biodiversità; la promozione di una fruizione turistica e culturale; percorsi pedonali e ciclabili; itinerari storici; incremento degli agriturismi e, non ultimo, lo sviluppo di nuovi modelli agro produttivi, con l’utilizzo della tecnologia informatica per il miglioramento delle tecniche di coltivazione, in particolare quelle a basso consumo di acqua. Inoltre, i terreni del Policlinico saranno utilizzati per la compensazione dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dall’ospedale, tramite azioni di rimboschimento e contemporaneo miglioramento della rete irrigua.
Interessante anche il progetto di riutilizzo degli immobili rurali dismessi per attività sociali, tra cui la formazione e riqualificazione indirizzate alle categorie socialmente più svantaggiate o fragili, come giovani, disabili e disoccupati.
E speriamo che sia tutto oro quello che luccica.