Nel 2014, Maroni varò una legge beffa
sul consumo di suolo: ora autostrade, inceneritori
e altro non sono più conteggiabili per il consumo
Amo il cemento e con esso vi seppellirò insieme a tutte le vostre menate sull’ambiente. Viva i cementificatori… Non pare anche a voi di vederlo mentre, dall’alto del suo scranno, il nostro caro governetore ci annuncia l’aspra e sfacciata verità?
Non sorprende, infatti, l’ultima trovata del presidente regionale della Lombardia che, disconoscendo quanto legiferato con la legge 31 del 2014 dal pomposo titolo “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” ora è pronto a escludere dal conteggio strade, autostrade, parcheggi e quant’altro possa anche solo vagamente essere incluso in “opere di pubblica utilità”. Eppure, secondo ISPRA, ben il 55% del suolo consumato in Italia sono dovute proprio a queste opere. Invece, stando alla Regione Lombardia, tali opere, che sono anche le più impattanti sugli ecosistemi e sull’inquinamento atmosferico, non devono essere computate come consumo di suolo e quindi la loro realizzazione non deve essere soggetta ad alcuna valutazione o limitazione conseguente al principale effetto che determinano sul territorio. “Basta con gli imbrogli, sullo stop al consumo di suolo serve una direttiva europea” è la richiesta che monta da oltre 400 organizzazioni, si può già firmare la petizione su www.salvailsuolo.it , che vede tra i partner anche la nostra associazione…
Nel 2014, Maroni varò una legge beffa
sul consumo di suolo: ora autostrade, inceneritori
e altro non sono più conteggiabili per il consumo
Amo il cemento e con esso vi seppellirò insieme a tutte le vostre menate sull’ambiente. Viva i cementificatori… Non pare anche a voi di vederlo mentre, dall’alto del suo scranno, il nostro caro governetore ci annuncia l’aspra e sfacciata verità?
Non sorprende, infatti, l’ultima trovata del presidente regionale della Lombardia che, disconoscendo quanto legiferato con la legge 31 del 2014 dal pomposo titolo “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” ora è pronto a escludere dal conteggio strade, autostrade, parcheggi e quant’altro possa anche solo vagamente essere incluso in “opere di pubblica utilità”. Eppure, secondo ISPRA, ben il 55% del suolo consumato in Italia sono dovute proprio a queste opere. Invece, stando alla Regione Lombardia, tali opere, che sono anche le più impattanti sugli ecosistemi e sull’inquinamento atmosferico, non devono essere computate come consumo di suolo e quindi la loro realizzazione non deve essere soggetta ad alcuna valutazione o limitazione conseguente al principale effetto che determinano sul territorio. Amo il cemento e con esso vi seppellirò insieme a tutte le vostre menate sull’ambiente. Viva i cementificatori… Non pare anche a voi di vederlo mentre dall’alto del suo scranno ci annuncia l’aspra e sfacciata verità?
Non sorprende, infatti, l’ultima trovata del presidente regionale della Lombardia che, disconoscendo quanto legiferato con la legge 31 del 2014 dal pomposo titolo “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” ora è pronto a escludere dal conteggio strade, autostrade, parcheggi e quant’altro possa anche solo vagamente essere incluso in “opere di pubblica utilità”. Eppure, secondo ISPRA, ben il 55% del suolo consumato in Italia sono dovute proprio a queste opere. Invece, stando alla Regione Lombardia, tali opere, che sono anche le più impattanti sugli ecosistemi e sull’inquinamento atmosferico, non devono essere computate come consumo di suolo e quindi la loro realizzazione non deve essere soggetta ad alcuna valutazione o limitazione conseguente al principale effetto che determinano sul territorio.
Ecco che allora si va a scartabellare (oggi reso più semplice con internet) le dichiarazioni fatte a suo tempo dal nostro esimio governatore, pur se noi ambientalisti le conosciamo a memoria le barzellette che ci ha raccontato, senza neppure suscitare una qualche risata, neppure ironica. Leggete con quanta sfrontatezza hanno preso in giro noi cittadini: “Con il sistema individuato nella Legge, Regione Lombardia sarà inoltre la prima Regione a inserire nel proprio Ptr (Piano territoriale regionale) il raggiungimento dell’obiettivo europeo del ‘consumo di suolo Zero’. “La nostra Legge – concludono Roberto Maroni e Viviana Beccalossi – è il risultato di un lavoro di squadra, per il quale vogliamo ringraziare tutti. Dire che aumenterà la cementificazione è falso e chi muove queste critiche forse ha letto male la nostra Legge. I rilievi, da oggi, andranno rivolti a chi non ha ancora legiferato in materia, a partire dal Governo centrale e a tutte le altre Regioni, compresa la Toscana, che, di fatto, non si è dotata di una vera e propria normativa contro il consumo di suolo, ma si è limitata a un’enunciazione di principi, peraltro piena di deroghe, all’interno di una legge urbanistica di carattere generale”. Ecco le balle raccontate. Ma non possiamo attenderci nulla da questi amministratori legati a doppio filo alle lobby del cemento: è di questi giorno il finanziamento di ben 450 milioni a Pedemontana, ennesima e inutile autostrada mangia suolo.
“Ma allora a Maroni chiediamo: ci spieghi che cos’è il consumo di suolo?” la domanda viene da Legambiente Lombardia, l’associazione che, attraverso un apposito centro di ricerche sviluppato insieme all’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) e il Politecnico di Milano, da quasi un decennio pubblica un periodico ‘rapporto sul consumo di suolo’.
Dobbiamo dire basta con gli imbrogli
‘Basta con gli imbrogli, sullo stop al consumo di suolo serve una direttiva europea’ è la richiesta che monta da oltre 400 organizzazioni, si può già firmare la petizione su www.salvailsuolo.it che vede tra i partner anche la nostra associazione
“Partita con la promessa ambiziosa di sviluppare un corpo di norme per fermare il consumo di suolo, l’amministrazione Maroni ha prodotto il topolino di una legge-truffa, la n. 31 del 2014, in virtù della quale la Regione è arrivata a commissariare i comuni che non si spicciavano a rilasciare titoli abilitativi per le nuove urbanizzazioni, e adesso ci delizia con una delibera di criteri che contiene un interminabile elenco di opere pubbliche o di interesse pubblico, la cui realizzazione non dà luogo a consumo di suolo – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ormai non ci stupiamo più di niente, il nostro giudizio su questa operazione è secco e chiaro, ma è anche evidente che sul consumo di suolo ognuno può scrivere tutto quello che gli pare, e nessuno può appellarsi a criteri precisi, in quanto non ne esistono nelle norme di livello nazionale ed europeo”
A differenza di molte altre norme ambientali, il consumo di suolo non ha riferimenti nel diritto europeo, in quanto la UE non ha mai promulgato una direttiva in materia di suolo. Anche a livello nazionale in Italia (da oltre 4 anni vi è una legge in discussione nella maggior parte dei Paesi UE manca una norma di riferimento. Una situazione insostenibile, considerato che il suolo è soggetto a crescenti livelli di pressione e degrado. “L’esigenza di una disciplina europea che tuteli il suolo è ormai indifferibile, ma per questo occorre un salto nella consapevolezza da parte della politica: per questo chiediamo a tutti i cittadini di firmare la petizione europea per il suolo: ora è possibile farlo anche on line, sul sito www.salvailsuolo.it
18 novembre 2016