Castello di Cusago,
scatta l’ora della rinascita
“Per merito e con il tempo”
“Nel credo di molti, di troppi, è radicato il luogo comune che il costo da pagare allo sviluppo degli insediamenti urbani e per la crescita umana sia il sacrificio del rapporto uomo-storia-natura. Il risultato di questa convinzione è che si sono incanalate energie e investimenti verso la realizzazione di ‘nuovi contenitori’, di ‘nuove infrastrutture’ e di ‘non luoghi’ che hanno sperperato molte delle risorse non rinnovabili del nostro territorio”. È l’incipit della “filosofia per una rinascita” di Nymphe Fondazione Castello di Padernello, un ex rudere nella provincia bresciana ora ristrutturato, rinato e meta di oltre 60mila visitatori l’anno.
Ed è a questo modello di rinascita che Daniela Pallazzoli, sindaca di Cusago, si ispira per far rivivere il Castello, fatto costruire da Bernabò Visconti tra il 1360 e il 1369 e, come noto, in grave stato di degrado. Nonostante sia da sempre proprietà di privati, il Castello è il simbolo e l’orgoglio di Cusago. Nel corso degli anni, le varie amministrazioni non sempre si sono adoperate per trovare una soluzione che ne evitasse il progressivo degrado, senza mai scomporsi per arrivare a creare i presupposti di un suo effettivo recupero. Daniela Pallazzoli, invece…
Castello di Cusago,
scatta l’ora della rinascita
“Per merito e con il tempo”
“Nel credo di molti, di troppi, è radicato il luogo comune che il costo da pagare allo sviluppo degli insediamenti urbani e per la crescita umana sia il sacrificio del rapporto uomo-storia-natura. Il risultato di questa convinzione è che si sono incanalate energie e investimenti verso la realizzazione di ‘nuovi contenitori’, di ‘nuove infrastrutture’ e di ‘non luoghi’ che hanno sperperato molte delle risorse non rinnovabili del nostro territorio”. È l’incipit della “filosofia per una rinascita” di Nymphe Fondazione Castello di Padernello, un ex rudere nella provincia bresciana ora ristrutturato, rinato e meta di oltre 60mila visitatori l’anno.
Ed è a questo modello di rinascita che Daniela Pallazzoli, sindaca di Cusago, si ispira per far rivivere il Castello, fatto costruire da Bernabò Visconti tra il 1360 e il 1369 e, come noto, in grave stato di degrado.
La spinta dell’amministrazione comunale
Nonostante sia da sempre proprietà di privati, il Castello è il simbolo e l’orgoglio di Cusago. Nel corso degli anni, le varie amministrazioni non sempre si sono adoperate per trovare una soluzione che ne evitasse il progressivo degrado, senza mai scomporsi per arrivare a creare i presupposti di un suo effettivo recupero. Daniela Pallazzoli, invece, è riuscita -con anni di costante lavorio, incontri, richiamo dei media- a smuovere le montagne e a trovare la soluzione a un problema complesso, che potrà forse valerle l’appellativo di Castellana di Cusago (ma a nostro avviso è destinata a un percorso politico che potrebbe potarla ben più lontana dal Parco Sud).
Nel concreto, le sue mosse hanno consentito di “strappare” alla proprietà (famiglia Rappo) il consenso alla cessione indivisa del 51% del Castello, creando i presupposti per accedere a finanziamenti pubblici (i beni tutelati dalla Sovrintendenza hanno diritto a fondi statali e/o regionali solo se di proprietà demaniale): a dicembre verrà formalizzato l’atto notarile del rogito. Cui seguirà la nascita della Fondazione Merito et tempore (per merito e con il tempo), ovvero il motto degli Sforza, che ben si attaglia anche alla sindaca. Fondazione che, oltre a reperire ulteriori fondi (il Comune verserà un milione di euro), dovrebbe gestire le attività dapprima di messa in sicurezza dei tetti, e in seguito il recupero architettonico e con l’avvio di attività socio-culturali.
Proficuo si è anche dimostrato l’incontro e la visita in loco del vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia Fabrizio Cecchetti (nella foto dell’Eco della Città, con la sindaca Pallazzoli), avvenuto all’inizio dell’estate: già agli inizi di settembre ha convocato la sindaca per confermare l’interesse della Regione a intervenire sia con fondi sia con personale per avviare il recupero.
Dopo anni di colpevole inerzia, siamo finalmente giunti a una vera svolta per la salvaguardia di uno dei gioielli più preziosi del Parco Agricolo Sud Milano.
Tra storia e forme architettoniche
Il Castello di Cusago viene fatto costruire da Bernabò Visconti tra il 1360 e il 1369, si dice sui resti di una fortificazione longobarda di carattere militare. A metà del XV secolo Filippo Maria Visconti amplia la costruzione e realizza il Naviglietto, canale navigabile che collegava Cusago al Naviglio Grande all’altezza di Gaggiano e permetteva di spostarsi da Milano a Cusago via acqua. Tra il 1485 e il 1490 il palazzo viene ricostruito e ampliato da Ludovico il Moro, raggiungendo così la sua forma attuale. La struttura si sviluppa su due piani e misura 62 x 96 metri. La pianta, a forma rettangolare con un torrione merlato centrale sormontato da una torricella in corrispondenza del portone di ingresso, richiama la vocazione prevalentemente residenziale e non difensiva dell’edificio. Nonostante le forme lo avvicinino alle tipiche fortificazioni del tardo medioevo, la struttura è priva di fossato e di torri angolari, ma è dotata di portone a saracinesca. La facciata, splendida nella sua imponenza, si presenta come fortemente caratterizzata dalla torre, dalla cui cima si poteva osservare l’intero territorio circostante, e dal portone di ingresso rivolto a est, la cui loggetta sporgente fu aggiunta in epoca successiva su indicazione di Ludovico il Moro. La torre diede l’ispirazione all’architetto Luca Beltrami per la ricostruzione ottocentesca della torre del Castello Sforzesco a Milano.