BuonMercato, comunità solidale
di consumatori, compie 5 anni!
E si rafforza coinvolgendo i produttori
Non è un negozio alternativo di prodotti biologici e a Km zero: BuonMercato è soprattutto una comunità di consumatori consapevoli e solidali, con sede a Corsico, che insieme scelgono e prendono contatto diretto con i produttori attenti alla qualità e al territorio. E che guardano anche oltre, con incontri informativi e di presentazione, come quello ad esempio di mercoledì 18 maggio, con i gruppi d’acquisto di auto ibride ed elettriche (vedi locandina).
La quinta assemblea annuale, tenutasi davanti la sede nel Parco Cabassina di Corsico lo scorso 7 maggio, è stato un importante momento per comprendere lo stato di consolidamento dell’iniziativa e per porre le basi dello sviluppo futuro.
Dati positivi nel rendiconto del 2015, con un avanzo di gestione che ha permesso la creazione di un fondo rischi di 3.000 euro. È una realtà che viaggia ormai con le proprie gambe, affrontando …
BuonMercato, comunità solidale
di consumatori, compie 5 anni!
E si rafforza coinvolgendo i produttori
Non è un negozio alternativo di prodotti biologici e a Km zero: BuonMercato è soprattutto una comunità di consumatori consapevoli e solidali, con sede a Corsico, che insieme scelgono e prendono contatto diretto con i produttori attenti alla qualità e al territorio. E che guardano anche oltre, con incontri informativi e di presentazione, come quello ad esempio di mercoledì 18 maggio, con i gruppi d’acquisto di auto ibride ed elettriche (vedi locandina).
La quinta assemblea annuale, tenutasi davanti la sede nel Parco Cabassina di Corsico lo scorso 7 maggio, è stato un importante momento per comprendere lo stato di consolidamento dell’iniziativa e per porre le basi dello sviluppo futuro.
Dati positivi nel rendiconto del 2015, con un avanzo di gestione che ha permesso la creazione di un fondo rischi di 3.000 euro. È una realtà che viaggia ormai con le proprie gambe, affrontando spese quali l’affitto, le utenze (in particolare la corrente per la cella frigorifera) e la retribuzione dei tre dipendenti: tutto questo è reso possibile prevalentemente grazie alle entrate derivanti da donazioni effettuate al momento del ritiro della spesa e calcolate in percentuale della spesa. Si tratta di un piccolo sovrapprezzo, ben lontano dal peso delle ricariche economiche dei supermercati, che non incide sull’economicità dei prodotti, sempre se paragonati ai prezzi di prodotti bio della grande distribuzione e dei negozi specializzati. E così la comunità dei circa 200 soci resiste alla crisi, con un calo degli ordini, ma con un valore economico nel complesso stabile.
Da quest’anno si avvierà la sperimentazione di un nuovo tipo di contribuzione ai costi: non più un contributo sulla singola spesa settimanale, bensì una cifra basata sui volumi di acquisto annuali di ogni socio. Un modo per dare più stabilità alle entrate e che consente un sostegno più solidale. In parallelo, BuonMercato svilupperà un tipo di rapporto con i produttori non meramente economico, puntando a coinvolgerli nella costruzione di una relazione più stabile produttore-consumatore. Rimarrà comunque la comodità della spesa effettuata online al sito Buonmercato.it, con il ritiro nel fine settimana.
Un esempio di successo dalla Romagna
Un intervento in streaming da Bologna ha presentato una realtà affine a BuonMercato e che, anzi, si è spinta oltre. Con Arvaia (è il nome della pianta del pisello in dialetto locale) i consumatori sono diventati anche agricoltori-orticoltori. Il termine tecnico è Community Supported Agricolture (CSA): in pratica una cooperativa agricola di produzione e consumo (per saperne di più).
Partiti in una decina, affittando dal comune di Bologna tre ettari di terreno a prezzo di mercato, oggi contano circa 300 soci e un’area di 47 ettari, destinata principalmente alla coltivazione di ortaggi e frutta, ma anche allo svago.
Con un anticipo di circa 700 euro a testa si ha diritto a una quota paritaria di frutta e verdura per tutto l’anno, consentendo così di pagare i quattro lavoratori agricoli. Il sistema si regge anche col lavoro volontario dei soci, ognuno facendo ciò che sa o vuole: dalle attività nei campi, alla gestione del sito, dalla parte commerciale ai trasporti dei prodotti.
Insomma, qualcosa di lontano dalle tradizionali cooperative di consumatori (vedi i centri commerciali Coop) e dalle quelle agricole, bensì uno spirito comunitario in cui si mettono in comune le soddisfazioni e gli eventi negativi, come una grandinata.
Tornando ai nostri territori, il Parco Agricolo Sud Milano ha tutte le condizioni affinché simili esperienze attecchiscano e si moltiplichino. Certo, servono amministratori pubblici sensibili e lungimiranti -specie nella fase dell’avvio, dove la burocrazia può creare ostacoli- ma soprattutto serve maggiore consapevolezza in noi consumatori, soggiogati spesso dagli specchietti dei supermercati, che ci offrono sì la “comodità” della spesa, ma non certo la consapevolezza di ciò che mangiamo. Ricordiamoci che, per citare il poeta e ambientalista statunitense Wendell Berry, “mangiare è un atto agricolo” (aforisma fatto proprio da Slow Food). Anche con la nostra spesa, insomma, possiamo tutelare e far vivere il Parco Sud.
17 maggio 2016