Siccità: 2 mld di danni per la sola agricoltura
“Interventi per tappare gli sprechi,
e più invasi per raccogliere le acque piovane”
23 luglio 2017. Piove, governo ladro! Eppure, qualcosa di nuovo su questo secolare detto c’è. Il governo continua a mantenere la sua nomea, ma la pioggia è divenuta un miraggio. Anche se poi, quando arriva, provoca danni a non finire. Intanto un bene primario come l’acqua è arrivato agli sgoccioli e i danni causati dalla siccità sono immensi.
Eppure, la rete idrica della Penisola, nonostante gli allarmi ripetuti nel corso degli anni, pur con tutte le avvisaglie dei cambiamenti climatici, è rimasta immutata: gli acquedotti sono un colabrodo. In media perdono il 40% dell’acqua che trasportano -vale a dire: persi 40 litri ogni 100 per le tubature malridotte.
Un deficit infrastrutturale che richiederebbe ingenti investimenti, come ha stimato Utilitialia, la confederazione che riunisce i gestori dell’acqua. “Il fabbisogno totale di investimenti, per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale, è di circa 5 miliardi all’anno. Troppo alto con le attuali tariffe: attualmente per l’Italia ci si attesta in media a circa 32-34 euro per abitante all’anno, mentre sarebbe necessario arrivare al livello minimo europeo, cioè almeno 80 euro per abitante all’anno; in Francia sono a 88, nel Regno Unito a 102 e in Danimarca a 129 euro”.
Ma l’Italia ha preferito continuare a investire in autostrade, salvare banche e continuare a promuovere le fonti fossili. Senza contare le multe della Ue per l’inefficienza delle attuali rete idriche…
Siccità: 2 mld di danni per la sola agricoltura
“Interventi per tappare gli sprechi,
e più invasi per raccogliere le acque piovane”
23 luglio 2017. Piove, governo ladro! Eppure, qualcosa di nuovo su questo secolare detto c’è. Il governo continua a mantenere la sua nomea, ma la pioggia è divenuta un miraggio. Anche se poi, quando arriva, provoca danni a non finire. Intanto un bene primario come l’acqua è arrivato agli sgoccioli e i danni causati dalla siccità sono immensi.
Eppure, la rete idrica della Penisola, nonostante gli allarmi ripetuti nel corso degli anni, pur con tutte le avvisaglie dei cambiamenti climatici, è rimasta immutata: gli acquedotti sono un colabrodo. In media perdono il 40% dell’acqua che trasportano -vale a dire: persi 40 litri ogni 100 per le tubature malridotte.
Un deficit infrastrutturale che richiederebbe ingenti investimenti, come ha stimato Utilitialia, la confederazione che riunisce i gestori dell’acqua. “Il fabbisogno totale di investimenti, per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale, è di circa 5 miliardi all’anno. Troppo alto con le attuali tariffe: attualmente per l’Italia ci si attesta in media a circa 32-34 euro per abitante all’anno, mentre sarebbe necessario arrivare al livello minimo europeo, cioè almeno 80 euro per abitante all’anno; in Francia sono a 88, nel Regno Unito a 102 e in Danimarca a 129 euro”.
Ma l’Italia ha preferito continuare a investire in autostrade, salvare banche e continuare a promuovere le fonti fossili. Senza investimenti, però, l’acqua continuerà ad andare sprecata e le multe europee continueranno ad arrivare: già attualmente l’Italia paga ogni anno all’Ue una multa di 476 milioni per l’inefficienza delle reti idriche, tra cui anche impianti con tubature in amianto!.
L’agricoltura è in tilt e chiede più invasi per l’acqua piovana
“Salgono a circa 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti – lamentano le associazioni agricole- Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione. In un Paese che è ricco della risorsa acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto. Aumento delle temperature estive, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, più elevato numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, ma soprattutto modificazione della distribuzione delle piogge e aumento dell’intensità delle precipitazioni con una forte perdita per scorrimento sono effetti dei cambiamenti climatici prevedibili che richiedono interventi strutturali.
Appare difficile, allora, continuare a parlare della tropicalizzazione del clima come di un evento eccezionale da gestire in situazioni di emergenza, dal momento che gli indicatori di siccità rilevano, ormai, dati stabili e costanti, con l’evidente accelerazione dello stato di riduzione della disponibilità di acqua non solo per gli usi irrigui e di allevamento, ma anche per gli impieghi domestici, esigendo rapide modifiche anche negli stili di vita. Di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana.
E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in una situazione in cui quasi 9 litri di pioggia su 10 sono perduti. L’Italia resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%”.
Una proposta intelligente e da mettere in atto urgentemente perché nei primi cinque mesi del 2017 gli aumenti delle temperature medie minime e massime sono stati di oltre un grado, mentre le precipitazioni sono calate del 30-33%.