Il Parco Sud entra in Milano
con Rotaie Verdi: tre scali ferroviari
creano una grande oasi naturalistica
Un verde “selvaggio” e ricco di biodiversità per vivere la città anche in modo naturale sarà realizzato sfruttando la fascia del rilevato ferroviario per creare un corridoio ecologico lungo i binari. Sono gli obiettivi del progetto Rotaie Verdi, che andrà a congiungere le tre aree degli scali ferroviari dismessi di San Cristoforo, Porta Genova e Porta Romana, coinvolgendo il Parco Agricolo Sud. Infatti, il progetto prevede connessioni trasversali che si “agganciano” alle aree rurali del Parco Sud che penetrano e circondano Milano, agendo su spazi verdi esistenti da valorizzare e rinaturalizzare. Tutto questo comporterà un miglioramento estetico della metropoli, ma avrà ricadute positive sulla qualità dell’aria e, in generale, della qualità della vita.
Presentato ufficialmente il 19 ottobre scorso all’Urban Center, il progetto è stato elaborato dal Wwf Italia, con il supporto di Fondazione Cariplo e in partnership con il Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete Ferroviaria Italiana, prendendo spunto da esperienze simili realizzate, già alla fine degli anni ’90, in altre metropoli del mondo: da New York a Berlino, da Londra a Parigi.
Le indagini dei naturalisti hanno evidenziato un gran numero di varietà di specie vegetali presenti all’interno degli scali e…
Il Parco Sud entra in Milano
con Rotaie Verdi: tre scali ferroviari
creano una grande oasi naturalistica
Un verde “selvaggio” e ricco di biodiversità per vivere la città anche in modo naturale sarà realizzato sfruttando la fascia del rilevato ferroviario per creare un corridoio ecologico lungo i binari. Sono gli obiettivi del progetto Rotaie Verdi, che andrà a congiungere le tre aree degli scali ferroviari dismessi di San Cristoforo, Porta Genova e Porta Romana, coinvolgendo il Parco Agricolo Sud. Infatti, il progetto prevede connessioni trasversali che si “agganciano” alle aree rurali del Parco Sud che penetrano e circondano Milano, agendo su spazi verdi esistenti da valorizzare e rinaturalizzare. Tutto questo comporterà un miglioramento estetico della metropoli, ma avrà ricadute positive sulla qualità dell’aria e, in generale, della qualità della vita.
Presentato ufficialmente il 19 ottobre scorso all’Urban Center, il progetto è stato elaborato dal Wwf Italia, con il supporto di Fondazione Cariplo e in partnership con il Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete Ferroviaria Italiana, prendendo spunto da esperienze simili realizzate, già alla fine degli anni ’90, in altre metropoli del mondo: da New York a Berlino, da Londra a Parigi.
Le indagini dei naturalisti hanno evidenziato un gran numero di varietà di specie vegetali presenti all’interno degli scali e lungo la cintura ferroviaria sud: sono ben 368, pari all’81% del totale noto in tutta la città. Altrettanto ricca è la varietà di invertebrati (64 specie e sottospecie), in particolare di insetti, ma anche la presenza di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi è variegata e comprende specie protette come il rospo smeraldino, ricci, alcuni rapaci e uccelli migratori. La realizzazione di una connessione ecologica tra gli scali consentirebbe alle biodiversità di muoversi liberamente e riprodursi, garantendo la sopravvivenza delle specie. Il possibile assetto, non definito ma simulato e valutato come ipotesi di fattibilità, diventerebbe inoltre un fattore incentivante per la rigenerazione delle aree ferroviarie e dei quartieri circostanti.
I costi del progetto, che potrebbe essere realizzato in tempi brevi, si aggirano sui 4 milioni di euro.
Cosa hanno raccontato i protagonisti
“La riqualificazione degli scali ferroviari è una delle grandi sfide per lo sviluppo sostenibile della nostra città e l’occasione per rendere belle, fruibili e vitali ampie aree che oggi si trovano in una situazione di degrado -ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran-. Come amministrazione stiamo lavorando affinché l’accordo con FS sia raggiunto entro un anno, dopodiché si procederà a disegnare il futuro di ogni scalo attraverso i Piani Attuativi. Credo che Rotaie Verdi potrebbe ben inserirsi in questa prossima pianificazione. Oltre alla realizzazione di una grande oasi naturalistica all’interno del tessuto urbano, il progetto andrebbe ad aumentare la superficie di territorio che ospita gli ecosistemi tipici della campagna lombarda, un prezioso patrimonio da preservare e valorizzare”. Aggiungiamo che l’assessore Maran in risposta a una domanda dal pubblico ha dichiarato: “I tempi per definire e poi realizzare tutti i progetti di intervento su queste aree si prospettano piuttosto lunghi, mentre Rotaie Verdi può essere sviluppato velocemente, senza interferire sulle aree edificabili”.
