Lombardia, già prima per consumo di suolo,
non si ferma: anche nel 2016 è in testa
tra le regioni per nuovi terreni cementificati
24 giugno 2017. In Italia nel 2016 sono stati consumati 4.954 ettari di superficie, pari a 13,6 ettari al giorno, ovvero come avere costruito in ognuno dei 365 giorni del 2016 due mega centri commerciali.
In valori assoluti, i cambiamenti più estesi sono avvenuti in Lombardia (648 ettari di nuove superfici artificiali), Sicilia (585 ettari) e Veneto (563). Sono i dati di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, controllato dal ministero dell’Ambiente), che ha presentato il Rapporto sul consumo di suolo nel Bel Paese nel 2016.
Le stime a livello provinciale confermano, per il 2016, la provincia di Monza e della Brianza come quella con la percentuale più alta di consumo di suolo (oltre il 40%), con una crescita ulteriore, tra il 2015 e il 2016, di 22 ettari, mentre la Città Metropolitana di Milano si attesta sul 30%: nello scorso anno ha consumato ulteriori 87 ettari.
Più di un quinto (il 21,4%, quasi 5.000 kmq) del suolo artificiale in Italia nel 2016, è concentrato nel territorio amministrato dalle 14 città metropolitane.
La regione monster per il cemento è la Lombardia…
Lombardia, già prima per consumo di suolo,
non si ferma: anche nel 2016 è in testa
tra le regioni per nuovi terreni cementificati
24 giugno 2017. In Italia nel 2016 sono stati consumati 4.954 ettari di superficie, pari a 13,6 ettari al giorno, ovvero come avere costruito in ognuno dei 365 giorni del 2016 due mega centri commerciali. In valori assoluti, i cambiamenti più estesi sono avvenuti in Lombardia (648 ettari di nuove superfici artificiali), Sicilia (585 ettari) e Veneto (563). Sono i dati di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, controllato dal ministero dell’Ambiente), che ha presentato il Rapporto sul consumo di suolo nel Bel Paese nel 2016.
Le stime a livello provinciale confermano, per il 2016, la provincia di Monza e della Brianza come quella con la percentuale più alta di consumo di suolo (oltre il 40%), con una crescita ulteriore, tra il 2015 e il 2016, di 22 ettari, mentre la Città Metropolitana di Milano si attesta sul 30%: nello scorso anno ha consumato ulteriori 87 ettari.
Più di un quinto (il 21,4%, quasi 5.000 kmq) del suolo artificiale in Italia nel 2016, è concentrato nel territorio amministrato dalle 14 città metropolitane.
La regione monster per il cemento: la Lombardia
La nostra regione detiene il primato in termini assoluti, con quasi 310 mila ettari del suo territorio coperto artificialmente (pari a circa il 13% del consumo di suolo nazionale) e nell’ultimo anno ha eroso altri 648 ettari. Eppure, la Lombardia è la prima Regione ad avere approvato una legge specifica per il contenimento del consumo di suolo e per la riqualificazione dei suoli degradati (l.r. 31/2014). “Ciononostante -si legge nel Rapporto di Ispra- si conferma anche come la Regione con la più alta quantità di suolo urbanizzato e impermeabilizzato, e con dinamiche di consumo del suolo, inteso quale processo di trasformazione di terreni agricoli e naturali verso usi antropici, tra i più intensi del nostro Paese. Nei quasi tre anni trascorsi dall’approvazione della l.r. 31 non si possono segnalare significativi cambiamenti di tendenza. Se, infatti, è innegabile che la situazione di crisi generale, molto acuta nel settore dell’edilizia, abbia determinato una parziale riduzione dei processi di consumo di suolo, è altrettanto vero che su questo rallentamento non hanno di fatto inciso le limitazioni normative introdotte dalla legge regionale. Il Piano territoriale regionale (Ptr) che, nei dettami legislativi deve definire le soglie di riduzione dei consumi di suolo a livello regionale, cui si dovrebbero adeguare ‘a cascata’ gli strumenti di pianificazione provinciali, metropolitani e infine comunali, è stato adottato solo da poche settimane (maggio 2017). Dunque gli effetti dell’applicazione dei dispositivi del Ptr non si potranno valutare prima di almeno altri tre anni (dopo 6 anni dalla approvazione della legge!). Ma nel frattempo la legge ha impedito, in modo paradossale rispetto alla ratio stessa della norma, che i Comuni attivassero ‘varianti in riduzione’ per eliminare almeno qualcuna delle Aree di trasformazione (At) previste e contenere le spesso sovradimensionate previsioni urbanizzative; anche laddove richiesto dagli stessi proprietari non più in grado di sostenere tali operazioni di sviluppo e spesso disincentivati dalla pur modesta tassazione comunale sulle aree edificabili”.
Ci conforta che un Ente governativo qual è Ispra ricalchi totalmente le analisi nostre e delle associazioni ambientaliste sulla beffa della legge regionale 31/2014 del governatore Maroni che, instancabile, continua a puntare su nuove autostrade e centri commerciali.
Cliccando qui, potete scaricare il rapporto completo di Ispra sul consumo di suolo, con interessanti analisi anche di utilizzo di suoli soggetti a frane, ecc.
Ricordatevi di firmare la petizione people4soil, accessibile anche dalla nostra home page.