Con la fine del progetto Cerba di Veronesi
i 620 mila mq tornano al Parco Sud
ma non si arrestano le mire della sanità privata
22 febbraio 2017. Cerba è l’acronimo Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata, un istituto scientifico di livello mondiale da edificare accanto allo Ieo, l’Istituto Europeo d’Oncologia. Fortemente voluto dal professor Umberto Veronesi, a circa 20 anni dalla sua idea, non si è più concretizzato. “Il Cerba è uno dei più grandi progetti di questo inizio secolo -spiegava Veronesi- è un’opera di scienza, di civiltà, di avanzamento culturale”. Ma il progetto mischiava scienza e affari. Infatti, il grande business, valutato circa 1,2 miliardi di euro, si sarebbe dovuto estendere su 620 mila metri quadrati, nel bel mezzo del Parco Sud, area vincolata a verde agricolo, comprendendo oltre alle strutture cliniche e di ricerca anche residenze e spazi commerciali. Ma alla fine non se ne è fatto niente. Il progetto è decaduto e quindi, “Oggi l’area Cerba -ci spiega un funzionario della Città metropolitana che vuole mantenere l’anonimato- è tornata a essere del Parco Agricolo Sud Milano a tutti gli effetti. Certo andrebbe verificato se…
Con la fine del progetto Cerba di Veronesi
i 620 mila mq tornano al Parco Sud
ma non si arrestano le mire della sanità privata
22 febbraio 2017. Cerba è l’acronimo Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata, un istituto scientifico di livello mondiale da edificare accanto allo Ieo, l’Istituto Europeo d’Oncologia. Fortemente voluto dal professor Umberto Veronesi, a circa 20 anni dalla sua idea, non si è più concretizzato. “Il Cerba è uno dei più grandi progetti di questo inizio secolo -spiegava Veronesi- è un’opera di scienza, di civiltà, di avanzamento culturale”. Ma il progetto mischiava scienza e affari. Infatti, il grande business, valutato circa 1,2 miliardi di euro, si sarebbe dovuto estendere su 620 mila metri quadrati, nel bel mezzo del Parco Sud, area vincolata a verde agricolo, comprendendo oltre alle strutture cliniche e di ricerca anche residenze e spazi commerciali. Ma alla fine non se ne è fatto niente. Il progetto è decaduto e quindi, “Oggi l’area Cerba -ci spiega un funzionario della Città metropolitana che vuole mantenere l’anonimato- è tornata a essere del Parco Agricolo Sud Milano a tutti gli effetti. Certo andrebbe verificato se il PGT (Piano di Governo del Territorio) di Milano è stato aggiornato in tal senso, ma in ogni caso giuridicamente non ci dovrebbero essere problemi”.
Il Parco salvato dal fallimento del re del mattone
Il progetto è rimasto al palo, a causa del crac di Salvatore Ligresti. Infatti, nel 2012, la Imco, società di Ligresti, che aveva rastrellato da tempo i terreni “inedificabili” del Parco Agricolo Sud Milano, fallisce. E le banche creditrici, in particolare Unicredit, hanno preso in mano il patrimonio immobiliare, raggruppato nella società Visconti. Nel 2013 sono scaduti i termini per firmare la convenzione di questo imponente progetto medico-scientifico-immobiliare, disegnato dall’architetto Boeri e risalente all’era della sindaca di Milano Letizia Moratti, coadiuvata dal governatore Formigoni e dal presidente della Provincia, Penati. All’approssimarsi della data di scadenza, l’ex vicesindaca di Milano, De Cesaris, pose un ultimatum di sei mesi per chiudere l’accordo: il 18 dicembre 2013, De Cesaris chiude la partita, dopo intense trattative che prevedevano anche importanti ridimensionamenti del progetto (probabilmente il solo vero Cerba, sfrondato da annessi e connessi business edilizi) senza esiti. Con la “dichiarazione” di decadenza del PII (Piano Integrato Intervento) del Cerba del 14/02/2014 decadono anche tutti gli atti connessi.
Comunque lo IEO (Istituto Europeo Oncologico) fondato da Umberto Veronesi nel 1991, già presente nell’area sud Milano e adiacente a quella che avrebbe dovuto essere trasformata nel Cerba, si sta comunque sviluppando, con un nuovo edificio, fuori Parco Sud.
Le nuove mire espansionistiche nel Parco Sud
Come noto, lo IEO è stato preso di mira, unitamente al Centro cardiologico Monzino (controllato dall’Istituto di Veronesi), dai due colossi della sanità privata italiana (sarebbe meglio dire lombarda): l’Istituto Clinico Humanitas-Gruppo Techint di Gianfelice Rocca e il Gruppo San Donato (centro diagnostico e 18 ospedali, di cui 17 in Lombardia) capitanato da Paolo Rotelli.
I due gruppi privati della sanità, tanto per cambiare, hanno mire di sviluppo nel Parco Agricolo Sud Milano. In particolare Rotelli intende raddoppiare il policlinico San Donato, costruendo nuovi laboratori di ricerca e aree cliniche: “Siamo in contatto con il Parco e con il Comune di San Donato – ha dichiarato a La Repubblica Paolo Rotelli lo scorso 16 dicembre-: la speranza è di ottenere i permessi entro fine anno, per poi iniziare a costruire”. Speriamo che il sindaco di San Donato, Andrea Checchi, che è anche il presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ente Parco, soprassieda a cedere aree vincolate del Parco Sud. Ma per lui si avvicinano le elezioni amministrative e, quando si tratta di ospedali, le persone sono convinte che siano un bene per la collettività. Non che noi la si pensi contrariamente: ci piacerebbe semplicemente che venissero utilizzate aree dismesse e non del Parco!
Il business della salute rende assai di più di quello dell’agricoltura, ma non è una buona ragione per occupare e costruire su aree del Parco Sud.