L’incerto futuro di Rocca Brivio
per i periti vale 2,7milioni
chi prenderà questo monumento?
Addio Rocca Brivio, tra i monumenti storici -risale al XIII secolo- più preziosi del Parco agricolo Sud Milano? Da febbraio scorso, di fatto, è sul mercato per chi voglia gestirla, speriamo non a disposizione degli speculatori. Infatti, le misure di razionalizzazione delle partecipate locali (alienazione e/o chiusura di quelle inutili e in perdita), decise dalla legge di stabilità del 2015, hanno comportato da parte di Cap Holding la decisione di mettere in liquidazione Rocca Brivio srl, di cui la società detiene 51,4%, i comuni di San Giuliano e di San Donato possiedono ciascuna il 20,81%, quello di Melegnano il 4,49% e l’associazione Rocca Brivio il 2,45%.
In questi giorni è stata resa pubblica la perizia immobiliare effettuata su questo bene soggetto a vincoli della Soprintendenza (estensione del complesso architettonico di mq 2.395, più mq 1.298 di aree di pertinenza): valore complessivo 2,7 milioni di euro. Una cifra del tutto inadeguata…
L’incerto futuro di Rocca Brivio
per i periti vale 2,7milioni
chi prenderà questo monumento?
Addio Rocca Brivio, tra i monumenti storici -risale al XIII secolo- più preziosi del Parco agricolo Sud Milano? Da febbraio scorso, di fatto, è sul mercato per chi voglia gestirla, speriamo non a disposizione degli speculatori. Infatti, le misure di razionalizzazione delle partecipate locali (alienazione e/o chiusura di quelle inutili e in perdita), decise dalla legge di stabilità del 2015, hanno comportato da parte di Cap Holding* la decisione di mettere in liquidazione Rocca Brivio srl, di cui la società detiene 51,4%, i comuni di San Giuliano e di San Donato possiedono ciascuna il 20,81%, quello di Melegnano il 4,49% e l’associazione Rocca Brivio il 2,45%.
In questi giorni è stata resa pubblica la perizia immobiliare effettuata su questo bene soggetto a vincoli della Soprintendenza (estensione del complesso architettonico di mq 2.395, più mq 1.298 di aree di pertinenza): valore complessivo 2,7 milioni di euro. Una cifra del tutto inadeguata secondo la nostra modesta opinione, tenendo anche presente che Cap Holding (tramite la partecipata Tasm), nell’ultimo decennio, ha effettuato interventi sulla Rocca per un valore di 2,5 milioni di euro.
I Comuni e l’Associazione Rocca Brivio, che hanno acquisito l’intero bene il 30 dicembre 1997 per 3 miliardi di lire (clicca per approfondimenti), da quanto si legge sulla stampa e si ascolta in Consigli comunali e assemblee non avrebbero la volontà di cedere la Rocca. Ma, come noto, le casse dei comuni sono allo stremo e devono anche accollarsi anche 1/4 delle perdite della società (216mila euro nel 2014).
Associazioni e cittadini in difesa della Rocca
Dallo scorso febbraio hanno preso il via riunioni tra associazioni (anche la nostra) e incontri con i sindaci coinvolti, nel tentativo di trovare una soluzione che mantenga questo bene in mani pubbliche. Fin qui, pur trovando aperture, nulla si è concretizzato.
Sulla “questione Rocca Brivio”, come riporta un comunicato del Movimento 5 Stelle di San Donato, “abbiamo richiesto, insieme a tutti gli altri consiglieri di minoranza, che fosse convocata una adunanza aperta del consiglio comunale, così come previsto dallo statuto e dal regolamento del consiglio comunale, ma ciò è stato negato senza che venissero realmente esplicitate le motivazioni per le quali si vieta di informare pubblicamente nella sua sede istituzionale i cittadini sullo stato di avanzamento della liquidazione di una società pubblica partecipata dal nostro comune”.
E Innocente Curci, esponente locale del M5S, calca la mano “Prima di mettere in liquidazione la società pubblica Rocca Brivio Sforza (RBS), , ultimo amministratore, nonché contemporaneamente presidente anche di TASM (ora Cap Holding) socio di maggioranza di RBS, ha affidato tramite bando pubblico ad una società privata, la Grandi Eventi, unico partecipante alla gara, la gestione degli spazi e degli eventi del complesso monumentale seicentesco. Tutto ciò a 2.000 euro al mese per 15 anni. Ora risulta che tale società non solo non abbia versato 1 euro di canone, ma non abbia pagato per mesi la persona passata a suo carico da RBS alla stipula del contratto.
Se a questo ora si aggiunge che il complesso monumentale viene valutato (nuda proprietà + usufrutto trentennale) appena 2,7 milioni di euro, come minimo è evidente come sia stato mal gestito dai comuni”.
Insomma, una situazione di grande rischio per un bene pubblico così rilevante. L’Ente Parco, la Città Metropolitana, la Regione non hanno nulla da dire in proposito?
(*) Società a capitale pubblico partecipata dagli Enti Locali: gestisce il Servizio Idrico Integrato delle province di Milano e Monza e Brianza