L’abbazia di Mirasole
cerca nuovi inquilini
il 26 aprile scade il bando
Fino a tre anni fa vi era un’unica inquilina: la custode. Poi, nell’antica abbazia di Mirasole di Opera (nella foto di Luoghidellinfinito.it), a cinquecento anni di distanza dalla partenza dei frati Umiliati, ultimi inquilini religiosi, erano arrivati 14 monaci francesi dell’ordine dei Premostratensi, che hanno fatto rifiorire questo luogo di culto. La Fondazione Sviluppo Ca’ Granda (legata al Policlinico), proprietaria del complesso monastico, aveva affidato a questo ordine lo storico complesso di Mirasole in comodato gratuito per 99 anni. Ma, lo scorso 29 luglio, a causa del fatto che i monaci sono rimasti solo in quattro, il priore dell’ordine ha disdetto il contratto.
Ora, dopo che un primo bando non è andato a buon fine, la Fondazione ha pubblicato un nuovo bando (vedi testo + addendum), che scade il 26 aprile prossimo. I candidati, si legge in un comunicato, dovranno dimostrare di valorizzare l’immobile da un punto di vista civile, culturale e religioso; mantenere la fruizione pubblica dell’Abbazia; garantire la conservazione e un presidio senza interruzioni.
Rivolto a tutti gli…
L’abbazia di Mirasole
cerca nuovi inquilini
il 26 aprile scade il bando
Fino a tre anni fa vi era un’unica inquilina: la custode. Poi, nell’antica abbazia di Mirasole di Opera (nella foto di Luoghidellinfinito.it), a cinquecento anni di distanza dalla partenza dei frati Umiliati, ultimi inquilini religiosi, erano arrivati 14 monaci francesi dell’ordine dei Premostratensi, che hanno fatto rifiorire questo luogo di culto. La Fondazione Sviluppo Ca’ Granda (legata al Policlinico), proprietaria del complesso monastico, aveva affidato a questo ordine lo storico complesso di Mirasole in comodato gratuito per 99 anni. Ma, lo scorso 29 luglio, a causa del fatto che i monaci sono rimasti solo in quattro, il priore dell’ordine ha disdetto il contratto.
Ora, dopo che un primo bando non è andato a buon fine, la Fondazione ha pubblicato un nuovo bando (vedi testo + addendum), che scade il 26 aprile prossimo. I candidati, si legge in un comunicato, dovranno dimostrare di valorizzare l’immobile da un punto di vista civile, culturale e religioso; mantenere la fruizione pubblica dell’Abbazia; garantire la conservazione e un presidio senza interruzioni.
Rivolto a tutti gli operatori economici, ovvero associati o associandi in Raggruppamenti temporanei d’impresa (RTI), ai soggetti appartenenti al terzo settore, così come definiti nella legge n. 328/2000, tra cui anche consorzi e raggruppamenti temporanei di scopo (RTS) e alle Pubbliche Amministrazioni, le principali caratteristiche del bando sono:
– Finalità: valorizzare l’immobile da un punto di vista civile, culturale e religioso; mantenere la fruizione pubblica dell’Abbazia; garantirne la conservazione e il presidio senza interruzioni
– Durata della locazione: 30 anni
– Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, che prevede un punteggio massimo di 80 punti per il progetto tecnico e di 20 punti per l’offerta economica
– Commissione giudicatrice: la valutazione delle offerte sarà svolta da un’apposita commissione composta da esperti del settore architettonico, sociale ed economico e sarà nominata successivamente alla scadenza del termine di presentazione delle offerte.
Ci auguriamo che il bando giunga a buon fine e che si facciano avanti associazioni capaci di valorizzare questo importante luogo di culto del Parco Agricolo Sud Milano, arricchendolo di funzioni sociali non disgiunte dal territorio.
Un’abbazia con vocazione agricola
L’abbazia di Mirasole, che risale alla fine del 1300, è una delle testimonianze artistiche e di civiltà più interessanti del Parco Agricolo Sud Milano. Fondata dall’Ordine degli Umiliati era una delle cascine-abbazie dove i monaci si dedicavano alla coltivazione dei campi e alla fabbricazione di panni di lana con sistemi innovativi per l’epoca. Del complesso fanno parte gli edifici agricoli, la chiesa di Santa Maria Assunta del XIV e il chiostro, gemma dell’abbazia, risalente alla fine del ‘300 e costituito da un loggiato di colonne in cotto. La struttura della cascina lombarda in età moderna trae spunto proprio da questa tipologia di edificio, in parte monastero e in parte fattoria: che prende il nome di grangia. Nel complesso dell’abbazia c’erano due ingressi, uno dalla città, l’altro dai campi, che immettevano nella corte circondata da stalle, laboratori e abitazioni. L’ordine fu soppresso nel 1582 e l’abbazia fu officiata dagli Olivetani. I beni passarono al Collegio elvetico e nel 1797 passò all’Ospedale Maggiore di Milano, che dal 1981 vi ha condotto una serie di restauri e vi ha trasferito la biblioteca.
Lo stemma dell’abbazia, prima usato dal comune di Opera e dagli anni ’90 componente principale dello stemma della Provincia di Milano (ora Città Metropolitana), rappresenta un sole raggiante dal volto umano delimitato dalla falce di luna, entrambi legati ai lavori agricoli.
21 marzo 2016