“La presentazione pubblica di Rotaie Verdi -ha spiegato Paola Brambilla, delegata regionale del WWF– si inserisce nel più ampio impegno del WWF Italia sul consumo di suolo, climate change e resilienza dei sistemi naturali che il WWF sta realizzando nell’ambito della campagna europea Save the Soil di cui è uno dei soggetti promotori. Rotaie Verdi è un esempio vivido di come la pianificazione e la progettazione urbana possono essere formidabili strumenti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; le aree dismesse urbane sono luoghi per nuove funzioni anche ecologiche: incrementare la resilienza urbana, attenuare il fenomeno dell’isola di calore, rivitalizzare le connessioni ecologiche. La convivenza tra un verde non addomesticato e ricco di vita non è in contraddizione con la presenza di altre strutture ed anzi è occasione per la definizione di linee-guida per la gestione naturalistica delle fasce di rispetto”.
“Rotaie verdi è un progetto importantissimo -hanno aggiunto Guido Trivellini e Marina Trentin della Cooperativa Eliante-. Unisce il fascino dell’High line, rispetto al quale è ben più vicino all’ecologia, alle oasi urbane di Londra. Può portare la natura vera in città e un modo diverso, più consapevole, di vivere dentro di essa. La presenza di un verde di qualità in città migliora il benessere dei cittadini, oltre a portare un proprio valore intrinseco indiscutibile, offrendo una soluzione nature-based alle necessità di adattamento ai cambiamenti climatici che le comunità urbane stanno affrontando. La sua realizzazione sarebbe il punto finale di un cammino che negli ultimi anni ha visto cambiare la città, divenendo senza più dubbi ciò che viene definito oggi una smart city”.
Determinante per la realizzazione dello studio di fattibilità è stato il contributo economico di Fondazione Cariplo, che ha permesso al Comune di Milano di selezionare in qualità di esperti, il Alessandro Mulazzani per il Sistema Informativo Territoriale, e lo studio LandaLab di Roberta Rizzi per le simulazioni paesaggistiche.
“Fondazione Cariplo considera prioritaria la tutela della biodiversità -ha commentato Paolo Siccardi di Fondazione Cariplo-. Se la varietà della vita è più ampia, ogni ecosistema reagisce meglio, è più resiliente rispetto alle pressioni negative. Salvaguardare la biodiversità di specie faunistiche e floristiche è dunque necessario e Fondazione Cariplo lo sta facendo da molti anni attraverso vari bandi. Ed è proprio grazie a quello sulle connessioni ecologiche che è stato finanziato lo studio di fattibilità Rotaie Verdi, un esempio concreto di come sia possibile integrare tra loro gli aspetti naturalistici con quelli urbanistici. Il riutilizzo degli spazi verdi quali elementi su cui sviluppare le connessioni antropico-naturalistiche tra il Parco Agricolo e l’area meridionale della città di Milano è un’opportunità da cogliere anche per contrastare il consumo di suolo. Una scommessa che possiamo ora raccontare, con la speranza che possa tramutarsi in realtà”.
“Il progettoRotaie verdi –ha dichiarato Carlo De Vito, amministratore delegato di FS Sistemi Urbani– è la dimostrazione di come il sistema infrastrutturale e degli scali ferroviari sia fondamentale per lo sviluppo dei centri urbani e di Milano in particolare. Attraverso il riutilizzo delle ferrovie dismesse, possiamo realizzare visioni e scenari che contribuiscono al futuro della città e al suo sviluppo. Per questo motivo, insieme agli Enti interessati, bisogna mettere in campo tutte le azioni che concretizzano questa prospettiva per il bene dei cittadini e del territorio.”
Le conclusioni sono state affidate all’architetto Antonio Longo del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano: “È un progetto che oltre a dire moltissimo sugli scali ferroviari indica una linea di lavoro che può essere replicata in altri rilevati ferroviari e aree industriali della città. Rotaie Verdi permette di riscoprire la natura facendola diventare il motore di un progetto urbanistico. Letto insieme ai molti progetti che Fondazione Cariplo ha realizzato sulla rete ecologica di Milano, questo studio costituisce già oggi una straordinaria ossatura ecologico-ambientale che interessa sia i parchi industriali che le acque”.
22 ottobre 2016